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CRONISTORIA
DEI TEATRI DI MODENA
DEI.
M." ALESSANDRO GANDINI
/
MODENA /
TIPOOBAFIA SOCIALE ,
1873.
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I
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DEI
ARK
TEATRI DI MODENA
OAL. ló.'i» A.r^ lH-71
DEL
MAESTRO ALESSANDRO GANDINi
ICCHITA D’ INTERESSANTI NOTIZIE
E CONTINUATA SINO AL PRESENTE
DA
UIGI FRANCESCO VALDRIGHl
E
GIORGIO FERRARI'MORENI
• - F*arte Secomla
• . *
». •■M. •
.■/
MODENA
TIPOORAKIA SOCIALE
18tS.
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NB. Chi si prende cura della pub-
blicazione di quest’ opera del Mae-
stro Gandini si è trovato in grado
di farvi alcune aggiunte, e di accre-
scere il numero delle noie apposte-
vi dall’autore.
Le aggiunte interposte o susseguenti
al testo saranno chiuse fra i segni
vn tot, le note saranno contrassegnate
colle iniziali delle parole Nota dei
Compilatori', e ciò per distinguere
le une e le altre dal dettato origi-
nale.
PARTE II.
Capo VI.
TEATRO DI CORTE
detto anche
TEATRO DUCALE
Avendo io dichiarato sin dal principio
della Prima Parte di queste Memorie, essere
mio scopo il trattare la Storia Cronologica
di quei Teatri di Modena che ebbero una
esistenza stabile ed espressamente destinata
a pubbliche rappresentazioni sceniche, tra-
lascierò quindi la descrizione di que’ gran-
diosi Anfiteatri di circostanza eretti davanti
al Castello degli Estensi, o nel Cortile di
esso per Giostre e Tornei, come pure dei
Teatrini costrutti entro le sale di Corte, o
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— 19 —
della Notte — Introduzione per musica al
baUo in Corte, divertimento preparato dai
Serenissimi Principi e Principesse per fe-
steggiare il giorno natali zio del Duca Rinal-
do loro genitore.
Persone :
Il Sole — La Not'e — Il Genio d’Italia.
1719, — 2 luglio — Azione Accademica
dedicata al Duca Rinaldo I.o dal Collegio
dei Nobili col seguente titolo — Alba sol-
tomessa alt' Imperio di Roma.)
1720. — Pastorale — Il Trionfo dell’ A-
quila e del Giglio — Poesia d’ Ippolito Za-
netli e musica di Antonio Bononcini. Questa
Pastorale venne eseguita dalle tre Princi-
pesse Estensi in unione ad alcune Dame
della Corte per servire d’ Introduzione ai
balletti che si fecero onde celebrare le nozze
del Principe di Modena colla Principessa
Carlotta Aglae figlia di Filippo, Duca d' Or-
leans. Reggente di Francia.
<5^ Nell’anno stesso per festeggiare il gior-
no natalizio della suddetta Principessa fu can-
tata una Serenata nella quale interloquivano
Giunone. Apollo, ed il Genio d' Italia. <5^
1724. — Un Chirografo del Duca Rinaldo
decretò di volere a sua dis[iosizione il Teatro
Rantjoni pagando a Donna Oltnina Rangoni,
e condòmini la pensione annua di Modenesi
'2
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— 20 —
L. 3500. (vedi anno 1723, Teatro Rangonù
ossia sotto il titolo Teatro Comunale vecchio
— Parte prima. )
I Convittori del Collegio de'Nobili rap-
presentano — Ifigenia in Xulide di Bacine.
— Agli Atti sono frapposti tre balletti di
invenzione eseguiti dai Convittori medesimi.
Tre Convittori sostengono le parti di Giu-
none, Pallade e Venere, e poscia raffigurano
le tre Grazie.
L’ Arminio Tragedia di Monsieur di Ca-
pistron recitata dai Convittori del Collegio
de' Nobili.
1725. — Badamisto e Zenobia Tragedia
del Sig. di Crebillon recitata dai Convittori
del Collegio de’ Nobili.
La Morte di Giulio Cesare Tragedia di
Mad.le Barbier tradotta dal francese recitata
dai Convittori suddetti,
1726. — Oratorio Sacro — L’ Abramo
— del dottor Gregorio Malisardi.
3^ L'Avaro Commedia di Molière recitata
dai Convittori del Collegio de’ Nobili.
La Statira. — Tragedia di M. Pradon
recitata dai Convittori suddetti.
1727. — 8 Febbraio — Commedia —
L" infermo immaginario — recitata dai Con-
vittori del Collegio dei Nobili.
15 idem. — Il Mitridate — eseguito pure
dai detti Convittori.
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— 21 —
1728. — In Carnevale — I.a Burletta in
musica intitolata — Zannina, finta ConUssa
— la quale era scritta parte in italiano e
parte in dialetto Bolognese.
Era stata data 1’ anno avanti al Teatro
Molza.
5^ Addi 5 febbraio 1728. Enrichella d'Este
figlia al Duca Rinaldo I. si uni in matrimo-
nio per procura col Duca di Parma Antonio
Farnese. Durante il pranzo di nozze fu can-
tato un componimento del poeta Ippolito
Zanelli. I due interlocutori rappresentavano
Ebe, dea della Gioventù, ed il Piacere.
Altro componimento dettò il Zanelli col
titolo — Giove pronubo — musicato da Fran-
cesco Peli compositore di camera di S. A,
Serenissima.
In occasione di dette nozze i Convittori
del Collegio de’ Nobili rappresentarono 1’ a-
zione eroica — La vera Grandezza.
Detti Convittori recitarono ancora nel
carnevale del 1728 la commedia di Molièri
— GV Importuni.
In onore poi de’ giorni natalizii delle
Principesse Benedetta ed Amalia figlie al
Duca Regnante Rinaldo d’ Este rispettiva-
mente nate li 18 agosto 1697, e 28 luglio
1699 fu fatta nel 1728 una serenata intito-
lata Prometeo, lavoro del suddetto poeta
caudle Zanelli. Eccone i personaggi:
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— 22 —
Minerva — Vienna Meliini Virtuosa di
S. A. Serenissima.
Prometeo — Antonio Bernacchi.
Èrcole — Lodovico Aurelii Virtuoso di
S. M. Cesarea.
1729. 8 Gennaio — Ballerini da Corda
— per trattenimento privato delle Princi-
pesse.
In Carnevale — Muzio Scevola Opera
4el sig. Du-Ryer rappresentata dai Convit-
tori del Collegio de’ Nobili.
1738. — Opera in musica — Il Carnevale
e la Pazzia.
S. Elena — azione sacra dell’ ab.te Me-
tastasio, con musica di Leonardo Leo — fatta
in quaresima.
Nel 1738 in Corte fu pure cantato —
Giuseppe Riconosciuto — Azione Sacra del-
r Abate Metastasio con musica di varii au-
tori.
1739. — Ai primi di Gennaio — Opera
in musica con baUi.
L’ Oratorio sacro — Il Gioas — poesia
del Metastasio e musica del Bevetti (1) in
quaresima in una Sala di Corte.
(1) Sebbene quasi tutti gli Oratorii Sacri che si
davano a Corte in quaresima venissero per lo più
eseguiti in una Sala e non in Teatro, ciò nullameno
li accenno in questa serie per puro interesse Storico.
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— 23 —
5^ 1739. — Nella quaresima fu cantata in
Corte anche un’ altra Azione Sacra del il/e*
tastasio musicata da Leonardo Leo intitolata
— La Morte d’ Abele figura di quella del
nostro Redentore.
Nel 1740 fu rappresentata in Sassuolo
una favola boschereccia per musica col ti-
tolo di Dorinda cogl’ intermedii di Coralbo
e Rossena di Giampietro Tagliazucchi che
era nipote dell’ Abb. Girolamo. Fu poeta
delle corti di Vienna, Dresda, Berlino, Mo-
naco e Viirtemberg.
1741. == Ottobre = Festeggiandosi il
giorno natalizio della Duchessa di Modena
Carlotta Aglae d’ Orleans e l’arrivo in detta
città di Maria Teresa Duchessa di Massa
Principessa Ereditaria di Modena fu cantato
in Corte un componimento per musica ==
ombr i di Enea fuor degli Elisi.
Interlocutori
Deifobe = Enea = Acute.
Poesia del Canonico Francesco Giovati-
nardi. (1)
Da quest’ epoca sino al 1750 pare che
nessuno spettacolo sia stato dato in questól
Teatro, trovandone una causa naturale nelfe;
(1) Questo prete modenese fu cerimoniere di Cortèi
e Proposto della Cattedrale. Non v’ ha raccolta poi9-f
tica del suo tempo che non contenga suoi versi. Mori
di 78 anni li 16 febbraio 1777. { N. D. C.)
\‘ti\
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— 24 —
invasioni continue di truppe straniere, che
a que’ tempi occuparono questi paesi, ca-
gionando quindi 1’ assenza della Corte da
questa città, perchè il Duca Francesco ///.®
collegato colle armate Gallo-Ispane ai tempi
della guerra dei sette anni, dapprima riti-
rossi presso la Repubblica Veneta, poscia,
prendendo il comando delle truppe Spagnuole
qual Generale in capo di esse, non fece ri-
torno ne’ suoi stati che sul finire del 1749
in grazia del trattato d’ Aquisgrana.
Fu in questa circostanza che vennero
fatti diversi ristauri al Ducale Palazzo, fra
quali d’ ordine del Duca venne rifabbricato
ed ingrandito dal lato orientale di esso .il
Teatro di Corte. Una casa contigua a questo
servi in parte ad aggiungervi la sala pel
Ridotto, alcune stanze per gli attori, ed
una scala per accedervi dal di fuori. L’ ar-
chitetto Ducale Antonio Cugini di Reggio,
autore del vecchio Teatro di quella Città*
fu pure r inventore e direttore di questo
nuovo Teatro.
Dalle liste della Cassa segreta presso
r Archivio Camerale si rileva che la mag-
gior parte della spesa in tale costruzione
ammontò alla somma di Modenesi L. 19 mila
790, 14. (1) ,
(1) 1 Mastri Muratori venivano pagali in giorna-
liere L. Modenesi 2. 15.
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— 25 —
Una cantata coi personaggi Pace^ Pa-
naro>e Marte composta in versi da un Ac-
cademico dissonante e messa in musica da
Oio. Battista Pattoni Mantovano (ignoto al
Fètis) celebrò 1’ arrivo in Modena di Fran-
cesco III.
1750. -«= Carnevale — Si aprì il Nuovo
Teatro di Corte col Dramma in musica =
Vologeso Re dei Parti = eseguito dai Can-
tanti = Pietro Serafini =» Caterina Fu-
magalli = Andrea Museno virtuoso del
Principe d’ Este = Livia Segatini = Luigi
Ristorini = Caterina Bergonzi.
Le scene d’ invenzione ed esecuzione di
Marco Bianchi di Correggio Professore di
Architettura civile.
I Balli erano composti da Giuseppe For-
tini.
Fuvvi pure una Gran Festa di Ballo.
Nel Carnevale del 1750 nel nuovo Tea-
tro di Corte fu pure rappresentato il dramma
Caio Marzio Coriolano = La Musica era di
Pietro Pulii Napoletano. I Cantanti erano
li stessi che rappresentarono il Vologeso.
Questo dramma nel 1741 era stato dato in
I Falegnami in L. 3 e i garzoni in genere a L. 1.10.
Mille Pietre ai pagavano L. Modenesi 40— li Oesso
valeva 15 L. Modenesi il biroccio, e la Calce idem L.
30 — Un biroccio di Oesso conteneva 9 staja di esso,
ed un biroccio di Calce 24. Mine
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— 26 —
Reggio, ed ivi fu stampato un sonetto sopra
r aria = Benché turbar si veda = dedicato
• alla Signora Vittoria Tesi Tramontini
• Virtuosa di S. A. Serenissima di Modena,
• che nel Volotjeso rappresentato in Reggio
• l’anno 1741 fece egregiamente la parte di
• Berenice. • In capo al sonetto la Tesi è
raffigurata in sfarzosissimo costume con man-
to assai lungo sostenuto da un paggetto. E
probabile che detta virtuosa abbia cantata
anche in Modena.
In Quaresima Azione sacra per musica
intitolata = Sant' Elena, in una sala di
Corte.
Altro Oratorio == Il Gì oas = lo stesso
cantato nel 1739.
Altre due Azioni sacre furono cantate
nella Ducal Corte di Modena la quaresima
del 1750: La Morte d' Abele figura di quella
del nostro Redentore, musica di Leonardo
Leo. e ^La Giuditta,
1751. — Dramma per musica = Il De-
metrio rappresentato dai Principi, con
Dame e Cavalieri.
^ Annotazioni manoscritte apposte al li-
bretto del Demetrio posseduto Ferrar i-Mo-
reni rendono noto che la parte di Cleonice fu
sostenuta dalla Principessa Fortunata d'Este.
Questa figliuola del Duca Francesco III. e
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— 27 —
di Carlotta Aglae d’ Orleans nacque l’anno
1731 : maritossi nel 1759 col Principe Luigi
Francesco Bourbon Conty, e mori a Venezia,
( dove erasi rifugiata allo scoppiare della
rivoluzione in Francia) li 21 settembre 1803.
La Contessa Isabella Scapinelfi Magnani
sostenne la parte di Alceste,c\\Q poi si sco-
pre Demetrio Re di Siria, ed il Conte Rocca
la parte di Fenicio,
Questo Spettacolo era corredato anche
di Balli.
1753. = Trascrivo quanto vidi nell’ Ar-
chivio Segreto sotto questa data:
«=• La Gelosia de' Numi = componimento
poetico « da cantarsi nella Serenissima Du-
• cal Corte di Modena in occasione, che da
■ essa festeggiasi solennemente in Reggio
• il felicissimo avvenimento della nascita
• del Principe Ercole d' Este. •
La Gelosia de’ Numi ecc. è alle stam-
pe. Con essa volevasi festeggiare la nascita
del Serenissimo Infante d’Este primogenito di
S. A. Serenissima Ercole Rinaldo d’ Este
Principe Ereditario di Modena; ma non fu
recitata, perchè il neonato mancò alla vita
la mattina del 5 maggio 1753, prima del
giorno fissato alle feste pel suo nasci-
mento. Nel corso dell’ opera si accenna
alle voci misteriose che corsero su questa
morte. ^
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— 28 —
Nel Carnevale del 1753 due drammi per
musica furono rappresentati nel Teatro di
Corte: La Merope d’ Apostolo Zeno, e An-
tigona dell’ Ab. Roccaforte. La musica per
la Merope fu scritta da David Perez: per
r Antxgona dal Napoletano Gaetano Latilla
il quale nella dedica i direttori del Teatro
chiamano insigne e vivacissimo autore. Lo-
dovico Boselìini Modenese inventò e dipinse
le scene per entrambi li drammi suddetti
decorati con balli.
Gli artisti di canto furono:
Domenico Bonifazi — Giuseppe Poma
= Carlo Grandati = Angiola Caterina
Riboldi — Rosa Curioni = Laura Brasca-
gli = Giovanna Magnani.
L’ inventore dei balli chiamavasi Giorgio
Binet.
1760. = 10 Ottobre = Commedie rap-
presentate da una Compagnia Comica.
26 Ottobre = Concerto eseguito da un
Inglese sopra un Istrumento a guisa di Sal-
terio detto Pentalione, armato di 150 corde,
e il di cui suono fu dal pubblico assai ag-
gradito.
1763. = 18 Giugno »= Opera buffa =
La Baronessa riconosciuta = ossia = La
Buona Figliuola = con musica di Piccini
= L’ Opera e i soggetti che la eseguirono
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— 29 —
vennero da Reggio, dopo la fiera. L’ esito
fu brillantissimo.
12 Luglio = seconda Opera bufa = La
Baronessa maritata — con grande incontro.
25 Luglio = ultima recita dello spetta-
colo d’ Opera.
1764. — 7 Luglio — Opera buflfa — /
Francesi Brillanti — Era impresario certo
Gioacchino Garibaldi, il quale avvertiva che
chi prendeva quattro viglietti d’ ingresso
avrebbe goduto anche un Palco.
1764. — Altr’ opera buflfa — Il Ciarlone
— eh’ ebbe applausi universali.
1766. — In estate = La Compagnia Co-
mica che agiva con poco incontro al Teatro
Rangoni passò dopo al Teatro di Corte
dando un corso di 50 recite.
1768. = In quest’ anno venne abbellito-
e con riforme rinnovato dall’ Ingegnere
Ducale Pietro Termanini il Teatro di Corte‘
L’ Impresa di detto Teatro pel venturo
Carnevale fu data- a certo Francesco Gua-
ielli di Mantova.
Fin dal 24 Giugno furono pubblicati due
Regolamenti da osservarsi nei Teatri Estensi
sottoscritti dal Marchese Clemente Bagnesi.
Tali regolamenti li ho già esposti letteral-
mente sotto questa data nella Prima Parte
di queste Memorie.
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— 30 —
26 Dicembre = Opera Seria «=* La Cle-
menza di Tito = Poesia* del Abate Meta-
stasio con musica di Michel Angelo Valen-
tini, Maestro Napoletano (Ignoto al Fètis.)
Con quest’ Opera si fece 1’ apertura del
Nuovo Teatro di Corte = Dipinsero lo scene
Francesco Forti di Correggio e Francesco
Bartoli Reggiano, i quali ricevevano Lire
Modenesi 15 (it. L. 5. 75) al giorno per com-
penso di loro fatiche.
Vi cantarono = Cassiano Merini — Gio-
vanna Carmignani — Camilla Fasi —
seppe Cicognani — Domenico Bedini — Gia-
como Giordani.
Il vestiario era somministrato da Fran-
cesco Mainino di Milano.
I Balli erano composti da Filippo Chiari,
e vi agivano 8 ballerini.
1769. <= Seconda Opera Seria — L’ An-
tigona — con musica del Maestro Romano
Giuseppe Bianchini. (Non ne fa menzione
Fètis.)
Tanto le scene che 1’ esecuzione delle
due suddette Opere ebbero un successo as-
sai soddisfacente.
In questa circostanza venne pure vaga-
mente ornata la sala del Ridotto.
Durante il Carnevale vi furono anche
Feste di Ballo, nella quale occasione si e-
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— 31 —
sperimentò il nuovo macchinismo ideato dal
Termanini consistente nel ribassare il piano
del Palco Scenico per porlo a livellò di
quello della Platea.
1769. = 2 Aprile = Corso di 60 recito fatte
dalla Comica Compagnia Socchi, che ottenne"
r unanime approvazione. In una sera di que-
sto spettacolo intervenne al Teatro L’ Impe-
ratore Giuseppe IL reduce dal suo viaggio
di Roma.
12 Giugno = Terminarono le recito, che
furono 61, fatte dalla Compagnia Sacchi.
15 Giugno = Opera buffa — Le Nozze
disturbate — con musica di Paisiello.
Cantanti
Posa Alberti = Giacomo Fiorini = An-
' tonto Napulioni detto Pulcherio «= Cate~
rina Piovani = Vincenzo Pochetti *= Gioa-
chino Cirri.
I Balli erano composti dal primo balle-
rino Giuseppe Santi.
Gli altri ballerini erano = Giovanni Gra-
zioli detto Schizza = Pietro Zampieri
Teresa Santi prima ballerina = Elisabetta
Marini == Maria Zampieri = Secondi idem.
Gasparo Sonucci e Maria Oermò con 14
Figuranti.
Questo spettacolo era stato dato prima
alla fiera di Reggio.
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— 32 —
28 Ottobre = Opera buffa = L’ Olandese
in Italia «= ebbe pochissimo incontro.
Seconda Opera buffa = La Contadina in
Corte ^ questa ebbe un successo migliore.
Lo spettacolo era corredato anche di Balli.
26 Dicembre — Opera seria — La Nit-
teli — con musica del Maestro Marco Ru-
tini di Firenze, (1 j la quale opera ebbe buo-
nissimo esito.
I Cantanti erano
Pio Mazzetti — Antonio Pallini — Chia-
ra Marini (2) — Rosa Agostini — Antonio
Muzzio — Pellegrino Salvolini.
Furonvi anche dei Balli d’invenzione del
ballerino Vincenzo Monari, con dodici bal-
lerini.
Le scene erano del Pittore Ducale Lodo-
vico Bosellini.
1770. — 17 Gennaio — Seconda Opera
— Adriano in Siria — poesia del Metasta-
sio e musica del Maestro Tozzi bolognese.
(3) La bellezza della musica e l’ abilità degli
attori resero questo spettacolo assai gradito
agli spettatori.
(1) Rutini ^GiammarcoJ. Questo distinto compo-
sitore Fiorentino è ricordato nel Capo V all’anno
1765. Il Fétis non cita fra le sue opere la Nitteti.
(2) Questa Cantante, come notai nella Prima Par-
te, fu moglie segreta del Duca Ercole ili.
<3) Tozzi f'AntonioJ bolognese allievo del P. Mar-
tini. Fu al servizio del Duca di Brunswich. 11 suo
Adriano in Siria non è citato dal Félis.
\
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— 33 —
15 Aprile. — La Compagnia Mussini
diede spettacoli di sforzi e salti sorprenden-
tissimi.
3 Giugno — ' Opera buffa La Schiava
= già data prima alla fiera di Reggio con
molto incontro.
Terminò l’8 luglio.
7 Agosto — Si ridussero due palchi
doppii a semplici per provvedere al comodo
di più Signore.
26 Dicembre = Il Demetrio = Poesia
del Metastasio con musica del Celebre Pai-
siello. Tanto 1’ eccellente lavoro che gli e-
secutorì riscossero infiniti applausi.
1771. = In Carnevale = seconda Opera
== La Semiramide «= che non ebbe buon
successo: per la qual cosa fu ripreso il
corso della prima Opera === Il Demetrio.
Eranvi i Balli diretti da Giuseppe Saio-
moni.
L’ Impresario del Teatro Francesco Gua-
téla Mantovano con una scrittura in data
26 Maggio 1768 si era obbligato di dare
r Opera seria al Teatro di Reggio in tempo
di fiera, e V Opera buffa al Teatro di Corte
di Modena in Carnevale, mantenendovi, a-
perto il Ridotto in tempo di spettacolo^
dietro una dote . di L. Modenesi annue 6000.
le quali lire venivano in ragione di 1500
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— 34 —
regalate dalle Principesse, e il restante dal
Duca. Tale contratto doveva avere la durata
di sette anni; ma sfortunatamente gli affari
del Ouatelli non avendo avuto buona sorte
fu costretto in quest’ anno a rinunziare
r impresa, assumendone poscia gli stessi
impegni certo Girolamo Sabbatini. Questi
sostituì nel Carnevale 1’ Opera seria alla
buffa per miglior decoro del Teatro.
26 Dicembre = Opera Seria = Aria-
serse = poesia del Metastasio e musica di
Paisiello con grande incontro. Avvenne nel-
r esecuzione del ballo che il primo ballerino
Belluzzi si lussasse una gamba, per la qual
disgrazia non fu più in istato di ballare.
1772. = 5 Febbraio = Seconda Opera
= Ezio — con musica del celebre Maestro
Ignazio Platania Napoletano. ( Non nominato
dal Fètis.)
27 Maggio — Compagnia Comica Fran-
cese al servizio della Corte di Vienna.
Questo spettacolo ottenne 1’ aggradimento
degli uditori. Si segnalava in particolar modo
il primo Attore Monsieur D' Aufrène.
Il corso fu di 15 recite.
Giugno — Prima Opera buffa = Il Ca-
landrano che nel Maggio era stata prima
data alla fiera di Reggio, e venne molto ap-
plaudita. '
— 35 —
25 Giugno a= Seconda Opera buffa =
L* Astratto = ossia ==» Il Giuocatore sfor-
tunato.
^ La Reale Elettrice Vedova di Sassonia
giunse in Modena nel mattino del venerdì
26 giugno 1772. Fu accolta con tutti gli
onori nel Palazzo di Corte, e dopo il pranzo,
rallegrato da una cantata con brillante con-
certo di strumenti, passò a godere dell’ Opera
in musica nel Teatro immediatamente annesso
al grande appartamento.
Alla fine di dicembre — Prima Opera
seria — Scipione in Cartagena — musica
del Maestro Piccini.
Cantanti.
Adamo Solzi — Monica Bonani — An-
tonio Solari — Brigida Anelli — Giuliano
Petti tenore — Rosa Bussoli.
I Balli d’ invenzione e direzione di Giu-
seppe Anelli.
Ballerini
. Giuseppe Anelli suddetto — Lorenzo
Giannini Giuseppe Arcangioli — Pietro
PetrelH.
Clarice Bini — Anna Polcelli — Agata
Crisostomi — Chiara Polcelli.
Figuranti.
Urbano Grazia — Giacomo Ostici — ifa-
ria Zanotti — Isabella Banchetti.
3
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- . 36 —
1T73. Seconda Opera seria L* Iper-
mnestra — con musica del Maestro Fortu^
nati (1) al servizio della Corte di Parma.
18 Aprile -r Si apri il Teatro da una
Compagnia Comica (vedi Archivio Camerale
N. 2970.)
2 Ottobre — Fuvvi T Opera buffa, che
prima era stata data al Teatro di Sas^
suolo.
26 Dicembre — Opera Seria — Alessan-
dro nell’ Indie — con musica del celebre
Paisiello scritta appositamente.
Le scene erano dei Pittori Francesco
Bartoli Reggiano e Giovanni M&nahue Mo*
denese:
Cantanti.
Onorio Lucchetti — Giovanni Rubinelli
— Francesco Porri — Marco Luchi.
Caterina Buonafini — Isabella Rainieri
— Bartolomraeo Mancioli.
I Balli d’ invenzione di Giuseppe Banti
primo ballerino.
Ballerini.
Teresa Banti — Marianna Narici —
Anna Beseghi — Angiola Pasini.
(1) Fortunati f Francesco J nacque u Parma ai 24
fettìjraio 1746. Cominciò a studiare di soli? anni sotto
ìficolini e si perfezionò a Bologna sotto Martini.
(N. d. G.)
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— 37 —
Giuseppe Banii suddetto — Zacoheria
Bariti — Antonio Banti- Guglie Imo Buuti.
con 4 figuranti
1774. — Seconda Opera Seria — Il De-
mofoonte — con musica del celebre Pasquale
Anfossi Maestro Napoletano.
L’ esito delle citate opere e dei balli fu
fortunatissimo sì per 1’ eccellenza della mu-
sica che per 1’ esecuzione dei valenti artisti
che vi presero parte.
Anche le scene furono meritamente en-
comiate.
Nel primo Sabbato e prima Domenica
di Quaresima 19 e 20 febbraio furono rap-
presentati, secondo il costume, i due drammi
dati nel Carnevale,
In Primavera nell’ occasione delle feste
fatte per lo scoprimento della statua eque-
stre di Francesco III.® (1) fu aperto pure il
(1) Questa statua bel lavoro dell’ Ab. Giovanni
Antonio Cybei da Carrara, che costò al Comune Mo-
denesi Lire 313,440 nell’ ottobre 1796 da un fanatico
fu mutilata, e perciò convenne toglierla dal piazzale
di S. Agostino dove faceva bellissima mostra. L' Au-
tore dell’ atto vandalico, certo Giovan Battista For-
nieri venditore di libri, ebbe rimproveri da Bona-
parte: e il pover’ uomo che ne sperava lodi e pre-
mio, dopo breve carcerazione, impazzì.
Lo scultore Cybei studiò in Roma, e lavorò assai
in patria. In età di 38 anni si fece prete, e fu poscia
anche Canonico : nullameno seguitò ad occuparsi
nell'arte sua, e mori di 78 anni nel 1784.
(N. d. C.)
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— 38 —
Teatro di Corte con recito di Commedie per
quattro sere.
13 Giugno — Dramma in musica — in
S2guito fuvvi altro Dramma.
1774. — 8 Ottobre — Primo Dramma
giocoso — L’ innocente Fortunata con
musica di Paisiello.
Eranvi dei Balli composti da Giuseppe
de Stefani.
Tanto r opera che i balli meritarono
r universale aggradimento.
Secondo Dramma — La Contessina =
musica di Floriano Guzman e di altri au-
tori.
26 Dicembre = Dramma = Caio Mario
— musica di varii autori.
Cantanti.
Carlo Moschino al servizio dell’ Elettore
di Baviera — Valentino Adamherger idem.
— Giuseppe Benigni — Giuseppina Mache-
rini prima donna (1) — Lucia Alberoni —
Teresa Giacci.
I Balli d’ invenzione del primo balleriuo
Domenico Andriani.
Ballerini
Domenico Andriani suddetto Lorenzo
(1) La Maoherini era stata scritturata pel Carne-
vale 1775 con istrumento 19 agosto 1774 dall’ Impresa-
rio Girolamo Sabbatinl per Zecchini Romani 90, e
suo quartiere, dovendo sostenere la parte di prima
donna in due opere serie. (N. d. G.)
— 39 —
Giannini — Gxo : Battista Bedotti — Ca-
millo Monti — Gaetano Monlignani — Lo-
renzo Beseghi — Giacomo Ostici.
Teresa Sdrmetti — Geltrude Andriani —
Teresa Manna — Geltrude Masini — > Laura
Bottoni — Rosa Serra — Geltrude Cor-
sini.
Con 8 Figuranti.
Primo Violino Direttore d’Orchestra —
Giuseppe Sighicelli.
Pittori delle Scene — Giuseppe Bianchi
e Giovanni Menabue.
Vestiarista — Felice Manfredini di Bo-
logna.
Tale spettacolo ottenne il plauso univer-
sale.
1775. — 31 Gennaio — Secondo Dramma
— U Adriano in Siria — Musica nuova del
Maestro Gaetano Monti Napoletano.
Anche quest’opera tanto per la valentia
degli esecutori che per la vaghezza della
musica ebbe un luminoso successo.
La Direzione ai pubblici spettacoli era
composta dei seguenti individui :
Sopraintendente Generale — March. An-
drea Cortese.
Consultore — Consigliere Giovanni Be-
nincasa.
Ispettore — Consigliere Pietro Margini.
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— 40 —
Cancc'lliero — Gio: Battista Trinelli.
Il datto soprasutendente Generale, sotto
la data 7 Agosto di quest’ anno, fece la se-
guente relazione ai Ducali Fattori ;
. Ill;mi Signori
« Air occasione che per comando di S.
t A. Serenissima si formarono due nuovi pfo-
• scenii nel Ducale Teatro ne risultò il gra-
• ve inconveniente, che le chiamate strade
. delle scene si restringessero in guisa, che
• vi passano a stento gli Attori, e che nulla
• possa passarvi di quanto talvolta occorre
• segnatamente ne’ Balli, e che anzi si sia
• affatto perduta una delle nominate strade.
« A riparare questo notabile disordine sa-
« rebbe d’uopo, che venisse portata piU in-
« dietro lateralmente, allargata, riaccomodata
• ed anche ritoccata (il che è quasi indi-
• spensabile) la scena stabile inserviente per
• le feste di ballo, o che deve necessaria-
« mente servire di norma alla collocazione
• dello altre scene. Io ho creduto mio de-
. bito di fare alle SS. LL. Ill:me il presente
• rilievo nella corrente stagiona più propi-
« zia al lavoro e perchè la mia domanda non
« esige forte spesa, e perchè secondo l’univer-
• sale costume il Proprietario del Teatro
« somministra un decente Capitale di Scene,
« e talvolta secondo il bisogno le ristora.
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— 41 —
• restando già a carico dell’ Impresario di
« fare a sue spese dipingere di nuovo quanto
possa occorrere alle Rappresentazioni, che
« si danno.
t Difatti anche nel venturo Carnevale fa-
« rà qualche nuova scena; ma qualora non
« venga tolto 1’ accennato inconveniente, an-
« che li pittori esperti asseriscono, che nulla
- potrà riuscir bene. Spero che le SS. LL.
« Ill:me non troveranno indiscreta la mia
• supplica.
« Sul riflesso ancora che dalla formazio-
« ne del Teatro, cioè da otto anni non si è
« fatto verun ristoramento essenziale alle
« scene, e che mi restringo a richiedere al*
« meno quello che è necessario, cioè il riat-
« tamento e collocamento proporzionato alla
« mutazione fattasi della scena stabile.
« Eseguita questa parte di mio obbligo,
• e rassegnato alle saggio determinaziohi
« che verranno date, ho 1’ onore di riprote-
« starmi ossequiosamente
• Delle SS: LL. Ilhme etc.
* Il sig. Conte Ispettore Fabrici d’intel-
« ligenza col Ducale Architetto Termanini
* riferisca indicando anche la spesa che vi
■« vorrebbe nel proposto riattamento.
* 8 Agost(J 1775.
Paolucci.
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42
« Signori,
• Ritorno alle SS. W. Illrme la qui u*
« nita rappresentanza del Sig. March. Andrea
• Cortese, con dir loro di aver rilevato che
• il chiesto riattamento al Ducale Teatro
• rapporto ai lavori da muratore e da fa-
• legname è una spesa di assai poca conse-
« guonza. Riguardo poi ai lavori di pittore,
« dovrà fiirli il Bosellini, essendo egli obbli-
« gato a dipingere tutto ciò, che occorre
• alla Camera Serenissima. Tanto per mio
• dovere, e con riverenza umilissima mi
• segno
. Delle SS. VV. Ill.me
■ Modena 12 settembre 1775.
t Dev:mo Obbrmo Ossrmo servo
• Vincenzo Fabrizi. •
€ Si risponda che sia fatto il lavoro, e
« però non avrà che a dare gli ordini oc-
« correnti alla munizione delle Fabbriche,
. ed altresi al Pittore Bosellini.
« 12 Settembre 1775.
« Paolucci *
1775. — 21 Ottobre — Il Detto Teatro
era già all’ ordine e fu allestito per una
festa da ballo in occasione della venuta
dell’ Arciduca Massimiliano.
^ Prima della festa di ballo, alla quale vi
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-- 43 —
fu straordinario concorso di maschere ve-
stite colla maggior proprietà per il libero
accesso datovi, nel Teatro di Corte vi fu il
divertimento della Commedia di una gra-
ziosa farsetta con maschere e di replicati
musicali concerti,
Vennero affittate all’ Impresario Girolamo
Sabbatini due Camere nei mezzanini della
casa contigua al Teatro.
26 Dicembre — Primo Dramma — U Ar-
mida — con musica dell’ eccellente Maestro
Michele Mortellari Napoletano. (1)
Primo Violino Giuseppe Sighicelli. ^
Cantanti.
Ferdinando Tenducci al servizio del Gran
Duca di Toscana — Appollonia Marchetti
•— Ferdinando Pasini tenore — Anna Po-
tenza — Francesco Bellaspica — Marco
Lacchi.
I Balli diretti ed inventati da Giuseppe
Salomoni.
Ballerini.
Giuseppe Salomoni suddetto — Pietro
Wogt — Giuseppe Galli — Filippo Toma-
sini — Pietro Salomoni — Michele Ghedini
— Antonio Galletti.
(1) Mortellari Michele, Palermitano. Scrisse se-
condo Fétis per Modena nel 1785 L‘ Infanta supposta.
( N. d. C. )
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_ 44 —
>
Maria Viglioli — Teresa Zùàcarini ***
Teresa Manna — Geltrude Corsini — CKw-
eeppe Tomaiini — Teresa Mattioli — Anna
Badini.
Le «ceae dell’ Opera erano di BartoU e
di Bosellini. Quelle dei Balli di Menabue.
1776. — 27 Gennaio *— Secondo Dramma
-M. Creante — con musica nuova del Maestit)
Ferdinando Bertoni ai setviSsio della CappeL
la del venerabile Spedale de’ mendicanti in
Venezia e Accademico Filarmonico di Bo-
logna.
Ebbero anche le Opere un felice incOttro,
segnatamente per 1’ abilità della Marchetti
e del Tenducci. Anche il restante dello spet-
tacolo contribuì ad ottenere la completa
approvazione degli uditori. - . ^
1776. — In Estate — Furono date due
Opere giocose, la prima intitolata — Il
Geloso in Cimento — ^ la seconda — L’Avaro
— ambedue con musica del Maestro An-
fossi.
Erano i Cantanti.
Francesco Campana — Francesco Anto-
niucci — Francesco Cenni — Francesco Mar-
chesi.
Anna Zaninì — Teresa Melo - Giovanna
Palombo.
I Balli erano composti da Vincenzo de
Bustis.
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— 45 —
Ballerini.
Vincenjio de Bustis suddetto — Qaétano
Poemi — Angelo Zanotti — Antonio Chia-
rini.
Margherita Alfieri — Marianna Paoini
■ — Qeltrude Matsini — Anna Chiarini —
Maddalena Chiarini.
con qualche figurante.
26 Dicembre — Primo dramma — L* f-
sola di Calipso — Poesia di Eschilo An-
canzio ( March. (JioTanni Pindemante )
Poeta Arcade della Colonia Veronese —
Musica del Bertoni.
Le scene erano del Bartoli.
Cantanti
Antonio Muzzio ■— Pietro Tibaldi tenore
— - Giacomo Giordani — Antonio Capponi.
Giovanna Gardj — Teresa Kurte — Gel-
irude Righini — Antonio Capponi.
1 Balli erano composti da Luigi Corticelli.
Ballerini.
Luigi Corticelli suddetto — Francesco
Slansowsky — Gaetano Masnago — > Emanuele
Ferrari — Mariano Marani — Pietro Mon-
ierumesi — Antonio Galletti.
Teresa Colombi — Anna Zoccoli — Eli-
sabetta Zoccoli — Felicita Zoccoli — Gtacema
Zovanioni — Barbara Monterumesi — N. N.
Primo Ballo — La Forza d' amore.
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— 46 —
In Carnevale
1777. — Secondo Ballo — Il Villano
Sciocco.
Secondo Dramma — Farnàce — > La mu
sica era scritta per la maggior parte dal
Maestro Giuseppe Sarti Faentino.
Tanto le Opere che i halli furono coro-
nati da ottimo successo, si per la scieltezza
della musica, che per 1’ abilità degli ese-
cutori.
7 Giugno — Dramma — La vera Co-
- stanza — con musica del Maestro Anfossi
Cantanti.
Prima Donna — Marianna Santoro.
Primo Buffo — Antonio Rossi.
Seconde Parti — Dionigio Mèrlini — Ot-
tavio Budoni.
Primo Mezzo Carattere — Domenico Ma-
drigali,
Altre seconde donne a vicenda — Ca-
terina Marchesi — Maria Lecchini.
I Balli erano composti da Vincenzo de
Bustis detto Ravaschiello.
Primi Ballerini
Vincenzo de Bustis suddetto — France-
sco Marinelli.
Teresa Rusignoli — Crisostomi Montignani.
Altri ballerini di Concerto.
Gennaro Torelli — Gaetano Montignani
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— 47 —
Gtorawnt Scannacapra — Ballista Allegretti —
— Giuseppe Cerbaro.
Anna Gabbati — Teresa GoHa — Anna
Qhiarinì — Teresa Ghiarini.
Con altri figuranti
La Second’ Opera buffa era — Il Mar-
chese Tulipano — con musica del celebre
Luigi Caruso Maestro Napoletano.
Questo spettacolo intero era stato prima
esposto per la fiera nel Teatro di Reggio,
ove riportò buonissimo successo, e poscia,
dato a Modena in questo Teatro di Corte
corrispose perfettamente all’ aspettativa che
già si aveva su di esso.
1777 _ 27 Dicembre. — Secondo Dram-
ma •— Antigono — con musica del Maestro
Michele Mortellari Napoletano.
Cantanti.
Tommaso Consoli — Lorenzo Piati — Vin-
cenzo Limperani.
Carolina Olivieri — Marianna Santoro —
Posa Costa.
I Balli erano composti da Francesco
Clerici.
Ballerini.
Francesco Clerici suddetto — N. N. —
Felici Morini — Gio; Battista Allegretti —
Gaetano Clerico — Antonio Sarra — Pietro
Monter arnesi.
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— 48 —
Rosa Clerico — Francesca Banfi — Otio-
vanna Bassi — Teresa Bussi Francesca —
Lodi — Lucia Montanari — Teresa Mattioli.
— Pittore delle scene Vincenzo Canti Bo-
lognese
1778 — 7 Febbraio. — Per Secondo
Dramma — UEzio = con musica del Mor>
tellari suddetto.
Tanto la musica che 1’ esecuzione dei
primari artisti riesci di sommo aggradimen-
80 a quanti udirono questi Drammi.
I Balli del Clerico fecero pure un incon-
tro particolare.
10 Giugno — Dramma giocoso — Le Ore-
losie Villane — con musica del Maestro Sarti
Giuseppe.
y Cantanti
Anna Morichelli Bosello — Agostino
Lippatini — Cecilia Caratti — Francesco Cre-
spi — Clementina Moreschi — Gaetano Piacci
buffo — Giacomo Cinti.
I Balli erano d’invenzione di Giuseppe
Magni. <
Ballerini
Giuseppe Magni — Giuseppe Fracassi —
Domenico Magni — Francesco Noli — Ce-
sare Cozzi — N. N.
' Cristina de’ Agostini — Teresa Bussi —
Rosalia Monti — Francesca Lodi — Lucia^
Campanini — Maddalena Mei.
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— 49 --
Con altri figuranti
Questo spettacolo ottenne l’ universale ap>
provazione.
26 Dicembre Primo Dramma — Quinto
habio — con musica nuova del Maestro De-
metrio Bortniansky al servizio dell’ Impera-
trice di Russia. (1)
Le scene erano di Bartoli e Menabue.
Cantanti
Marcello Pompili Gaetano Quisiapace —
Giuseppe GiusH.
Lucia Alberoni -r- Marianna Tomba —
Lorenzo Bertolazzi.
I balli erano composti da Giuseppe Banti.
Ballerini.
Giuseppe Banti suddetto ~ Francesco
Marcucci ■— Luigi Brenti — Gio: Battista
Allegretti — Stefano Carrobini — Sanie Cor-
razza — Pietro Salomoni.
Camilla Dupetit Banti — Anna Viccìnelli
— Felicia Banti Francesca Lodi
rianna Venturelli — Anna Parrutti — Marink
Lodi.
(1) Bortniansky CDmitri Ste^hanwiohj russo di
Qlouhofjf àeX Governo di Tchernigoff.. Allievo di. Oa-
luppi a Pietroburgo perfezionossi a Venezia, Bolo-
gna, Roma e Napoli. Il Quinto Fabio fu rappresenta-
to nel 1778-79 in carnevale. Questa indicazione è igno-
ta a Fètis che dice che dal 1770 in avanti in tutti gli
almanacchi teatrali d’ Italia nulla rinviensi di sua
composizione. (N. d. G.)
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— 50 —
(L’ Arciduca Ferdinando d' Austria e 1’ Ar-
ciduchessa Maria Beatrice D’ Este sua mo-
glie addi primo gennajo 1780 giunsero in
Modena, e col Principe Ereditario, poi Duca
Ercole III, e la Principessa Matilde furono
alla sera al Teatro Ducale. Il Duca France-
sco III era allora gravemente infermo a Va-
rese ove mori poi li 23 febbraio 1780.)
1779. — Secondo Dramma — La Zeno-
bia — musica nuova del Maestro Giuseppe
Calegari Padovano. (1)
Tanto il primo che il secondo Dramma
ebbero un successo luminoso sì per la qualità
della musica che per 1’ abilità degli ese-
cutori.
In estate — Dramma giocoso — La Di
scordia Fortunata — con musica di Pai-
siello.
Cantanti.
Maddalena Mori della Casa — Giuseppe
Guglielmini — Giovanni Dottori — Gio. Batt.
Brocchi — Luigia Allegretti — Giuseppe
b/Luzzi — Barbara Viglioli.
I Balli erano Composti da Antonio Mar-
liani,
(1) Calegari Ottisejgpe di Padova. Non ò nominato
dal Fètis : v’ é una biografìa di un Calegari Antonio
di Padova pure. Sarebbevi forse errore di nome 1
(N. d. G.)
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— 51 —
IT79. — I Balleriui che li eseguivano
I
erano i seguenti:
Antonio Marliani — Antonio CianfiTeUi
— Oennaro^ Torelli — Antonio Mqjoli', —
Antonio Cipriani — Stefano Cherubini.
Maria Viglioli — Agata Orisostomi —
Margherita Collier — Geli rude Orsini —
Rosa Cinnfarrlli — Morianna Venluroli.
■ Secondo ; Dramma giocoso — La Ven-
demmia — con musica del celebre Maestro^
Oiuseppe Gazzaniga Napoletano.
Primo Dramma in musica pel Carnevale
— Demetrio — Poesia del Melastasio,. e
nuisica del Maestro Giuseppe Giordani detto
Giorduuìello Napoletano.
Le scene di Menabue.
Cantanti.
Lucia Alheroni — Teresa Hurls — Ve-
ronica Musini.
Domenico Mombeìli detto Righini — (jfiw*
seppe BeuedcHi — Giuseppe Giusti.
I Balli- erano Composti da Adamo Fa-
hroni.
Ballerini.
Adamo Fabroni — Innocente Baratti —
Giuseppe Galli — Pietro Snlomoni — Ste-
fano Cherubini — Giuseppe Collina — Sante
Corrazza — Giuseppe Lodi.
N. N. — Anna Palarini — Anna Gabutti
4
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■— 52 —
— Giacoma Gìovagnoni — Costanta Tinti —
Beatrice Montignani — Luigia Bragaglia
— Carolina Cusulini.
1780. — 26 Dicembre — Secondo Dram-
ma — Medonte Re d' Epiro — con musica
del Maestro Sar^t.
Tutto ebbe un esito felicissimo.
In seguito, durante 1’ anno, non si tenne
aperto il Teatro a cagione della morte del
Duca Francesco ///.“ avvenuta a Varese li
22 febbrajo.
1781. — In Carnevale fuwi un Dramma
in musica.
3 Febbraio — Per secondo Dramma —
Erifile — con musica del celebre Maestro
Francesco Bianchi Cremonese (1) e coi Can-
tanti: Elisabetta Wheeler detta V Ingl esina
— Giovanni Toschi — Gaetano De Paoli —
Maria Clementi - Giovanni Tagli ana —
Antonio Amaboldi.
Le scene erano di Giovanni Menabue.
Era Inventore e Direttore dei Balli Luigi
Palladini.
(1) Il Bianchi era in qneir epoca assai rinomato
per diverse opere scritte da lui con grande successo,
fra le quali II Castore e Polluce^ Caio Mario, Demo-
foonte. Arbaoe, Artaserse, Scipione, La Villanella
rapita eie. altre pure ne produsse a Parigi e a Lon-
dra sempre con segnalato incontro. ^ Il Bianchi
nacque 1' anno 1752, ed è morto a Bologna li 24 Set-
tembre 1811. Le opere da esso composte sommano a
38 cdn
Dioitized b Goo
— 53 —
Ballerini.
Luigi Palladini suddetto — Carlo Ta-
glioni — Vincenzo Pamieri — Luigi Zurli
— Agostino Bertorelli — Agostino Sala —
Antonio Sala.
Margherita Rossi — Domenica Ferri
Elena Fusi — Anna Sala — Antonia Fusi
— Maria Taglioni.
Tanto r Opera che i Balli furono molto
applauditi.
Il Corso del Carnevale per consuetudine
soleva terminare sempre colla prima dome-
nica di Quaresima; e quando le due Opere
date durante T invernale stagione avevano
avuto buon esito, si davano alternativamente
r una al sabbato e 1’ altra alla Domenica
suddetta.
1781. — 13 Giugno — Dramma giocoso
— La Scuola e/c’ Gelosi — con Musica del
Maestro Salieri. (1)
(1) Antonio Salieri, figlio di un ricco negoziante,
era nato li 29 Agosto 17T.0 a Legnano. Trasportato
dalla passione del Canto e della Musica, dopo la morte
del padre si portò a Venezia a perfezionarsi in quel-
1’ Arte. Ivi conobbe il celebre Ouzman, eh istruen-
dolo, seco il trasse a Vienna. Ivi stette per otto anni
semprediretto negli studi di Contrappunto dal Quz-
man Maestro della Corte e del Teatro. Colla morte
di questi il Salieri ottenne il suo posto. Incontrò ia
tale circostanza grande amù izia col celebre Gluck
al punto che questi non potendo per gli acciacchi
della vecchiaja soddisfare alle domande dei Parigini
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— 84 —
Erano i Cantanti
Prima buffa Mrfdda'enn Granati.
Primo mezzo carattere Gaetano De Paoli.
Primo buffo kgositino Liparini.
Seconda buffa Benvenuta Urbani.
Secondi buffi Gaetano Piacci — Ales-
sandro Giovannola.
Terza donna Laura Bottoni.
I Balli erano Composti da Gaspare Ronzi.
Primi Ballerini — Gaspare Ronzi sud-
detto — Eie II a Don di
Grotteschi — Eugenia Boggini — Anto-
nio Sir letti — Salvatore Rose.
Terzi Ballerini — Luigi Zurli — Elena
Fusi con quattro figuranti.
Le scene erano di varii Autori.
L’ Opera e i balli ottennero 1’ universale
approvazione.
Secondo Dramma giocoso U Albergatrice
col mandar loro sue composizioni, vi diresse In sua
vece il Salteri, il quale produsse colà 1’ opera sua
iutitolata Le Danaidi nel 17S4.e fino alla decimuterza
rappresentazione fu applauditissima e ritenuta del
Oluck; ma, scoperta po.scia la verità, per un indirizzo
al pubblico di Parigli fatto dal Gluek istesso, ove.
dichiarava il Salteri compositore unico delle Danaidi^,
la Direzione di quel teatro gli regalò 10 mila franchi
più altri 3 mila per le spese di viaggio. Scrisse a
Parigi alt-e opere che gli procacciarono gran fama.
La Passione del Metastasio posta da lui in musica ò
un capo lavoro. Stimato da tutti muri a Vienna nel
1825.
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— 55 —
vivace con musica del celebre Maestro Luigi
Caru!^n napoletano.
1781. — Terminjito tale spettacolo d’ 0-
pera, non sì vide più in questo Teatro
alcun’ altra produzione se non dopo la par-
tenza del Duca Ercole 111.^ dagli Stati E-
stensi. Quindi i contratti d’ impresa, pei
quali la Corte accordava regali, furono del
1781 in avanti assegnati per alimentare gli
spettacoli che venivano rappresentati nei
Teatri di Reggio e Sassuolo in t.'mpo di
fiera, e in quello di Modena del Proprietario
Rartgoni, come abbiamo già veduto nella
Prima Parte di queste Memorie.
Nell’ estate del 1783 nel Teatro Du-
cale di Modena fu rappresentato il Dramma
Giocoso in musica — Li Viaggiatori Felici
— il libretto fu stampato in Reggio dal
Davolio. La Musica era del Maestro Pasquale
Anfossi. Ecco 1’ elenco dei cantanti;
Caterina Casali — Giacomo Cinti — An~
ionio Marchesi — Benvenuta Urbani — Gio-
vanni Mariliani — Girolamo Crucciati —
Teresa Liparini.
I Balli furono diretti da Ltiigi Dupen.
Nel 1785 venne fatta qualche riparazione
al Teatro di Corte affine di non lasciarlo
deperire affatto.
Per la Rivoluzione seguita in Modena
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— 56 —
nel 1796 prese il nome di Teatro' Ilaslo-
nale.
1798. — Venne formata in quest’ anno
una Società sotto il titolo di Accademia del
Teatro Nazionale, la qua’e diede delle Rap-
presentazioni in quel Teatro col mezzo di
una Compagnia Comica di Dilettanti. Lo scopo
di quella Società lo vedremo qui appresso
nell’ avviso in proposito. Le spese di tale
spettacolo dovevano rilevarsi dagli introiti
serali, e da una somma di L. Modenesi 6000
che il cittadino Tommaso Consetti Santagata
somministrò come prestito fruttifero ai rap-
presentanti di detta Società, da restituirsi
a poco a poco ratatamente cogl’ incassi che
sarebbero stati fatti durante il Corso di dette
recito. I Rappresentanti dell’ Accademia e-
rano i cittadini Gio. Battista Panelli, Gia-
cinto Messori, Nestore Cantati, Antonio Spa-
gtiuoli^ Diofebo Cortese, Giustiniano Ber-
nardi (1), Pellegrino Fano, ed Abram Ro-
vighi (2), — Era Cassiere di detta Società
(1) li Marchese Oiustiniano Bernardi fu persona
colta ed amante delle patrie rose. Ebbe relazioni
d’amicizia con molli valentuomini del suo tempo,
e fra gli altri con Leopoldo Clcognara al quale pro-
curò i disegni di statue e monumenti posti in Modena
perchè ne arricchisse le tavole della sua Storia della
Scultura. <— Mori il Bernardi addi 1 agosto 1833.
( N. d. C.)
(2) Vedi il Rogito di Giuseppe Azzolini 5 febbrajo
1798 — Archivio Notarile Tomo 11 N. 14.
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— 57 —
{jiustiniatio Bernardi e computista Gio. Bat-
tista Nasi. Fra i comici dilettanti eranvi lo
cittadine Vittoria Reggiani Ferrari detta
per la sua avvenenza la Dea del Panaro, o
certa Cinquemani. Pochi giorni prima che
avesse luogo la prima recita sortì il se-
guente
• Avviso •
• Legge Normale di Polizia articoli 14,
17, 29.
« Lunedi sera avvenire giorno comple-
« mentario dell’anno VI. Repubblicano si
• apre il Civico Teatro (1) annesso al Palazzo
- Nazionale (2).
• Una compagnia d’ onesti cittadini si
« è dedicata all’ esercizio lodevole delle sce-
• niche rappresentazioni , anteponendo al
• privato interesse l’ utile piacere di pro-
• pagare le massime repubblicane, di con-
• culcare il vizio, e di esaltare la virtù.
• Questa saggia determinazione merita il
• pubblico aggradimento, ed è giusto che
-'Si ricambi almeno col numeroso concorso,
€ onde animarla al proseguimento dell’ in-
« trapresa carriera. Il Teatro affidato a chi
• non lo coltiva per mestiere potrà riacqui-
• stare l’antico lustro, e divenire nuova-
< mente la scuola dei buoni costumi.
(1) L’ ex Teatro di Corte. i
(S) L’ ex Palazzo Ducale.
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— 58 —
« Già in ogni spettacolo deve regnare
• la tranquillità, e vi deve pur anche pre-
< siedere 1‘ ordine, ed il silenzio. Sembra
- però quasi inut le di rammemorare questi
« doveri ad un pubb ieo, che sa discernero, e
• che comprende, che chi si al outanasse da
• tali principii non eviterebbe una giusta
• punizione.
• E poi mestieri prevenire ognuno, che
• la part’co'ar costruzione del Teatro esige
• de’ riguardi, onde evitare gl’ inconvenijnti
• possibi i. Il legno è f cilmente accensibile,
'« perciò resta vietato a chiunque di tener
• lumi in palco, di portar scaldapiedi, e di
« usare in qualunque altra guisa d 1 fuoco
« vivo , non escludendo il costume della
• pippa.
• La nostra Commissione va persuasa che
• ciascuno vorrà conformarsi ad una tale
« disciplina per non incorrere ne le pene
« ficoltative del’a Polizia Amministrativa a
« termine da’la Legge Normale.
• Dal Durò di Polizia Amministrativa —
Modena 29 Fruttidoro anno VI. R. pubbli-
cano ( 15 Settembre 1798. )
• M. Tamburini — G. Bernardi — A’f-
coUtti Segretario. •
1798. — 17 S.ttembre — Prima Recita
dei D 1 ttanti. Commedia — Timoìeone —
Le spese occorse in tal sera consistevano
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— 99 —
Nell’ Orchestra, composta di 4 Violini, 2
Flauti, 2 Corni, Viol i, ViolonceLo, e Contra-
basso Mod n si L. 23, 10
In 2 Portinai di Prima Porta, 1 di
Platea, 1 di scena, cd uno pei Lu-
biòhi 7,
Tn 8 Comparse con cinque bo’.ognini
di più al Capo 4, 5
In 2 Sarti, 2 Parucchieri, 2 Servi-
tori di scena, 1 Macchinista. 2 Lumi-
narii, 6 Falegnami. 1 Suggeritore, un
dispensatore di vigLetti ed in una
donna da servizio. 33,
Senza comprendere 1’ olio e le can-
dele in tutto L 67, 15
18 Settembre — Commedia 1' Or- '
/ixno idem spese L. 56,10
. 19 idem, replica dell’ Orfano L, 60, 10
20 idem. Commedia — L' Agamen-
none 67, 15
23 idem. Commedia — Il Saggio
Amico 58, 10
30 idem. Commedia 58, 10
5 Ottobre idem. 58,10
12 Ottobre — Tanto in questi
sera, come nelli 22 Ottobre furonvi
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— 60 —
due recite d’ una Commedia ove le
•pesa serali ascesero a L. 65, 15
1798. — 1 Dicembre — Commedia —
Il Ventaglio — del Goldoni.
13 e 21 Dicembre — Spettacolo con ma-
novre militari e combattimenti a fuoco vivo,
la di cui spesa, senza computare l’ olio e le
candele, venne distribuita secondo il se-
guente dettaglio
In Orchestra
47.
• Portinai
14.
• Banda Militare
27.
« Soldati
54.
%
« Polvere da fucile
16.
« Sarti
56.
« Nolo d’ un abito
2,
Totale L. Modenesi
216.
• Le altre recite fatte in Dicembre colle
rispettive spese serali secondo le note au-
tentiche da me possedute furono queste:
Tredicesima recita — Commedia
— V amico delle Leggi — Mode-
nesi L. 186: 17.
Quattordicesima recita — id?ra. 70: 10.
Quindicesima recita — Commedia
— Carlo e Carolina 331: 6. 8
Sedicesima recita — Commedia 87:
Diciasettesima recita 103. 10. 8
in tutto Modenesi L. 779. 03, 8
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— 61 —
1799. — Venerdì 1 Febbraio — Il Pro-
fessore di Chitarra francd'se Atanasio Car-
melo, Napoletano diede un’ Accademia istru-
mentale con esito soddisfacente.
In Marzo vennero fatte altre quattro
Rappresentazioni dalla Compagnia dei' Di-
lettanti.
Due furono le seguenti:
Prima Commedia — Lo Sposo Repub-
blicano.
Seconda Commedia — Olivo e Pasquale.
14 Marzo — Dietro reclami fatti dai
Professori di musica già addetti al servizio
della Corte la Municipalità prese la deter-
minazione di favorire detta classe di persone
coir assegnar loro uno stipendio mensile
regolato come indicherò più sotto, e ciò af-
fine di sostenere un’ Arte indispensabile com-^
pagna del progresso, della civiltà, e neces-
saria al decoro d’ ogni pubblico spettacolo.
Detti stipendi! venivano pagati in una
parte dalla Nazione, e nell’ altra dal Muni-
cipio come si vedrà dal seguente elenco :
1. Sighicelli Giuseppe, primo Violino, a
carico della Nazione mensili Lire Modenesi
120.
2. Solignani Lorenzo, primo de’ secondi,
a carico della Nazione idem. 60, a carico
della Municipalità idem. 30.
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— 69 —
..-3. Moracchi Mirco Suonatore di Violino,
a carico della Municipalità idem. 85.
■ 4. Pezzani Giovanni, idem, a carico della
Municipalità id m. 48.
. 5. Bompani Giacomo, idem, a carico della
Municipalità idem. 48.
6. S.ghlcel.i Carlo, idem, a carico della
Municipalità idem. 45.
7. Teggia Glo. Battista, idem, a carico
della Municipalità idem. 45.
8. Nava Vincenzo, idem, a carico della
Municip .l.tà idem. 45.
> 9. Londei Paolo, Suonatore di Viola, a
carico della Municipalità idem, 48.
• 10. Meschiari Giacomo, idem, a carico
della Municipalità idem. 45.
11. Picchioretti Ignazio, Suonatore di
Violoncello, a carico della Nazione idem. 70.
‘ 13. Solignani Giuseppe, idem, a carico
della Municipalità idem. 48. -
« 13. Braida Massimiliano, Suonatore di
Contrabasso, a carico della Municipalità i-
dem. 45.
. ' 14, Besini Pietro, Suonatore di Fagotto,
a- carico della Nazione idem. 90.
15. Galletti Giuseppe, Suonatore di Clari-
no, a carico della Municipalità idem. 45.
. .16. Borghi Girolamo, idem, a carico della
Municipalità idem. 70.
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— 63 —
17. Mari Giovanni, idem, a carico della
Municipalità, idem. 45.
18. Montanari Gaetano, Suonatore di Cor-
no da caccia, a carico della Municipalità
idem. 45.
19. Necuta Giovanni, idem, a carico della
Municipalità idem. 45. - '
20. Vecchi Francesco, Suonatore di Flau-
to, a carico de! a Municipal.tà idem. 48.
21. Parraiggiani Frane sco, idem, a carico
della Municipalità idem. 48.
22. Birabioli Pietro, idem, a carico della
Municipalità idem. 45.
23. Orsoni D. Francesco, Maestro di Cap-
pella, a carico della Nazione idem. 95.
24. Bulg.irelli Antonio, idem, a carico
della Nazione idem. GO, a carico dolla Muni-
cipalità idem. 22.
25. Giuliani Antonio, Cantante Soprano,
a carico della Nazione idem. 90.
26. D. Chester Gaetano, idem. Tenore, a
carico della Nazione idem. 20, a cariao della
Municipalità idem. 25.
27. Focchetti Vincenzo, idem. Basso, a
carico della Municipalità id m. 30.
28. Ferrari Diouigio, idem. Basso, a ca-
rico della Nazione idem. 30.
1799. — Sulla fine idi Marzo — Terza
Commedia data dai Dilettmiti Comici — La
Tarantola.
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— 64 —
Tragedia — Il Maometto — Sosteneva
con grande bravura la parte del Protago-
nista il Conte Nestore Cantuti di Modena,
certo Antonio Giusti anch’ esso buon dilet>
tante rappresentava una delle prime parti.
Fra le parti poi di meno importanza agivano
due fratelli Rovatti, una sorella del Giusti.
Pietro Reggiani e il Notare Giovanni Pa^
gani.
1800. — 18 Ottobre — Corso di 24 rap-
presentazioni con Opere in Musica. Si co-^
minciò coir esecuzione della farsa intitolata
— Le donne cambiate — con note del Mae*
stro Portogallo, e 1’ altra farsa — V intrigo
della Lettera — con musica del Maestro
Simone Mayer.
9. Novembre — Si pose in isceua il
Dramma giocoso — Il fanatico in Berlina
— musica di Paisiello.
13 idem. — Dopo il primo atto di detto
Dramma ebbe luogo una Tombola.
180#. — 4 Febbraio — Alcuni dilettanti
diedaro diverse rappresentazioni, la prima
delle quali in detta sera consisteva nella
Cantata in musica -- La Serva Padrona —
seguita da una Farsa intitolata — La Fiera
delle Fate.
7 Febbraio — Si replicò quanto fu ese-
guito nella sera del 4.
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— 65 —
13 idem. — Giuseppe Forlis veneto diede
un’ accademia di Poesia estemporanea fra-
mezzata da scielti pezzi di musica eseguiti
dall’ Orchestra.
In Marzo ebbero luogo tre rappresenta-
zioni fatte a conto doli’ Accademia del Tea-
tro Nazionale come sopra nelle quali si ese-
guirono :
La commedia intitolata — La Calzolc^a
e quella intitolata — Carlo e Carolina.
1 Maggio — Si cominciò un Corso di
rappresentazioni per conto della solita Ac-
cademia con un’ Opera intitolata — Il Fi-
gliuol Prodigo — musica del P. Servita
Bonfichi di Parma, (1) ed eseguita egregia-
mente da dilettanti Modenesi, fra i quali si
distinguevano i Tenori Giuseppe Tori e Pie-
tro Campi, la prima donna Carolina Oordi-
giani Franchini e il basso Federico Arcan-
geli. L’ Opera fu fatta ancora nelle sere delli
2, 3, 5, 10, 11 e 19 Maggio con grande in-
contro.
L’ introito serale importò complessiva^
mente la somma di Modenesi L. 1357. 00
1802. — 14 Aprile — Accademia di Poesia
(1) Bonfichi Paolo, secondo il Fètis, nacque a Li-
Traga (Provincia di Lodi) nel 1769. Si acquistò ripu-
tazione specialmente coi suoi oratorii. Mancò in Lodi
11 29 decembro 1840. ^ »
(N. d. C.)
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— 66 —
estemporauea data da Leopoldo^ Fidanza
Romano.
Tale spettacolo era corredato di scielta^
musica strumentale eseguita dalla Banda
.Militare de la quarta Bi'igat i di linea Ita-
liana che si trovava a Modena di guarni-
gione.
1803. — Ai primi di Gennaio — Dramma
serio — Il Pirro — con musica del celebre
Paisiello. Qu st’ opera venne c r.t ta da ar-
tisti e di elianti' la più parte Modenesi, e
siccome 1’ incontro di essa fu strepitoso,
segnatamente) per V abilità somira del Gor*
digiani primo tenore, così non s rà privo di
interesse il dare la nota degli Interlocutori
di detta Opera
Pirro Re d’ Epiro — Anlordo Gordigiani
Modenese.
Polissena Principessa Trojana destinata spo-
sa a Darete — Sofia Gordìgitmi Fiorentina.
Darete Principe Trojano — Tori Giuseppe
Modenese — Ulisse — Giuseppe Pozzi Mo-
denese.
eumene. Principessa del sangue degli
Atridi, destinata sposa a Pirro — Teodosia
Ferraglia Albini, Romana.
Fieno, Principe Trojano, fratello di Po-
lissena — Francesco Bulgaretli Modenese.
Calcante Sommo Sacerdote — Antonio
Manni Modenese.
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— 67 —
n scenario era d’ esecuzione e d’ inven-
zione dei Modenesi Luigi Fagliarli e Gemi-
niano Vincenzi.
n vestiario era diretto dal Vincenzi ed
-eseguito da Filippo Zanetti.
L’ esito fu straordinario e il concorso degli
spettatori fu pure numerosissimo.
1803. — 27 Febbraio — Ultima rappre-
sentazione deir Opera II Pirro, nella quale
fra gl’ intermezzi dell’ Opera ebbe luogo una
pioggia d’ oro con distribuzione di poetici
componimenti, e ritratti dei primi attori.
I ritratti dei conjugi Gordigiani furono
disegnati da Geminiano Vincenzi ed incisi
da Antonio Gq/ani, (1) 1’ uno pittore e 1’ al-
tro incisore Modenese.
A Giuseppe Tori fu poi dedicata un
ode nella quale, oltre la parte da esso so-
stenuta nell’ opera PirrOy si chiama a me-
moria quella di Figlimi Prodigo che lo
stesso Tori in addiettro sostenne nell’ Ora-
torio Sacro portante il medesimo titolo. ««
13 Marzo — Domenica — Nell’ ex Du-
cale Cavalerizza cominciò un corso di rap-
(1) Oajani Antonio valente incisore Modenese stu-
diò a Bologna sotto il Rosaspina. Il suo bulino fu
operoso. Il lavoro di maggior importanza da lui con-
dotto si è lo sposalizio di S. Caterina del Correggio.
Mori in patria in età di 33 anni 27 li lugliol820.
(N. d. C.)
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— 68 —
presentazioni ginnastiche ed equestri ese-
guite dalla Compagnia diretta da Monsiettr
Guillaume Francese.
30 Aprile — Prima Rappresentaaione
dell’ Opera — Teseo a Stige — con musica
del celebre Maestro Sebastiano Nàsolirti. (1)
Cantanti.
Primo Scorano — Sofia OordigianH.
Prima donna — Anna Davia de* Bemuc-
ci. Virtuosa di Camera dell’ Imperatrice delle
Russie.
Primo tenore — Anionio Gordigiani.
Seconde parti — Giuseppe Pozzi. Tea-
dosia Ferrari Albini. Francesco Bulgarelli.
Terze parti — Francesco Dazio. Zane-
bio Pedrazzi. Con Coristi e Coiisto.
Orchestra
Primo Violino — Giuseppe Si^fii^eUi.
Maestro al Cembalo — Antonio Giuliani.
Primo Contrabasso - Mammiliano Braidi,
Primo Clarinetto — Francesco Parmig-
giani.
Violoncello — Ignazio PiccìUorettì.
I scenari di Paglioni e Vùteenzi.
L’Opera fece un incontro segnalato mercè
r abilità dei primarii esecutori, e la bellezza
della musica
(1) Il libretto del Dramma Tragico Teseo a Stige
fu dedicato dall’ impresario al Cittadino Gaudenzio
Maria Caccia Prefetto del Dipartimento del Panaro.
(N. d. C.)
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— 69 —
23 Maggio — Serata a benefìzio del Te-
nore Gordigiani. Il teatro venne illuminato
a giorno. Oltre il gran concorso dei Mode-
nesi fuvvi r intervento dèi Cantanti, che a-
givano al Teatro di Reggio per là fiera, cu-
riosi di udire il sommo Artista.
Prelevate le spese, 1’ introito in tal sera
ascese alla somma di Modenesi L. 1500.
In tale occasione venne distribuito ij
seguente Sonetto dedicato al Gordigiatti per
la sua abilità particolare nell’ eseguir l’ Opera
'ì'èseo a Stige.
• Di bellico cimier la fronte cinto
« Varca Tesèo del Tartaro la foce.
• Sprone all’ ardir fu d’ amistà la voce
« Chè a Stige è Piritòo fra ceppi avvinto.
.• Prega ma invan « quivi è il mortai re-
spinto
• Da lo stuol de T Eumenidi feroce,
■ É a Lui vieta di Plùto il cenno atroce
• Da r Èrebo involar 1’ Amico estinto. •
• Ah! se laggiù, divo Cantar^ tu stesso
« Dischiudevi 1’ armonico tesoro,
• Placato il Dio, t’ avria’ 1 Garzon concesso;
• L’ ira in amor, volta la doglia in riso,
■ Fora al poter del labbro tuo canoro
• Dite cangiato nell’ eterno Eliso. •
1805. — 20 Ma^Éo — L’ Accademia Fi-
larmonica-diede in Teatro alcune Accademie
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— 70 —
in musica coll’ intervento dei Conjugi (?or-
digiani, i quali anche in questa circostanza
ottennero fragorosi applausi dal numeroso
uditorio che accorse a risentire l’ esecuzione
di diversi scielti pezzi di musica da essi a-
bilmente cantati.
1806. — 23 Giugno — Dramma eroico
— Achille e Patroclo — musica del celebre
Nasolini. Ebbero in quest’ Opera eccellente
gli applausi più distinti il Tenore Gordigiani
e la prima Donna Luigia Calderini. Anche
la Sofia Gordigiani, non che le seconde parti
Luigi Zamhelli e Giuseppe Pozzi concorsero
a rendere vie più gradito quel grandioso
spettacolo.
Le scene pure di Pagliani e Vincenzi
meritarono la pubblica approvazione.
1806. — Autunno — Opera seria — Giu-
lietta e Romeo — musica del celebre Zin^-
garelli (1) eseguita dai dilettanti Modenesi
signori :
Conjugi Conti Francesco e Camilla Mar-
chisio. Laura ed Angelo fratelli Personali
della Mirandola.
(1) Zingarelli Nicola celeberrimo Maestro Napoleta-
no deve la sua fama alle applauditissime opere tea-
trali e sacre da lui composte, ma più forse al nu-
mero ed eccellenza de’ suoi allievi. Bellini, Merca-
dante, Morlaccbi, i fratelli Ricci, ed altri sortirono
dalla sua scuola. Mori in patria di 85 anni li 6 mag-
gio 1837. ( N. d. C.)
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— 71 —
Giuseppe Tori Modenese e Conte Pietro
Campi Modenese.
Quest’ opera ebbe buonissimo successo.
In Novembre — Nell’ ex Ducale Caval-
lerizza, ( ove si costruì un circo di legno
per servire ad esercizii di cavalli e un an-
fiteatro per gli intervenienti ), la Compagnia
equestre francese diretta da Monsieur Tour-
niaire diede diverse rappresentazioni consi-
stenti in salti sopra i cavalli, in balli, in
corse etc.
Poco dopo r incoronazione dì Napoleone I.
a Re d’ Italia, il Teatro Nazionale prese il
nome di Teatro Kcgio.
1807. — 7 Maggio — Primo Dramma
giocoso — Teresa e Wilk — musica del
celebre Maestro Pucita, Eranvi due Balli
per intermezzi. Il primo intitolato — Diana
vinta da amore — e 1’ altro — L’ Orbo ed
il Molinaro — In tal sera il teatro venne
illuminato a giorno a spese del Prefetto Cav.
Pasini.
I Cantanti dell’ Opera erano i seguenti :
Prima buffa — Teresa Deville.
Primi buffi — Francesco Marchesi e
Domenico Face ari.
Primo mezzo carattere — Cesare Massa.
Seconda buffa — Giuseppina Belmonte.
Seconda parte — Sante Mondini.
— 72 —
Compositore dei Balli Giuseppe Calvi.
Primi ballerini — Salvatore Scarpa — »
Irene Calvi.
Con 6 grotteschi, 4 ballerini, e 8 figu-
ranti.
Macchinismo d’ invenzione ed esecuzione
di Francesco Pagliani di Modena.
Viglietto d’ ingresso per la prima porta
centesimi 79
Idem, per la seconda 16
Abbonamento per 20 rapp.ni it. L. 7,60
Palchi di 1. e 2. ordine 57, —
Idem, di 3. ordine 45, 60
Idem, di 4. ordine 34, 10
La second’ Opera fu — Il venditor d' a-
ceto — musica del celebre Mayer.
1807. — 8 Settembre — Prima recita
del Dramma serio — La Cleopatra — con
musica del celebre Maestro Nasolini. (1)
1808. — 3 Ottobre — Una società di
giovani dilettanti Modenesi intraprese un
corso di rappresentazioni Comiche frammez-
zate da un Ballo, esso pure eseguito da di-
lettanti.
Tale spettacolo venne accolto con molto
favore, e fu giudicato meritevole d’ ogni en-
comio.
(.1) Gl’ iropresani dedicarono il libretto della
Cleopatra al Sig. Gabrielli Vincenzo Rej^io Ispettore
-del Palazzo Reale in Modena. (N. d. G.)
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— 7a —
1809. — 26 Febbniio Prima Rappre-
sentazione del Dramma serio — Satdle —
con musica del celebre Maestro Qa^ano
Andreozsi. (1)
1810. — 4 Novembre — Corso di 22
rappresentazioni dato dalla Comica Compa*
gnia diretta da Salvatore Fabbrichesi. Era
al servizio dell’ Imperatore Napoleone 1° e
figurava fra le più distinte che in allora
percorressero i teatri italiani.
Si distinguevano in quella Compagnia la
prima Donna Pelandi, e gli attori Blanes,
Pànica, Tessati, e Prepiani.
1811. — 24 Aprile — Prima Rappresen-
tazione deir Opera in tre atti — Giulietta e
Romeo — del Maestro Zingarelli. Era la
stessa che fu data in questo Teatro 1’ au-
tunno del 1806.
(1) Andreozzi Oaetano di Napoli in età di 16 anni
compose e fece rappresentare nel 1779 a Roma l’opera
— La Morte di Cesare — Molte altre ne compose
dappoi; ma lasciò di scrivere pel Teatro dandosi al-
1'' insegnamento. Fra le Principesse della Reale fa-
miglia di Napoli ebbe anche sotto il suo magistero
quella che poi divenne Duchessa di Serri. A questa,
trovandosi in istrettezze, ricorse nel 1825 in Parigi;
ma per poco tempo potè godere 1' Andreozzi della
munificenza della Reale sua allieva ; giacché venne
desso a morte nel 1826.
{ N. d. C. )
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— 74 —
Attori deir Opera
Everardo Capellio — Francesco' Maria
Marchisio.
Giulietta — Laura Personali.
Romeo Montecchio — Giuseppe Tori
Juniore.
Matilde confidente di Giulietta — Camilla
Marchisio nata Mojana. (1)
Gilberto amico delle due Fazioni — Conte
Pietro Campi.
Teohaldo della fazione dei Capellj —
Angelo Personali,
Coro di Capuleti, coro di Montecchj con
Comparse.
Viglietto d’ ingresso L. it.
- 3»
Abbonamento per 20 sere
6. —
Palchi di 1. e 2. Ordine
38.—
Idem, di 3. Ondine
26. —
Idem, di 4. Ordine
15.-
Viglietto pei Lubioni
-.20
L’introito, detratte le spese.
venne ero-
gato a benefizio di famiglie bisognose.
L’ esito di tale spettacolo fu felicissimo>
e in attestato di soddisfazione vennero fatte
(1) I Conjugi' Conte Francesco Maria Marchisio,
e Contessa Donna Gamma De' Mojana vennero a morte
il primo li 19 ottobre 1850 in età d’ anni 77, l’altra
ottuagenaria li 25 ottobre 1854.
(N. d. C.)
t^eogle
— 75 —
parecchie poetiche composizioni in onore di
quei bravi dilettanti.
1811. — 23 Maggio — Illuminato e or-
nato con veli il Teatro per festeggiare il
Battesimo del Re di Roma. Dopo il primo
atto del Dramma — Giulietta e Romeo —
il Conte Francesco Marchisio eseguì una sua
Cantata composta per simile circostanza.
8 Giugno — Air Opera in corso vennero
aggiunti altri pezzi cantati dai dilettanti
stessi.
Non risulta che negli anni 1812, 1813, e
1814 fosse aperto questo Teatro, come in-
fatti, senza timore d’ errare si può arguire
che ciò derivasse dagli avvenimenti guerre-
schi e politici, che si avvicendarono sin verso
la metà dell’ anno 1814, epoca della ristau-
razione in questi stati della Sovrana Famiglia.
Estense.
1815. — 23 Gennaio — Festa di Ballo
data dal Duca Francesco IV. alla Nobiltà
Estense nel Teatro, che di nuovo riprese il
nome di Teatro di Corte.
Tutti quelli che erano ascritti al Libro
d* Oro furono invitati, restando loro asse-
gnati i Palchi di secondo Ordine.
22. Novembre — Opera — Il Tancredi
— con musica del Maestro Rossini. Figura-
vano particolarmente fra i Cantanti la Val-
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4
— 76 —
somni prima Donna, e la Gentile Borgondi
Contralto.
1815. — È inutile il parlare della oom-
posizione musicale, giacchò II Tancredi ( che
allora eccitava; 1^ entusiasmo in tutti i Teatri ^
d’ Italia ) può essere considerato come il
Precursore che il sommo Genio Rossiniana
spediva a riformare in modo così nuovo e
grandioso la musica del secolo presente.
Questo spettacolo fu dato a spese della
Corte, la quale in gran parte invitava grar
tuitamente la Nobiltà, e tutti gl’ individui
della Casa Ducale, onde festeggiassero, gli,
Angusti Ospiti, che intervenivano al Teatro.
Oltre i Principi e le Principesse della Casa
d’ Est?, compresa 1’ Arciduchessa Maria
Beatrice Ricciarda madre del Duca, facevano
parte di quegli Ospiti anche alcuni della
Corte di Sardegna. Perciò il Teatro, ad ogni
arrivo di essi, veniva sfarzosamente illumi-
X|:ato, con invito a persone, distinte.
8 Dicembre — Accademia vocale ed istru"
mentale coll’ intervento della Regina di Sar.
•degna.
1816. — p 19 Febbraio — Opera buffa —
U Italiana in Algeri — musica del celebre
Rossini. Si distinsero in particolar modo in
quest’ opera la prima donna Gentile Borgon-
dio già udita r autunno dell’ anno caduto, e
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— 77 —
U buffo Acquisti. 11 tenore Fedi, e il basso
Lucini contribuirono anch’ essi al buon esito,
dello spettacolo.
17 Marzo — Accademia in musica.
1817. — 12 Maggio — Dramma in mu-.
sica — La Contessa di Colle Ombroso —
eseguito per 1’ occasione della venuta in
Corte del Buca e della Duchessa del Gene-
vese. (1)
1818. — 21 Ottobre — Opera — Erminia
— musica del Maestro. Antonio Gandinù
Le Scene, dei Professori Vincenzi e Min-
ghelli.
I Cantanti principali erano la Cassetti
prima donna, la Marchesini contralto e il
tenore Curioni Alberico, i quali tutti si di-
stinsero in modo particolare. Le altre parti
pure concorsero al buon andamento dello
spettacolo. Non volendo per delicatezza en-
trare nei particolari della musica, perchè
composizione del mio sempre amato Genitore
rimetto il Lettore al voto dell’ imparziale
Messaggere Modenese nel suo N. 85 sotto la
data delli 24 ottobre 1818.
(1) Carlo Felice dì Savoj.i e Maria Cristina In-
fanta delle due Sicilie. Il Duca del Genevese era in
Modena quando il Re di Sardegna Vittorio Emanuele
primo, suo fratello abdicò, nel 1821 a suo favore.
(N. d. G.)
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— 78 —
Aggiungerò soltanto, per pura verità sto-
rica, che gli uditori furono generosi di ap-
plausi al loro concittadino, che in quella
musica palesò buon gusto e profondità di
lavoro, quale doveva attendersi da chi sortiva -
dall' ottàffira scuola del P. Mattei.
Le spese furono sostenute dalla Corte, e
gli introiti erogati a vantaggio della Con-
gregazione di S. Filippo Neri, e delle Scuole
di Carità.
Venti furono le rappresentazioni fatte,
terminando colla sera del 22 Novembre.
1819. — Luglio — Venne per diverse
sere ripetuta 1' Opera - V Erminia — coi
seguenti Cantanti :
La Marchesini contralto, la Luigia BoC’
cahadati (1) prima donna, il tenore Curioni
(1). La Boccabadati nata in Modena nel 1800 era
figlia del Prof, d’ Ostetricia Antonio Boccabadati, do-
tata di gran sentire e di una particolar disposizione
per la musica aveva fatto qualche studio in quest'ar-
te, incominciando la sua carriera artistica protetta
e incoraggiata dal Maestro Antonio Gandini. Col
successo avuto nell’ esecuzione dell’ Opera — L’ Er~
minia — trovò una scrittura In qualità di prima
donna al Teatro di Padova, ove, udita dal celebre
Pacchiarotti, venne perfezionata da quel grande Mae-
stro, che spontaneamente volle cavarne una perfetta
Artista, rilevando in lei tutti gli elementi a rie-
sciryi.
L’ esito infatti coronò ad esuberanza 1’ aspettati-
va, perchè divenne una delle più celebri cantanti
— 79 —
« il basso Lucint. Tutti i cantanti erano già
noti per maestria artistica, ad eccezione
biella prima donna, assai giovine, che calcava
le scene per la prima volta. Il Maestro Gan-
zimi incaricato a formare la Compagnia di
Canto intese di fare una buona sciolta affi-
dando la parte principale del suo lavoro
alla Boccabadati, ad onta che esso trovasse
in proposito gravi opposizioni; ma 1’ esito
coronò le sue speranze, perchè in quella
prima prova la giovane Cantante si mostrò
superiore ad ogni aspettativa, e gli intelli-
genti travidero in quei primi passi il glorioso
cammino che avrebbe in seguito percorso.
Anche gli altri Cantanti furono applauditi,
e in particolar modo il Curioni il quale
dell’Europa. I primi Maestri, fra quali Donizzettt,
•composero opere per lei con incontro luminosis-
simo.
Fu scritturata dall’ Impresario di Napoli, ove per
cinque anni consecutivi formò la delizia di quei
Teatri.
Si dedicò pure all’ istruzione delle proprie fi-
glie.
Fra queste si rese pur celebre la Virginia, che
sebbene un poco debole di voce, pure ha sempre en-
tusiasmato i suoi uditori per 1’ espressione, e quel
gusto squisito che forma la principal prerogativa
del vero canto italiano.
Costretta la La Luigia Bocoabadati dalla mal
ferma salute e dai dispiaceri domestici, più che dal-
r età avanzata, a rinunziare alla carriera teatrale,
ritirossi in Torino, ove mancò di vita nel i850.
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80 —
univa ad una bellissima voce dì tenore una
particolare espressione di canto.
1820. — 4 Novembre — Opera — Il
Ruggiero — con musica del Maestro An-
iònio Gàndini direttore della Cappella di
fJorte.
Cantanti
Prima Donna — Emilia Bonini.
Contralto — Carolina Cortesi.
Tenore — Domenico Ber tozzi.
Basso Sante Lucini.
Seconda Donna — Teresa Lippi.
Secondo Tenore — Alfonso Pàreschi.
Le due donne Bonini e Cortesi ebbero'
gli applausi più distinti perche si mostra-
rono contanti di prim’ ordine, anche gli al-
tri contribuirono al buon andamento dello
spettacolo. I Pittori Vincenzi e Minghètti
erano lodati pel scenario assai ben’ inteso
e sfarzoso. Il Messaggiero Modenese del 1820
nel suo N. 90 parla con molto vantaggio
della musica e degli esecutori.
1821. — Non vi fu alcuno spettacolo in
causa delle vicende politiche.
1822. — 30 Ottobre — Opera — Il Ritg-
giero — Quest'Opera venne replicata coi
seguenti soggetti:
Prima Donna — Serafina Rubini.
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— 81 —
Contralto — Carolina Contini.
Ténore — Luigi Bavaglia.
' Éasso — Sanie Lucini.
Seconda Donna — Erminia Calandra
Secondo Tenore — Alfonso Paresehi.
U esito fu buono, sebbene i primi can-
tanti non fossero del valore di quelli che
r eseguirono’ nel 1820.
1823. — 23 Dicembre — In quest’ anno
non fuvvi che un’ Accademia in musica data
in tal sera col Teatro illuminato a giorno
per la venuta del Principe Gustavo figlio
del Re Gustavo IV. di Svezia.
1824. — 28 Ottobre — Opera — L* An-
tigono con musica del Maestro Antonio Gan-
dini.
Cantanti.
Prima Donna — Carlotta Cavalli.
Contralto — • Teresa Geceo/ii.
Tenore — Giuseppe Binaghi.
Basso — Giuseppe Paltrinieri Modenese.
Secondo Tenore — Alf<mso Paresehi.
Le scene erano di Pagliani e Vincenzi.
L’ Opera ebbe un felice accoglimento i
N. 89 e 96 del Messaggere Modenese parlano
in proposito di quella musica e degli ese-
cutori. Soltanto aggiungerò che la Cecconi,
dotata di una voce straordinaria e d’ un’ a-
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82 —
bilità non comune, ottenne i primi onori del
trionfo su tutti gli altri esecutori dell’Opera,
, sel?bene anch’ essi non mancassero al loro
ufficio.
10' Novembre — La sorella della can-
tante Cecconi per nome Eleonora suonò un
concerto a Violino fra gli atti dell’ opera, ,6
fece conoscere quanto fosse abile nell’ eser-
cizio di queir istrumento. In tal sera i gio-
vanetti Federico ed Adelaide figli del Maestro
di Ballo Cesare Ghedini diedero un saggio
di loro bravura nella danza, eseguendo essi
pure fra gli atti deU’ Opera un Passo a due
con ammirabile leggiadria.
1825. — 13 Luglio — Doveva aver luogo
nell’ Aranciera del Giardino pubblico una
■Cantata eseguita a sole voci, e composta
dal Maestro Antonio Gandini nell'occasione
della venuta in Modena dell’ Imperatore
Francesco I. d’Austria e dell’ Imperatrice"
Maria Carolina di Baviera; ma a cagione
della continua pioggia fu trasportata al Tea-
tro di Corte. Sostenevano le prime parti le
sorelle Teresa e Margherita Donelli di Reg-
gio, con sei coristi. Dopo la Cantata fu rap-
presentata una Commedia del Goldoni inti-
tolata Arlecchino servo di due padroni. La
Compagnia Pieri, che recitava al Teatro di
Reggio, fu chiamata appositamente per dare
■6TgiiizwJ by Goegle
. pi), tratljenimsiito. '.Fra gU atti della Coanme-
, dia fuponvi ballabili eseguiti da otto coppie
di ball Tini, in costume di baccanti. ^ ’
L’ ingrasso al Teatro di Cort> era gratis
. per la Nobiltà e le persone distinte.
1825. — 8 Ottobre — Prima Opera —
L'< Antigona — musica del Maestro Aniouio
■GiUidini.
Cantanti.
. ' i Prima Donna — Clelia Pastori virtuosa
. ali servizio del Re del Wirtemb3rg.(l), ;
Tenore — Luigi Sirletti.
Contralto — r Ir&ne ' Cerioli. ^
Basso — Antonio Ferrari. .
Secondo .Tenore . — Alfon&o Pareschi.
Con Coristi.'. ‘ v 'ì
Le scene .erano d’ invenzione < ed esecu-
.aipne di G^mifii^no Vincenzi.
. Palchi in 1. e 2. Ordino it. L. . 61X
.detti di 3. ‘ Ordine ..60,
detti di 4. Ordine 26,
AbbonaBaentò per 20 rapp. ; • 13,
li; VigUetto serale; ili 80
*' ’^l) Abbiamo Veduto no ritrattò d'ella Pastori in-
r>I-ci«o' da '(?• Ki>sti$ptnff énh disegno ùelZust portante
_ .4 varai) SQg,uet|ti : ; , ' ^ ■
voglia Gpstei volge pgni core; ^
j.i. 1 ' move, e pària, e canta Amore.
o.’: ...j^o dedicò air egregia 'cantante il Conte Càv.‘CFa-
<>j j0pupilkmaiafti. i'- i. ÌN. d. Gli)'
6
- — 84 —
Seconda Opera — U Erminia — ’cfie
venne ripetuta per la terza volta in questo
Teatro. L’ incontro dei soggetti che 1’ ese-
guirono fu fortunatissimo, e in pàrticolar
modo per la prima donna e il contralto. Gli
altri pure ebbero la loro parte di applausi.
In quanto alla musica rimetto il lettore al
N, 94 del Messaggere Modenese di quell’anno.
1826. — In Ottobre — Opera — H Di*
seriore — poesia giocosa del Dottor ' Pietro
Cimbardi, e musica del Maestro 'Antonio
Qandini. • '
Cantanti.
Prima donna — Elisabetta Feron.
Tenore — Pietro Gentili.
Basso — Benedetto Torri.
Buffo — Vincenzo Pozzi.
Seconda donna Anna Pozzi in Puz-
zuoli. '
*Le scene erano dei Pittori Geminiano»
Vincenzi e Giuseppe Zoni.
La Feron cantante di grande bravura
■ fornita di voce sonora" ed estesa ottenne
.un successo d’. entusiasmo, il Tenore Gentili
pure pel suo buon mbtodo di canto ebbe la^
generale approvazione dal pubblico.^ Il Torri
già conosciuto, e gli altri pure contribuirono
al buon esito dello spettacolo. In quanto
alla musica, non volendo io dare un\ giudizio
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— :85 —
-'per le ragioni già espresse quando si pio-
/dnsse per la prima volta L ErMtnU), dirò
’ soltanto che il Messaggere Modenese sotto
Jla* data 6 Dicembre 1826 'N. 97 no dà un
• lungo ragguaglio, lodando in particolar modo
: Vl' sestetto del secondo, atto come fattura da
- gran Maestro. '
L’ Orchestra, o le scene cooperarono a
'rendere sempre più aggradito quel tratte-
i^ nimento. ,
-.i 1S27 — L’ Orchestra, eh ' prestava il ser-
vigio al Teatro di Corte, dal 1816 in poi era
composta in parte di suonatori addetti al-
" V Armonìa (1) di stipendiati appositamente
per le funzioni di 'Chiesa fatte a conto della
• Corte, e di altri individui pagati seralmente
soltanto in tempo 'dello spettacolo. Con de-
creto sovrano 'del '23 Aprile 1827 venne data
runa nuova e pìù estesa organizzazione a détta
iOrchestra, ordinmidola in modo che potesse
'■ prestare un, completo, servigio, ogni qualvol-
venisse, talento ai Duca di valersene. Per-
>•'' ■' • ■•.;>» r
;• <1) L'Armonia di Corte era un -complesso di PJW-
^ Ji^ssori d' istrumenti a flato stipendiati mensilmente
dalla Corte per suonare pezzi di musica durante il
'pranzo di formalità nei giorni di giovedì e domenica
d’ogni settimana, coll’ obbligo pure in essi di pre-
starsi per le Puntoni di Chiesa a conto della Corte.
^ Per queste eranvi stipendiati anche alcuni suonatori
d* istrumenti ad arco.
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— :ae —
ciò con tal d3CPsto fu posto in. gensicint. U
già Primo Violino Prosperai SUva dì,
che di là veniva a prestare Popera ({uao-
do si apriva il Teatro di Corte, nomijnfipdeii
in sua vece qui in Modena il eoi^e^tiàts
Gtouanm' Manfi eccellente istruttore e huop
Direttore d’ Orchestra, del quale h.Q già psàT*
-lato nella Prima Parte di queste iW^Worte.
Credo interessante l’esporre qui sotto , l’e-
lenco degl’individui che componevano laìCQsi
detta Musica e Cappella di Corte coi rispet-
tivi eraoluneenti, avvertendo che cgblorn'òhe
avevano un sopra soldo ad personom erano
«li addetti all’^ rmonm, e i suonatori, di stru-
menti d’arco già. coat^rapUti prima, d^Uu
nuova organizzazione deU’Orchjstira suddetta.
• Ih forza dell’ anzidetto d.cr.ta venne pure
4 emanato uh Regolamento organico, n.l quale -
ali' articolo terzo veniva imposto ai suonatiori
doversi prestare ai qualunque Sìrvigin di
-Corte, sia. pel Teatro, che p.r Aecademicce
■ Phnaioni di chiesa, non che suonare gratui-
tamente in un corso d’ opera al Teatro Co-
munale ; e< ciò - a compenso, d'e’la diminuzione
del regalo, che il Duca faceva a’ii Comunità
come sopra’dote degli sp ;ttaco.Il di prima- '
* vera. ' ^ >
< «
Individui addetti alla Music», e Cappiella
di Corte col rispettivo loro annuo soWo. -
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f' 'Direttore.
^*^?Jandini Maestro Antoni<i it. L. 1^00
<‘•^^1 suddetto per assegno p«r
terza Gàntiinte
300
5d. per r Istruttore dei Coristi
300
Regolatore delle Funzioni di
Chiesa — Baraldi Maestro
1
' ’i" Gio : Battista
300
Primo Violino Mari tJio:
'‘O'e Juniore • •
1080
< -^Violino Spalla — Sched<Mii
/
MartJo * ’ . ! •
480
< Violini di Pila.
Tavoni Antonio
360
' i^^asperini Luigi
360
Binder FVaricesfco
• ^360
^^f'-Luigini Sante
240
LucarelM^^Ètfgeiiib • ' •
, 300
^Padovani Giuseppe . \ - 1 ;
240
' f ^rimo Plauto — Berettini 'AifO- '
( •
stino ‘
720
' Secondo id. — Nobili Giovanni
240
'ì»rimo Oboè — AngioliiW’ Ma-
*■
riand ■ ‘
1100
^ ‘•Secondo id. Medaglia ^or-
tunaH>é'’'‘‘ ■ ' ‘
^"240
( t. imprimo Clarino — Lazzi Pasquale
360
Secondo' Glorino.
1 • ^Mari Gio : Seniore > >
«'«'600
(&d personam)
240
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— 88 —
Primo Fagotto,
'Amici Candido / ; > • ’ i • U . r720
(ad personam) - m, !. f ;\180
' ■ Secondo id. — Audreis Gio<- , i j
*«; 'i vanni < \ '\ -j»,; j,800
t. Primo Corno ■ : '
Galeotti Giovanni ' ». i;l') 720
<^ <'(ad personam) . ...i : n.;ó 480
-Secondo-Corno. . 7 I
< ? Cavedoni Paolo >• ,>'> 600
(ad personam) ' ' '.'>Vl20
< /Prima Tromba — Luigini Ge-«.
miniano , V 360"
. '‘/Seconda id: — Apparati Vin*- > "
. r< cenzo . - ^ 2^ •
, ./Trombone — Ascliiorì.. Fran- i m
' .yo cesco >> ; ^840
\ *
t :• Violoncello e , Organista. ; -j. |
Pollastri Ignazio . » , .^^r 480
(ad personam) . • -..r., :240
«<T Contrabasso.
[ ^'Tadolini. Giuseppe • . •.( . .^600
(ad personam) i :300
Secondo Contrabasso e Cantan*
te — ,Manni Antonio .'300
Altro Contrabasso — Ghiuetti
. "p Giuseppe -• ^ , t . . ,«]300
^ Cantanti. .
Galeotti Anna , • ,^;ri 600
• : ' i)Wi •••, ói )
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89 —
Fedi Federico • 720^
Verri Lodovico ..50Ó
.tAwisatore — Reggianini An-
tonio ... 180,
;I1 Direttore della Capelìa aveva pure la
Direzione del Teatro, e dei halli privati di,
<^rte,
... Durante la Quaresima furono date , di-,
verse Accademie al Teatro di.Corte. ove si,
distinsero le allieve di Canto Adelaide, Lan- .
celioni e certa Zoni.
. L’ Orchestra .pure .si produsse con con-,
certi e sinfonie. , ' - , i
1827. — (29 Ottobre ■— Prima Rappre-
sentazione deir Opera — Eduardo e Cristina
-r- musica del Maestro i^ossmt. , . • ■ ,
,1, , ; Cantanti. t j
Prima Donna — Teresa Donelli.
Contralto — Margherita Donelli. .
Tenore — , Francesco Piermarini. •.
^ Basso — Vincenzo Botticelli. . ,
,,, ,S-’condo Tenore — Alfonso Pareschi. ,,
Piacque la musica, e nella sua. esecuzione
ei, distinsero in particolar modo, il Pierina^
rini eccellente artista, che ad una voce
agile e sonora univa una . maestria di canto
non comune, e le sorelle Donelli di Reggio
allieve dbl Maestro la . prima delle
quali soprano aveva.,, voce robusta,) e. riptuo-
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jisctÀ, e l’altra contralto al1à‘ del
ittétallo di sua voce accoppiava «ha
colare espfèsfeidné. C3i altri* adempiròh'6 ^o-
rfé^lmente al loro impegno. o rcJ
Le'’hcéiiè' érffeo dipinte dal gidvàiiè ^it-
tWe ' Ca»Mit7/o Créspolàni di Modena, 'eft’fe’flr
mandato a spese della Corte a studiai^
Sèiénografia a ' Milahò sotto la 'dirèzionè ' del
Oéléfjffe SànquiìHcà, e che in <foèH‘ òccasìdhW^
per ia’ prima ^ vòlta dìédà prove n'oh ’dtrybié*
del suo talento, e della scuòla fatnosa,* dallik'
(ItraTè 'avèva attihtie ' si “ tarò prei'o^ative.
L’attuale scenografo modenesè Profésaòi^’
Fèrdinandb A/anzim* ‘‘allievo del Crwpófani
di dìih cètra ‘ tuttora le 'préi^Vòli’ qualità df;
quella scuola, còli’ 'òflfrire-’ ai puhbKdò *fiin^
e variati lavori, da non 'teinere il confronto
di quelli ch'e ai osservano nei prilha^‘t^èatri
d’ Italia: .TtmK’i
182T.‘'^ SI 'ÒttòW-e — ’^Dopò il ì^imo
atto dell’Opera in corso ballò certà‘'5^«a
Gu^V Hihetti^ e Giovanni Ghits dièdé un
^òte'cèrtò di Violino. * ! *: .1 ‘ . >
1828. — 8 Nóvetùbre Ojpélra aérià^’-^^
mnetrio}
‘cantanti.
•' ' ’ I t-.' : ••.! "> nOi»
U u^idina Dòànà' if%resa’'2)dnel/il tv.eiliii
-Cv.'tOontrdMlò’au. Addila ^Z>e«k)iNC>''
^ — .
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— -9t‘ —
i Siirièiti. J- '• •- ' ' *' -'
"«Basso Féèioe Bùttetli, *.
Secondo Tenore — Alfonso PareschU
'> lii^autore ' della musica era lo •scrittóre
di' queste )j|#efnon>. Il benigno lettore trovelA ^
ragioDevoie eh’ io m’ astenga dal ^pronunciare
un- giudizio suUd mie composizioni,, perclrè -
ciò' non meriterebbe la sua 'fiducia; -^roa- se
sarà‘eèmpiaeetite di accordarmi >lh: sua àt*
tencion e ‘si convincerà dal >fatN;0 ch’io hOn ;
tOCeberè che la parte storica^’ sqiogliandomi*
proBSibilniente d’ ogni amor proprio " néir O'’
scorta.' ‘ J ^ '
: - Educato k> nel Collegio di S; Carlo e po- •
scia néir Accademia 'Nobile Militar3 ‘Estense , '
nfìo padre ' fin daU’^etÀ plh tenera voHe.*
idi^rmi nella ffiusièa; e ^negli ' ultimi anni
di soda eéocaisione mi> diede lezioni di con» '
trappunto, éotì’ idea di cedermi' pi'U tardi’#"
suo posto di tlirettore della ' >MUsioa 'di • Corte. *
BodtaiO 4air impulso • pat.'^rno, e ’dtdla tuia
inclinazione,' mi applicai^- indefeseànsente' h‘
studiare gli spartiti Classici mitighi e mOdèriiL'’^
£ra' quali - diedi la tprefereoie u» a quelli' ék'
Jt<óssmi e di DonizBtti. * . ^-.it
^'"idi fu imposto- sul finire ’deì’ 1827 'daìhi'
Oahe ài porre in'imisida il libretto del Ps»
tkitrio 'traiito^t dàl^i^lasfasm^ -e ital' l#roro-
dOUeOh ^pviro>'come«dl ospeaimeuto ' Ùel-
— 9* .
sortire' dall’ Accademia^ onde avero, il posto
' di A ggiunto al Direttore della Ducale • Cap-
pello. .1
■ Sebbene io fossi discretamente munitoidi
cognizioni teoriche, pure era quasi- ignaroo
affatto di; tajttoi, pratico, dandomi maggiore t
intrigo il trovarsi- assente da . Modena tmiou
padrp, irquale -seguiva la Corte all’ estero. ,
e questa mi aveva lasciato 1’ ordine di t^ero)
]’. opera già pronta- al suo ritorno in Città. j
Ideiate cosi d’. improvviso ; nel mondo tea-j
trale, senza alcun aiuto,., prò vai , gravi ..diffi*^
coltà a riescire nell’intento; tanto più,.cbe.{
a colmo di sventura, era, mmicato ai vivi nel
cessato mese .d’j agosto il Maestro Fusco, U
quale co’ suoi lumi mi, avrebbe potuto dare-v
njon poco sollievo. Ridotto cosi alle mie sole r
forae» qiuno,può imagiuare quali angoscie e,
fatiche cib mi .costasse. L’esito fu ,piìi< forM
tunato di quanto.ayrei sperato. Fossa l’abilità-
4^1. cantanti, o la bontà de’ miei .concittadini,'
io non m’. attendevo tanto. Molto più che ,
nel . fare le prove d’ Orchestra m’ accorsi t
che lo strumentale era privo di quelle, mezze]
tinte, tanto necessarie > al . maggior effetto
doii colori più b forti ; e -poi,- alcuni ooneetU
non rùscirono a produrre . quel risultato che,
mi era proposto, nella mia fantash. Per. cui;.
4 lavoro, dopo la SUa losecuziono fu da^mOi
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— 93’ —
stesso gitrdióftto u&a ben mesehlna^cosa. Il
Bottelli portò la sua parte' da grande arti-
sta, le sorelle Donelli. e il Sir letti, usarono'
ogni lor mesto per dare la pib alta impor-
tanza ad una composizione, che forse avrebbe»
avuto una sorte* ben infelic?, sé fosse stata
interpretata da soggetti meno abili.' 'i> >
^ Coristi e 1' Orchestra meritarono tutta;
la .mia ‘ gratitudine per 1’ impegno- che si»
diedero onde dar . risalto 'alla< musica. Anche
iliPittore Crespolant f contribuì- coir abile Suoi
pennello arend.'re meno disaggradevole quello^
spettacolo vedi' in'* projiosito il N. 07 del;
M esiagg ere ^ Modenese sotto la. data 3 dicèm-
bre .1828) il successo del -quale, non soiso:
beni) meri tato,, mi procurò' U. nomina di Agr.
giunto al Direttore- della 'Cappella di Corte.,
Con ciò mi trovai impegnato ad àstrairtni
praticamente -.negli strmnjntìf a flato, e a
fare un giro istruttivo* onde aintire r esi^oa-';
zione delle )Opere' di: Teatrih accreditati) ->per
meglio assicurarmi nella partita ' della stru-
mentazione. n ilo»
1829. '—i 11 ) Febbraio Opera La
Semtromide di .Rossini;' data dalla -^>Ileale
Aecàdemia' Filapmonica eoi < Bilettantij'l
Prima* Dònna"—' iMigia Otupirini Di-
K é .4 OontraìtéA — ' 'Sofia Boccabodati^ v
m - —
r Prhn<> Basso -iSawte Zrtiotffir* '' .*.
f? 'Pritoo Tenterò — Prospero (Frigieri'
•T Altro »'Ba8«« 'Mioheh SttU di( Gor^
roggio..; ■ -■ : •.:
^ ILa JHnèlU i\i assìù a|»f)laudìta per la.pre».
cisione e TAgiUtà nel eanto, \9, - BocQaha4tìHbi\
brillirva per ^'espressione e per isquisftefeza
di sentire, e il ■ iLt^cmi *• si iiaostrò< proretto-1
Artista DeH-aBÌoBe.',oltre Tavefe sbnora vooè
di basso. Odi >ahri dilettanti anitamente
H Onehestra coutrìbaìrono a rendere assai
^adSte quello spettaoolo' SoStenuto la carieo-
della iReale ^Acbademia. la quale assegnava
a suoi Soci parecchi 'viglietti (da' distribuirai'
a ohi loro piaceva.. Lo' spettacolo fu dato
pel* § rappresentazioni, tenninandoi colla sera
d«l 3 Marzo. * • / . . ^ . -,-r:
t i829. — 4 13 Ottobre •*- Prima Pjippro».
sontaziòne dell’ 0pera<«.»'(6«iierr8 di Scanàt
^ cctn iDiusioa :dcl' celebre Maestro' Afoyer; ;
Cantanti -scritturati por questo spetta-
colo d’ autunno erano; "
r> ' Prima Donna -• Oiteolct CtormaldiestV
TentìrO jdnioatv PidccnliV . •
Pritno \ basdò Oiuseppe' 'Buglieldùniì, A
■>r\ Gootralio — »'< A kHerinda • AfonraeeAI.
Secondo Basso — Paolo Forlivesi.. < .-t
SecOndb Tenotte '^ii^ BdÈtisèa Fvibbù
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r
— 9JJ —
AUro. primo Basso: Giuseppe '^ìPél^-
nieri Modenese. . ; . . i ..ir
< L\esIto dello spettecoloifie piuttostó fred-
de, non per cassa della musiea;, ma par >gli
f esecutori. ^
prima. Donna . gioviane esordiente .ve-
dendosi mide- accolta dal pubblico si lasciò
•dominare da tale scoraggiamento, ohe ino|i-
'gliò: .tutto 1’ .effetto della sua-. parte. Il Pia-
i CBrUi e U Gug^lielmiai sebbene, fossero vecchi
! artisti pure non ebbero campo di molto di-
■ étinguersi perchè, collocati - fuori • di pesto.
• eseguivano, «ma parie, bob adatta ai< loro
mezzi. La Manzocchi -solt&nta .si procaet^ò
' la maggior copia degli -applausi' e la simpatia
idei pubblico, perchè poteva fhr>bjpillar» la
■sua abilita «essendosi prodotta- ijqiielL (ilpera
per l' sua . insinuazione. Ih fatti .nella gran
' soena del secondo atto > deità . dei . SaUbùrj
i Otteneva uni completo trionfo^ . • t.n
•r i*. 1829. i7. 'Novembre ; — ' Priftoa Rapphe*
sentazione deir Opera — >poesia d^
..iZomanie. musica deUo sérlvente. U- libretto
- mi .^nne trasmesso per- or^ne Sovrano, ed
era lo stisso che aveva servito -idle' note
dei.Ceiébre -ilslh'nt,' óhei^-lo produsse nel
i Maggio di queir anno; e il. di - cpi tucecàso
" fì^inlslioiSsitnOf m causa cho quel Oraa Genio»
' Allibilo' dà- im ' mhore troppo esaltato^' iión
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— .96 —
(ri. diede alcun pensiero di occuparsi . seria*
mente de'.l’ assunto impegno.
^ L’ Opera. venne'da me compiuta in quattro
mesi, rìescendomi, non: so come, meno fati*
«
cosa di quanto mi sarei aspettato. Fosse
effetto., del poetico concetto, o della giova*
«nìló fantasia io mi trovai soddisfatto di essa
più di quanto (lo sia mai stato') nei. susse*
. gueuti mìei lavori. Senza troppo presumere
. direi ch3 oggi pure potesse essere sofferta
dal pubblico, se non la- rendesse intollerabile
la prolissità di quei recitativi, che in -quel*
' l’> epoca erano ritenuti , indispensabili al re*
/ goliure (Sviluppo) d.;ll’ azione.' d
Oli. artisti., erano, già da me ■ conosciuti :
j cercai quindi di . ritrarre dai loro mezzi vocali
rii miglior partito, ed essi corrisposero pie*
. namente al mio desiderio. Alla Corinaldesi
rfu sostituita la giovane Modenese esordiente
Marianna Brighenti, la quale, dotata di molti
f talenti e ^ squisito sentire, sostenne con sin*
-> gelare) bravura la. parte della 'protagonista.
<.La Mmzocchi colse. al solito -i primi allori,
>e gli'^ altri tutti- vennero accolti con -favore
dall’ uditorio.
1 .r Le Scene del Crespolani, e 1* Orchestra
I diretta egregiamente -dal il/art ebberoNla
. loro parte negli, applausi del . pubblico. Per
I non . estendermi di troppo sull’ esito, >di^
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— 97 —
-^Sfoltanto, che i mieii concittadinr furonè an-
che troppo prodighi nel dimostrarmi il loPo
aggradimento, rimettendo il lettore in pro-
' posito a quanto scrisse il Messaggiere Mo~
* denese il 2 G-ennaio 1830 nel suo numero^' 1,
e il Censore Univérsale dei Teatri di Milano,
' redatto dal Prividalit sotto la data di No-
'vembre 1829 nei suoi numeri 91- e 92.
Coropievasi già la metà del corso delle
' rappriisentazioni dell’ Opera, quando giunse
r infausto annunzio da Vienna dell’ avvenptà
morte dell’ Arciduchessa Maria Beatrice
Ricciardo madre del Duca, per cui ne suc-
cesse il lutto gravissimo della Corte, e la
chiusura di 'tutti i Teatri dello Stato.
1830. — 28 Settembre — Prima Opera
— ^aira — la stessa che fu eseguita l’anno
avanti.
Erano i Cantanti. ‘ “ ' •
fi . . ... - . 1 .
a . Prima donna — Giuseppina Fabré NoeL
Primo tenore — Giuseppe Binaghù ,
• : ■ ' Contralto —‘ Marianna Hazon.
Primo .'basso — Ferdinando : Laurettii
Altro basso — Giovanni Corner.
Secondo tenore — .Giovanni Battista
Fabbri.
“c- Secondo basso — Nicolao Fontana.:^
’i‘. Seconda donna .— Adelaide MarteUùi
~ » —
<•.. Il’ esito. , dell’ Opem. qjaaatunque pep- me
«soddisfacente, non fut tslj> pep l' intera OQin>
pagnia dei eantaati. ì * quali non oorrispon-
. dcTano; al valore di 4}uel.i già uditi nell* anno
, ra^eoedente. ‘ La prima « donna Noe aveva
, vqoe ' sonora ed animata, ma mancava dì
. ^elia. :diiiteaza di canto -tanto ammirata
nella Brigkentù' U Tenore e il Contralto; e-
. pano discreti, .ma* non< poterono far dimenti*
care all pubblico la* gratai impressione dei
loro antecessori, per cui gli applausi vennero
•concessi con piìi- moderazione dì prima.
Per rintermezzo eranvi balL-tti, il primo
,.-dfu quali ‘intìtolavasi — Zefiro e Flora. >
Primi ballerini scrii -r- Lauretta Sichèra
ì: rr> Enrico 'Mathietu,
... .. Altri baUerini Clementina e È’ili^po
Termanini — Carolina Scarpa e Gia£Qmo
Montallegro per le parti giocose.
Il Primo Ballerino Francese univa alla
.Velia straordinarìa abilità, una compostezza
non comune.
La Siehèra fornita di leggiadra' 'figura,
ma non.' di "avvenente fisonoraia» si procac-
ciava, però.* numerosi' applausi! per T agilità
- a Ila .grazia obe* adornavano i.Suoi’ passi.
Il Montallegro nelle parti giocose . era
brillantissimo,' e si guadagnò la seguito non
pocbi tsatiitdi ganeroiit^odallau Cmcte par
Digirgecf^-GQOgle
_ 99 —
aver colle sue facezie assai divertito i Prin-
cipi in allora adolescenti.
17 Ottobre — Seconda Opera — Isabella
* di Lara — con musica dello Scrivente. 1
cantanti in questo spartito ottennero migliore
successo; e ciò lo attribuirei alla novità
dello spettacolo ancor vergine di confronti,
e all’ aver io potuto adattar meglio la mu-
sica a seconda dei mezzi degli esecutori.
L’ altro balletto comico era intitolato —
La figlia mal custodita — I primi ballerini
si distinsero al solito, e fu in questo ove il
Montallegro potè dar prova di sua abilità
nel genere giocoso.
1831. — 8 Ottobre — Prima rappresen-
tazione deir Opera — Zadig ed Astartea —
poesia di Andrea Leone Tottola, e musica
del Maestro Nicola Vaccaj.
Cantanti.
Prima donna — Adelaide Ghedini.
Contralto — Annetta Fanti.
Primo tenore — Alessandro MombelU.
Primo basso — Giovanni Bonetti.
Seconda donna — Benedetta Savorelli.
Secondo basso — Matteo Margotti.
Secondo tenore — Gaetano Fontana.
Primo ballo comico — La Negromanzia
in contrasto — di Giuseppe Turchi primo
mimo comico.
7
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— 100 —
Primi ballerini eerii — Odoardo Chiocchi
— Lauretta Sichèra,
Con altri 5 ballerini e 8 corifeiv
Era Impresario Cesare Ghedini Maestro
di hallo al servizio della Corte, e padre della
prima Donna.
L* Opera ebbe felice risultate. Venn^o^
applanditiv il Tenore,- la Ghedini e il Con-
tralto, e le altre parti > pure soddisfecero
alle esigenze del pubblico. Il bsdlo anob’ esso
ebbe buonissimo successo, segnatamente per
la perizia della prima coppia danzante, come
per il ' brio dei mimo Turchi ^
27 Ottobre — Farsa in Musica — I con-
correnti al lYUjUrimonio — colla comparsa
del buffo Ernesto Orlandi^ che ebbe un di*
soreto incontro.
1831. — 2 Novembre — Nuovo ballo —
La Casa disabitata — Questo ballo sorti un
brillantissimo successo in grazia della bra*
Tura singolare del Turchi nella parte comica. .
9 Novembre — : Altr’ Opera seria — Giu-
lietta e Romeo — con musica del* Maestro
Vaccqj.
La musica di quest’ Opera era ecéellente,
la sola gran scena finale basta per rendere
immortale il suo Autore. Anche i cantanti
contribuirono coi loro mezzi a rendere pia--
cevole e interessante una composizione, che
tJfgttIzed
— im —
Bidn mancherà mai d’ effetto sintantoché vi
saranno artisti capaci di eseguirla convenien*
temente.
12 Novembre — Serata della Sichèra
coir esecuzione del balletto serio — Zeffiro
# Plora — dato già nell’ autunno del 1830,
e riveduto di nuovo' con soddisfazione ed
applausi del pubblico.
Quanto sin qui fu dato nella detta sta-
gione ebbe sempre ottima accoglienza dai
frequentatori del Teatro.
18 Novembre — Accademia vocale e i-
strumentale data dal Concertista di Violino
tesare Emiliani Bolognese in concorso di
alcuni cantanti dell* Opera. Non è a descri-
versi r effetto che produsse sii tutti gli u*
ditori il suono magico di quell’ istrumento,
la 'di cui dolcezza era la prerogativa prin.
cipale che disiàngueva quell’ esimio suona-
tore. Molti saranno che lo superino in bra .
vura; ma ^chissimi nel delicato tocco di
arcò e nell’ espressione. G-li altri artisti con-
corsero anch’ essi a ben corredare quell’ in-
teressante trattenimento.
1831. — Sabbato 27 Novembre — con
questa rappresentazione terminò il corso
d’ Opera d’ Autunno con soddisfazione uni-
versale anche per la parte che vi presero^
e il Pittore Crespolani col dipingere con
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^ 102 —
somma perizia i scenarii, e 1’ Orchestra coll’
eseguire accuratamente la parte strumentale.
1832. — 12 Marzo — Accademia vocale
e istrumentale data al Teatro di Corte dal-
r Accademia Filarmonica di Modena. Apri-
vasi lo spettacolo con una Cantata intitolata
— La Fedeltà — poesia del N. U. Pietro
Gandini (1) e musica dello scrivente. Il Mes
saggere Modenese nel suo numero 23 di
quell’ anno così si esprime in proposito « Lo
• esimio cantante Carlo Zucchelli incaricato
< deir esecuzione di questa musica brillante,
« potè procurarle, coll’ eccellente suo me-
I todo di canto, la pih felice riescita •
Concorsero a renderla più gradita il valente
suonatore di Mandòla Pietro Vimercati di
Milano, le dilettanti Modenesi Luigia Caspe-
rini Lineili e Sofia Boccabadati, (2) e il te-
nore Giuseppe Zoboli, i quali tutti ottennero
(1) La prima poesia edita dal Conte Pietro Oan-
dtni. di cui gli scriventi abbiano noUzia, porta la
data del 1809. Negli anni seguenti non mancarono
circostanze di addimostrarsi buon verseggiatore; ma
in questi ultimi anni ha stabilito la sua fama colla
traduzione delle liriche dello Schiller, ( 1809 ) e di
alcune altre poesie del Parnaso Tedesco. (1872) Anche
i sonetti pubblicati dal Oandini sul principiare del-
1’ anno corrente 1873 sono stati meritamente lodati
da tutti i giornali della nostra città.
(N. d. C.)
(2) La Dtnelli era una buona cantante Soprano, e
la Boccabadati sorella della Luigia era eccellente
contralto.
— 103 —
infiniti applausi. Venne pure eseguita una
Sinfonia dalla banda del Reggimento Au-
striaco Luxem, lavoro magistrale del celebre
capo banda Andrea Leonhardt. la qual pro-
duzione si per r esecuzione che per compo-
sizione meritò 1’ universale aggradimento.
1832. — 8 Ottobre — Prima recita del-
1 ' Opera — U Orf amila di Ginevra — con
musica del Maestro Luigi Ricci.
Cantanti.
Prima donna — Eloisa Gaggi Storti.
Tenore — Giovanni Storti.
Basso — Matteo Alberti.
Buffo — Girolamo Cavalli.
Seconde Parti — Ceroni Luigi — Negri
Qiicseppe — Pacchioni Teresa — Fontana
Luigia.
Bailo Comico — La Scimia Riconoscente
— del Coreografo Domenico Serpos.
Primi ballerini — Farina Bega France-
sca — lorca Francesco.
Primi Mimi — Massari Gio. Battista —
D’ Amore Michele — Pagliani Carlo — Bai-
danzi Francesco.
Parte ingenua — Bavaglia Rosina.
Parte Comica — Paradisi Salvatore.
Con altri ballerini di concerto. .
La musica vivace e brillante piacque as-
— 104 —
saissimo, segnat^ante per la perfetta ese-
cuzione delle quattro prime parti.
Nel ballo ebbero i più fragorosi applauisi
la coppia dei due primi ballerini, e il Pa-
radisi, che rappresentava al naturale la pm*!»
della Ectima con slanci e movimenti stranr-
pinarii, per oui chiunque ne osservava le
mosse doveva convincersi di trovarsi alla
presenza di un animale di quella specie.
Il Corpo di ballo si componeva di 30 in-
dividui.
Bravi un’ abbonamento per 30 rappre-
sentazioni, e il viglietto serale costava cen-
tesimi 76.
L’ impresa era condotta da Francesco
Mogliè Romano.
Durante il corso dell' Opera s’ infermò il
basso Alberti, per cui fu necessario sosti-
tuirlo coir altro basso Giuseppe Negri, il
quale disimpegnò a sufficienza la sua parte.
1832. — 27 Ottobre — Opera — Il Bar-
biere di Siviglia — ove ebbero i primi onori
la prima donna Storti, e il buffo Cavalli.
3 Novembre — Opera — Il Barbiere di ■
Siviglia — col ballo nuovo — Luca e Lau-
retta — L’ esito del ballo non fu molto sod-
disfacente ; essendo che riesci assai inferiore
al primo per tutti i rapporti.
21 Novembre — Serata della Prima
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-- m —
donna col secondo atto del Barbiere di Si-
viglia, il ballo La scimia riconoscente, e la
farsa V Ingenuo Felice.
1833. — 25 Gennaio — Accademia yocale
ed istrumentale a favore della cantante con*
tralto Emilia Botticelli Boniotti^ ove si pro-
dusse pnre il Tenore modenese Giuseppe
Zoholi. alternandosi i pezzi vocali con atri
d’ armonia eseguiti dalia banda Austriaca
* del Reggimento Kinsky. La BonioUi era
dotata di buona voce ; ma non era gran cosa
come artista. L’ esordiente tenore Zoholi
t
ottenne numerosi applausi per la sonora ed
estesa sua voce, non che per la franchezza
spiegata nell' esecuzione della sua parte. i
L’ esattezza e la maestrìa con cui vennero
suonati i pezzi strumentali dalla banda Au-
«trìaca compensarono l’ esigenza del pubblico
4i quanto s’ attendeva in pib dalla protago-
nista dell’ Accademia.
1833. — In Ottobre — Prima Opera —
Maria di Brabante — poesia di Qaetano
Rossi, musica dello scrìvente Alessandro
Oandini. '
Cantanti.
Prima donna — Sofia Sehoherlechtur.
Primo tenore — Fabio Forzoni.
Primo, basso — • Carlo Mar colini.
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— 106 —
Altro bas«o — Tobia Pagliarini'
Secondo tenore — Giuseppe Zoboli.
Seconda donna — Sisara Antonina.
Primo ballo — Il Noce di Benevento —
del celebre Viganò posto in iscena da Gia-
como Serafini.
Primi ballerini seri! assolati — Gaetana
Trezzi Villa — lorca Francesco.
Primi Mimi — Trezzi suddetta e Carlo
Pagliani.
Altri Mimi — Serafini Giovanna — Se-
rafini Angiola — i^osst Giacomo — Nolfi
Lodovico.
Primo Mimo comico — Salvatore Pa-
radisi.
Per le parti ingenue — Bavaglia Ra-
sina.
Altri Ballerini di concerto — Ardemani
Luigia — De Capitani Augusta — Masi A-
de laide — MontallegH Claudia — Prèmali
Marietta — Bavaglia Maria — Venturi Mad-
dalena.
Ferretti Pietro — Mauri Giovanni —
Montecucchi Bartolomeo — Scalabrini Fran-
cesco.
Con altre 16 seconde parti, o Figurasti.
L* Orchestra era sempre quella di Corte,
e le scene del Crespolani.
In quanto all’ Opera ne parla il Messag-
gere Modenese in data 4 dicembre’ N. 97.
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— 107 —
Si distinsero particolarmente, la Schober-
lechner, che ad una estesissima voce di so'
prano univa un* agilità senza pari, ed una
esattezza d’ esecuzione inarrivabile, e il
Marcolinij che dotato di voce omogenea e
sonora sapeva dare al canto un’ espressione
particolare. Gli altri cantanti non erano cer-
tamente forniti delle qualità distinte dei
primi, ma però contribuirono anch’ essi al
buon andamento dell’ Opera.
Nel ballo si tributarono numerosi applausi
all’ eccellente coppia dei primi ballerini, e
tutto r assieme ottenne un felicissimo in-
contro:
1833: — In Novembre — Seconda Opera
— La Straniera — poesia di Romani^ e mu-
sica del Maestro Bellini.
Tale spartito, sebbene non fosse quella
che rese tanto celebre in seguito il Bellini,
pure era dotato di quell’ impronta carat-
teristica, che segnalava allora la nuova scuola,
il di cui scopo era di scuotere particolar-
mente tutte le fibre del cuore al trionfo del
Canto.
Al primo udirsi di quell’ Opera, si per
la novità di quel genere di musica, che per
r interesse drammatico, 1’ uditòrio fu tra-
sportato da vero entusiasmo. I primi artisti
concorsero colla loro nota abilità a renderlo
-- 1(^ —
sempre piU gradito agli ascoltanti. Mi è
giuooofofEa il confessare, in omaggio a quel
Gran Genio, eh’ io fui ben' felice ohe tal la-
voro venisse esposto dopo il mio ; altrimenti
r esito di questo sarebbe inevitabilmente lie-
scito per me sconfortante.
Secondo ballo — La Statua — In questo,
quantunque meno interessante del primo,
ebbe a distinguersi il primo ballelino gio-
coso Salvatore Paradisi. Anche la prim a
Coppia otteneva sempre particolari onori.
Lo spettacolo ebbe termine colla sera '
delU 30 Novembre.
1834. toi Nel Teatro di Corte in questo
anno, se le informazioni avute son vere, al*
cuni soldati Ungheresi della guarnigione
Austriaca recitarono nel loro nativo idioma
una commedia nella quale uno di essi soste-
neva con abilità la parte di donna. Tranne
r ufficialità e qualcuno della Corte tutti gli
altri invitati non capirono un’ acca,
1834. — 18 Ottobre — Prima Opera —
La Sonnambula — con musica del Maestro
Beltini.
Cantanti.
. Prima donna — ClemenSina Massoni.
‘ Altra prima donna — - Adelaide Mancini.
Primo tenore *— Eliodoro Spech.
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— t09 —
Primo basso — rimonto Casanova.
Seconda donna — Giustina Bonura.
Secondo tenore — Mauro Masina.
Secondo basso — Davide Bergami.
Abbonamento per 30 Rappresentazioni.
Viglietto serale a centesimi 76. Impsesa di
Francesco Moglié.
L' opera riscosse 1’ uniyersale aggradi^
mento, in particolar modo per l’-abilità della
Mazzoni, che ad una Toce simpatica di
mezzo soprano univa un eccellente metodo
di canto.
Le scene del Crespolani non mancarono
di eccitare V approvazione del pubblico.
24 Ottobre — Accademia vocale ed istru*
mentale data dal suonator d’ Arpa Gaetano
Morandi Livornese in concorso dei cantanti
deir Opera. Ebbe un buon successo.
8 Novembre — Seconda Opera — Te-
baldo e Isolina — Musica del Maestro Pran-
cesco Mortacchi. Le note di questo spartito
ebbero in addietro sempre un'esito lumino-
siaaimo, ed anche nell’ attuale circostanza
non mancarono alla fama coll’ ottenere una
ottima accoglienza. '
1835. — 10 Ottobre — - Prima Opera —
I Caputeti f e Montecchi — con musica di
Sellini, ad eccezione deU’> ultima scena, che
era di Vaccaj. •
— 110 —
Cantanti.
Prima donna — Chiara Alberiini.
Contralto — Lucrezia Pornacciari San-
giorgi.
Primo tenore — Lorenzo Biacchi.
Primo basso — Luigi Battagline
Secondo tenore — Eugenio Mazzetti.
- ' Tanto le donne che il tenore eseguirono
la loro parte con molta perizia, e il pubblico
dimostrò loro la sua soddisfazione. La musica
era eccellente.
28 Ottobre — Seconda Opera — Donna
Caritea — del Maestro Mercadante — Anche
uqesta ottenne buon successo; ma non fece
però dimenticare le rimembranze della prima.
16 Novembre — Il Professore Antonio
Sighicelli già nominato il 7 corrente primo
Violino Direttore d’ Orchestra di Corte, in
sostituzione del defunto Giovanni Mari, diede
un’ Accademia vocale e istrumentale col con-
corso dei cantanti deU’ Opera, di varii pro-
fessori d’ Orchestra, e d’ alcuni dilettanti di
canto, la quale riesci di non poca soddisfa-
zione per queir esimio concertista.
1835 — 24 Novembre. — Prima compar-
sa della celebre cantante Amalia SchUtz che
fece la parte di Romeo nell’ Opera — F Ca-
puleti e I Montecchi.
L’ entusiasmo che produsse questa arti-
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— IH —
sta è indescrivibile, perchè ad un canto a-
nimato ed espressivo aggiungeva i pregi di
una agilità èd estensione di ,voce straordi-
naria, oltre il sostenere con dignità e valo-
re la parte drammatica. Non aggiungo di
più, avendo già parlato di lei nella prima
parte di questo lavoro, sotto la data di que-
sto mese. In seguito, ad un atto dell’Opera
suddetta, venne sostituito il secondo atto
della Norma di Bellini, in cui veniva reite-
ratamente applaudito il duetto fra la prima
donna Albertini e la Schùtx, per la preci-
sione e la bravura, colla quale queste due
distinte virtuose davano risalto a quella ma-
gnifica musica.
Era in allora Impresario dell’ Opera Pie-
tro Càmuri di Modena, il quale nelle sere
che cantava la Schiitz aveva raddoppiato il
prezzo del viglietto d’ ingresso, con molto
vantaggio suo perchè il Teatro era sempre
riboccante di spettatori.
1836 — In quest’ anno non fu aperto il
Teatro di Corte per 1’ apprensione che il
Choléra Morbìzs, entrato già negli Stati E-
stensi potesse invadere la Città di Modena.
Ciò che poi fortunatamente non si verificò.
1837 — 7 Ottobre — Prima Opera —
La Clotilde — musica del Maesrto Coccia.
Cantanti
Prima donna — Amalia Agliati.
Primo Tenore — Giovanni Confortini
Primo Basso — Galeotto Oherardi
Buffo — Ferdinando Laureiti.
Seconde Parti. — Zambelli Pietro —
Zamòelli Maria — Gaetano Babini.
Le scene di Crespolani.
La musica era assai piacerole e brillante.
. La prima donna Agliati, e il Confortini
tenore si distinsero in particolar modo per
abilità; e buon metodo di canto. Gli altri
Cantanti soddisfecero' bene alle esigenze
dell’ uditorio, non esclusi i Coristi, i quali
furono molto applauditi nell’ esecuzione del
Coro che comincia colle parole.
• La noti c* é... Non si trova... spari.. •
1837. — 34 Ottobre Seconda C^era
— / Puritani e i Cavalieri — del Maestro
Bellini.
Agli altri Cantanti si aggiunse il basso
Carlo Porto, che colla sua voce tuonante e
la sicurezza nell’ intonazione contribuì in
massima parte all’ incontro di quell* opera
eccellente. Anche in questa circostanza 'la
prima Donna e il Tenore si procacciarono
il favore'' del pubblico, riescendo anzi ad
aumentarlo col progredire delle rappresen-
tazioni.
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— 113 —
25 Ottobre — A meglio corredare lo
spettacolo in corso, V Impresario Camitri vi
aggiunse per intermezzo un Passo a due
eseguito dalla Coppia Luigi e Teresa Ma-
lietla^ che ottenne un successo assai lumU
DOSO. Non aggiungo i più relativamente a
questa illustre coppia danzante avendone
già fatta menzione nella prima Parte di
queste Memorie sotto la data 9 Luglio 1829;'
Nel complesso dello spettacolo il scenario
pure riscosse la generale approvazione.
15 Novembre — Serata dal primo Basso
Carlo Porto, il quale aggiunse un’ aria da.
lui cantata per intermezzo dell’ Opera in
corso.
1838. — 7 Ottobre — Prima Opera —
Il Belisario musica del celebre- Doni-
zeta.
Impresa Camuri.
Cantanti.
«
Prima donna — Carlotta Fevrarini.Ba'
schieri.
Altra Prima — Giuditta Mogliè figlia
dell’ Impresario di detto nome.
Primo tenore — Annibaie Brambiìlai
Primo basso — Camillo Parodi.
Seconde parti — Luigi Silingardi Mo*
denese — Gaetano Bàbim. . . .
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— 114 —
La musica piacque oltremodo, e la prima
Donna essendo avvenente e dotata di buona
voce si cattivò la simpatia del Pubblico. Il
tenore pure non mancò alla sua volta di
far valere con plauso i suoi mezzi vocali.
17 Novembre — Seconda Opera — i?o-
berto Devereux — con musica di Donizetti.
In quest’opera cantò in luogo del primo
basso, un altro basso per nome Crespino
Gori.
L’ esito fu discreto. Le scene al solito
dipinte dal valoroso Crespolani ebbero sem-
pre un tributo di lode per 1’ encomiato Ar-
tista.
L' abbonamento a questo spettacolo fu
per 18 Rappresentazioni.
1839. — 17 Ottobre — Prima Opera —
Roberto Devereux — musica di Donizetti
Impresa Camuri.
Cantanti.
Prima donna — Emilia Boldrini.
Primo tenore — Francesco Ciaffei.
Primo basso — Giovanni Zucchini.
Comprimaria — Catterina Spisena in
Zucchini.
Seconde parti — • Vincenzo Oobbetti —
Annibaie Statuti — Marietta Franchini.
L’ Opera sorti un buonissimo effetto, sin-
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— 115 —
golarraente per la bravura e la voce insi-
auaut) della Boldrini, non chè per 1’ abilità
e il buon metodo di canto del Ciaffei^ i
quali in seguito calcarono le scene dei Pri-
marj Teatri d’ Italia con successi assai cla-
morosi.
9 Novembre — Seconda Opera — Il
Giuramento — con musica del Maestro Mer-
cadante.
L' esito della second’ Opera fu ancor più
brillante della prima, mercè il concorso del-
l’altra prima donna Coa ralto Raffaella Ve-
nier,' la prodigiosa maestria della musica, e
la perfetta esecuzione non solo di tutte le pri'
me parti, ma ancora dell’orchestra di Corte.
L’ abbonamento era per 24 Rappresen-
tazioni.
1840. — 25 Aprile — Si recitò una Tra-
gedia del Conte Paolo A bbati MarescotU
intitolat.a — Galeazzo Sforza _ — il di cui
esito fu di piena soddisfazione tanto per il
valente Autore quanto per i Dilettanti Mo-
denesi che r eseguirono.
16 Giugno — Accademia data dal Con-
certista di Violoncello Massimiliano Rohrer
di nazione tedesca.
Viglietto d’ ingresso L. italiane 2. .
Il teatro non era certamente colmo di
spettatori; ma però i non pochi intervenienti
8
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furono sorpresi dalla maestrìa ed esattezza
nel superare le più ardue difScoltà, che ad-
dimostrò quel abile suonatore. Il gusto, tanto
deir eseguire che della scielta della musica,
apparteneva ad una scuola tutt’ altro che
italiana; ma però il pubblico Modenese seppe
rendere omaggio al merito dell* Artista, fa-
cendo astrazione da ulteriori esigenze.
Nell’ autunno del 1840 doveva ese-
guirsi nel Teatro di Corte — Beatrice di
Tolosa — Melodramma di Antonio Peretti
posto in musica dal Maestro Angelo Caie-
lani. e r impresario Camuri aveva già scrit-
turati per agire in questa Opera la prima
donna Emilia Boldrini, il tenore Cesare
Sangiorgi, ed il basso Paolo Casali. La morte
di Maria Beatrice di Savoja d' Este Duchessa
di Modena avvenuta al Catajo li 15 settem-
bre 1840 ne impedì la rappresentazione.
Il libretto della Beatrice di Tolosa fù
però stampato in Modena coi tipi Vincenzi
e Rossi nel 1841.
1841. — In quest’ anno il Teatro di Corte
restò chiuso perchè ebbe luogo la solenne
apertura del Nuovo Teatro Comunale.
1842. — In Autunno — Prima Opera —
La Regina di (JolconJa — con musica del
celebro Doni setti.
Impresa di Pietro Rovaglia di Milauo-
— 117 —
Cantanti.
Prima donna — Adel'xidt Mancini.
Basso baritono — Giuseppe Rebussini.
Basso comico — Angelo Boccomini.
Primo tenore — Enrico Rossi Guerra.
Soconda parte — Luigi Rigola.
La musica, quantunque non una delle piti
felici di Donizetti, pure ebbe un buon esito,
mediante l’ esecuzione dei Principali Artisti,
i quali contribuirono a renderla ben accetta
al Pubblico.
Le scene del Crespolani ottennero non
pochi applausi.
1842. — Seconda Opera — La P'anciulla
di Costei Guelfo — musica e poesia di Tc'
mUtocle Solerà scritta appositamente per
questo Teatro.
Cantanti.
Prima donna — Teresa Rusmini.
Primo tenore — Enrico Rossi Guerra.
Baritono — Giuseppe Rebussini.
Basso — Luigi Rigola.
• Seconda donna — Teresa Gnoli Mode-
nese.
11 Sfilerà è noto nella Repubblica Lette,
raria per lavori poetici distinti, non che per
altri Melodrammi lirici posti poi in musica
valorosamente dal celebre Verdi e da altri
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U!8 —
Mnestri: ma nella parte musicale di questa
I >^)jra non mostrò gran maestria quantunque
parecchi canti spontanei e graziosi eccitas-
sero gli applausi del pubblico. Taluni rigidi
osservatori riscontrarono in quelle melodie
non poche reminiscenze del Verdi. Ciò nulla
ostante lo spettacolo ebbe un successo sod-
disfacente, ed i Cantanti tutti gli diedero
coir arte loro il maggior risalto possibile,
rendendolo assai gradito, meno però il Te-
nore, la di cui parte non sembrava forse
adattata ai suoi mezzi vocali.
Anche le scene del Crespolani non man-
carono' al solito d’ incontrare 1’ universale
approvazione.
Malcontento in seguito il Solerà del Te-
nore Rossi Guerra si maneggiò coll’ impresa
per sostituirlo ; e infatti, comparso in Mo-
dena il Tenore Giuseppe Zoboli, fu tosto
scritturato per proseguire il corso dell’ 0-
pera già in iscéna, ove infatti ottenne i più
fragorosi applausi.
Fu data in seguito 1' Opera buffa — Una
avventura di Scaramuceia — di' Ricci, ove
si produsse per prima donna la moglie di
Boccomini. Quest’Opera essendo accolta fred-
damente, fu duopo terminare il corso coll’O-
pera di Solerà.
1843 — Autunno. — Opera -- Don Pa-
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— H9 —
squale — “ cQQsioa del Maestro DonizBtti.
' Impresa Rovaplm.
Cantanti.
Prima Donna — Oiovannina Montu-
chielli.
Primo Tenore — Frartcesco Guxnirato.
Basso — Gaetano Nulli.
Baffo — Napoleone Bossi.
Seconda Parte — Stefano Gallinari.
' Seconda Donna — Bianchi Maria.
Questa elegante musica del celebre Do-
nizetti ebbe un incontro qual dovevasi aspet-
tare, singolarmente per l’ effetto che pro-
dusse il magnifico second’ atto. La prima
donna eccellente comica e buona cantante
fece spiccare con bravura tutti i suoi mezzi,
n buffo Rossi si mostrò grande artista, e
, riscosse dal pubblico le più distinte ova-
zioni. Gli altri Cantanti contribuirono an-
' eh’ essi a ben corredare lo spettacolo.
Seconda Opera — La Figlia del Reggi-
ménto • — musica di Donizetti. Quest’ opera
brillante ottenne il favore del pubblico, che
prodigò le sue simpatie alla vivace Monta-
chielli, la quale nella sua aria colle parole ;
Ciascun la dice — Ciascun la sa, rendeva
entusiastici tutti i suoi uditori.
Anche il buffo Rossi ebbe la sua parte
d’ applausi.
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— 120 —
/
I -Coristi, l'Orchestra e le Scene corri-
sposero all’ aspettativa degli accorrenti al
Teatro.
1844 — 14 Marzo — Tragedia — Cla-
rice Visconti — del Conte Paolo Ahhaii
Marescotti.
Personaggi e Attori
Francesco Sforza — Sig. Magiera doti.
Pietro.
Clarice Visconti — Bernardi Cassiani
March. Teresa.
Bonìvetto — Abbati Marescotti Conte
Paolo.
Morone — Galeotti Dottor Pietro.
Comandante le Guardie di Sforza —
Canevazzi Giovanni.
A questa Tragedia in quattr’atti seguiva
un Dramma in due atti tradotto dal francese
da Giovanni Ventura intitolato — Bruno
Filatore.
Personaggi e Attori.
Adele Blainville — Sig. Boccolari Pe»
d retti Teodolinda.
Bruno — Magiera Dottor Pietro.
Conturier — Ferrari Gio : Battista. ^
Beauregard — Saltini Giovanni.
Durand — Saltini Luigi.
Notego — Abbati Conte Paolo.
Pietro — N. N.
•
— 121 —
Tanto la Tragedia che il Dramma ese-
guiti da que’ valenti dilettanti riuscirono di
sommo aggradimento pc>i numerosi uditori
invitati con viglietto speciale.
20 Marzo — Si replicò quanto venne rap-
presentato la sera delli 14 detto con sempre
crescente successo.
1844. — Autunno — Prima opera buffa '
I Falsi Monetarvi — ovvero — Don Eu'
tichio e Sinforosa — musica del Maestro
Lauro Rossi. (1)
Cantanti.
Prima donna — Giovannino Montu-
chielli.
Altra prima — Elena Zenoni.
Primo tenore — Antonio Antonelli.
Primo basso — Ventura Eduardo.
Altro basso — Cesare Ferri.
Buffo — Rivarola Achille.
Seconda donna — Cherubina Pandolfi.
Le scene erano d’ invenzione ed esecu-
zione di Camillo Crespolani.
(1) Lauro Rossi nacque in Macerata nel 1811. Fu
allievo di Zingarellt e di Raimondi. Il suo talento
per la composizione musicale si fece valere in molti
Spartiti, fra quali La Contessa Villana. Jl Disertore
Svizzero le due accennate, la Leooadia, Giovanna
Shore, n Domino Nero etc. Ora si, ri trova a Milano
Direttore di quel Conservatorio di Musica. (*)
(*) Fu nominato ad occupare quel posto nel 1850,
ma al presente (1873) crediamo che il valente Mae-
stro Lauro Rossi dirigga il Conservatorio di Napoli
(N. d. C. )
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— 1^2 —
Abbonamento per N. 20 Rappresentazioni
it. L. 10.
Prezzo dei Palchi per tutto il Corso.
1. e 2. Ordine it. L. 40
3. idem 30
4. idem . . 15
Viglietto d’ ingresso 75
’ al lubbione 25.
Era impresario Pietro Rovaglìa di Mi-
lano.
L’ Opera incontrò i favori del Pubblico
il quale non mancò di dimostrare il suo ag
gradimento alla perfetta esecuzione della
prima donna e del buffo, non che della Zenoni.
1844. — 23 Ottobre — seconda Opera
— Jl Borgomastro di Schiedam — musica
del Maestro Lauro Rossi, che anche in ^yesto
lavoro mostrò il suo brio e la sua maestria
nel vestire di gaje note tal poesia giocosa.
In essa al solito si distinsero i primi can-
tanti già encomiati nello spartito antece-
dente.
1845. — 4 Ottobre — prima Opera buffa
— Linda di Chamounix — del C..lebre Do,
nigetti.
Impresa Rovaglia.
, Cantanti.
Prima donna — Casamorata Giuseppina.
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— 123 —
Primo tenore — Mechsa Demetrio. *
Primo basso — Pellegrini Leone Luigi'.
Contralto — Borghi Vieiti 'Angiolina.
Altro basso — Giocosa Natale.
Buffo — Galli Vincenzo.
Seconda donna — Boschetti Giuseppina.
Abbonamento per 20 Rappresentazioni.
La musica brillantissima non poteva cer-
tamente mancare di effetto. La giovane e-
sordiente Casamorata allieva della celebre
Bertinotti, oltre una graziosa voce di soprano,
sapeva unire alla precisione del canto una
espressione non comune che la rese assai
gradita a chi 1’ udiva. Sarebbe riescita forse
un’ eccellente artista, se non 1’ avesse invo-
lata all’ arte un matrimonio incontrato in
Modena pochi mesi dopo d’ aver calcate
queste scene. Il buffo Galli vecchio artista
si mostrò superiore alla fama e venne lai^
gamente festeggiato dal pubblico, 11 Tenore
e il primo Basso non mancarono di farsi
valere contribuendo in buona ps^te a rendere
gradito quello spettacolo.
1845. — Sabbato 11 Ottobre — I Giova-
netti Giuseppe e Gavino Gondy Dray suo-
natori di Violino, essendo di passaggio per
Modena, diedero prova di loro abilità in detta,
sera al Teatro di Corte col prodursi negli
intermezzi dell’ Opera,
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— 124 —
Lo spettacolo era diviso nel modo se-
guente :
1. Atto primo dell’ Opera — Linda di
Chamounix.
2. Tema con variazioni sopra un motivo
dell’ Opera — Donna Caritea — eseguito da
Giuseppe Gondy Dray d’ anni 9.
3. Fantasia di Beriot eseguita sul violino
dal Gavino Dray d’ anni 14.
) 4. Secondo atto della Linda suddetta.
5. Fantasia per Violino nell’ Opera Son-
nambula eseguita da Giuseppe Dray.
6. Il Carnevale di Venezia del celebre
Paganini col canto delle streghe eseguito
dal Gavino Dray.
7. Terzo atto dell’ Opera Linda suddetta.
La prodigiosa abilità dimostrata da quei
teneri giovanetti, in particolar modo per la
giusta intonazione, e 1’ esattezza nell’ eseguire
procacciò loro infinite dimostrazioni di stima
dal pubblico colà raccolto ad ammirarli.
1845. — 25 Ottobre — seconda Opera
— Il Turco in Italia — Questa vivace mu-
sica di Rossini fu assai bene interpretata
dalla Casamorati^ dal Pellegrini e dal Gallio
i quali assieme agli altri tutti fecero gustare
quel brillanta trattenimento all’ affollato udi-
torio in modo, da riceverne indubitati con-
trassegni d’ aggradimento.
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— 125 —
31 Ottobre — Accademia dati dal pia-
nista Bolognese Oiovanui Gajani col con*
corso della prima donna Giuseppina Casa-
morata e Giovanni Leone Pellegrini sovra
nominati, nonché del giovine violinista Vin-
cenzo Sighicelli che per la prima volta si
presentava al pubblico.
11 Oajani esegui due fantasie 1’ una di
Lisii r altra di Thalberg^ ed il S^hicel li un
concerto di Z)e-Berioi ed altro pezzo di Artoti.
Il Pubblico ebbe occasione di ammirare
in quel concertista un’ abilità non comune,,
non disgiunta da ottimo stile, come pure
trovò degno di alta considerazione il giovane
Sighicelli, il quale in quei primi saggi di sua
bravura nel Violino fece conoscere di non
essere da meno del padre suo in quell’arte,
che lo innalzò in seguito a tanta fama. An-
che i cantanti dell’ Opera contribuirono al.
buon esito dello spettacolo.
1845. — 28 Novembre — Accademia vo-
cale e istrumentale data dalla celebre Can-
tante Amalia Schiitz Oldosi Virtuosa di Ca-
mera di S. M. I. R. Apostolica, e di S. M.
r Arciduchessa Duchessa di Parma.
L’ esimia Artista già nota per la sua a-
bilità non mancò anche in questa circostanza
di venire accolta con segni d’ entusiasmo e
clamorosamente applaudita in tutti i pezzi da
lei eseguiti.
— 136 —
Presero parte all’ Accademia ancbe i sotto
itominati -artisti.
L’esordiente Carolina Crespolani (l) dO“
tata di buona disposizióne per la musica, di
leggiadro aspetto e -di voce omogenea ot-
tenne dai s«»oi concittadini non dubbie prove
d’aggradimento.
•i II giovano Giovanni Giàeciardi Reggiano
fornito di una voce potente di Baritono si*
seppe far distingnere nell’ aria da lai can>
tata.
.Vincenzo SighicelH f-'ce conoscere i prò
grassi da lui fatti nell’ arte sua col supera-
re le piìi 'ardue dùQlcoltà, eseguendo col vio-
lino alcune variazioni di Beriot, ed un tema
burlesco di Vieusctemps con una bravura non
comnne.
L’ incasso totale fatto in tal sera ,col vi*
giietto d’ ingresso a L. 1 e pel loggione cen-
tesimi 40, ascese £dla somma di Italimie
L. 560 26
Più il regalo della Corte. • 191 90
in tutto It. L 742 16
(1) Questa GioTinetta iutrapreae la teatrale car>
riera con qualche fortuna, e sebbene non fosse una
artista di prìm' ordine, pure ottenne sempre buoni
successi uei Teatri ove si produsse, con molto solila*
To della sua famiglia. Una fatale malattia la rapi al-
l'arte, e a suoi cari nella fresca età di anni 35 com-
piti, il giorno '30 aprila 1S6S io Modena.
— m —
1847 — In Marzo — Il Professoipe di 'Fi-
sica ricreativa, e di giuochi di destrezza
Carlo Andreoletli’ di Torino diede tre rap-
presentazioni al Teatro di Certe coi- suoi o-
sperimenti, T ultima delle quali venne data
la- sera dellì 11 detto mese. ,
Sebbene 1’ Andreoletti non ofFrisse’al pub-
blico, dopo quanto fu veduto d.i i?osco, alcuna
novità pure non mancò di trovare ammira-
tori e di venire appliudito, segnatamente
per la f.cilità e natur.ilezza, colle quali a
vedevano eseguiti tali fisici esperimenti.
Sul finire di Dicembre una Compagnia
Drammatica di Dilettanti Modenesi, che dap-
prima aveva eretto un Teatrino in una casa
- privata di Modena, (2) vedendosi bene accol-
ta. stimò opportuno di chiedere il Teatro di
Corte per produrre diverse Commedie a be-
nefizio dei Poveri della Città. Tale -divisa-
mente, accettato con soddisfazione e favori-
to dalla Corte, diede occasione all’ aprimento
del* suo Teatro per sì generoso scopo.
Era Direttore di quella Filodrammatica
Società il Tenente dei R. Pionnieri' Gànvan
Battista Ferrari fratello al Professore dello
stesso cogome, il quale coi suoi lavori dram-
(2) Nella Casa Orlandi antico palazzo della estin-
ta Famiglia Foschieri. K\ suo nascere (marzo 1846) la
Compagnia non numerava che sette soci,
(N. D; C.')
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— 128 —
matici si è ora reso Celebre nel mondo tea-
trale. La Compagnia era assai bene assor-
tita, e il pubblico accorreva assai volentieri
ad udirla, perchè ammirava negli individui
di essa attori, che nulla avevano da invi-
diare agli artisti più distinti. Quelli poi che
in modo singolare ottenevano i maggiori
suffragi dal pubblico erano il Ferrari sud-
detto eccellente nelle parti brillanti, Enrù
Ghetta Cavarti Orlandi per prima donna, e
il Tenca per qualunque parte di carattere.
L* Orchestra stessa eccitata dal Direttore
Sighicelli prestò 1’ opera sua gratis per
concorrere anch’ essa a simile nobil fine.
Qui il Maestro Qandini termina di
parlare intorno a questa benemerita Società,
e solo unisce al suo manoscritto alcuni
stampati relativi alla medesima. Colla scorta
di questi, del Foglio di Modena di quel
tempo, e di qualche altro documento che ci
ha somministrato la gentilezza del sollodato
fondatore dell' Istituzione Filodrammatica-
Armonica Modenese, oggidì Cavalier Colon-
nello Qjo. Battista Ferrari, possiamo 'dare
più ampie notizie in proposito.
La carità fra alti pensamenti lodevoUs-
simi ed opere efficaci in sollievo dei poveri
fece sorgere nell’ inverno penurioso 1846-
1847 anche la menzionata Istituzione la quale
'• Digitizod l -fi , k;
— 129 —
volle sostenere tutte le spese inerenti alle
drammatiche rappresentazioni di vario ge
nere che si proponeva di dare, destinando
poi!’ intero provento «a benefizio delle fa-
miglie bisognose. La beneficenza era poi
messa in atto, sotto la chiesta sorveglianza
del Governo, con sistema veramente ammi-
rabile per la sua equità e delicatezza. Il
Duca approvò il relativo progetto presenta-
togli, ed accordò alla Società chiedente l’uso
del R. Teatro di Corte con decreto datata
li 14 decembre 1846 : ed il Ministro di Buon
Governo, che con lettera del 21, detto mese,
dava comunicazione al Ferrari della Sovrana
approvazione, applaudiva al filantropico di-
visamento augurandogli felice successo.
Il Ferrari quale rappresentante 1’ Istitu-
zione in discorso pubblicò sul terminare del
decembre 1846 alcuni cenni intorno alla
medesima, i capitoli che fissavano la tassa
d’ingresso, (Centesimi 25) e le regole da
osservarsi per la vendita dei palchi ceduti
dalla Corte (1) e per la distribuzione del
ricavato ai poveri, ed altre particolarità.
(1) Il Duca col mezzo del suo Mag^giordomo mag-
giore consegnò al rappresentante della Società le
chiavi di tutti i palchi, meno di quello ad uso della
Corte pel quale intervenendo alia rappresentazione
colla famiglia, e spesso con illustri ospiti, soleva
far versare nella cassa della Società tre napoleoni
d’ oro.
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— 130 —
Ecco r Elenco dei componenti Y istitu-
zione filodrammatica-armonica, a totale be-
nefizio dei poveri di Modena.
Rappresentanti
Ferrari' Tenente Gio. Battista.
Minghelli Dott. Luigi.
Merighi Jng. Dott.^ Guido. ,
Pierotti Tenente Ing. Dott. Ermete.
Camndini Marchese Tenente Federico.
Componenti ordinari
Araldi Ing. Dott. Antonio.
Araldi Michele.
Broglia Luigi.
Canevazzi Francesco.
Carandini Marchese Tenente Federico.
Carpi Tito. >
Conti Adriano.
Degiacomi Dott. Giacomo.
Ferrari Tenente Gio: Battista.
Frignoni Tommaso.
Lucini Sante.
Maestri Adeodato,
Merighi Ing, Dott. Guido.
Minghelli Dott. Luigi.
Montagnani Luigi.
Nardini Adolfo.
Nasi Contardo.
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— 131 —
Obici Cesare. ,
Pelliciari Perito Giuseppe. ■ ■
Pierotii Tenente Ing. Doti. Ermete.
Plessi Alessandro.
Terni Doti. Luigi.
Verona fiinati Ferdinando.
Vincenzi Engenio.
Vincenzi Luigi.
Componenti onorari.
i^avani- Orlandi Enrichetta.
Ghedini Maria.
Monti Erminia.
Piccinini Natalia.
Plessi Teresa.
Gandini M. Alessandro Guardia Nobile
di S. A. R.
Sighicelli Antonio. \
Sighicelli Vincenzo. ■ Professori di Musica
Kohler Giuseppe. * *
Candrini Teohgldo.
Crespolani Prof. Camillo Scenografo.
Manzini Giuseppe Macchinista.
Verremo qui appresso notando le dram.
matiebe rappresentazioni che furono date da
^quella eletta Società.
1847. — 5 Gennaio — Il giovine marito
— commedia in tre atti di Mazères. Hi bu-
9
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— 132 —
giarda veridico commedia in un atto di
Scribe.
Sul principiare dello spettacolo e negli
intervalli da un atto all’ altro furono es3guito
sinfonie a piena orchestra, ed il signor Fer-
dinando Bollo suonò col violino un Souvenir
di Bellini composizione d’ Artol.
A questa prima rappresentazione con-
corse numeroso e scelto uditorio, che con
fragorosi o generali applausi diede non dub-
bia prova deir aggradimento con cui furono
accolte J.e fatiche dei valenti attori. Così
r Indicatore Economico, il quale finisce il
relativo articolo del suo N. 38 colle parole
seguenti : • Quanto al benemerito promotore
• di si nobile istituzione, non ci rimane che
. a rallegrarci con lui, che ad ottenere il
• virtuoso suo intento seppe così eflBcaco-
• mente volgere il diletto in beneficenza. •
L’ introito fu di italiane L. 671, 05,
1847. — 7 Febbraio — Don Desiderio
disperato per eccesso di buon cuore. — • Com-
media in tre atti di Giraud. I due precettori
commedia in un atto di Scribe. La banda
. Estense rallegrò il trattenimento con una
sinfonia, due pezzi d’ opera concertati ed
un walzer.
L’incasso fu di italiane 'L. 731,45.
Come alla prima cosi alla seconda rap-
"ibyCoogle
— 133 —
presentazione intervenne la R. Famiglia d’
Austria d’ Este, e colla medesima 1’ Arcidu-
chessa Maria Beatrice unitasi il giorno a-
vanti (6'Febbraio) in matrimonio con Don
Giovanni Carlo di Borbone e Br aganza, pa-
dre di Don Carlo attuale pretendente al
trono di Spagna. Il poeta di corte Antonio
Peretli in tal circostanza, a festeggiare la
novella sposa, dettò alcune bellissima ottave,
che cominciano coi seguenti versi:
Queste che all’ ombra del regai favore
Non venali s’ aprir notturne scene
1847 — 17 marzo, — Nel terzo privato
trattenimento drammatico-armonico furono
recitati il dramma in tre atti di Arnanld e
Fournier intitolato — Un segreto — e la
commedia in un atto di Sen'òe e Melesville
— La Ragazza da maritare.
L’ orchestra eseguì quattro Sinfonie una
delle quali del Maestro Modenese Mommi.
Il Foglio di Modena Numero 598 del
24 marzo ci accerta che ànche questa volta
tutti gli attori riportarono la generale ap-
provazione.
L’ utile risultò di It. L. 742,42.
4 Aprile — ’ Commedia in due atti di
Desnoger — Celestino — ossìa — Prendendo
moglie si fa giudizio.
Altra commedia in un atto di Scribe —
L'Equivoco dei due mariti.
— 134 —
Questa rappresentazione fu data a totale
benefizio della Cassa di sovvenzione dei
Professori di Musica. Negl’intervalli il qa-
detto sergente Cuppini, ed il prof. Giuseppe
Kóhler eseguirono rispettivamente un’ aria
dell’ Emani colla tromba, ed una fantasia su
motivi della Linda di Chamounico composta
da Briccialdi per flauto.
L’ incasso netto fu di It. L, 611,96,
17 Aprile. — Replica della Commedia —
Celestino.
Scherzo comico 'in un atto di Luigi Ca-
moletti Piemontese — I Dilettanti Filodram-
matici alla prova di un Dramma.
Oltre le solite sinfonie suonate a piena
orchestra, dal Rótter fu eseguita una fanta-
sia per corno inglese.
Il ricavato a prò dei poveri fu di Ital.
L. 604,40.
1847 — 26 novembre — Nella sesta rap-
presentazione furono recitata due commedie
— La separazione — di Scribe. — Troppo
Felice — di Ancelot e Levurt,
Fra gl’ intervalli degli atti suonò 1’ or-
chestra di Corte.
Questa recita fruttò Lire 10T,B!7.
13 dicembre — Nel settimo privato trat-
tenimento drammatico-armonico i bravi di-
lettanti modenesi rappresentarono pure due
^ m —
commpdiie — Teresa ossia La madre di fa-
miglia a 18 anni — di Dennery e Lemoin, i^.
IH chi é la colpa — di Scribe e Melesville. In
detta sera si ottenne un incasso di L. 575,45.
1848 — 28 gennaio. — Fu questa 1’ ot-
tava ed ultima sera in cui la compagnia
Dramitìatico-Armonica diretta dal Ferrari agì
nel Teatro di Corte ; chè le altr3 tre rap-
presentazioni, in cui dessa si produsse, eb-
bero luogo nel Teatro Comunale, come a
suo liuogo racconta il Maestro Gandìni. La
sera ‘del 28 gennaio adunque furono eseguite -
due commedie in due atti : la prima — Lo
studente e la gran dama — di Scribe, l’al-
tra — L' Ingenua di Parigi — dì Theaulon
e Lefévre.
Il prodotto deir ottava rappresentazione
mi è ignoto come pure quello di due delle
tre recite date al Teatro Comunale ; ma giu-
dicando dalla media dell’ incasso fatto nelle
prime sette recito che fu di L. 4644. 60 ed
avuto riguardo alla maggior ampiezza del
Teatro in cui ebbero luogo le tre ultime, si
può andar poco lungi dal vero portando a
L: 8000 la somma delle beneficenze procurate
ai poveri della città ed alla cassa di sovven-
zione dei professori di musica dalle fatiche
di quell’ eletto stuolo di giovani che si costi-
tuirono in Società Filodrammatica - Armo-
nica.
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— 136 —
Le lodi dal Maestro Q(and\ni elargite in
generale a quei bravi dilettanti, ed in par-
ticolare al Ferrari, aU’ Enrichetta Cavami
Orlandi, ed a Carlo Tenca, .lodi confermate
da noi sulla testimonianza dei giornali di
allora ed anche per le nostre reminiscenze,
ci dispensano da ulteriori parole. Faremo
soltanto ricordo della Teresa Bernieri alla
quale r istruzione avuta dall’ intelligente di-
rettore della privata Società Modenese, t'.
r esercizio in private rappresentazioni fu
scala a salire in bella fama nella carriera
drammatica sui pubblici Teatri.
Dopo le ricordate rappresentazioni il
Teatro di Corte rimase chiuso, e nel 1862
trasformossi nel Teatro Aliprandi, di cui a-
vremo fra non molto a trattare in questa
Cronistoria.
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— 137 —
Capo VII.
TEATRO DI S. ROCCO
La Chiesa di San Rocco edificata ver-
so il 1534 per uso della Confraternita di^
quel Santo, nel luogo ove tuttora si ritrova,
venne soppressa il giorno 16 settembre 1785,
e ceduta in proprietà all’ Opera Pia de' Po-
veri-di Modena. Servì sino al 1791 come
deposito per vendita di combustibili, poscia
fu 'ceduta in livello ad una Società di Dilet-
tanti Filodrammatici^ i quali la convertirono
in un Teatro, che prese il nome di S. Rocco
come reminiscenza della distrutta Chiesa..
Era capo di quella Società certo Giovanni
Prodieri Mantovano, Chirurgo primario del-
r Ospitale militare di Modena, che diresse
con grande alacrità i l ivori di quel Teatro,
sostenendo anche d^l proprio una parte
delle spese. Compiuti i lavori suddetti poco
dopo la metà del 1791 la compagnia che
doveva dare drammatiche rappresentazioni
in quel nuovo Teatro era già formata, per-
chè, tempo prima, mediante le cure del Pro-
dieri aveva date prove di se con ottimo
successo in una casa privata sita nel Corsa
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— 138 —
Case nuove (1). Facevano parte di quella
società di dilettanti il Conte Nestore Can-
tuti eccellente padre nobile e Tiranno, era
prima attrice certa Vittoria Reggiani in
Ferrari detta La Dea del Panaro per la
sua bellezza, primo attore .<4w/owio Giusti,
che in seguito ai associò ad una Comica
Compagnia di professione, caratteri.^ Fran-
cesco Ferrari Pittore; fra i generici anno-
veravansi i fratelli Rovatti, la sorella del
Giusti e il Notare Giovanni Pagani. Parec-
chi di questi distinti dilettanti si produssero,
come si é veduto, anche nei Teatro- Namo-
naie.
L’ apertura del Teatro di S. Rocco segui
la sera dell! 16 settembre 1791 partecipata
col seguente avviso a stampa:
• Modena 7 Settembre 1791.
< 11 giorno 16 del corrente si aprirà il
• nuovo piccolo Teatro de’ Signori dilettanti
• di qu3sta Città. Si avverte perciò il Pub-^
• blico che questo non è Teatro venale, ma
• una Società di Nobiltà e Cittadinanza,
• dalla quale saranno distribuiti YigUetti il
< giorno avanti ciascuna Recita, senza dei
(1) Qtt«sta Compagnia aveva recitato oon applauao.
in detto luogo nel mese di Maggio 1791 la Tragedia
intitolata Zenobia, come pure si era prodotta in di-
verse Commedie con esito feiicissimo.
DJgitizedb
— m —
• qaali' non sarà permesso a eiiicchessia
• r ingresso. •
1792. — Nella Cronaca manoscritta di
Borioni presso il Marchese Campori trovasi
qnanto segue in proposito del Teatro dei •
dilettanti, ossia di S. Rocco:
• Andando male gli affari della Compa*
• gnia dilettanti, il Chirurgo militare Pre-
• dieri^ che faceva le parti d* Impresario,
• per questo, per operazioni chirurgiche mal
• riescite, e p:r altri dispiaceri si avvelena,
• e muore li 22 Gennaio. Però disse che
• si era avvel nato p.?r isbaglio, credendo
• 'prendere una medicina.
• In Quaresima si recita il Dramma
• I tre Orfeì —
• Marzo — Guglielmo Dusperg Inglese .
• dà un’ accademia di poesia estemporanea
• nel Teatro dei Dilettanti.
• 24 Marzo — Nel medesimo si recita
• — Il Policleto — Trag edia del Forciroli.
• 28 idem — nel medesimo — Accade-
« mia di poesia estemporanea di Lodovico
• Lustrici.
*■ 14 Aprile — Accademia di Violino del
• Mantovano Professore Strinasaechi bravo,
• ma inferiore al SighioelH (1) e ad tìitri
« nostri. »
(1) Il Cronista intendeva il nostro primo violino
d* allora Signor Giuseppe Sighicelli.
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. — 140 —
4 Agosto — Sortì un’ Ordine Sovrano, che,
permetteva ai Proprietarii del Teatro di
S. Rocco di poterlo aprire per pubbliche
rappresentazioni, previo il permesso del Vice-
sopraintendente agli spettacoli, ben inteso
che restasse chiuso quando venisse aperto
il Teatro Rangoni per Opere Commedie od
altro.
1792 — 20 Agosto — Opera buffa.
1793. — 20 Febbraio — Oratorio Sacro
— Debora e Sisara — poesia di Carlo Ser-,
nicola poeta arcade, con musica del celebre
Maestro Pietro Guglielmi. Quest’ Opera venne
eseguita da una compagnia di giovanetti,
cantanti napoletani diretti dal bravo mae-
stro Gio. Battista Pennè, che ottennero uno.
splendidissimo successo. L’ Orchestra diretta
dall’ esimio Sighicelli., e 1* decorazioni rela-
tive contribuirono a rendere vie maggior-
mente gradito agli uditori un tale spettacolo.
In quest’ anno il Marchese Gherardo Rati'
goni chiese al Duca con una. supplica, che
fossero osservati i privilegi del suo Teatro
dai Dilettanti, i quali avevano aperto il loro
Teatro di S.‘ Rocco con una Compagnia di
Saltatori. A togliere le questioni,, un De-
creto Sovrano ordinava al Marchese Rangoni
di avvisare ( ad ogni spettacolo che si do-
vesse dare nel suo Teatro ) il soprainten-
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— 141 —
dente Pietro Luigi Sanseverino, onde rego-
lasse la cosa in modo che per massima go-
vernativa rimanesse aperto in Città un sol
Teatro per volta. Nel citato decreto avver-
ti vasi, che lo spettacolo in discorso non es-
sendo nè di Commedie nè di Opera ciò non
impediva di lasciarlo correre, trattandosi di
un semplice trattenimento di Saltatori da
Corda.
In appresso sorse un’ altra Società che
diede alcune rappresentazioni nel suddetto
Teatro: a capo di essa era certo Domenico
Monzani. coadjuvato da Vincenzo Martinelli
e da altri giovani, fra quali taluni che face-
vano le parti di donna; ma siccome il ifo>t-
zani venne chiamato ad un impiego fuori di
Modena, e il Martinelli aggregato alla Scuola
del Genio, cosi fìi duopo che altri concor-
ressero a riera; ire il vuoto, e così la Dire-
zione della Società venne assunta dall’ Ad-
dobbatore Pagliani di Modena, che raccolse
altri giovani dilettanti Modenesi a comple-
tare la detta Compagnia. Si distinguevano
in modo particolare in tale aringo il Dottor
Cesare Sighicelli^ Luigi Dinelli poscia dive-
nuto Direttore della Tipogr.^fia Soliani^ Luigi
Sasseti in seguito innalzato al grado di Te-
nente Maresciallo Austriaco, il quale faceva
le parti da donna, e due fratelli Sorft che
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— m —
rappres«fit;ftVano 1’ uno la parte di car^lc-
rrsla e l’altro di brillante. Fra gl’ intermezzi
delle Gomraedie veniva talvolta eseguito un
qualcbo baUabMe ove distingue vasi anche in
esso il Sossen* ed un Sorei.
' Coronate da ottimi successi, le vicende
della Compagnia correvano una strada sod-
disfacente, quando ad incagliarla sorsero
circostanze imprevvedute, che da prima To-
eero vaciHar,^, ed in seguito crollare del
tutto la Società. L’ ultima spinta le venne
data fatalmente dal Pagliani stesso suo capo,
il quale, mosso da avidità di guadagno, ve-
dendo bene accolte le fatiche de’ suoi attori
stimò opportuno di trarne un profitto col
porre a prezzo il viglietto d’ ingresso. Tale
determinazione divenne per quella SocietA
il colpo di spada vibrato sul nodo Gordiano.
Rimase per qualche tempo il Teatro ino-
peroso, riaprendosi poscia in seguito alla
fusione fatta da alcuni individui dell’ ultima
Società con altri della prima, onde formar-
ne una nnova, la cui Direzione venne assunta
dal Tipografo Gemi«ia>*o Vincenzi. Il distinto
attore Qtiusti, non potendo per 1’ età disim-
pegnarsi nel recitare, accettò l’incarico di
Istruttore, e dietro i suoi suggerimenti la
nuova Compagni.a ottenne i più luminosi
suffragi. Sosteneva le parti di primo attore
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— 143 —
un giovanetto figlio dell’Arte chiamato Gio-
iia>me Pisenti, che fu accolto la Società per
sentimento caritatevole, e che in' seguite
briìlò vantaggiosamente nelle Compagnie Co-
miche ove si ascrisse, come abbi:uno vedute
al Vecchio Teatro Comunale.
Un altro buon dilettante era l’ impiegato
governativo Giuseppe Messori ; e cosi* di- b^
ne in meglio progredendo questa Istituzione
potè dare felicemente brilbnti rappresenta-
zioni a benefizio dei poveri, e prodursi an-
che, al Teatro Regio, come abbiamo già ve-
duto con applauso universale.
1801 — 1 Marzo — Accademia di Poesia
Estemporanea data dalla Teresa, Bandettini
Landucci Lucchese fra gli Arcadi Amaril\i
Ktrusca.
1 Temi che furono dati a questa celebre
improvvisatrice furono i seguenti :
Il Vanto dell’ Imprudenza.
Gli evviva per la pace.
Ero e Leandro. .
La Morte di Socrate. ...
L’ Ester.
, Paragone fra. Annibaie e Bonaparte.
Elogio a Saffo.
Il Ballo e la Maschera. .
i
Epilogo dei Temi improvvisati..
— 144 ~
B inutile il dire che in tutti i Temi quella
celebre Poetessa si mostrò sublime e meri-
tevole dei piti alti encomii.
1803 — 21 Settembre — Corso di rap-
presentazioni drammatiche con balli eseguite
dalle Marionette.
1804 — Domenica 29 Gennaio — Una
Società di Giovani Modenesi dilettanti diede
un corso di rappresentazioni Comiche, le
quali venivano date per l’ordinario nei giorni
festivi,
1808 — 4 Gennaio — Una Società di
Dilettanti Modenesi diede un corso di 12 '
rappresentazioni drammatiche, le quali ave-
vano effetto nelle sere che taceva il Teatro
in via Emilia.
1814. — 2 Dicembre — Si aprì il Teatro
colla rappresentazione di Figure Meccani-
• che musicali, e di vari Giuochi Magici dati
da certo Sachatzeck di Vienna.
Le lacune che si trovano nella parte cro-
nologica relativa a questo Teatro sono da
attribuirsi a’.la vera mancanza di spettacoli
perchè le Compagnie di dilettanti che spesso
scioglievansi, succedendosi in seguito dopo
un lasso dì tempo, lasciavano chiuso il Tea-
tro negli intervalli di loro vitalità Sociale ;
ed il Teatro in discorso, se non veniva ri-
chiesto da qualche girovago speculatore,
rimaneva di sua natura affatto dimenticato.
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— 145 —
1816. — Nel Protocollo generale di Co-
munità sotto il N, 2293 di quest’ anno tro.
vasi il seguente partito :
• Vista la pubblica Cedola affissa per
• ordine di S. E. il Ministro di Pubblica
• Economia per la vendita mediante 1’ In*
• canto del Teatro di S. Rocco la Comunità
• fece presente al Ministro che sarebbe stato
• bene abolirlo, ‘giacché l’estremità del sce-
. nario era a vicino contatto colle travi e
• le tempie del tetto soprastante, e percib
• in pericolo d’ incendio, se non veniva
• provvisto in proposito. •
1817. — L’ impresario Luigi Antonini
che assunse 1’ impegno di dare spettacoli
d’opera al Teatro Comunale, avendo per
mancanza di mezzi ceduta l’impresa a Fran-
cesco Pagìiani di Modena, questi accetta
' pure r affitto del Teatro di S. Rocco, per
valersene all’ opportunità. Siccome poi i ri-
stauri del Teatro Comunale non permisero
' al Corpo di Ballo di poter fare le prove per
lo spettacolo, che doveva aver luogo nell’e-
■ state di quell’ anno, così l’ impresario ordinò
ai ballerini di andare al Teatro di S. Rocco
onde ivi prepararsi per la produzione del
ballo — La Caduta di Nanzur — che fu
poi rappresentato la sera del’.i 23 Giugno^
come si è veduto nella Prima Parte di que-
ste Memorie.
— 146 —
1820. — In quest’ aniw venne istituita
una nuova Società composta di più di 100
membri sotto la Presidenza del N. Ui Conte
Luigi Munarini.
Non avendo avuto effetto l’ incanto del
.Teatro fatto nel 1816 dalla Comunità, fu
poscia ceduto a livello d<il Ministero deirin-
terno a questa nuova Società per valersene
ad uso di rappresentazioni Comiche. Il detto
locale lasciato per lo addietro in abbandono
era ridotto quasi in totale ruina; per la
qual cosa fu necessario ricostruirlo quasi di*
nuovo. Ne intrapresero la riduzione gli in-
gegneri Pietro Lecesque e Luigi Martinelli^
i qjuali costruirono una nuova sciila, sosti-
tuendo tre loggia -alle tre file di palchi, nella
prima delle quali vennero f.«tti nel centro
tre palchi per uso della Corte, ed uno in
mezzo alla seconda loggia pel Oovernatore
di Modena. La facciata esterna post i di fronte
al Convento delle Monache del Ritiro venne
ristaurata ed abbellita con ornati d’ intorno
alla porta d’ ingresso, sulla quale fu posta
r iscrizione — Teatro della Società Filo,
drammatica.
L’ interno della Sala fu dipinto dal Prof.
Magnauini coadjuvato dai Pittori Bernardino
RnsH e Ginroli. Al Magnanini si associò il
Prof. Vincenzi per dipingere il sipario e le
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— 147 —
fcene. Si provvidero pure oggetti di vestia-
rio e decorazioni pei dilettanti che recita-
vano, spendendosi in totale la somma di ol-
tre Modenesi L. 30,000 a debito della na-
scente Società sotto la garanzia dei fratelli
Conti Munarini.
Ecco i principali articoli del regolamento
nnanimamente sanzionato dai soci:
Ogni socio doveva sborsare una tangente
all’ atto d’ ingresso nella Società, e pagare
mensilmente it. L. 2.
Ogni suonatore d’ Orchestra che pre-
stasse gratuitamente l’opera sua, come ogni
Dilettante che si prestasse a recitare era
considerato quale socio onorario.
Un presidente, un vice presidente ed al-
tri membri nominati dalla Società formavano
la sua Rappresentmiza, la quale aveva l’in-
carico di amministrare gli affari sociali, con-
vocando r assemblea generale dei soci, quan-
do casi urgenti o straordinarii lo richiedes-
sero.
Bravi un Segretario, un vice Segretario,
tre oeusori, tre istruttori pel buon anda-
mento delle Rappresentazioni, un Computista,
un Economo per le provviste degli oggetti
necessarii all’ esistenza e progresso della
Società, un Cassiere. Si aggiungivano à pa-
gamento due altri impiegati i quali erano
10
— 148 —
r uno un Collettore, e 1’ altro il Custode del
Teatro, che godeva 1’ abitazione in un locale
annesso al palco Scenico.
Tutti i soci indistintameute avevano di-
ritto ad un determinato numero di vìglietti
d’ ingresso da distribuirsi àgli amici, potendo
quelli senza distinzione di sesso portarsi
allo spettacolo che davasi al Teatro tanto
nelle loggie che in platea a loro piaci-
mento.
Era concesso un numero maggiore di vi-
glietti al Presidente per favorire qualche
notabilità o forestiere che avesse desiderato
d’ intervenire al Teatro.
Nei viglietti era notato il giorno e 1’ ora
in cui aveva luogo il Trattenimento, col
Titolo e r Autore di ciò che veniva rappre-
sentato, raccomandando agli intervenienti di
presentarsi convenientemente vestiti, e di
non lasciarsi trasportare da smodate e cla-
morose dimostrazioni tanto negli applausi
quanto nel disapprovare.
Per rendere poi piU stabile questa Isti-,
tuzione si raccomandava 1’ aggregazione alla
Società di giovani dilettanti quali alunni, per
esercitarsi in qualità di sostituti ai recitanti,
onde mantenere così il vivajo in compensa-
zione di quelli che sortivano dalla Classe
Comica.
Digitized b^^opglt.
— U9 —
Altri articoli si tralasciano per brevità,
essendo ancora di minore importanza.
Non credo privo d’ interesse l’ indicare
qui sotto i nomi della Rappresentanza, non
che dei dilettanti Filodrammatici di questa
Società, i quali figuravano al primo suo na-
scere.
Presidente — Contg Luigi Munarini.
Vice Presidente — Marchese Ippolito
Livizzani.
Rappresentanti la Società — Avvocato
Barbieri — Avvocato Giovanni Padovani —
Avvocato Giuseppe De-Giacomi.
Segretario — Dottor More ali.
Vice Segretario — Leopoldo Scandiani.
Censori per rivedere le Produzioni e as-
sistere alle Prove — Prof. D. Gaetano Lu-
sveni — Prof. Gio. Brignoli — Dott. Ce'
sare Galvani.
Istruttori dei Dilettanti — Ferrari Giu-
seppe — Berselli Stefano — Martinelli ex
Capitano Vincenzo.
Economo — MalagoU ex Capitano.
Ragioniere — Manzieri.
Cassieij*e — N. N.
Collettore — Carlo .Zanni.
Custode del Teatro — An^ofl^o Ghinetti
ex sergente.
Macchinista — Palladio Manzini.
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— ItiO ^
Soci dilettanti che Fecitarono al princi-
piare della Istituzione;
Le Signore — Moreali nata Firn', moglie
del Segretario — Enrichetta Consetti in Si-
ffkicelli — Vandelli -«• Amò.
I Signori — Santyan Cav. Giuseppe —
Sighicelli Dottor Cesare — Pagani Notano
Giovanni — Padovani Giuseppe^ impiegato
Comunale — Ferrari Carlo — Messori Giu-
seppe — Muratori Pietro, Scolaro — Scan-
diani Leopoldo — Berselli Gaetano.
In seguito, mancando parecchi individui,
perchè ritirati dalla Società, subentrarono
altri, che nella second' epoca della Società,
coi primi, formavano la seguente Compa-
gnia:
Prima donna — Carolina Vecchi. (1)
Madre Nobile — Amalia Consetti in’
Zini.
Servetta — Gazzetti Giulia.
Primo Attore — Scandiani suddetto.
Primo Amoroso — Muratori suddetto.
Padre Nobile — Padovani suddetto.
(1) La Carolina Vecchi, di famiglia Flnalese sta-
bilita a Modena, nel 1823 aveva 16 anni circa: era un
flore di bellezza e di grazia: cantava e suonava be-
nino: e recitava stupendamente. Aveva flessa un fra-
tello di nome Cesare che suonava assai bene il pia-
noforte, e componeva con gusto quantunque non a-
vesse avuto maestri.
* ( N. d. C.)
Digiliiv- - —
— 181 -
• Génerico — Ferrari suddetto.
Parti da Vecchio — Mesiori suddetto.
Serve — Berselli suddetto.
Caratterista — Martinelli Ing. Luigi.
1821 — 24 Ottobre. — La nuova Società
Filodrammatica aprì il suo Teatro con una
cantata allusiva alla nascita dei Principe
Ferdinando d’ Este, inaugurando cosi sotto
gli auspicii dalla Corta la sua prima esi-
stenza
La poesia era del giovane Dott. Carlo
Malmusi, e la musica del noto Maestro Mi-
chele Fusco.
Fu eseguita dalla Dilettante Soprano'
Luigia Gaspermi Dinelli in unione ai Co-
risti.
Tanto la musica ben intesa, che la^ Can-
tante ebbero un esito felicissimo, meritando
numerosi applausi.
Alla Cantata fece seguito una Commedia
in 3 atti appositamente composta dal Prof.
Gaetano Barbieri (1) di Modena, il quale a-
veya preso domicilio in Milano. S‘ intitolava
quel lavoro drammatico — Il Poeta in iscont-
piglio — e TÀutore intese con esso di rap-
presentare la formazione di una Società
Questo scrittore Modenese è noto specìalinenU
per te sue traduzioni di Walter Scott. Mori nonage-
n «io in Milano P anuo 1853. ( N. d. c. )
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— m —
Filodrammatica ove il Presidente e un Poeta
avevano la parte principale, e così far cono-
scere anche scherzando, quale era lo scopo
della nascente istituzione.
Sebbene la composizione non fosse una
delle più felici di quell’ ingegno distinto, pu-
re non mancarono gli applausi agli esecutori,
e quanti assistettero a quello spettacolo di-
mostrarono apertamente di aver riconosciuto
l’utilità di quella Società che dilettando si
rendeva benemerita al suo paese.
1822 — 14 Febbraio — Commedia inti-
tolata — La bella Fatlora — recitata dai
Dilettanti Filodrammatici.
V’ intervenne anche la R. Corte, e l’esito
fu splendidissimo.
4 Marzo. — Si recitarono due farse l’u-
na intitolata — Jl Muto — e 1’ altra — Due
Vecchie ed un albero.
Anche in queste produzioni si distinsero
i dilettanti che 1’ eseguirono.
28 Maggio — Gaspare Leonesi di Bolo-
gna diede un’ accademia di poesia estempo-
ranea nella quale, oltre il cantare in tutti i.
metri usati dagli improvvisatori, esegui quat-
tro intercalari di metro e soggetto diverso,
nel medesimo tempo, alternandone le stanze
e raccogliendone le rime in giro, e quattro
sibilloni alla volta con un metodo suo par->.
—
Digitized by
— 153 --
ticolare, e lo sviluppo di un’ azione trajg'ica
in poche scene con Cori all’ uso dei Greci. '>
Tutto riesci di soddisfazione universale
per la facilità e prontezza colh quali il Poeta
seppe trattare tutti i Temi che gli furono ì
proposti.
11 Viglietto d’ingresso costava una Lira
di Milano, non limitandosi l’altrui generosità.
1823 — 11 Marzo. — Accademia di poe- t
sia estemporanea data dal Poeta Sgricci To- .
maso Aretino.
Improvvisò un intero Dramma intitolato ,
— Il Ritorno d' Ulisse — e la ^Tragedia in-
titolata — La Morte d* Annibaie. >
Tanto nella prima che nell’ altra produ- ,
zione queir esimio improvvisatore diede prò- >
ve luminose del suo ferace ingegno, mante- i
nendo 1’ unità d’azione, verità di caratteri, !
e interessante sviluppo nel dar termine a .
quei componimenti; per la qual cosa il pub^ <.
blico rimase attonito ed entusiasmato per
la straordinaria bravura dimostrata in tutto '
il corso di quelle produzioni. ,
3 Aprile — Dramma — L’ Abate de U E- ‘
pée — ' eseguito dai Dilettanti, fra quali si di- '
stinsero in particolar modoUa giovinetta Caro-;,
lina Vecchi^ e il giovane Giuseppe Padovani- •
7 Aprile — Replica del Dramma — [
baie de V Epèe — nella qual, sera venne
4
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— m —
distribuito un Sonetto in lode dei aullodatà
due dilettanti.
1824. — 29 Gennaio — Commedia — fi J?i-
$carcimento -- eseguita dai Dilettanti, e tradoth
ta dal Tedesco dal Professore Brignoli. (1)
12 Febbraio — Replica della Commedia
— • Jl Risarcimento — con applausi i
16 Febbraio — Commedia Gli Inna-
morati — del Goldoni recitata con buonis-
simo risultato dai dilettanti.
23 Febbraio — Si replicò la stessa Com- •
media del Goldoni.
Essendo mancato ai vivi nell’ anno ca-
duto 1823 il Conte Luigi Munarmt tanto
benemerito Presidente della Società FHo-
drammatica, questa volle dare all’ illustre
defunto un contrasegno di sua stima e ri-
conoscenza coir ordinaro un busto marmoreo
rappresentante la sua efUgie allo scultore
Prof. Pisani. (2)
(1) Giovanni de’ Brignoli di Branahoff di patria •
Friulano tenne cattedra in Modena di botanica e di
economia rurale. Lasciò scritti non solo su queste
scienze nelle quali era versatissimo; ma f\i ancora
letterato distioto. Mancò in questa citta li le apHI»
1857. ( N. d. C. )
(t) Oitueppe Pisani Carrarese fino dal 1815 era
stato chiamato ad insegnare scultura nell’ Accademia
di belle arti iu Modena, e morto i4 Talentissimo
chitetto Giuseppe Soli da Vignola gli subentrò in
qualità di direttore dell’ Accademia stessa. L’ opera
sua inrihcipale si è il jmonumento sepolcrale del Duca '
Ercole HI nel Duomo. Mori li 27 decembre 1839.
< N. d. C.)
—
— 15S —
1824. — ^ Aprile — Commedia in versi
It Ravveduto — composizione del socio *
CaV. Tomaso Gargallo Marchese di Castel*
leatini (1) alla quale segui la Farsa — La ■
Collerica, Tale spettacolo eseguito dai Di-
lettanti fu dato a vantaggio dei poveri ver-
gognosi. ed ebbe T approvazione universale.
■ In detta 'sera del 29 aprile 1^4 Cu
scoperto al pubblico il busto del Munarini, .
posto nell’ atrio del Teatro entro una nicchia,
e sopra piedestallo con iscrizione.
Questo monumento al presente si trova
nella bibfioteca dei Marchesi Bellencini-Ba-
gnesi, dove pure si conserva un ritratto del
Munarini dipinto ad olio su tela. Mi piace
qui riportare la suaccennata iscrizioue
ALOIS. COM. MUNARINIO. PATRICIO. JlVT.
S>. K. FRANCISCI. IV. A. CVB.
BQ. ORO. .HIL. S. HERMENBOILDI. HI8PA11.
VIRO. INTEGERIMO. CANDIDO. INGENIOSO
QVOD
EXIMIAM. LAVDEM. OB. PRIMAM. PRAEIì'BCTVRAÌI
BtVIVSCB. SOCIBTATIS. PHILODRAMMATICBS '
PER.VMANTER. NAVITERQ. AB. SE. GESTAftl
INGENTESQ. CVRAS. AD..EAM. PROMOVSNDAM
INLUSTRANDAM. SVSCEPTAS. PROMERITVS. FVERIT
80DALES. yBMORIAB. ElVS. HONEST ANDAR. OAV^
MON. D. D. -
‘ ‘ • ' • A. MD CCCXIII. * >
' (J> PÓttU Siciliano. La aua traduziiwe d* Oratilo
èforsa la niiglior« che ai conoaca. Mori otiyagenario
in Siracusa i.anno 1S44. ('C N. d.V
♦
(
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— 156 —
Specialmente per quelli, ai quali non sono
famigliar! la lingua Latina e le abbreviature
deir epigrafia, soggiungiamo che il Conte
Luigi Munarini, figlio a Camillo e a Donna
Eleonora Sassi, servi col grado di ufficiale
nellamarinaSpagnuolaguadagnandosilacroce
ed il titolo di Cavaliere di S. Ermenegildo.
Poco dopo la ristaurazione Estense tornò
in patria, dove Francesco IV lo nominò suo
Camberlano, e dove visse sino al 2 maggio
1823. Il Conte Luigi fu amante del lieto .
vivere: con facile eloquio narrava le avven-
ture occorsegli ne suoi viaggi al Perii ed
al Messico: accordò il suo favore alla Mo-
denese Società Filodrammatica che gli si
mostrò riconoscente coll’ erigergli il busto
suddetto, e col pubblicare per l’ inaugura-
zione dallo stesso una raccolta di poesie.
La Famiglia Munarini si è estinta.
Un altro Modenese sul principiare di
questo secolo serviva la Spagna nella mari-
neria. Era questi il Conte Giuseppe Valdrighi
che mori a Cadice di Lbbre gialla nel 1800.
Ne parla il prof. Cav. Lodovico Bosellini nel*
r Elogio del Conte Luigi Valdrighi eh’ era .
fratello al detto Giuseppe,
1824. — 16 Giugno — Grande Accade-
mia di Giuochi fisici e meccauici dati dalla
Società Baròzzi^ Wolf, e Compagni.
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I
-- 157 —
Viglietto d* ingresso ai primi Posti cen-
tesimi 50
Idem pei Secondi 25
25 Giugno — Accademia vocale e istm-
mentale data dalla Suonatrice di Violino
Giulia Parravicini, e dal Cantante Antonio
David.
Viglietto per la platea it. L. 1. •
Per le prime Loggie 1. ^
1825. — 17 Gennaio — Commedia del
Conta Marchisio (1) intitolata — Probità ed
Ambizione — seguita dalla Farsa — Il Bot^
tajo — recitate con lode dai Dilettanti.
24 Gennaio — Si replicò lo spettacolo
dato la sera delli 17 coll’ intervento della
R. Corte.
8 Febbraio — Commedia — Il Ventaglio
— del Goldoni — recitata assai bene dai
Dilettanti Filodrammatici.
1825. — 15 Marzo — Accademia istru-
mentale e vocale data dalla Suonatrice di
Arpa Giuseppina Ronzi Foumier. ove si
produssero nel Canto altri individui di sua
famiglia.
(1) Questo Conte ifareMsio non sappiamo ben dire
se sia il Conte Francesco Maria che colla moglie ed
altri dilettanti eseguì nel 1811 ai Teatro di Corte l'o-
pera Olulietta e Romeo, ovvero il Conte aiuliano, il
quale fu buon letterato ed era morto li 24 luglio 1817.
( N. d. G. )
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— m —
Aprilé — In -questa sera si diede ter-
mfoe al solito annuale corso di Rappresene
tafcioni Comiche della Società Filodramma-
tica, dedicandone T introito a pagamento a
betiefisio dèi Porveri, come era di costume. .
Molte dèlie produzioni * sin qui* date nom fti-
rono da me indicate, perchè 1’ Ingegnere
Luigi Martinelli, ultimo segretario della So-
cietà, che gentilmente* mi diede alcune no-
tilo'’ importanti' di essa;, non -mi seppe pre-
cièarne 1’ epoca, ma soltanto accennarmi i
titoli, delle quali qui jqjpresso darò 1’ elenco
soltanto. I ■
' Merita^ una singolare menzione però 1’ e-
secuzione. della. Tragedia dell' Alfieri intitoK *
lata Sanile data in quest’ anno, in cui,, seb-
bene r assunto fosse assai arduo per qua-
lunque- provetto attore, pure 1’ esito coronò
a dismisura le fatiche- dii queit valorosi Db '
Iettanti.
f Le* parti erano divise nel modo seguentiet
’ Sani — ' Giuseppe Padovani.
‘ 'David: — Pietro Muratori.
Micci — Carolina Vecchi.
^Abirnelec — Giuseppe Messori.
1 , Gtonatoi — Carlo Ferrari.
Abnev — Cavaliere Santjan.
Il Padovani esegui la sua parte da grande
artista^ e gli altri tutti non lasciarono nulla
a desiderare sul loro conto.
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— Ì59 —
Le produzioni poi date durante il tenqpo
^he fioriva la Società, delb iquali non .mi fa
possibile stabilire la data furono le saguenti;
• Commedie — Il Nuovo Ricco^ di Nota , —
Il curioso Accidente, del Goldoni — Il Don
Desiderio^ di Giraud La Borsa Perduta
— / Cavalieri d’ Ltduslria, di Marchisio. —
Il Viaggio a Dieppe.
1826. — 3 Gennaio — Commedia — Lo
anniversario nuziale prodotta dai Dilet-
tanti suddetti
5 Febbraio. — Commedia — Il Mairi-
monio per concorso — d.d Goldoni, colla
Farsa del Dott. Cimbardi intitolata — Vlm-
provvisatore. ,
In Febbraio. — Opera — Il Barbiere di
Siviglia — con musica di Rossini eseguita
dei seguenti dilettanti di Canto :
Rosina — Luigia Gasperini Dinelli
Figaro — Dottor Pietro Barbieri.
Conte cT Almaviva — Dottor Antonio
Ramazzini.
D. Bartolo — Francesco Baggi vete»
rano della Grande Armata di Mosca.
D. Basilio — Conte Francesco Valentini.
Quest’ Opera venne ripetuta per diverse
sere con moltissimi applausi agli esecutori
fra i quali distingue vansi la Dinelli per
chiara voce di soprano e brillante agilità,
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— IGO —
il Barbieri buon cantante ed esimio attore,
e il Ramazzini che sebbene non avesse un
timbro di voce molto forte, pure colla grazia
del canto sapeva attirarsi la simpatia degli
uditori. Gli altri tutti eseguiroii lodelvolmen-
te la loro parte, riscuotendo anch’ essi non
dubbi segni d’ approvazione.
L’ Orchestra in parte si componeva di
Suonatori di professione e in parte di di-
lettanti; si contavano fra questi ultimi il
Cav. Giuseppe Riccia (1) il N. U. Benedetto
Pignatti ambo suonatori di Flauto, e il Conte
Valerio Salimbeni primo Clarino. Era primo
Violino il sempre lodato Giovanni Mariy e
diresse tuttp r assieme di questo spettacolo,
ove intervenne anche la R. Corte, il Maestro
Antonio Gandini.
18^. — 2 Ottobre — Accademia di
Poesia estemporanea del Poeta Giovanni
Longhi allievo di Gianni.
(1) Il Cav. Ricci con sentenza di una commissione
militare in data dell’ undici luglio 1832 fu condannato
alla pena di morte da eseguirsi mediante la forca
siccome capo d’ una congiura che aveva per iscopo
di toglier la vita al Duca Francesco IV, e di assicu-
rarsi della persona della Duchessa per paralizzare
con ciò la preveduta opposizione militare a potersi
impossessare dello stato. 11 Duca commutò la pena
della forca nell' altra della fucilazione, che fu inflitta
al Ricci nei prati adiacenti alla porta soccorso della
cittadella di Modena addi 19 luglio 1832.
( N. d. C. )
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— 161 —
Viglietto d’ ingresso L., 1 di Milano pari
a centesimi 76.
1828. — 5 Giugno — Accademia di ballo
e suono delta da Lorenzo Lunt, e da Mada>
migella Elena Lunt al Teatro di S- Rocco.
Viglietto d’ ingresso alla platea
centesimi 50
Idem, alle Loggie 60
30 Agosto — Angelo Ruvinetti di Bolo-
gna diede un corso di 28 Comiche rappre-
sentazioni colle Marionette., e fra gl’ inter-
mezzi si produsse ancora un giovine a can-
tare delle arie. Tale trattenimento ebbe ot-
timo esito, segnatamente per la Maschera
Bolognese del Taharrino^ che veniva soste-
nuta con brillantissimo successo.
1828. — 12 Ottobre — Pietro Pozzesi,
che aveva dato un’ Opera per la fiera a San
Giovanni in Persiceto, portò la sua compa-
gnia di Canto a fare un breve corso di
quello Spettacolo al Teatro di S. Rocco,
accordatogli dalla Società proprietaria. L’O-
pera era — La Semiramide — di Rossini:
i Cantanti furono i sottonotati.
Prima donna — Caterina Pozzesi, mo-
glie dell’ Impresario. *
Contralto — Chiara Gualdi.
Tenore — Pietro Bosio.
Baritono — Pietro Lei Modenese.
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— 162 —
Colle rispettive seconde parti.
Viglìetto d’ ingresso contesimi . 50
Per la prima fila di Leggio oltre
r ingresso 50
Per la seconda fila idem 25
L’ impresario pagava per l’ affitto del
Teatro alla Società Filodrammatica nelle
prime quattro Rappresentazioni it. L. 8, e
nelle altre it. L. 6.
Lo spettacolo ebbe buonissimo risultato,
mercè la bravura della Gualdi, che ad una
ottima voce univa buon metodo di canto,
della Pozzesi vecchia artista, e del Lei for-
nito di robusta voce e lodévole abilità.
L’ Orchestra e gli altri cantanti contri-
buirono per parte loro a rendere piacevole
quel teatrale trattenimento.
1829. — In Quaresima — Giulio Preti
di Modena diede un divertimento di Mario-,
nette, che fu accolto con buon esito.
Viglietto d' ingresso centesimi 20
Alla prima e seconda Loggia 40
Alla terza 20
2 Giugno — Certo Sante Oranati pro-
dusse in questo Teatro un suo Cane barbino
chiamato Tafnigi, il quale faceva conteggi
con numeri segnati in cartoncini preparati,
come pure componeva parole con lettere
dipinte in carte apposite, e facevB giuochi
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— 163 —
di carte cou molta facilità e sorprese degli
spettatori. Tale spettacolo però non ebbe
gran concorso.
1830. — 2 Marzo — Corso di Comiche
rappresentazioni con balli eseguiti dalle Ma-
rionette del proprietario Angelo Ruvinetti di
Bologna.
10 Giugno — Domenico Ruzzenati Pro-
fessore di Giuochi fisici e meccanici diede
un corso di cinque rappresentazioni, produ-
cendo purè un Cane da lui istruito con
qualche incontro.
Il Viglietto d’ingresso era a cen.mi 30
Quello delle loggie 50
1831. — 28 Agosto — Abbonamento di
24 Rappresentazioni Comiche colle Mario-
nette al prezzo d’ it. L. 2, 30 intraprese dal-
r Impresario Angelo Ruvinetti con discreto
successo.
Fin dalla seconda metà del 1821 la So-
cietà Filodrammatica ebbe a soffrire qualche
vicenda per gli avvenimenti politici di quel-
r epoca, che pose non pochi individui di
essa in sospetto alla Polizia per sentimenti
avversi al Governo Estense.
Taluno venne carcerato, altri fu costretto
ad emigrare, e così a poco a poco sbigottite
anche le donne dall’ atteggiamento allar-
mante dell’ Autorità verso quell’ Istituzione,
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tei manifestò tale freddez^ia. eh« in seguito
non fu possibile raccogliere i materiali in-
dispensabili a progredire negli ordinarli an-
nàaii trattenimenti. La poca energia del
Presidente Marchese I. Livizzani^ che non
seppe opporre alcun freno all’ insistente
opposizione dei nemici di quella Società, le
nuove vicende politiche del 1831, che ne
resero piò critica la posizione, e V abbandono
di’ altri che avrebbero potuto influire a di
lei vantaggio, contribuirono al suo totale
disfacimento.
EJrano già parecchi anni che la' Società
Filodrammatica dormiva un letargico sonno,
quando nel 1835 il Cholàra Morhm minac-
ciando queste contrade suggerì 1’ idea a
qualcuno di rimettere il locale di quel Teatro
nuovamente sotto il patrocinio di S. Rocco’
col sostituire al mondano agitarsi dei sce-
nici ludi la pietosa calma del Santuario.
Infatti il Duca Francesco 7F, animato
aneli’ esso da tale religioso spirito, invitò il
Presidente della Società a cedergli i miglio-
ramenti fatti a quel locale, dietro un equo
risarcimento, in cui fu pur compreso il
valore d’ ogni oggetto che ad essa appar-
teneva.
Dietro tale invito, convocaronsi i Socii, i
quali stabilirono di rinunziare ogni cosa
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— i65 —
air Augusto richiedente, e col ricavato ven-
nero liquidati i debiti della Società, com-
pensando col rimanente il Custode e il Col-
lettore del Teatro pei servigii prestati.
In tal modo ebbe termine 1’ esistenza di
»
questo Teatro Filodrammatico, che già sacro
al culto divino ridivenne chiesa, ove officiò
la Confraternita dello SS. Stimmate sotto il
patronato di S. Rocco. La riduzione del
Teatro a Tempio fu condotta sotto la dire-
zione deir Ingegnere Professore Francesco
^ Vanclelli.
L’ unico segnale che rimanga ora ad in-
dicare r uso scenico a cui per oltre 40 anni
fu destinato quel locale si è un martello a
foggia di cetra infisso alla porta della casa
N. 18 nel corso delle Belle Arti.
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— i66 —
Capo Vili.
TEATRO DEL COLLEGIO
DI S. Carlo
•
Il Collegio dei Nobili di S. Carlo fondato
dal Conte Paolo Boschetti nella casa detta
della Commenda dei Cavalieri di Malta da
S. Giovanni del Cantone fin dal 1626, ad
oggetto d’ istruire i giovani* appartenenti
alle Nobili famiglie d’ Italia nei principii di *
religione, nelle lettere, scienze, e negli e-
sercizii cavallereschi, venne poscia a stabi-
lirsi, dietro acquisti fatti dalla sua Ammini-
strazione, nel luogo che occupa tuttora.
Verso il 1664 si cominciò a demolire parte
delle case comperate, e ad erigere la gran-
diosa fabbrica col portico sottostante secondo
r attuale sua forma, e nel 1753 si prolungò
il detto portico, costruendovi sopra il Teatro
domestico, che servir doveva ai Nobili A-
lunni pei loro saggi di profitto nelle arti
cavalleresche.
Crediamo opportuno, e forse* anche
non discaro a nostri lettori amanti della
storia patria 1’ aggiungere qualche più det-
tagliata notizia circa le origini e ì progressi
del Collegio de’ Nobili, istituto che riuscì,
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— 167 —
ed è tuttora di tanto decoro alla nostra
città, e di tanto vantaggio alla gioventù ita’
liana.
Alcuni poveri operai Modenesi (fra i quali
il falegname Giovanni Lintruti, sopranomi-
nato il Pranzino per certa frangia chepen-
devagli dalla berretta, Modesto Gagnoli yen-
ditore di ^ pignatte, ed il cappellaio Gio :
Paolo Brizzi) cominciarono nel 1608 ad ag-
girarsi per la città limosinando allo scopo •
di poter albergare alcune povere vedove, ed
a radunarsi di spesso nella meschina casuc-
cia del Pranzino per farvi esercizii di divo-
zione.
La piccola congregazione si vide presto
fatta segno alla stima ed all’ amore della
Borghesia 9 dei Grandi.
Fra quest’ ultimi il Conte Paolo Boschetti
(1) venuto nel 1609 da Firenze a Modena
intervenne* alla divota adunanza della na-
scente congregazione ed ammiratane la pie-
tà la raccomandò ai Padri Teatini, che nel
(1) Paolo del Conte Giacomo Boschetti e ùì Anto-
nia Pallavicini. Cavaliere dell’ Ordine di S. Stefano,
servì gli Estensi nelle armi e nella diplomazia;ed in
vero intervenne alla guerricciuola di Garfagnana con-
tro i Lucchesi, (1613) per 28 anni dimorò in Firenze
in qualità d’ inviato dei Duchi di Modena, e dal Duca
Cesare in sul cadere dell’ anno 1616 fu mandato in
Francia, dove si trattenne nei primi sei mesi del se-
guente anno.
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1604 eransi stabiliti in Modena. Il Padre
V
Marcello Meati o MegalH, che ne fu eletto
Direttore, assegnò ai pii artigiani una stan-
za a modo d’ oratorio presso la Chiesa della
Madonna del Paradiso, e quivi i confratelli
alla festa radunavansi ed udir prediche, re-
citar preci, ascoltar messa e frequentare i
sacramenti. ,
A que’ tempi Ippolito Galantini, nato in
sull’ Arno da un tessitor di drappi di seta
li 14 ottobre 1565, insieme a pochi compa-
gni visitando carceri, raccogliendo e distri-
buendo vivande in tempo di carestia, inse-
gnando la dottrina cristiana ai fanciulli, che
allontanava dall" ozio e dal vagabondaggio,
edificava di santità Firenze. Volterra, Pistoja,
Lo spirito religioso e 1’ amor patrio che nutriva
in cuore ne fecero un modello del gentiluomo cri-
stiano e lo resero sommamente benemerito del suo
paese per le istituzioni da lui promosse, delie qua-
li si tratta in questo scritto, e per aver fornito la-
voro e capitali ad uomini bisognosi ed onesti, fra i
quali ricorderemo il sunominato G. P. Drizzi che pel
primo introdusse la vendita de’ cappelli in Modena,
dove per V addietro costuma vasi portar cappuccio o
berretta.
11 Boschetti, che nel 1619 fu consacrató sacerdote,
• venne' a morte in S. Cesario, feudo della sua nobile
famiglia nella notte dal 26 .al 27 luglio 1627, e coslfii
privo dell'onesta compiacenza di vedere i primi frutti
deir istituto da lui fondato, vogliam dire del Collegio
-dei Nobili, che quando mancò alla vita da soli otto
mesi era stato aperto..
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^ w —
LuQca» ie colline' Pisane, ed altri luoghi
deir Gtruria. Papa Leone XII lo proclanxd»
Beato nel 1825.
Il Conte Boschetti che oompiacevasi del
gran bene operato dalla pia associazione
del laico Fiorentino, volle che la Congrega-
zione Modenese s’ informasse allo spirito di
quella, e chiamati a se il Lintruti ed altri
li trattenne alcun tempo a Firenze acciocché
vedessero ed imparassero ciò che ivi operava
il Galantini a vantaggio della 'società e ad
onore di Dio.
«
Nel 1612 la compagnia del Pranzino
prese forma Canonica di Congregazione sotto
r invocazione deUa B. V. M. e di S. Carlo
Borromeo^ con autorizzazione Vescovile e
Pontificia, ed in tal circostanza il Galantini,
annuente il Gran Duca Cosimo II, fti in Mo’r
dena, dove si fermò 40 giorni bandendo tre
volte la settimana la parola di Dio : e non
solo il popolo numeroso accorreva ad ascol-
tarlo, ma la nobiltà ancora, il clero, il Ve-
scovo ed il Principe. ,
La nuova Congregazione venne crescendo,
a lei si associarono diversi sacerdoti, con-
tinuò le sue pratiche ordinarie nell’ oratorio
del Paradiso, e le straordinarie cominciò ad
adempierle • nella Chiesa di S. Giovanni del
Cantone, oh’: era de’ Cavalieri di Malta. Evi
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— 170 —
istituì ancora nel 1619 le Scuole Pie a fine
di dare ai fanciulli popolani l’ istruzione eie-
xnentare e la educazione religiosa.
Nel 1624 o 1625 la suddetta Congrega-
zione si divise in due. La prima frazione
prese a titolare la Natività della B. V. e
rimase sotto la Direzione dei Padri Teatini,
dedicandosi specialmente all’ ascetismo. Per
‘ donazioni ottenute dei Principi Estensi que-
sta fu in grado nel 1634 di costruire per
suo uso r oratorio di S. Carlo detto Rotondo.
Soppressa nel 1798, il suo oratorio fu ridotto
a magazzino, e fu quindi costretta ad emi-
grare in altre chiese : e soltanto potè ritor-
narvi quando il Municipio, per isciogliere
un voto fatto nell’ occasione che Modena fu
colpita dal Cholera Morhus^ lo ristaurò e
ridonò al culto nel 1857.
L’ altra frazione che s’ intitolò dall’As-
sunzione di M. V. affidata alle cure di Don
Stefano Zampaloca restò in S. Giovanni del
Cantone, e s’ impiegò in opere di carità e
particolarmente nell’ insegnamento. Il Conte
Boechetii fra le due sezioni predilesse que-
st’ ultima, di cui molti laici facevano parte,
e che solo nel 1682 all' incirca si compose
esclusivamente di sacerdoti secolari,
f Vedendo egli prosperare le Scuole Pie
sollevò r animo a maggiori coi^e e venne in
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— 17i —
pensiero di aprire un' Collegio per 1’ educa-
zione della nobile gioventù Italiana. Stampa
quindi in Modena per Giuliano Cassiani nel
1626 un libercolo, che ha per titolo: Motivi
e Capitoli generali del Collegio de’ Nobili.
dalla lettura del quale rifulge lo zelo, la
prudenza e 1’ abilità del benemerito gentil-
uomo Modenese, che proponevasi di educare
sin dai «primi anni il patriziato di tal guisa
che potesse soddisfare in egual modo ai
doveri verso Dio e verso la società. A ciò
non fu tratto da mire d’ ambizione o d’ in-
teresse, ma esclusivamente dalla carità cri-
stiana; ed in vero non volle che il suo pro-
gramma fosse distribuito a Parma ed a Bo-
logna dove esistevano fiorenti case d’ edu-
cazione ;per la nobile gioventù. Il disegno
di quest’ opera regolata dalla Congregazione
della B. V. M. e di Carlo, posta più spe-
cialmente sotto r invocazione di S. Dionigi
Areopagita, encomiata e protetta dai Duchi
Estensi fu poi felicemente attuato; avve-
gnacchè il Collegio de’ Nobili in Modena si
aprì a S. Giovanni del Cantone addì 25 no-
vembre 1626 coll’ accettazione di un discreto
numero di nobili giovinetti per la maggior
parte fiorentini e genovesi..
Mancato poco appresso il Boschetti ne
fu eletto Rettore Don Stefano Zampaloca
— m —
d^ettore della, suddetta CongregaaiQue^ che
V avveduto fondatore ^ sue; spese aveya
inviato a Firenze ed altrove a visitare i piii,
celebrati collegi per formarne un perfette?
educatore. , .
Alla Congregazione, di cui teniamo pa-
rola, §i uni nel 1632 la* compagnia del Sa-
cramento, in seguito ad un pio legato del
Conte Camillo Molza (morto a Roma l’anno
1631) consistente in diverse case poste in
Modena nei pressi della Croce della Pietra (J.J,
vale a dire della località dove la Rua grande
viene a sboccare in Via Emilia. Ivi furono
traslocate le scuole pie ed il Collegio, ivi
sorse a poco a poco il grandioso' fabbricato
dell’ attuai collegio, ivi fu aperta nel 1676
la chiesa di S. Carlo del Castellarp, eretta
"sul disegno del celebre architetto. Romano
Bartolomeo Avanzini. ,
Anche 1’ Università degli studii, apertasi
in Modena nel 1678 e solennemente instau-
rata dal Duca Francesco II nel 1683, può
dirsi una gloria dalla Congregazione di San
Carlo; imperocché a quei sacerdoti venne
affidata.. sin dal suo nascere, e dessi la res-
‘ ' (1) Il cniariseimo March. Cesare Cwmport scrisse
un* erudita memoria sù questo autico monumento
patrio, e si legge a pag. 109 nel Tomo X delle Memorie
della R. Accademia di Scienze Lettere ed arti in Mo-
dena. - 1 . . .j ..... .
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t
— 173 ~ .
sero sino al 1772, in cui il munifico Frani
cesco in la ristaurò ed ampliò. . ’
Ma torniamo al principale nostro argo-
manto. In breve volger di tempo il Modenese
Collegio venne in gran rinomanza, e da tutte
le parti d” Italia vi convenne il fiore della
patrizia gioventù. Molti de’ giovani ivi edu-
cati salirono dappoi ad alte cariche eccle-
siastiche, civili e militari, e si segnalarono
nelle scienze e nelle lettere : e quindi questo
Collegio vanta fra suoi allievi Cardinali, Ar-
civescovi, Vescovi, Dogi, Capitani, Marescialli,
Ammiragli, Rettori di provincie. Letterati e
Filosofi insigni.
I ritratti di questi valentuomini adornano
le sale dell’ istituto, ed una di queste, la
^ maggiore, è riservata ai porporati, de' quali
nominerò solamente due Modenesi Livizzani
Giuseppe (creato 1753 morto 1754) ed An-
tonio Frosini (creato 1823 morto 1834).
V Nè creda il lettore, perchè non, pochi
‘suoi alunni portarono il cappello cardinalizio
o il pallio o la Mitra, che il Collegio dei
Nobili fosse un seminario di cherici; che
mal s’ apporrebbe. Nella corte Romana, nei
tempi andati, alla nobile gioventù Italiana
aprivasi 1’ accreditata carriera diplomatica,
che non poteva esser percorsa dai laici: ed
ecco la ragione per cui gli allievi del nostro
■* -i.
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, _ 174 —
Collegio, i quali nell’ annessa Università po-
tevano anche applicarsi allo studio delle
leggi civili, del gius canonico, e della teo-
logia fornirono alla Chiesa tanti dignitari.
Nell’ albo de’ convittori, dall’ anno della
sua fondazione a tutto il decorso 1872, ve ne
sono inscritti 2192: e fra essi, per citarne
alcuni pochi de’ meno antichi ricorderema
Alfonso Varano, Ippolito e Giovanni Pinde-
monti, Gio. Carlo di Negro. Girolamo Orti,
Leopoldo Cicognara, Cesare Liicchesini, A-
chille Fontanelli, Federico Manftedini, Fer-
dinando Marescalchi, Francesco Valdrighi.
AI finire dello scorso secolo e sul prin-
cipiare di questo, anche la Congregazione
de’ Sacerdoti secolari di S. Carlo fu sop-
pressa, ed i^ Rettori e gli amministratori
laici del medesimo furono nominati dal capo
dello stato.
L Collegio Modenese, che secondo i tempi
ora fu detto de’ Nobili, ora Ducale, oraNa-
zionale, ora Reale, ed ora semplicemente di
S. Carlo, ebbe diversi periodi di fioridezza.
e di decadimento : e dall’ ultimo di questi
ebbe il merito di risollevarlo il Dottor Don
Luigi Spallanzani di grata memoria, il quale
ne fu Rettore dal 1849 al 1872. Desso mi-
gliorò i metodi d' istruzione, largamente rin-
novò il sistema di civile educazione, e rimise
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— 175 —
in buon assetto T amministrazione economi-
ca. Sotto il suo regime a poco a poco l’ i-
stituto perdette l’ indole sua privilegiata ed
esclusiva a favore della Nobiltà, onde accol-
se dappoi senza distinzione di classi fra le
.sue mura e patrizi! e cittadini,
A promovere gli studii letterarii o ca-
vallereschi in questo Collegio servivano mi-
rabilmente le Accademie ivi istituite. Si
hanno memorie d’ un Accademia letteraria
denominata -degli Elpomeni esistente presso
detto istituto sino dall’ anno 1635. Un’Acca-
demia di lettere, ppscia chiamata di scienze
e belle lettere, ed un’ altra di belle arti vi
fiorirono lungo tempo, ed estintasi la prima
fu richiamata in vita nel 1855 dal Rettore
Don Spallanzani. I presidenti o principi delle
medesime sortendo di Collegio vi lasciavano
il proprio ritratto, e pochi anni or sono
quest’antica costumanza era ancora o.sscrvata.
Nel 1826 fu Principe d’Arti il Nobil Uo-
mo Modenese Alessandro Gandini, 1* autore
di questa Cronistoria. Il suo ritratto adorna
con altri il teatro del Collegio.
Non tutti però i ritratti che fregiano le
sale del Collegio sono di Principi delle detto
accademie ; ma parecchi furono spontanea-
mente donati dagli antichi alunni o dai loro
congiunti, altri furono ad essi richiesti dai
— 176 —
rettori del Collegio, indotti dai meriti e di.
goità degli allievi a procurarsene l’ effigie
per aumentarne l’ insigne raccolta ad onore
dell’ individuo educato e dell’ istituto educa*
tore, nonché ad esempio de’ giovinetti che
stavano educando.
I saggi ed esperimenti degli alunni del
Collegio di S. Carlo nelle arti cavalleresche
si davano sotto 1’ aspetto di Azioni dramma-
tiche 0 mimiche, per lo più composte ed e-
, seguite dai convittori stessi, e corredate di
halli figurati, di esercizi militari, di giuochi
ginnastici, di picca, di b,^ndiera o alabarda,
deir esecuzione di pezzi musicali a diversi
.strumenti, e dell’esposizione all’ ingresso del
Teatro di saggi di calligrafia, di disegni in
figure in ornati, ed in architettura.
Da. prima simili accademie venivano rap-
presentate in una sala, o nel cortile del Col-
legio stesso. Nel 1688 fra i documenti da
me consultati in proposito ho trovato che
si diede in una sala del Collegio un'Acca-
demia di lettere ed Aì'mi per la nascita del
Principe di Galles. — Poscia nel 1692 fu
data un’ Opera Tragicomica intitolata - I
disegni del Tiranno sturbati dal Cielo —
ossia Foca, per festeggiare il giorno natali-
zio del Duca Francesco //; nella qual’ Ope-
ra, fatta in una sala del Collegio, figurava-
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— i77 —
no i convittori Conte Giulio Cesare Mólza'
Conte Nicolò Maria Molsa, e Conte Alfonso
Fontanelli tutti di Modena.
Attente ricerche praticate nella bi-
blioteca del Collegio, che il mentissimo at-
tuale Rettore Dott. Don Gaetano • Simonini
gentilmente ci ha aperta, ci hanno messo in
grado d’ aggiungere indicazioni d’ accademie
date dai Convittori del Collegio dei Nobili
sconosciute al Maestro Gandini,
In ninna delle , stampe che ce ne hanno
tramandata la memoria è indicato il Teatro
nel quale furono eseguite : noi nell’ incertez-
za seguiremo il principio adottato dal Mae-
stro Gandini, cioè riguarderemo eseguite in
una sala del Collegio le Accademie di lette-
re e d’ arti, e nel teatro della Spelta le a-
zioni accademiche più grandiose consistenti
in rstppresentazioni sceniche, cantate in mu-
sica. danze e giuochi d’ armi.
1693 — Tributi di Pallade e Marte al
(Hme Estense. — Annua Accademia di let-
tere e d’ armi — I convittori recitarono
composizioni poetiche in Italiano è Francese,
giuocarono di picca di spada d’ insegna di
alabardino e di moschetto, saltarono il ca-
vnllo, eseguirono balli a solo, ed in più
danzarono correnti figurate, rigodoni, mt-
nuetti, 'horee figurate, e boree di Marly.
— 178 —
Furono poi pubblicati i nomi di quei
Convittori che si distinsero negli studi! delle
scienze, delle belle lettere, della lingua fran-
cese, nella scherma, nel ballo, nel caval-
care. •
Dei convittori nominati nel programma
di quest’ Accademia citeremo soltanto per
brevità i nomi dei Modenesi le famiglie dei
quali esistono tuttora, e sono i seguenti :
Marchese Luigi Molza.
Conte Giulio Cesare Molza. ^
Conte Alfonso Fontanelli.
Conte Giovanni Bellincini.
Conte Nicolò Maria Molza.
Conte Gio. Francesco Ferrari.
1694. — Pallade armata ossequiosa al
trono Estense. — Annua Accademia di let-
tere e d’ armi.
Nello stesso anno per la morte del Duca
Francesco II nel Collegio fu fatta un’ Acca-
demia letterar,^ con recita d’orazione, poesie
e due cantate in musica, sotto il titolo di
Teatro delle Virtà Piangenti.
1695. L' obbligata divozione del Col-
tegio de' Nobili prostrata al soglio di Rinal-
do I d’ Este Duca di Modena.
Solita annua Accademia di lettere e di
armi,
Nelle Memorie manoscritte d’ Alfonso
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— 179 —
Ronchi sotto la data 1 Marzo 1696 vMi
scritto : • I convittori diecfero la sera una
« Accademia d’ Armi vestiti tutti all’ eroica
• nel gran Cortile del Collegio coperto tutto
« di tele, illuminato da 27 torcie e quattro
• lumiere col concorso di tutta la nobiltà
« d'ambo i sessi. I Serenissimi stettero alle
« finestre sopra le quali v’ erano tappeti di
• veluto cremisi. L’ Accademia durò un*
• ora. •
Forse fu questo 1’ accademico tributo
intitolato — Pallade Pronuba — offerto
dai Convittori nel 1696 al Duca Rinaldo ed
alla Duchessa Carlotta Felieita di Brunswich
per festeggiare le loro nozze avvenute nel-
r anno antecedente.
1697. — Jl Cuore in olocausto per la
sospirata felicissima successione de' Serenis-
simi regnanti — Accademia di lettere e di
armi.
1698. — La Virtù in lite fra le lettere
e le armi — Accademia fatta dai Convittori
sul finire de' studii in detto anno.
Nello stesso anno i Convittori offrirono
alle Altezze Serenissime di Brunswich e di
Modena un tributo Accademico intitolato
L‘ Oroscopo Fortunato.
1699. — Il Secolo d' oro rinascente nelle
gloriosissime Nozze delle S. M. di Giosejfo
12
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180 —
<?’ Austria e di Amalia di Brunstoich Re e
Regina de* Romani — Applauso Accademico.
La guerra che ardeva in Italia fece so-
spendere per qualche anno le Accademie dei
Convittori.
1706. — Accademia di lettere e d’ armi
che prendeva argomento dalla gara fra Ulisse
ed Ajace per aver le armi di AchfUe.
1707. — L’ Accademia letteraria — Le
Oare fra la gloria del Sovrano e la felicità
dé’ sudditi — fu data dal Collegio per cele-
brare il ritorno del Duca ne suoi stati.
In detto anno fu anche data un’A^ccade-
mia d’ armi iVititolata — L'Armonia 'resti-
tuita alla Tracia o sia la prudenza rimessa
sul trono — Con questa si fest?ggiò per la
prirfia volta, dopo il ritorno di Duca Rinaldo
in Modena, il giorno natalizio del Principe
di Modena, che cadeva alli 2 di luglio.
Dal 1707 passiamo al 1713; che le Ac-
cademie date dai Convittori del Collegio dei
Nobili negli anni intermedii non pare che
fossero rappresentate in una sala, o teatro
del Collegio stesso.
1713. — 2 Luglio — La Virttl trion-
fante del Vizio — Accademia dedicata al
Principe di Modena nel di lui giorno nata-
lizio.
1714. — 2 Luglio — H tempio di Giano
•9“
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— 181 ~
chiuso 0 sia la Pace di Cesare Augusto
perator Romano — Accademia di lettere e
d’ armi.
1715. — 2 Luglio — L' Unione de' Ro-
rnani co’ Sabini.
1716. — 2 Luglio — La Nascita del
(jrande Achille idea dell' Rccelso Austriaco
infante.
1727. — Accademia letteraria per la
morte del Principe Gian Federico figlio al
Duca Rinaldo.
In seguito i detti Saggi Accademici si
produssero o in Corte, o, come abbiamo già
veduto, nel Teatro della Spelta.
^ In due de’ medesimi, eh’ ebber luogo
negli anni 1722 e 1724, troviam'o citato fra
i convittori Don .Alfotiso Varano di Came-
rino. Nato questi 1’ anno 1705 a Ferrara ivi
morì 1 anno 1788. Scrisse tragedie assai lo-
date; ma della sua maggiore celebrità' va
debitore alle Visioni., che il Moliti pareggiò
a quelle d’ Ezechiello, ed alla Messiade di
Klopstock. ^
Nel 1753 ebbe poi luogo l’ aprimento del
nuovo teatro domestico del Collegio stesso.
^ Un Teatro che pure dicevasi di casa o
domestico esisteva sino dal 1729 nel Collegio
dp Nobili in Modena: e quivi i Convittori
delle diverse Camerate, il numero delle quali
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— 1!82 —
variava da 7 a 9, nelle vacanze ’ del CarDO>
vale dal 1 729 al 1752 rappresentarono Opere
Sceniche cone intermezzi di hallo. Di tali
rappresentazioni possiamo dare 1’ elenco
avendo sott’ occhio una preziosa raccolta
de’ relativi programmi a stampa non veduta
dal Maestro Oandini. E con ciò almeno in
parte si riempie la lacuna lasciata da 'questo
benemerito nostro* concittadino nella storia
del detto Teatro, di cui non dà notizie per
un periodo di 56 anni vale a dire dal 1696
al 1752.
Taluno s’ annoierà nel leggere la Ittnga
serie di tragedie e commedie, di cui qui ap-
presso riportiaijao i titoli; ma speriamo che
non vorrà accusare i compilatori di ^jueste
aggiunte di voler ad ogni costo riempiere
le carte di cose inutili, quando si faccia ad
osservare che era preciso loro obbligo di
nulla pretermettere di relativo all’ argomento
che trattano.' D’ altra parte 1’ accorto lettore
al leggere i nomi degli autori delle produ-
zioni sottocitate avrà una prova patente che
il teatro italiano sul principiare del secolo
XVIII non poteva fornire materia ai convit-
tori pei loro esercizii drammatici, e che
quindi dovevano ricorrere al Teatro francese
illustrato da CorneiUe^ Racine, Molière' e
molti altri. Nel progredire soltanto di quel
DigitizedCy
183 --
sQieolo PiBr Jacopo Martelli per la tragedia,
e Carlo Ooldoni per la commedia intrapre-
sero la riforma’ e quasi siam per dire la
creazione del teatro nazionale, al. migliora-
mento del quale dappoi contribuirono il
Maffei^ il Contit V Alfieri, il Monti^ i due Pm-
demonti, M90 Foscolo^ Nieolini, Silvio Pel-
licOi Alessandro Manzoni^ nonché V Alber-
gali, il Federici, ed . altri più. moderni che
per esser, troppo noti non. nominiamo. Se
queste ! considerazioni, non tranquillassero il
nostro difficile lettore, gli daremo per ultimo
colle parole dell’ Ariosto . im consiglio:
•i Passi, vchi 'Vuoi, tre carte o quattro, senza
• Leggerne verso.
1729. Berenice. — Tragedia di Racine.
A grippa — Opera tradotta dal francese.
Il Paggio Fortunato — Commedia.
Le Furberie di* Scappino — Commedia
di Molière.
Il Cacciatore.— Tragicommedia.
L’ Invidia di Corte — Commedia. ‘
Il Medico per. forza — Commedia di
Molèire. ,1 s -
Ippolito Zanélli dedicò un sonetto ai
Convittori del detto Collegio che rappresen-
tarono le sovracitate teatrali produzioni. Ne
trascrivo le due terzine in cui il poeta loda
od adula que! Cavalieri, più per la spiritosa
_ 184 —
recita delle commedie che per quella delle
tragedie.
• E meraviglia è ben, che da si alteri
• Figli rimiri il volgo espressi i suoi
« Costumi, e modi, accenti, atti, e pensieri.
« Meraviglia non già vedere in Voi
• D’ Etruria, d’Alba, e Roma i gran Guer-
rieri :
• È facile agli Eroi Unger gli Eroi.
Uno degli attori della Berenice fu il Conte
Antonio Montecuccoli Modenese, Cavalier di
Malta, che poscia dimorò a Vienna in qua-
lità di ministro plenipotenziario, e sedette
nel consiglio intimo di stato de’ Duchi di
Modena. Morì in patria 1’ 11 luglio 1768.
1730. — - I Vecchi innamorali •— Com-
media.
I Vecchi delusi in amore Commedia.
Artaserse — Tragedia.
II Cicisbeo sconsolato — Commedia.
Giocasta Ja Giovane — Trag.
Il Duca di Guisa, — Trag.
La Serva Padrona — Comm.
1731. — La Pirlonta — Comm.
Britannico Trag. di Bacine.
Moniezuma — Trag.
Alessandro il Grande, — Tragedia di
Bacine.
Ezzelino Tiranno di Padova — Trag.
Digitizsd by Guugle
— 185 —
L' Inganno per necessità — Comm,
IL Signor di Purcignacco — Comm. di
ìiol ière.
1732. — Sesostri Trag. — I Taimingi
Trag. di P. I. Martelli — Perselide Trag,
del Martelli — Merope Trag.. del Maffei —
Radamisto e Zenohia Trag. di Crehilloìi —
Le 4 Commedie II Medico Volante. Le Scioc-
cherie di Gradelino, 11 Finto Principe, Don
Chissotto delia Mancia.
1733. Tragedie — Il Ctd. — Sesostri
— Foca — Ulisse il Giovane dell’ Ab. Do-
menico Lazzarini — Il Cinna di Corneille.
Commedie — D. Sputasenno — L' Uomo Bur-
lato — V Uomo Fastidioso — Le Cerimonie
di Scipione Maffci.
1734. — Tragedie — Mitridate — Nico-
mede — Eraclio — Rodoguna. Queste due
ultime di Corneille.
Commedie — Il Mercante Prodigo —
L* Uomo sfortunato ne' suoi disegni — Lo
Amore e lo sdegno del Dott. Graziano —
L’Avaro di Molière — 7 due Gemelli e V E-
rede universale entrambe di Monsieur Re
gnard.
1735. — Due Tragedie di Racine — Ifi-
genia — Berenice. Ciro del Padre De la Rue
— Tamerlano di Monsieur Pradon. Tro
Commedie di Molière — • Le Furberie di
V ■ * ■* '>
— 186 —
Scappino — Lo Stordito — Lé donne Savie
*— ed 'altra di non so qual autore intitolata ^
il Morto Maritato.
1736. — Cinque Tragedie — Agrippa di
Monsieur Quinault — Arminio di Capistron
— ■ Pertinace del Dottor Alfonso Cavazti
Modenese — Andromaca, I Fratelli Nemici.
Queste due ultime di Bacine.
Quattro Commedie — Il Giovane Timido
— Democrito — Arlecchino Selvaggio — Il
Naufragio.
1737. — Tragedie — Siroe — Giuba —
Germanico — Muzio Sceoola.
Commedie — Il Finto Medico — J Di-
sturbi del Capitano Coviello — Medea — Il
Matrimonio in Maschera — Il Cittadino
t
Gentiluomo — Il Giuocatore.
Opera Scenica — Madama Ciana.
1738. — Due Tragedie di Voltaire —
Bruto e Alzira. Due di Corneille'— Stiìicone
e Timocrate. Una del Dottor Baruffaldi — •
Giocasla la Giovane.
Commedie — L’/«^anwo per necessità.
Il Cicisbeo Sconsolato — Il Medico per '
forza.
1739. — Tragedie •— Mitridate, di Ratine
— Abeti Saide di Le Diane —Zaira di Voi-'.
s taire — Sesostri.
f . '
Commedie — Le Disgrazie di Pantalóni^ '
Digitized by Coogle
— 187 -
— • Pantalone Burlato — Cicala -* 7 Vecchi-
Bévali ' — La ' Serva Padrona — LMenecthi'
di Regnard — Gl’ Inganni lodevoli — I
Litiganti di Racine.
1 1740; — ■ Due tragedie di Comeille — Il
Cid Il Poliuto — La Mcrope del 'Maffei^'
— Demofoonie'— Ciro Opera del Padre De '
Bae:
Commedie’ — D. Chissotto La PiWo-
nea — Le Nuove pazzie del Dottore — VA- '
stuzia Derisa — Il Cavalier' Parigino — »•
L' Avvocato di Monsieur Buseis li Menti-
tore di Corneille.
Fortuna e Dormi. Tragicommedia.
* 1741. — Perselide di- Pier Iacopo Mar-' •
telH — ' Maometto di Monsieur De la Noue >
— Radamisto e Zenobia 'di Crebillon — ;
Tito — Arminio di Capistron -^ Ifigenia di
Racine — / Maccabei di Mònsieur De la-
Motte — S. Gennesio Martire di Monsieur >
de Rotróu.
- Oltre queste otto tragedie furono dat»'^
le seguenti quattro Commedie — L’ Invidia ■
in Corte — Il Paggio Fortunato *— Medea .
— Le Fortune non conosciute del Doiìore-
Nel primo intermezzo* agli atti di questa
ultima commedia agì il Convittore Conte-.
Enea Caprara MontecuccoH Bolognese, che >
dappoi, fu Ciamberlano Imperiale, e proprie»
— f88 —
tario d' un reggimento di fanti Austriaco.
Nel 1793 assunse il comando delle truppe
Pontificie, e. mori, in Roma di 69 anni li 12
settembre 1793.
1742. — Le tragedie Muzio Scevola di
Monsieur du Dyer — Gustavo di Monsieur
Piron — Germanico di Monsieur de Borsat4
— Artaserse — Ines de Castro di Monsieur
de la Motte — Bruto del Marchese Gioseffo
Gorini Corio, — Romolo del suddetto Mon-
sieur de: la Motte.
Una sola commedia cioè: .i’Ayaro di Mo- \
Uère,
Nella serie dei programmi deUe opere
sceniche .rappresentate dai Convittori del
Collegio ‘de’ Nobili in Modena nel loro do-
mestico Teatro nella prima metà del XYIII
secolo mancano quelli degli anni 1743 e se-
guenti sino al 1747, e perciò cqnvien cre-
dere che negli anni suddetti quel Teatro ri-
manesse chioso. E ciò è assai probabile, se .
non certo, quando si consideri che a quel
lempo arse in questi paesi la guerra . com-
battuta fra i Gallo-Ispani e gli Austro^Sardi.
1748. — Nelle vacanze di Carnevale fu-
rono rappresentate 5 tragedie Radamisto e
Zenobia. — Atreo e Tieste — entrambe di
Crebillon. La Gabinia 4i Monieur. Rruoy» —
La Giocasta d^U’ Ab. Baruffaldi. — Il Mu-
zio Scevola di Monsieur Daciér.
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— 189 —
E due commedie. — Lo Stordito — di'-
Molière, — Il Cicisbeo Sconsolato. »
• 1749. — Niuna memoria vi ha che in •
quest' anno fossero date le solite rappresene <
tazioni.
1750. — Tragedie — Gustavo di Mon-
sieur Piron. — L’ Invitta Generosità di Mon>
sieur de Capistron. — Li Maccabei di Mon<
sieur de' la Motte. •
Commedie di Molière. — Le Furberie di
Tabarino, — V Ammalato Immaginario. —
Uomo Fastidioso: -
Il Ciro - Opera del Padre De la Rue.*
1751 — Tragedie. — Oreste e Pilade,
di Monsieur de la Grange — Niso ed Furialo -
del Dott. Gavazzi Modenese — Zaira di-
Voltaire — Ines de Castro di Monsieur de>
la Motte — L’ Opera Comica' tradotta dal-
Francese L’ Esopo in Corte — T)ue Corame* «
die. — La Vedova Scaltra ■* del Goldoni. — - •
Il Signor di Purcignacco di Molière.
1752. — Quattro tragedie * Bidone di Mon-
sieur le Franch — Cinna di Corneille — Bru-
to = Maometto — entrambe di Voltaire.
Tre Commedie — La Donna accorta —
Madama Ciana — Il Medico per' forza di
Molière.
Conchiudiamo. Il Teatro del Collegio a* .
porto nel 1753 altro non era a nostro avi '
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-- m —
Tiisi>, che il veochio, abbellita ed . ampliato :
che se pure fu .costrutto in altra parW dei r
fabbricato di .quello stabilimento ,d’ educa-
zione,'noB' fu t il- primo luogo dedicato a
sceniche rappresentazioni che sorgesse fra
le- muta del- detto ‘ Collegio.
. Lasciamo- ora la parola al'M. Qandini. c^--
' L' apertura del Teatro del Collegio segui,
nell’ anno 1753. Incomincierò « quindi la cro-
nologia di questo teatro dall’epoca indicata.
. 1753. — In Carnevale — • Muzio Sco-
• vola — Opera eroica rappresentata da’si- ;
• gnori Convittori' dql Collegio. dei Nobili
• .di Modena alla presenza di tutta la Sere-
• nissima ; Corte nel loro Nuovo Teatro a-t
• iperto: per la prima volta in occasione del
• 'felicissimo' nascimento, del Primogenito (1)
• {del Serenissimo Principe Ereditario. — >
• Fra- tutte I de. sceniche, grandiose. Azioni.
• .hanno sciolto di>, rappresentare il Muzio'
(1) Era Rinaldo figlio di Ercole III (poscia Duca -
di Modena ), il qual Rinaldo nacqua li 3 gennaio 1753,
e mori li 5 maggio dell’ anno stesso. Vuoisi che il
Principino Estense fosse fatto morire per soffocazio-
ne da prezzolati agenti di Casa d’Austria. la quale
voleva assicurata la successione di Casa d’ Este a Ma-
ria Beatrice figlia di Ercole HI promessa sin dalle fa-
sce'nel 17^0 in matrimonio ad un Arciduca. Scaltre .
persone seppero poi fra Ercole d'Este e Maria Te*>
resa ^ybo.sua moglie far sorgere ed alimentare ge-
los'ie e discordie che li trassero a una separazione
la quule impedì la aaseita di altri -figli, ( N. d. C.) ,<*
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— 191 —
. Scevola, nella quale riluce oltre il perfet-
• tissimo amore verso la Patria, un vero
« compiuto Eroismo esprimente al vivo le
• rare, e numerosissime virtudi, che in ogni
• ■ età r Europa tutta ha potuto ammii*are in
• cadauno dei cospicui gloriosi discendenti
< di questa antichissima augusta Casa.
\
• Interlocutori
« «
« Muzio Scevola — Sig. Abate OUavio
• Sardi Patrizio Lucchese Principe (2) d’Ar-
. mi ed accademico di ‘Lettere.
« Tarquinio Re dei /domani. — March.
• Alberico Estense Malaspina d' Olioola, ac-
• cademico di lettere.
. Porsenna Rè de' Toscani — Marchese
« Pietro Asplanati N. Genovese Principe
• di Lettere. '
« Aronte figlio di Porsenna. — March. .
« Giulio Asplanati N. Genovese Segretario
• deir Accademia.
t Oiunia figlia di Bruto. — Filippo Sar-
• di Patrizio Lucchese. '
« Fulvia confidente di' Giunia — March.
• Crescenlino Baviera Pesarese.
(?) I titoli di Candidato, Aecademioo, Segretario
e Principe erano i gradi acquistati nell? Accadetfiia
di scienze, lettere ed arti formata dal Collegio i-
8 tesso.
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— 192 —
Capitani
« Marcino — Conte Filippo Cicognara
• Ferrarese.
• Massimo — Conte Leandro Bovini N.
• Padovano.
• Dopo r atto prinoo.
• Ballo primo — Trionfo della Fortezza
• — nella persona di Ercole, ancor tenero
• bambino.
V
• Dopo r atto terzo.
• Ballo secondo — Trionfo deW eroico
• valore — nella persona di AchilVe ancor
• giovanetto, e quasi fanciullo.
4
Dopo r atto quinto.
• Ballo terzo — Trionfo di Gloria e di
• costante Pace — annunziato nei Campi
• Elisi da due Genii d’Italia, e dalla Sere-
• nissima Casa d’ Este.
• Fra gli atti eranvi ancora vari giuochi
. di Picca e di Bandiera.
Ciò r ho rilevato da un programma a
stampa.
In carnevale fu pur recitata la Tragedia
intitolata -- Chelonide -■ composta da Mon-
signor Giuliano Sabbatini ^Vescovo di Mo-
dena
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— 193 —
^ La Ckehnide fu rappresentata dalla
Camerata di S. Carlo. Le altre Camerate
rappresentarono :
Mitridate tragedia di Racine.
Poliuto tragedia di Comeille.
Atreo e Tieste tragedia di Crebillon.
La famiglia dell* Antiquario di Gol-
doni.
Lo Stordito di Molière
La Serva padrona del Dottor Iacopo
Nelli. iOi
1753. — In Luglio — Marco Furio Ca-
millo — azione eroica, i tre atti della quale
furono rispettivamente composti dall’Abate
Ottavio Sardi Lucchese, e dai March. Giulio
e Pietro A spianati di Genova. Ad ogni atto
faceva seguito un ballo ed una cantata.
1754. — Luglio — Tulio Ostilio — Azione
eroica composizione dei suddetti tre convit-
tori autori della precedente.
iOi Nelle vacanze Carnevalesche dell’anno
stessevi Convittori avevano recitato:
La Semiramide di Voltaire.
Alzira dello stesso.
Amasi di Monsieur De La Grange.
Maometto Secondo di Monsieur De La
Noue.
La Dama e il Cavaliere Commedia. '
L' Avventuriere onorato Comm.
Arpagone., o sia l’Avaro Comm.
194 —
Livizzani Giuseppe nobile Modenese fu
oreato cardinale da Benedetto XIV nel 1753,
e nell’ anno appresso il Collegio de’ Nobili
in Modena, che in addietro lo aveva anno-
verato fra suoi alunni, ne festeggiò Ja pro-
mozione con ìun’ Accademia letteraria onorata
della presenza del Duca e di tutta la Sere-
nissima corte. ^
1755. — Lucio Paolo Emilio — I Coau-
tori di quest’ Azione furono il Conte Cleto
Gnoli Ferrarese, il Marchese Lodovico Goc-
caponi Modenese, il Signor Francesco Molini
Veneziano.
Nel Carnovale 1755 furono date nel
Teatro del collegio le seguenti produzioni:
Roma Salvata^ o sia Catilina tragedia
di Voltaire.
Ifigenia in Avtlide tragedia di Racine.
Gustavo tragedia di Monsieur Piron.
Giocasta tragedia del Dottor Baruffaldi.
La finta ammalata commedia .di Gol-
doni. f
La jyarianna^ o sia /’ Orfana ricono-
sciuta commedia di Pietro Chiari.
Le Furberie, di Scappino commedia di
Girolamo Gigli,
1756. — Cajo Marzio Coriolano Capi-
tano dei Volsci — Azione eroica dei con-
vittori Signor Vincenzo Cassali Reggiano,
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♦
— 193 —
del Marchese Giacomo Maineri di Genova, o
di Filippo Sardi patrizio Lucchese.
Ecco r elenco delle tragedie e com-
medie rappresentate dai Convittori nel Car-
nevale 1756.
Varrone tragedia di Monsieur de la Grave.
Maometto tragedia di Voltaire.
Dione Siracusano tragedia.
Merope tragedia del Maffei.
Il Vero Amico ed II Tutore, commedia
di Goldoni.
Madama Ciana commedia.
1757. — Modena Liberata da Decimo
Bruto — Azione Accademica del Marchese
Carlo Vaini Cremonese, di Girolamo Molin'x
nobile Veneto, e del suddetto Marchese
Giacomo Maineri.
coi Produzioni rappresentate nel Carne-
vale ‘1757.
La Ifigenia in Tauris tragedia di Pier
Iacopo Martelli.
Li Mercatanti commedia del Goldoni.
Edipo tragedia di Voltaire.
La Marianne tragedia dello stesso.
Giovanni di Giscala Tiranno del Tempio
tragedia.
Il Bugiardo — La Figlia Ubbidiente —
e r Impostore commedie del Goldoni, q»
1758. — ■ Il Regno d* Italia ristabilito nel
13
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— 196 —
dominio de’ R(t Italiani — del Marchese
Francesco Viali Genovese, del €onte Lodo-
vico Segni, e del Marchese Alfonso Cocca-
pani Modenese.
fOi Fu questi poeta di facile vena. Alcune
sue ottave sulla fiera di S. Antonio furono
pubblicate dal Conte MarioValdrighi nel 1850.
Il domestico Teatro del Collegio nel
Carnevale 1758 non tacque. Vi furono rap-
presentate le seguenti tragedie:
La Berenice di Racine — L’ Orfano
della China di Voltaire •— La Marianne pure
di Voltaire — ed il Demetrio di non so qual
autore.
Nonché 4 Commedie del Goldoni cioè
La Sposa Persiana — V Avvocato Vene-
ziano — La Moglie Saggia — li Chiacche-
rone Imprudente.
1759. — Stilicone — Azióne Accademica
che ebbe ad autori Antonio Grotti Cremonese,
Troilo Venturi Parmigiano, ed il Conte Co-
simo Masi Ferrarese.
o«*ì I Convittori nel Carnevale 1759 reci-
tarono tre tragedie — 1’ Alzira di Voltaire
— Pilade e Oreste — Radamisto e Zenobia
di Crehillon — e tre commedie del Goldoni
— Il Torquato Tasso — La Figlia Ubbi-
diente — La Castalda,
1760. — In Marzo — Furono date due
— 197 —
Accademie nella sala del Collegio sfarzosa-
mente adornata, con intervento della Nobiltà
e della Corte per celebrare la nomina dei
Cardinali Fantuzzi e Castelli già convittori
di questo Collegio di S. Carlo.
Le seguenti produzioni furono poi
rappresentate nel Teatro domestico del Col-
legio per le vacanze del Carnevale 1760.
Baiazet tragedia — La Giocasta tragedia
del Dottor Baruffaldi — Giovanni di Giscala
tragedia del Conte Don Alfonso Varano di
Camerino. E le tre commedie del Goldoni
— Il Filosofo Inglese — La Pinta ammalata
— L’ Impostore. ^
1760. — 17 Luglio — Per festeggiare
Ja Nascita del Duca Francesco III (secondo
che usavasi anche negli anni precedenti) fu
data la solita annuale Accademia dai Con-
vittori del Collegio nel loro domestico Teatro
coll’Azione intitolata* — • La Felicità di Mo-
dena ristabilita nel Dominio perpetuo dei
Principi Estensi — composta dagli alunni
March. Cav. fra Girolamo di Canossa Vero-
nese, Carlo Manucci di Prato e del March.
Benedetto Estense Selvatico di Padova. La
rappresentazione era al solito framezzata
dagli Esercizii Cavallereschi, da balli etc.
1761 — Vamor della Patria — ossia —
Codro Re d> Atene — Azione accademica
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— 198 —
divisa in tre atti ebbe ad autori Nicolò
/./coan’a Cremonese, il Marcliese Federico
Manfredini di Rovigo, e Carlo Manucci di
Prato.
Il Manfredini sovracitato riuscì poi di-
stinto uomo di Stato. Educò gli Arciduchi
figli al Gran Duca di Toscana Pietro Leo-
poldo. Nella guerra combattuta fra l’Austria
e la Turchia combattè sotto le insegne Im-
periali col grado di maggior generale, ed il
Gran Duca Ferdinando, suo allievo, salito al
trono lo nominò primo ministro. Mori il
Manfredini presso Padova nel 1809.
Nel Carnevale 1761, i Convittori recita-
rono tre tragedie — La Semiramide di Vol-
taire — Osiride del Padre Don Francesco
Ringhieri — La Perselide di Pier Iacopo
Martelli — e tre commedie del Goldo>ii —
Il medico Olandese — La Bottega del Caffè
— La Famiglia dell' antiquario. ^
1762 — Marco ^Salvio Ottone — Azione
Accademica composta dai Convittori Conte
Luigi Porro Vicentino, Don LuJfji Guaita Mi-
lanese, Conte Ardicino Cantalmaggi dalla
Porta di Gubbio.
La scena figuravasi in Brescello sulle
Rive del Po.
Facevano corredo a quest’ azione i soliti'
balli, cantate, assalti di spada e giuochi e
giostre di picche e bandiere.
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— 199 —
^ Ci mancano documenti per poter dire
se, e quali tragedie e commedie reppreseii-
tassero i Convittori del Collegio dei Nobili
nel carnevale del detto anno e di parecchi
anni seguenti,
1763 — Jl Giovane Ciro — Azione Acca-
demica del Conte Luigi Porto Vicentino, del
Marchese Gherardo Molza e del Marchese
Francesco Naro di Roma,
1764 — Gli Eroi Fratelli — Delle tre
parti di questa azione furono autori il Conte
Gto: Paolo Stella Bolognese, il Marchese
Evasio Luigi Ferrari di Castelnovo Bermi da
Conte d’Orsara. ed il suddetto Marchese
Molza.
1765 — La Conquista di Cartagine —
Azione eroica.
Composero i tre atti della medesima i
Convittori Giuseppe de' Nobili della Spezia,
il suddetto Marchese E. L. Ferrari ed il
Conte Girolamo Guglielmo Secco Suardo Ber-
gamasco.
1766 — Il Ritorno di Teseo da Creta —
Azione Accademica composta dai tre con-
vittori Angelo Malipiero nobile Veneto, e
Marchesi Vincenzo Frosini e Giuseppe Cani-
pori ambi di Modena.
Il Marchese Frosini per gli eccita-
menti avuti dal celebre Ab. Lazzaro Spai-
— 200 —
lanzani^ sacerdote della Congregazione della
B. V. e di S. Carlo di Modena e professore
di filosofia nell’ università e collegio de’ no-
bili, fu studiosissimo ed assai intelligente di
zoologia e di botanica. Fu presidente della
Società agraria Modenese. Morì di 82 anni
li 18 giugno 1829.
Del Marchese Giuseppe Campori si è già
detto qualche parola nella prima parte di
questa Cronistoria, c^.
. 1767. — 14 Febbraio — Cominciò il
breve corso di rappresentazioni comiche,
che solevasi fare in Carnevale dai Convittori
dèi Collegio, ove interveniva la Corte e la
Nobiltà. In questa circostanza vi furono
molti applausi in onore dei giovani esecu-
cutori.
In Marzo — Accademia ove’ si esegui
una Cantata e un concerto di Musica.
In Luglio — Gli Sciti — Azioi^e Acca-
demica,
5^ Gli Sciti furono composti dal March.
Luigi Trionfi d’ Ancana, dal Conte Giulio
Negri Fantini di Mantova, dal Conte Lodo-
vico Maleguzzi Reggiano. Ai tre atti della
detta Accademica Azione seguirone tre balli,
e tre cantate. Gli autori delle cantate furono
il Conto Vincenzo Manzoli del Monte Mode-
nese, il Conte Alberto Cicognara Ferrarese,
il Marchese Giuseppe Campori Modenese.
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— 201 —
I Convittori del Collegio de’ Nobili in
Modena composero e recitarono in una pub-
blica Accademia tenuta 1’ anno 1767 alcune
rime per festeggiare la promozione alla
sacra porpora dell’ Eminentissimo Cardinale
Urbano Paracciani Arcivescovo e Principe
di Fermo, il quale in sua gioventù era stato
alunno del Collegio stesso, e nella Univer-
sità Modenese era stato laureato in ambo le
leggi ed in teologia.
Consimile Accademia letteraria fu data
pure nel 1767 per solennizzare altra pro-
mozione al cardinalato dell’ antico alunno
Oiovan Ottavio Bufalini Vescovo d’ Anco-
na.
1768. — 2 Luglio — Azione Accademica
— Il Riconoscimento di Paride — composta
dall’ alunno Conte Vincenzo Manzoli del
Monte Modenese. Questa è la prima fra le
azioni accademiche rappresentate dai con-
vittori del Collegio de’ Nobili che fosse com-
posta da un solo autore. Nelle antecedenti,
come si è visto, ogni atto era scritto da penna
diversa.
1769. — 2 Luglio — L\ Eraclio — ovvero
— I Georgiani — Azione Accademica del
Convittore Conte Vincenzo Manzoli Mode-
nese, col corredo dei soliti esercizi! caval-
lereschi.
4
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- 202 —
1770. — In Carnevale — Furonvi le re-
cite dei Convittori secondo il praticato in
altri anni addietro.
1770. — 4 Giugno — Scanderberg Priri'
cipé d’Albania — Aziono Accademica com-
ponimento d -1 Marchese Maurizio Gherar-
dini Veronese.
1771. — In Carnevale — Drammatiche
rappresentazioni eseguite dai Convittori, fra
le quali la Tragedia intitolata — Enrico —
composta dall’ alunno Marchese Maurizio
Gherardiniy Veronese Principe di lettere ed
Accademico Dissonante. Fu seguita da un
Magnifico Ballo rappresentante una Macchina
di Statue danzanti, assai applaudito. L’ in-
venzione e direzione di esso era del Con-
vittore D. Cnrie A Cremonese, Prin-
cipe d’ Armi e Accademico di Lettere.
^ I Convittori nel detto Carnevale rap-
presentarono ancora le produzioni sottono-
tate:
L’ Orfano della Cina di Voltaire — Ra-
damisto e Zenobia di Crebillon — E le Com-
medie — Eugenia di M. Beaumarchais —
Gì* Importuni di Molière — La Finta Am-
malata — La Vedova Scaltra — Arlecchino
Servo di due Padroni — Queste tre ultime
del Goldoni. Nonché un intermezzo di M..
Destouches.
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— 203 —
Oltre il ballo delle Statue, altre due ne
furono dati, rappresentanti la caccia d’ alcune
fiere, e la vendita degli schiavi al Gran
Sultano,
3 Luglio — Talestri Regina delle Amaz-
zoni — Azione Accademica composta dal
Convittore Giovanni Pindemonti Veronese
Principe di Lettere e Accademico Dissonante'
Eranvi al solito esercizii cavallereschi, balli
e cantate.
^ Giovanni Pindemonte nacque nel 1751
a Verona, e vi morì nel 1812. I dotti lessero
con piacere la sua tragedia i Baccanali, ed
il popolo r applaudì ne’ teatri.
Fra i Convittori che agirono nell’Azioue
Accademica data nel luglio 1771 si vede ri-
cordato nella relativa stampa anche il fra-
tello del Marchese Giovanni Pindemonti cioè
il Marchese Ippolito a lui minore di età ma
superiore in fama letteraria.
Ippolito, nato V anno 1753, colla sua ver-
sione deir Odissea d’ Omero s’ inalzò un mo-
numento di gloria imperitura. La sua vita
mortale si estinse aVeronail 18 novembre 1828*
Ne’ balli che decorarono 1’ azione prese
parte anche il Marchese Francesco Dondi
dall* Orologio nobile Padovano, che fu poi
Vescovo in patria, e profondo negli studii
sacri e storici. Morì 1’ anno 1819 lasciando
— 204 —
il suo nome raccomandato a diverse opere
assai stimate,
1772. — 25 Febbraio — Cominciarono
le consuete Recite di Carnevale fatte dagli
Alunni del Collegio.
Furono rappresentate le tragedie —
Gastone e Boiardo — Gabriella di Vergy
entrambe di M, Belloy, il dramma tradotto
dal Francese — Il Disertore — e le com-
medie — Il Saggio Amico^ del Marchese
Francesco Albergati Capacelli Bolognese,
Il Bugiardo — Il vero amico — L’Osteria
della Fasta, tutte tre del Goldoni, e due
balli Osiride ed Io — Achille in Sciro.
^ 1772. — 3 Luglio — Akebar imperatore
del Mogol — Azione Accademica composta
dall’ alunno Conte Ferdinando Marescalchi
di Bologna.
5^ Ferdinando Marescalchi, celebre uomo
di stato, ebbe gran parte nelle vicende po-
litiche italiane sul principiare del secolo
presente, e fu 1’ ultimo rappresentante del
primo regno d’ Itali.a a Parigi. Nel 1814
Maria Luigia a lui aflSdò la cura del governo
di Parma e Piacenza. Nominato ministro
plenipotenziario dell’ Impcrator d’ Austria a
Modena, poco appresso quivi moriva nel
1816.
Diversi convittori Modenesi agirono nei
— 205 —
t
balli che intramezzarono T azione accademica
intitolata Akebar, cioè i fratelli Conti For~
innato e Fulvio Rangone entrambi Cavalieri
di Malta, e Lodovico Colombi Quattrofrati.
1773.' — 2 Luglio — Tito Manlio Tor-
quato Console di Roma — Azione Accade-
mica composta dal Marescalchi suddetto.
Ecco il programma delle Azioni Sce-
niche rappresentate dai Convittori nel do-
mestico loro Teatro durante le vacanze del
carnevale 1773.
Tragedie — Fajelle di Monsieur D*Ar-
naud — Adelaide di Voltaire — Mitridate
di Racine.
Commedie — Il Vizioso corretto del Conte
Ferdinando Marescalchi — La caccia di
Enrico IV Re di Fr fenda di Monsieur De
Collet tradotta dal Marescalchi suddetto —
Todero Brontolon — La Figlia Ubbidiente
— La Locandiera tutte tre del Goldoni.
Vi fu inoltre un intermezzo intitolato —
Le Nozze di Calderine, e cinque balli dei
quali ci piace riportare i titoli — Il Matrù
monio per ripiego - Con pantomina — La
Bottega del Parrucchiere Francese — Ulisse
neir Isola di Circe — 'La Vendemmia — Le
Feste Campestri ^
1774 — In Carnevale si recitò dai Con-
vittori secondo l’usato negli anni scorsi con
buon successo.
— 206 —
^ Furono date quattro Tragedie — Il
Conte di Warvik di Monsieur de la Harpe
— U Andromaca di Racine — Il Fanatismo
ossia Maometto di Voltaire — Il Poliulo
di Coìmeillo — Ed uti dramma '-Il Fabbri-
catore inglese.
Le Commedie furono — Il Caffè ossia
La Scozzese di Voltaire — quattro altre del
Goldoni — La Moglie Saggia — La Pamela
— / Mercatanti — Il Tutore — Con sei
balli, ^
In Luglio — Camane regina di Persia
— Azione Accademica.
L’ Autore della Camane fu il Marchese
D. Pietro Treccili Cremonese. Detta Azione
Accademica fu rappresentata la sera del 2
luglio 1774 giorno natalizio del Duca Fran-
cesco III allora regnante, avendone dimo-
strato il maggiore aggradimento e compia-
cenza la Serenissima Corte intervenendovi
con molto numero di Nobiltà, e d’ altre per-
sóne le più qualificate.
Queste parole relative al buon successo-
della data rappresentazione sono copiate dal
Messaggiere di Modena Num. 27 - 6 luglio
1774. Anche negli anni appresso quel foglio
non mancò colle medesime frasi di dar l’an-
nunzio delle Azioni Accademiche date dal
Collegio de' Nobili. >
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— 207 — .
Addì 19 Aprile del detto anno 1774 il
Collegio solennizzò la promozione alla sacra
porpora dell’antico suo alunno Atìlonio Ca-
sali. V' intervenne la Ducal Corte, o co-
me a’.lora dicevasi, la -Serenissima Padro-
nanza. «
1775 — In Carnevale le recite comiche
, a norma del passato.
2 Luglio — Lucio Quinzio Cincinnato —
Azione Accademica composta dall’ alunno
Marchese Filippo Filonardi Romano — coi
soliti esercizii d’ armi, balli e cantate.
1776 — In Carnevale fu fatta una Com-
media in idioma francese.
2 Luglio — Il buon uso della vittoria —
ossia — Publio Cornelio Scipione - Azione
Accademica del Convittore Alessandro Gui
nigi Patrizio Lucchese, Principe dell’ Acca-
demia di Lettere ed Accademico Ducale Dis-
sonante. Eranvi tre Balli : il primo intitola-
vansi — Andromeda liberata da Perseo —
il secondo — Arianna e Teseo — il terzo
— Ifigenia.
1777. — 2 Luglio — Camma — Azione
Accademica del Convittore D. Giulio Paini
Milanese Principe di Lettere, Accademico
d’ Armi, e Ducale Dissonante. In ciascuno
dei tre atti ne’ quali era divisa 1’ azione fu-
rono eseguiti combattimenti militari secondo
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— 208 —
il carattere della medesima. Ebbero pur
luogo tre cantate e tre balli rispettivamente
intitolati — Telemaco e Calipso — Marte
v^into da amore — Le Nozze d' Ipermne-
etra. • ^
La promozione alla sacra porpora di
Guido Cafcagnini diede occasione ad una
pubblica Accademia letteraria tenuta in o- .
nore dell’ antico convittore del Collegio dei
Nobili in Modena. Alla recita di questa Ac-
cademia eh’ ebbe luogo addì 25 maggio 1777
intervenne la Serenissima Corte.
Sul finire del Carnevale dell’ anno 1777
i Convittori avevano eseguite le solite dram-
matiche rappresentazioni,
1778. — 2 Luglio — Azione Accademica
intitolata — Sertorio — composta dall’ a-
lunno Lodovico' Colombo Quattrofrati Nobile
Modenese Principe di Lettere, Accademico
d’ Arti e Ducale Dis.sonante. I tre balli che
intramezzarono gli atti di quest’ azione ave-
vano per titolo — La partenza d' Enea da
Cartagine — Scorreria de' Tartari nella
Georgia — Alcide al Bivio.
Li 24 F’ebbraio 1778 avevano av^|^o
principio le recite de’ convittori por le va-
canze del carnevale con una tragedia molto
applaudita. Furono poi recitate anche diverse
commedie ed eseguiti balli con molta mae-
stria.
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— 209 —
Addì 17 luglio 1778 i Convittori tennero
una letteraria Accademia per la promozione
alla sacra porpora di Marco Antonio Mar-
colini già stato alunno in detto Collegio. La
Corte vi fu presente,
1779. — In Carnevale vi furono alcune
Recito fatte dai Convittori come in addietro.
La prima ebbe luogo la sera del 9 feb-
braio.
2 Luglio — Gli Orazii — • Azione Acca-
demica del convittore Carlo Forciroli Al-
berghetti Nobile Modenese Principe di scien-
ze e Belle Lettere, Accademico di Belle
Arti e Ducale Dissonante.
coi Carlo Forciroli compose tragedie ap-
plaudite in Modena e fuori, e di una di queste
avremo occasione di parlare in questo Capo
Vili all’ anno 1794
Fra le tre parti in cui dividevasi razione
— Gli Orazii — - ebbero luogo due cori di
Romani ed uno d’ Albani, ed i due balli pa i-
tomimici — Jl Trionfo della pace — Zen»,
hia e Radamisto.
5^5 Una delle damigelle di Zenobia era
il Conte Abate Francesco Valdrighi Mode-
nese, entrato nel collegio de’ Nobili nell’anno
1774. Laureatosi questi in leggi, fu pretore
a Trento (1790) fece parte del Tribunale di
Cassazione in Milano (1797-99) ed ivi insegnò
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— 210 —
a Brera, a S. Alessandro e privatamente di-
ritto civile sino all' anno 1834, in cui venne
a morte. Francesco Valdrìghi era nato nel
1763 di Bartolomeo, professore di diritto
naturale e di gius pubblico nell’ Università
di Modena e poscia auditore nella rota di
Genova morto nel 1787, ed ebbe due fra-
telli: Giuseppe, del quale abbiamo altrove
parlato, e Luigi deputato ai Comizii di Lyon
presidente dql Tribunale di revisione in Bo-
logna, membro del collegio elettorale dei
Dotti, Cavaliere della Legion d’ Onore, Com-
mendatore della Corona Ferrea, Procuratore
Generale presso la Corte di Cassazione in
Milano, Barone del Regno Italico, Consigliere
di Stato nel Consiglio degli Uditori, mancato
ai vivi li 31 luglio 1825.
1780. — 4 Luglio — Ruggero e Drada-
mante — Azione Accademica intrecciata da
balli, ed esercizii cavallereschi.
Il Maestro Gandini non fa menzione
delle recite eseguite dai Convittori nel Car-
nevale 1780: ne parla bensì il Messaggiere*
di Modena N. 6 del 9 febbraio del detto
anno, dove si legge che scelte tragedie ne-
gl’ idiomi Italiano e Francese decorate di
balli di vaghissima invenzione furono date
con plauso nel domestico Teatro del Collegio
de’ Nobili, Ecco i titoli delle suddette rap-
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— 211 —
presentazioni: U Ayrdromaque di Radete —
U Atalia pure di Racine — Il Tancredi di
VoUaire. Fra i diversi balli uno ve ne fu
pantomimico intitolato Filinto figlio del Re
di Sidone riconosciuto dal padre alV occasione
de’ Giuochi Olimpici.
13 Maggio — I detti convittori in pub-
blica letteraria Accademia lessero composi-
zioni relative alla morte del Duca France-
sco III avvenuta li 22 febbraio del detto
anno 1780.
1781. — In Carnevale — Solite Recito
fatte dai Convittori.
3 Marzo — I Convittori recitarono la
Tragedia — Zaira — di Voltaire, nel suo
idioma originale, eseguendo alla fine di essa
anche dei balli figurati con aggradimento
dei concorrenti.
Le recito dei Convittori per le va-
canze del Carnevale 1781 ebbero principio
la sera del 20 febbraio. Oltre la Zaira in
francese furono recitate queste altre trage-
die — Il Britannico di Racine tradotta —
>
UAzira di Voltaire tradotta, nonché tre
commedie del Goldoni — Il Caffè ossia la
Scozzese — - Todero Drontolon — Il Vero
Amico.
La Zaira piacque tanto che convenne ri-
peterla anche fuori dei tempi prescritti^
14
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— $12 —
cioè il Venerdì 2 marzo (non 3) in quaresi-
ina, essendo terminato il Carnevale col mese
di febbraio.
7. Luglio — Foresto — Azione Accade-
mica accompagnata da vaghissimi balli, ed
altri esercizii cavallereschi.
II Foresto si crede lavoro del Padre
Lorenzo Rondinetli Minor Conventuale allora
istitutore per la perfetta poesia e belle let-
tere nel Collegio di Modena. Il lìóndinetti
mori in Modena nel 1819 lasciando fama di
valente poeta.
In questa circostanza oltre agli innume-
revoli applausi fatti ai Convittori, vennero
pure encomiate due nuove scene fatte dai
valenti Pittori Cav. Fontanesi di Reggio e
Giuseppe Bianchi Maestro d’ Architettura
civile e militare del Collegio.
1782. — 6 Luglio — Adelaide — ossia
— Il Traffico fine della Famìglia de' Signori
da Roynano — Azione Tragica dedicata al
Duca Ercole III.
Anche V Adelaide si credo lavoro del
Padre Rondinetti.
Quest’ Azione era intermezzata da balli,
giuochi cavallereschi etc. e ottenne 1’ uni-
versale aggradimento.
Airomraissioue fatta dal M®. GaneZin»
circa le rappresentazioni del Carnevale 1782,
possiamo supplire col seguente elenco.
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— 215 —
Due Tragedie di Voltaire — Bruto —
Il Giovane Pompeo ossia il Triumvirato.
Quanto alle Commedie due ne furono
recitate in lingua francese — Le Caffè ou
r Ecossaise di Voltaire — Les Liaisons Dan-
ffereuses — E tre in Italiano — La Guerra
del Goldoni — L' Imbroglio dei tre ritratti
— Il Medico a suo dispetto di Molière, ^
1783 — Sul finir del Carnevale furono
fatte le solite recite, fra le quali una tra-
gedia ottenne jvarticolari applausi.
Le recite cominciarono la sera del
25 febbraio. La tragedia applaudita s’ inti-
tolava — Mort de Cesar di Voltaire — ma
oltre questa furono rappresentate — Ma-
rianne altra tragedia di Voltaire tradotta
— Eustachio tragedia del Padre Palazzi --
La Donna di Maneggio di Ooldoni — I Pre-
giudizii dei Paesi piccoli — Il Frappatore
— del Goldoni ridotta ad uso del Collegio.
5 Luglio — Nicolò III d'Este — Azione
Accademica dedicata al duca Ercole 111 dai
Convittori del Coll?gio secondo 1’ uso e in-
trecciata da balli, esercizii, od altro.
I titoli dei due balli dati in questa
circostanza erano — Il Vello d'oro conqui-
stato — La Vittoria (P Ippomene — In en-
trambi fra i molti convittori che vi presero
parte agì anche il Marchese Oio. Carlo di
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— 214 -
Negro,?\ quale, divenuto dappoi illustre poe-
ta, circa ottanta anni dopo Genova sua patria
eresse un monumento nella civica biblio-
teca.
Da qualche anno costuraavasi inserire in
fine della stampa dell’ annua accademia la
relazione degli esercizii di scienze. Ietterò
ed arti pratic iti dai Convittori nell’ anno pre-
cedente.
1784 — 3 Luglio — Parma liberata --
Azione Accademica con balli figurati ed eser-
cizii cavallereschi secondo il praticato.
Vacanze del Carnevale 1784 — Appena
fu nota la scoperta dì Motigoìficr relativa agli
aerostati, t Convittori studenti di filosofia di-
retti dal loro istitutore Abate Oio. Battista
Venturi ne formarono soggetto de’loro studi.
Nel dopopranzo del 10 febbraio 1784 il Con-
vittore Conte Leopoldi' Cicognara Ferrarese
potè quindi leggine una dissertazione in cui,
esposti li pensamenti degli antichi filosofi su
r arte di volare, venne poscia à parlare della
moderna teoria sui palloni, mostrandola con
pratiche sperienze. A tal fine formata l’aria
infiammabile alzò replicataraente nella sala
maggiore del Collegio un piccolo pallone con
piacere non ordinario delle colte persone ivi
convenuto.
Li nominati Abate Venturi e Conte Cico~
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— 215 —
*
gnara, rispettivamente maestro e discepolo,
sono abbastanza noti perché ci dilunghiamo
a palesarne i meriti.
L’ uno durante il primo Regno Italico
ebbe la cattedra di fisica nella Università
di Pavia, ed onorato di titoli da Sovrani, e
dalle principali Accademie d’ Europa venne
a morte V anno 1822.
. L’ altro rese chiaro il suo nome colla
Storia della scultura da lui pubblicata, e
mancò in Venezia 1’ anno 1834.
Sul finire del carnevale 1784 i Convittori
rappresentavano — Lo Semiramide di Vol-
taire — L' Jfigenia di lincine — Roma sal-
vata di Voltaire — tragedie assai applaudite
per la loro esecuzione. ITonchè quattro com-
medie — Il Consolato di Monlefìasco —
V Impostore — Il Collerico di buon cuore.
Queste due ultime del Goldoni. Diedero in-
fine un saggio della loro abilità nell’eserci-
zio della lingua Francese recitando la com-
media — La Tante Snge. ^
1785 — 5 Luglio — * Rinaldo — Azione
Accademica con esercizi! etc.
Nel 1785 tennesi un accademia poe-
tica per festeggiare la promozione alla sacra
porpora dell’ Eminentissimo Gio. Maria Ri-
tninaldi già convittore in Modena.
Durante poi le vacanze del carnevale-
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— 21ft ~
dal primo febbraio iu avanti furono rappre-
sentate: r Olimpia di Voltaire^ il Molière
di Qtoldoni, la Pupille in lingua francese, il
Melisindo dell’Abate Bwidi^ W Chiacchierone
imprudente^ e le tre seguenti commedie del
Goldoni^ Il Vero Amico. J Mercatanti, La
Buona Famiglia. Con diversi balli.
1786. — 1 Luglio — Cleomene — ossia
— La rinnovazione delle Leggi di Licurgo
alla Pubblica Felicità di Sparta Azione
Accademica accompagnata da assalti di spa-
da, maneggi d’Arrai, ed altri esercizii caval-
lereschi.
Credo bene l’accennare le produzioni
teatrali date dai Convittori nel carnevalo
1786, Il Tancredi di Voltaire — hves de
Castro di Monsieur de la Molte — Le Leggi
di Minosse — La Subordinazione Militare
— L’ Imbroglio dei tre ritratti del Goldoni
— L’ Avventuriere Onorato — La Famiglia
in iscompiglio.
1787. — 13 Febbraio — Cominciarono
in questa sera le solite recite dei Convit-
tori. Noi corso di esse ottenne singolare
incontro la Tragedia Merope di Voltaire
recitata in idioma francese.
Fu la Camerata di S. Carlo quella
che recitò la Merope, quella di S. Filippo
xappresentò La Broueite du Vinaigrier, le
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— 217 —
altro camerate recitarono tragedia e com-
medie in Italiano decorate da balli serii.
1787. — 7 Luglio — Cajo Marzio Co-
riolano — Azione Accademica con inter-
mezzi d’ assalti di spada, escrcizii cavalle-
reschi e ballabili consistenti in Ciaccone^
Minuetti e contradanze.
KOi Fra gli attori che agirono in detta
azione troviamo il Marchese Massimiliano
Angelelli Bolognese Cadetto nelle Guardie^
del Corpo di S. A. R. Elettorale Palatina di
Baviera. L’ Angelelli nel corrente secolo^
insegnò lingua e letteratura greca e storia,
profana in Bologna e colle traduzioni di
Sofocle e delle opere di iSinesm Vescovo df
Tolemaide si guadagnò fama di buon lette-,
rato, e ^i valente filologo.
Altro personaggio del Cajo Marzio Co-
riolano fu sostenuto dal Marchese Lodovico
Rangone di Modena, il quale figlio al Mar.,
chese Gherardo (che ai tempi di Francesce
III fece salire a gran rinomanza il Collegio
de* Nobili in Modena affidato alla sua sorver
gliauza) spedito dal padre agli stati uniti di
America per acquistare beni stabili fuori di
Europa, dove la rivoluzione Francese sfagli
sciava r antico ordine politico e morale, mori,
Pòi in Filadelfia di febbre gialla.
1788. — . Alla fine del Carnevale le giolito
recite Comiche date dai Convittori.
— 218 —
^ Frale produzioni date furonvi Alzire
di Voltaire, e 1’ Orphelin de la Chine rap-
presantate nell’ idioma originale Francese.
Ebbero principio la sera del 27 gennaio,
4 Luglio — Obazzo — Azione Accade-
mica con ballabili consistenti in Gavotte,
Minuetti, Ciaccone, ed altri esercìzii caval-
lereschi.
1789. — Sul finire del Carnevale recito
diverse, fra le quali ottenne una particolare
attenzione la Tragedia di Voltaire in idioma
francese intitolata Olimpia con corredo di
balli diversi.
Fu anche rappresentato il Mitridate
di Racine. Le recito ebbero principio la sera
del 17 febbraio. L’ Olimpia fu rappresentata
il venerdi 27 febbraio. ^ f
3 Luglio — Obeida — Rappresentazione
Scenica di carattere Arabo, con assalti di
Spada, combattimenti di Dardi e Accette, e
Ballabili.
' L’ Obeida fu tratta da una tragedia
Inglese di Dughes — IJ Assedio di Damasco
— Riportiamo lo strano giudizio sulla lette-
ratura Inglese di que’ tempi emesso da chi
scriveva 1* argomento di detta Azione Ac-
cademica.
• La tragedia di Dughes se ha tutte le
• stravaganze, irregolarità e bassezza di
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— 21:) —
• quelle di Shakespeare, manca però di quei
• tratti sublimi, ed eloqu.nti che pur s’ in-
• contrano in molte scene di quest’ultimo.»
Nell’ Obeida sostenne la parto di Mansur
il Conte Girolamo Orti Veronese rinomato
poeta. I suoi versi furono editi a Pisa nel
1809.
1790. — In Carnevale diverse rappre-
sentazioni, fra le quali la Tragedia di Voi-
taire in francese intitolata — Zaira — con
molto incontro.
La Zaira fu rappresentata la sera del
giovedì 18 febbraio, e v’intervenne la Corte
Serenissima e molta nobiltà.
1790. — 7 Luglio — Filottete — Azione
Accademica con intreccio di Giostre, ed e-
sercizii cavallereschi.
Credo opportuno di menzionare in pro-
posito quali erano ì Maestri od istruttori
nelle Scienze Lettere ed Arti che ammae-
stravano i Convittori del Collegio in quell’ e-
poca.
Per la Filosofia i Convittori accompagn ati
da un loro Prefetto si portavano all’ Uni*
versità, senza sortire dal Collegio stesso,
mediante una comunicazione interna.
Per rendere poi maggiore il loro profitta,
eranvi nel Collegio i seguenti Soggetti:
Per la Filosofia e Matematica
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— 221 —
Di Scherma^ Picca e Bandiera Signori
Paolo e Lodovico Delei Modenesi. Paolo
Bertelli Bolognese. Giuseppe Ravulli Modo*
nese sostituto.
Di Disegno Pittura e Miniatura Antonio
Verni Pesarese. (1)
Di Architettura Civile e Militare Giuseppe
Bianchi Modenese.
Maestro di Cembalo e Musica Antonio
Pollastri.
Di Violino e Violoncello Giuseppe Sighi-
celli.
Sostituto — Gio: Battista Teggia Mo-
denese. — Di Flauto — Giuseppe Livraghi
di Lodi — Di Cavallerizza — Antonio Ma-
netti Modenese.
1791 — In Carnevai 1 e solite Recito, fra
cui la Tragedia di Crèhillon intitolata Elettra
in francese, con molto buon esito, e Dritto
di Voltaire.
(1) IL Verni fu mediocre nella pittura di storia;
ma ragionevole esecutore di miniature e ritratti,
de' quali molti ne tiene questo Collegio dei Nobili.
Il celebre Leopoldo Clcognara, ed il distinto minia-
tore Conte Ulisse Aldrovandt Bolognese furono sco-
lari del Pesarese nel detto Collegio. Nella Chiesa Vo-
tiva in Modena eravi la copia della Deposizione 'di
Croce del Quercino eseguita dal Verni nel 1773; ma
al presente quel quadro si trova nel santuario della
Madonna di S. Clemente presso la Bastia.
' (M. d. C.)
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— 222 —
1 Luglio — Edipo — Tragedia tratta dal
Greco e ridotta ad Azione Accademica dal
Forciroli con Giostre e balli.
1792 -- In Carnevale — Recite, fra le
quali la Tragedia di Voltaire intitolata —
Sofonisba — in idioma francese.
6 Luglio — La Morte d' Annibale —
Rappresentazione Scenica, accompagnata da
esercizii cavallereschi.
1793. In Carnevale, fra le Recite, ottenne
un singolare incontro la Tragedia di Mon-
sieur de la .Vuue intitolata Maometto se-
condo in francese, con replica a richiesta
universale.
fOi II Maestro Gandini, che raccolse dal
Foglio di Modena Num. 8, 20 febbraio 1793
le notizie sulle rappresentazioni sceniche date
dal Collegio nel carnevale di detto anno dà
per autore della tragedia il Maometto 2.o
Monsieur de la None ; altrove però si tro-
va indicata come lavoro di Voltaire. — Fu
anche rappresentato V Aristodemo dell’ Abate
Vincenzo Monti e Le Bourru Bienfaisant
deir Avv. Carlo 6’o/rfom‘ in idioma Francese.
Queste ed altre produzioni furono decorate
da balli serii.
1793 — 23 maggio. — Accademia di belle
arti — Furono eseguite diverse sorte di
minaetii ed una contraddanza, giuochi d’ as>
^ Digitized ^ Qoo^e
— ^23 —
salto, di picca e di bandiera, giostre di spa-
da e pugnale, suonate di violino e di cem-
balo. Fra i saggi d’ architettura, fortificazio-
ne e figura notiamo quello esposto dal Conte
Fabio di Maniago del P’riuli cioè : un qua-
dro a pastello rappresentante la pittura,
5 Luglio — Il Ritorno di Ulisse in Itaca
— Rappresentazione Scenica intrecciata da
esercizii cavallereschi e da un Ballo Eroi-
commico intitolato — Il Disertar Fortunato
— in quattro atti.
1794. — In Carnevalo Commedie, Tra-
gedie e Balli figurati secondo 1’^ usato in
addietro.
Fra le rappresentazioni date nel car-
nevale 1794 meritano menzione la Semi'
ramide tragedia di Voltaire trasportata in
versi italiani dall’Abate Melchior Cesarotti^
e r Edipo tragedia di Carlo Forciroli Al^
berghetli Modenese.
Il Cesarotti distintissimo poeta Padovano
insegnò lettere greche cd ebraiche in pa-
tria, dove onorato di titoli e gratificato di
pensioni da Napoleone I mori 1’ anno 1808.
Il Forciroli è autore di varie tragedie.
Il suo Edipo nella quaresima del 1787 era
stato rappresentato anche al Teatro Ran-
goni, 0 nel 1791 fu dato in Roma a cura
dell’Accademia degl’ Imperiti, con tale sue-
Digitized by Google
— 224 —
cesso che gli affollati spettatori ne richiesero
per pih sere la replica.
. 22 Maggio — Accademia di belle arti.
4 Luglio — La Morte di Temistocle —
Rappresentazione Scenica composta da un
giovine Convittore. A quello spettacolo se-
guirono Giostre, Tornei, Assalti e Balli.
1795. — 20 Maggio — Accademia semi-
pubblica di belle arti.
3 Luglio — Lucio Ostilio Mancino —
Azione Accademica, molto bene rappresen-
tata dagli Alunni del Collegio, la quale fu
intramezzata da Giostre, Balli ed altri soliti
esercizìi cavallereschi.
1796, — In Carnevale — Vi furono le
solite Recite di Commedie e Tragedie.
Gli sconvolgimenti politici che agitarono
r Italia dalla metà di quest’ anno in avanti
portarono naturalmente una lacuna in questo
Teatro; per cui accennerò soltanto in seguito
quanto mi è stato possibile rinvenire in pro-
posito, coll’ esporlo in ordine cronologico.
1803. — L’ anione accademica di questo
anno rappresentata dai Convittori del Col-
legio Nazionale sotto gli auspicii del Vice-
presidente della Repubblica Italiana Fran-
cesco Melzi d' EriL fu — La Medea — Tra- .
gedia d’ Euripide col ballo intitolato — Gli
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— 225 —
AceidetLii della Fiera — intramezzato da 'e-
«ercizii cavallereschi.
cffi Colle seguenti parole comincia la de-
dica fatta dei convittori al cittadino Vice-
presidente di questo saggio de’ loro studi!
nelle lettere e nelle arti * « Alla speciale
• vostra protezione dee questo Collegio, già
• celebre una volta, ma decaduto negli ul-
« timi anni per b vicende de’ tempi, il suo
• risorgimento, e il distinto onore di vedersi
• eretto a Collegio Nazionale.
Nel Carnevale di quest* anno furano pur
rappresentate La Mernpe dell’ .4 Ifieri, Il Fab-
h'iealore Inglese di Fenouillot di Palbaìre,
Il Burbero Benefico del Goldoni, ha Taran-
tola e il Matrimonio imp rovviso èélV Albergati,
terminate da un hallo intitolato La Caccia.
cffi Illustri scienziati erano nel 1803 pro-
fessori nel Collegio Nazionale, ed in vero
nell’elenco de’ medesimi vi leggiamo i nomi
del Prof. Francesco Soave, del Dott. Paolo
Raffini, dell’Ab. Gio. Ballista Tomaselli e del-
l’Ab. Bonaventura Corti.
Tra i professori d’ arte ricorderemo Pa-
gitani Luigi di Modena, che insegnava in
collegio architettura ed ornato, e pel teatro
di quell’istituto inventava e dipingeva scene
decorazioni e macchine. Ancor giovine preso
parte ai lavori del magnifico ponte *&ul Pa-
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— 226 —
naro a S. Ambrogio architettato da Giuseppe
Soli ed aperto al pubblico il primo novem-
bre 1792; che anzi rimase offeso nella per-
sona quando addì 21 giugno 1789 ne cadde
un arco per lo sfasciarsi delle centine che
10 sostenevano. É suo disegno il grandioso
fabbricato in Braida presso Sassuolo dove
11 detto Collegio si reca a villeggiare. Morì
il Papuani in età di 84 anni li 24 maggio
1845, ed in una sala dell’ Accademia Mode-
nese di belle arti, nella quale per mezzo
secolo tenne insegnamento, si vede fra molti
ritratti d’ artisti Modenesi anche il suo.
1804. — Por le vacanze del Carnevale
i Convittori diedero le seguenti sceniche
rappresentazioni accompagnate da balli nel
loro Teatro domestico.
8 Febbraio — Carlo XII a Bender —
Commedia del Federici.
10 idem. — Il Cesare di Voltaire tradotto
dall’Abate Cesarotti, o il Segreto — Farsa di
Hofmann tradotta dal Piazza.
11 idem. — [I Bugiardo del Goldoni.
12 idem. — Il Raggiratore dello stesso.
13 idem. — La Figlia Obbediente dello
stesso.
Lo spettacolo incominciava allo 6 1[2 po-
meridiano c il viglielto d’ingresso era per-
sonale.
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227
‘ I due balli che alternativamente furono*
rappresentati in dette sere s’ intitolavano
r Orgoglioso umiliato — 1’ Uccellagione.
17 Maggio — Accademia semipubblica
di Belle Arti eseguita dai Convittori suddetti.
6 Luglio — Altra Accademia di Belle
Arti dedicata al suddetto Vice-Presidente
della Repubblica Italiana.
Nelle Vacanze del Carnovale 1805
Anno IV della Repubblica Italiana si rap-
presentarono :
Sedecia ultimo Re di Giuda tragedia del
Padre Granelli.
Il Disertore di Mercicr tradotto. Fruste
Pastorale di Gessner in Francese.
Il Figlio Riconoscente di Engel tradotto,
ed i due balli:
Gherardo ed Erasto — La Sfida ridi-
cola. ^
1805. — 13 Luglio — Accademia di Let-
tere ed Arti dedicata dai Convittori a Na-
poleone I Imperatore dei Francesi e Re d’I-
talia.
Tutte le poesie avevano per soggetto la
Pace.
1806. — 15 e 17 Luglio — Accademia di
Lettere e Belle Arti data dai Convittori del
Collegio nel loro Teatro.
^ 1807. — 30 Giugno — Saggio Acca-
15
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— 228 —
^demico di belle lettere ed arti. La musica
fu il soggetto delle composizioni poetiche
Italiane Latine e Francesi lette dai Convit-
tori. Notiamo gli argomenti di due poesie.
L’ invention de la Guittare. Fable — Giulio
da Modena col suono del Gravicembalo co-
stringe due Prelati ad udirlo. Tassoni Libro
10. Pensieri diversi. Ode latina.
Negli esercizi d’ arte, in omaggio al sog-
getto della parte letterario, la musica in
detta Accademia ebbe parte maggiore che
la danza e la scherma. Un convittore diede
anche un saggio di canto, coi
1808. — 27 Maggio — Accademia di
Lettere ed Arti data dai Convittori del Col-
legio.
1812. — 14 Agosto — Accademia di
di belle lettere e di belle arti.
I Convittori recitarono dopo la prefa-
zione alcune poesie Italiane e Latine intra-
mezzate da balli, assalti di spada, giuochi
di bandiera, giostre di spade, e da musica
vocale ed istrumentale. Fu pure eseguita
una cantata aj)iena orchestra allusiva al
giorno natalizio di Napoleone 1 Imperatore
e Re.
1813. — 14 Agosto — Accademia consi-
mile a quella dell’ anno precedente.
Venivano esposti in tali circostanze i
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— 229 —
disegni d’ architettura d’ ornato e di figura
eseguiti dai convittori durante l’anno sco*‘
lastico.
1814. — Per quanto ci consta il Collegio
non diede alcuna rappresentazione scenica
nè alcuna delle solite Accademie,
1815. — 8 Marzo — La celebre Improv-
visatrice Teresa Bandettini Landucci di Luc-
ca (1) diede un’ Accademia di Poesia estem-
poranea al- Teatro del Collegio, ove inter-
venne tutta la Corte. L’Arciduchessa Maria
Beatrice propose alla Poetessa il tema del-
r Ingresso di Pio VII in Roma, che venne
sviluppato con eleganza di stile e concetti
sublimi. Gli altri temi, ove rifulse il talento
particolare della Bandettini, furono i se-
guenti :
• Inno aU’ Armonia •
• Lamento d’ Èva sull’ estinto Abele »
• Canto lugubre degli Ebrei schiavi in
Babilonia •
• La cena di Baldassare •
Quest’ accademia venne frammezzata da
pezzi musicali di canto e suono.
(1) La Bandettini era stata a Modena anche pri-
ma del 1815. La sera del 9 novembre 1798 diede una
accademia di estemporanea poesia nella Sala delle
Belle Arti, e addi 18 gennaio 1795 dopo un lauto pranzo
dato dal Colonnello Pini cantò sopra tre diversi argo-
menti ed in tre diversi metri riscuotendo gli* ap-
plausi di più persone di lettere ed intelligenti del-
r UDO e dell’ altro sesso. ( N. d. C.)
— 230 —
1815 — 29 Luglio — Accademia di
belle lejttere e di belle arti dedicata a S. A.
R. Francesco IV.
La prima parte tutta letteraria aveva per
argomento la munificenza de’ Duchi Estensi
verso le Scienze, le Lettere e le Arti, e in
particolar modo di Francesco IV per aver
ripristinata l’Università Modenese.
L’ altra parte era destinata ad esercizi
di ballo, e di scherma.
1816 — 24 Luglio — Accademia dal ge-
nere stesso di quella data nel 1815.
I versi declamati dai convittori avevano
tutti per soggetto i diversi generi di subli-
mità della Poesia Scritturale.
Furono poi anche eseguite suonate con
chitarra, violino, viola e flauto, e dati saggi
di scherma colle spade e colle lancie. La
parte ballabile si componeva di PadecLu, Ga-
votta, Contradanza.
Ebbe luogo la solita esposizione di di-
segni.
Se il Collegio avesse fedelmente segui-
le antiche usanze in quest’ anno avrebbe
dovuto con tre accademie letterarie celebra-
re la promozione al Cardinalato di tre suoi
alunni Severoli Antonio, Naro Benedetto, e
Vidoni Pietro, coi
1817 — 18 Luglio — L’ Accademia di
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— 231 —
quest’ anno fu dedicata esclusivamente alle
belle lettere, e tutti i temi furono tratti da
Omero.
1818. — Carnevale — Accademia di belle
arti. Ballo con mimica che aveva per sog-
getto lo sbarco di una flottiglia che scuopre
un’ Isola, e prendendone possesso in nome
del Sovrano celebra feste con balli, giostre
ed evoluzioni militari.
coi Fra i nomi dei convittori che agirono
in questa Accademia leggesi quello del Conte
Ercole Saracco Riminaldi.
Vive ancora nel Collegio di Modena la
tradizione della bravura nella danza di que-
sto Cavaliere Ferrarese.
1819. — 14 Luglio — Cleomene — Azione
Accademica del Padre Rondinetti con eser-
cizi cavallereschi e ballo figurato intitolato
— Le reclute villane.
1820. — 14 Luglio — Accademia di belle
arti. Gli esercizi cavallereschi eseguiti dai
convittori in' quest’ Accademia furono un
torneo di picca e bandiera, giuochi a solo
di bandiera, e di picca e pugnale, giostra
di alabardini e spade
Fu poi rappresentato il — Fanatico pel
giardino — ballo figurato.
1821. — 13 Luglio — Accademia di belle
arti; nella quale fu ripetuto il ballo già rap-
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— 232 —
presentato nel 1818 — Lo Scoprimento di
un Isola.
fOi Vi agirono fra gli altri convittori il Con-
te Luigi Forni di Modena, e Giuseppe Turri
di Reggio. Il primo unitamente al Marchese
Cesare Compari ( altro illustre allievo del
Collegio di S. Carlo e lodato scrittore di
cose patrie ) pubblicò nel 1844 il bellissimo
e raro libretto — Modena a tre epoche —
e da solo illustrò dottamente gli scavi ese-
guiti in Modena nel 1844 e 1845. da esso
caldamente promossi, e che misero in luce
nuovi preziosi avanzi di Modena Romana.
Il Turri poi intendentissimo di bibliografia,
e membro della R. Deputazione di Storia
Patria nelle provinole dell’ Emilia venne
pubblicando di sovente eruditi opuscoli fra
quali citeremo soltanto quello che s’intitola
— Memorie sulla introduzione della stampa
in Reggio • Emilia e sua provincia nel se-
colo XV.
1822. •— 16 Luglio — In quest’ Accade-
>mia di belle arti si produssero i convittori
con esercizi militari, danze, ed i soliti giuochi
tornei, giostre di bandiera, picca, alabardini
e spade.
coi Dopo il 1832 non troviamo memoria
alcuna di Accademie date dai Convittori del
Collegio de’ Nobili in sino all’ anno 1836.
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— 233 —
1836. — 21 Aprile — Recita ed esercizi
cavallereschi. Fu rappresentata la commedia
— La Riconciliazione — ed il ballo figu-
rato — Le Reclute Villane.
1837. — 10 Dicembre — Una commedia
ed un ballo ebbero pur luogo nel Teatro
del Collegio in quest’ anno. La prima s’ in- ^
titolava — Due Ciarlatani ad una fiera —
r altro — Enrico IV al passo della Marna.
^ Fra gli attori che eseguirono queste
sceniche produzioni trovasi notato il March.*
Giuseppe Campori^ il quale nel Collegio dei
Nobili in Modena addestrò V elevato ingegno
agli studii storici in cui riuscì dappoi tanto
valente. Indicare tutte le elucubrate memo-
rie, che specialmente in soggetti d’ arte ha
desso pubblicato, sarebbe qui fuor di luogo;
diremo soltanto eh’ egli da quella miniera
inesausta che è l’Archivio Estense ha saputo
trarre tali e tanti tesori da arricchirne il
patrimonio storico Italiano. A questo vivente
onore del patriziato Modenese, come lo
chiama il chiarissimo prof. Luigi Vaccà, il
suo paese deve ancora gratitudine per la
saggia e retta amministrazione del Comune
da esso tenuta in qualità di Sindaco dal
1864 al 1867.
1838. — • 10 Dicembre — I convittori
rappresentarono la commedia col titolo —
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— 234 —
La GralUudine —• e la farsa — L’Affamato
senza denari. Fu poi ripetuto il hallo figu*
rato deir anno antecedente.
^ Qui abbiamo una nuova lacuna di ir»
anni, coi
1842. — 24 e 27 Febbraio — Ermene-
gildo Tragedia in 5 atti del Conte Paolo
* Abbati MarescoUi. già alunno del Collegia
de’ Nobili.
Doveva essere rappresentata nel Teatro
di Corte; ma invece, per non so qual motivo,
venne eseguita in. quello del Collegio col-
r intervento delh. R. Famiglia Austro-E-
stense.
Due poesie dettate da ammiratori dell’e-
simio poeta furono in questa circostanza
distribuite agli spettatori.
L’ esecuzione venne affidata ai seguenti
Dilettanti.
Ermenegildo — 1’ Autore.
Ingond'i — Teodolinda Pedretti-Bocco-
lari.
Gosvinda — Marchesa Teresa Bernardi
nata Cassiani lagoni.
Leovigildo — Babini Pietro.
. Reccaredo — Magiera Dottor Pietro. ,
Sisberto — Galeotti Dottor Pietro.
L’ esito fu felicissimo tanto per l’ inte-
resse. drammatico della composizione, quanto
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— 235 —
per la bravura dei dilettanti che la prò*
dussero.
, 1842. — 29 Aprile — In detta sera i
convittori del Collegio de’ Nobili di Mo-
dena diedero nel domestico loro Teatro una
Accademia di esercizi letterari e cavallere-
schi coir intermezzo di una farsa, per fe-
steggiare le nozze del Principe Ereditario
colla Principessa Adelgonda di Baviera.
E prima ebbe luogo una Cantata composta
dal Modenese Dottor Giuseppe Riva, Prof,
distintissimo di belle lettere in questo Col-
legio nella quale interloquivano tre Ufficiali
Bavaresi e tre Estensi. Detta cantata, che è
alle stampe, s’ intitola — La Gara Gene-^
rosa.
L’ intermezzo fu la notissima farsa — Il
cuoco e il segretario.
In fine fu rappresentato — Il Giglio con-
quistato — ballo figurato, 1’ argomento del
quale è invenzione del coltissimo nostro con
cittadino Conte Giovanni Galvani. (1)
(1) A Modena ed all’ Italia fu testé rapito da morte
questo illustre suo concittadino. La fama da lui pro-
cacciatasi sino dagli anni giovanili di consumato
filologo si sparse poi anche fuori d' Italia. Dal 1848
al 1859 prestò eminenti servigi! al Duca di Modena
specialmente come consigliere presso il Ministero
degli affari esteri. Il Conte Commendatore Oiovanni
a'alvani era nato li 84 giugno 1806, e mori li 19 aprila
1873. ( N. d. C. ) T
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— 236 —
1843. — 22 Novembre — Recita ed e-
sercìzi cavallereschi. Furono rappresentate
due Farse — D Inglese ossia il pazzo ra-
gionevole — La Scommessa fatta a Milano e
vinta a Verona — ed il ballo figurato in
tre atti — La Spada di legno.
Nel 1844 non furono date dai convittori
sceniche rappresentazioni; ma bensì nel se-
guente anno.
1845. — 22 Aprile — Ebbero luogo le
due farse — Una burla nell’ ora del pranzo
— I denari della laurea — ed il ballo —
Le reclute villane,
5^ Nella prima di dette farse e nel ballo
con altri convittori agi il Gente Leonardo
Salimbeni. Laureatosi questi nel 1854 in ma-
tematica nella ^patria Università, e perfezio-
natosi a Torino in quella scienza, dal Governo
Provvisorio di Modena nel 1859 fu nominato
Direttore dei Telegrafi: nello scorcio della
nona legislatura nel 1864 dal Collegio elet-
torale di Mirandola fu eletto Deputato al
Parlamento Italiano: sostenne diverse altre
onorifiche cariche : fu ascritto alla R. Acca-
demia di Scienze Lettere ed Arti in Modena'
e da ultimo fu scelto a far parte del giuri
Italiano all’ esposizione di Vienna. Fra le
opere da lui pubblicate noi citeremo soltanto
i’ ultima ed interessantissima — Opinione e
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— 237 —
scritti di Lodovico Antonio Muratori intorno
a cose fisiche mediche e naturali. ^
Dal 1846 al 1854 non tutti gli anni il
Teatro del Collegio fu aperto a sceniche
rappresentazioni ; ma tre o quattro volte al
più dal 1849 in avanti. Le commedie e far-
sette eseguite furono le seguenti :
Funerali e Danze — Il Cuoco ed il Segre-
tario — U equivoco dei due nomi — Il Sin-
daco ed i Zingari — Il Castello della Gal-
lina — L’ Uniforme del Feld- Maresciallo
Wellington — Come finirà ?
Nell’ anno 1855 il benemerito Rettore
dal Collegio di S. Carlo Don Luigi Spallan-
zani di grata memoria ripristinò l’ antica
Accademia di Scienze e di Lettere alla quale
s’ispirarono, fra gli altri, ì genii Italiani
d’ un Varano e di un Pindemonti. Il detto
Rettore ne fu il presidente, ed il Conte
Paolo Abbati Marescotti e Prof. O. B. Ta-
rasconi i due direttori.
1855 — 25 Marzo. — S' inaugurò la ri-
sorta Accademia con un pubblico saggio di
lodi poetiche a Maria Vergine festeggiando
cosi la dogmatica definizione del suo imma-
colato concepimento.
Nel 1857 quando Papa Pio IX fu in Mo-
dena volendo il Collegio prender parte alla
generale esultazione col pubblicare unarac-
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— 238 —
colta di poesie, divisò di dar a’.la stampa le
composizioDi recitate nell’ Accademia del
1855.
1856 — 13 Aprile. — Modena e il suo
protettore S. Geminiano fu l’ argomento del
secondo trattenimento poetico, che con eser-
cizi musicali ed esposizione di disegni fu
dato dall’ Accademia di Scienze e Lettere
degli Alunni del Collegio nel loro domestico
Teatro. La scena rappresentava la «Piazza
di Modena, lavoro del prof. Ferdinando Man-
zini, e nel mezzo del palco scenico si erge-
va la statua del Protettore modellata dal
prof. Alessandro Gavazza. Il trattenimento
fu ripetuto nel giorno 16. La prima volta
v’ intervenne la Corte, la seconda 1’ Arcive-
scovo, ad entrambe poi un colto ed affollato
uditorio, che spesso applaudì alle belle poe-
sie con molta intelligenza declamate dai gio-
vani convittori.
1857. — Aprile — Al letterario tratte-
nimento di quest’ anno diede argomento la
esposizione triennale 1854-55-56 della Acca-
demia Atestina di belle arti. I temi delle
poesie per la massima parte furono sommi-
nistrati dai soggetti deUe pitture e sculture
esposte.
La scena figurava il tempio delle Arti •
da un lato vedevansi l’Architettura la Scul-
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' _ 239 —
tura e la Pittura, dall’ altra le tre figure
di Soli architetto, Pisani scultore e Maiale^
sta pittore, antecessori i due primi del terzo,
attuale direttore dell’ Accademia di belle
Arti. Nel mezzo stava un monumento figu-
rante il Genio Estense.
1858. — Aprile — I soggetti dei com-
ponimenti poetici furono varii. Questo fu il
quarto ed ultimo anno in cui 1’ Accademia
del Collegio diede pubblico saggio lettera-
rio. É da notarsi che nei due ultimi ricor-
dati trattenimenti il Conte Paolo Abbati
Marescotii uno dei direttori declamò versi
da lui composti: nel 1857, un polimetro sul
gran quadro del Maìatesta Ezzelino III da
Romano, ed un carme ispiratogli da un di-
pinto del MtinUici rappresentante un episodio
della cattività di Gerusalemme : nel 1858 i
due canti — La Lisa, e Cento a>mi dopo.
La coltissima Signora Isabella Rossi
Contessa Gabnrdi Brocchi parlò in due gra-
ziose sue pubblicazioni dei suddetti letterari
trattenimenti. La prima, dedicata dalla scrit-
trice all’ i. lustre Paolo Emiliani Giudici, dà
un cenno storico del Collegio di S. Carlo :
ammira 1' opera vivificatrice deli’ ora de-
funto Spallanzani, il quale rimise il Collegio
nell’altezza dal quale era caduto: applaude
all’ istituzione letteraria da detto Rettore
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— 240 —
ripristinata: porge infine particolari sul trat-
tenimento. che per due sere nell’aprile 1857
ebbe luogo, tributando lodi ed ai bravi con-
vittori ed ai benemeriti loro istitutori.
Nell’ altro opuscolo della Contessa Ga-
bardi trattasi dell’ Accademia data le sere
del 25 e 28 aprile 1858. Quanti vi presero
parte sono meritamente encomiati: nè viene
dimenticato il Cav. Colonnello Gio. Battista
Ferrari il -quale nel 1857 e 1858 con zelo
e maestria istmi i convittori nella declama-
zione: e ne cavò buon frutto; dacché a detta
d’ ognuno quei giovinetti recitassero i loro
versi con eleganza, espressione e calore di
sentimento.
Di queste accademie parlò favorevolmente
anche la stampa locale. Vi prei^ero poi parte
principale il Conte Gabardo Gabardi figlio
alla sullodata Contessa Isabella. Pellegrino
Spallanzani nipote del Rettore del Collegio
Don Luigi Spallanzani, e Federico Mici di
Civita-Nuova presso Ancona.
Il Gabardi sortiva dal collegio nel 1859
assai colto nelle scienze e nelle arti, lasciando
un nome rispettato e caro nell’ istituto che
lo accolse fanciullo. Continuò i suoi studii
nella R. Università di Pisa, ove ottenne la
laurea, ed aspirando dappoi a cariche con-
venienti al suo ingegno ebbe testé l’incarico
, Digiiizc: "'Cdogte
_ 241 —
di redigere gli atti del Parlamento Ita-
liano.
Lo Spallanzani, terminato con molta lode
il corso di studii nel' collegio di S. Carlo, si
applicò, nella R. Università di Modena alla
Matematica, e ne consegui la laurea per ac-
clamazione r 11 giugno 1860. Recatosi poi
a Parigi ed a Londra per perfezionarsi nella
scienza sua prediletta vi rimase qualche
anno, e ritornato in Reggio dell’ Emilia sua
patria vi sostiene onorifiche cariche, ed è
uno dei più distinti professori di quell’ Isti-
tuto Tecnico Industriale e Professionale.
Il Mici ingegno gagliardo coronò il com-
pimento de’ suoi studii con un saggio di
matematica straordinario e forse unico dac-
ché esiste il Collegio. Ora occupa una cat-
tedra di scienze esatte nell’ Università di
Urbino.
Dopo il 1858 poche volte il teatro del
Collegio è stato aperto, e noi verremo no-
tando qui appresso i trattenimenti scenici
che in questi ultimi anni vi sono stati ese-
guiti.
Il Maestro Gandini condusse la storia
di questo teatro sino al 1863 unendo al suo
manoscritto il programma a stampa del di-
vertimento teatrale eh’ ebbe luogo nel car-
nevale di quell’ anno. Fu rappresentato U
— 242 —
dramma in tre atti — La Fortezza del Da-
nubio.
1865. — Carnevale — La Barba — Farsa,
n Protagonista era un vecchio intollerante
per la moda odierna della barba e dei mu-
stacchi.
i
Don Pedrillo — Altra farsa nella quale si
mette in ridìcolo il contegno di un uomo
dominato dalla paura.
1868. — Carnevale — Il Ciarlatanismo
— Commedia in tre atti — Tutti senz'abito.
, — Farsa.
Questi tre ultimi divertimenti drammatici
furono accompagnati da saggi ginnastici di
scherma, d’equilibrio sulla palla, di volteggio
al cavalletto e ad una trave sola, e da altri
esercizi al trapezio ed alla scala a mano.
La ginnastica moderna fu introdotta in
Collegio dal sullodato Rettore Dottore Don
Luigi Spallanzani nel 1859, ed a scuola ap-
punto di ginnastica serve ora il teatro del
Collegio stesso, del quale questo Capo Vili
ha dato la storia dal 1688 sino al presente.
1870. — In Carnevale — Fu recitata
una graziosa commediola intitolata •— Il
suonatore di liuto — cui fece seguito la
farsa — Il Maestro di Ginnastica — Il pub-
blico apprezzò assai queste due produzioni,
e la stampa locale tributò encomii tanto
agli istruttori che agli alunni esecutori.
— 243 —
Se i pazienti lettori di questo Capo Vili
della Cronistoria de’ Teatri Modenesi vi
hanno più spesso trovati ricordi di eserci-
tazioni cavalleresche e di rappresentazioni
sceniche, e meno frequentemente di saggi
scientifici letterarii e scolastici, ciò proviene
dalla natura stessa di queste memorie, che
osclusivamente si occupano de’ teatri. Non
devono però credere che in questo nostro
istituto d’ educazione, e ne’ tempi remoti ed
in quelli a noi più vicini, siano stati trascu-
rati gli studii delle scienze e delle lettere;
chè anzi questi vi furono sempre coltivati
con amore e con frutto. Se poi in questi
ultimi anni troviamo lacune nella cronologia
teatrale del Collegio, le medesime hanno
causa dai nuovi e troppo estesi programmi
scolastici prescritti dal Ministero della pub-
blica istruzione.
Addì 8 novembre dell’ anno 1872 moriva
il Rettore Dott. Don Luigi Spallanzani. Gli
alunni del Collegio di S. Carlo perdettero
un padre; ma tanta jattura fu riparata col-
r ottima scelta a suo successore del Dott.
Don Gaetano Simonini, il quale nella carica
di Ministro da oltre 20 anni coadiuvava lo
Spallanzani pel buon andamento del Collegio.
Il festeggiamento della nomina del nuovo
Rettore diede occasione ad un applauditis-
16
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— 244 —
simo trattenimento Ginnastico-Buffo-Icariano,
eseguito nel teatro del Collegio, che per
ultimo qui registriamo, benché i Convittori
non vi prendessero parte alcuna, se non
quella di spettatori.
1873. — 1 Gennaio — La Compagnia
equestre ginnastica condotta dai fratelli
Godfroy. che agiva a quel tempo nel teatro
Aliprandi^ diede V accennato trattenimento,
e produsse la capra Esmeralda^ il scimiotto
Limon, ed i cani Castore e Polluce^ animali
tutti mirabilmente ammaestrati.
«
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— 245 —
Appendice al Capo Vili
Ora soltanto ci è venuto alle mani un
manoscritto d’ autore ignoto, intitolato —
Memorie ossia Fasti del Collegio e della
Città di Modena dal 1762 al 1769 — Sem-
brandoci interessanti e degne d’ esser cono-
sciute molte notizie in esso contenute qui le
aggiungeremo in appendice a complemento
delle cose trattate in questo Capo Vili.
Ci duole soltanto che dovendo occupar-
ci esclusivamente del Teatro del Collegio
siamo astretti ad omettere altri preziosi ri-
cordi registrati in quello scritto, che qui
sarebbero fuor di luogo. .
1762 — Gennaio. — Essendo venuto a
Modena un uomo di gigantesca statura chia-
mato Bernardo Gigli Veronese o Trentino,
fu fatto venire di sera in Collegio col regalo
di tre zecchini. Andarono le camerate l’una
dopo r altra a vederlo, e tutti restarono
sorpresi al vedere un uomo sì alto e nel
tempo stesso ben proporzionato. La sua al-
tezza era di 4 braccia da tela all’ incirca
(Metri 2,53). Aveva facile la parola e manie-
re assai obbliganti.
1762 — Carnevale, — Una tragedia e
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— 246 —
fre commedie decorate con balli furono ese-
dai Convittori cioè: Pallade e Oreste
tragedia tradotta dal March, Alfonso Cocca-
pani, la Sposa Persiana, il Tutore e L’ Av-
venturiere Onorato, tutte commedie del ce-
lebre Goldoni ridotte però ad uso del Col-
legio, cioè senza pregiudizio dell’ onesto co-
stume.
IjC quattro maggiori camerate interven-
nero poi a vicenda alle feste di ballo in
Corte, come pure all’ opera in musica nel
teatro Bangoni, andando nel palco di mezzo
del Serenissimo Signor Duca che graziosa-
mente lo accordava in simili congiunture.
Nelle sere destinate al corso mascherato
in Canal grande, le cinque camerate, in cui
allora divide vasi il- Collegio, si recarono a
godere il brioso spettacolo dalle ringhiere
e finestre delle case sottonotate.
Casa del March. Giambattista Calori ora
del Dott. Cav. Carlo Boni.
Case del Signor Giambattista Marchisio
-e Cav. Boccolari, ora formanti un sol corpo
di fabbrica di proprietà dell’ Avv. Cav. Fran-
cesco Agazzotti.
Casa degl’ Impresari!, o fermieri, o con-
duttori delle pubbliche gabelle, al presente
di ragione del Generale Nicola Fabrizi.
Casa del Prevosto Santagata della quale
non conosciamo 1’ ubicazione.
— 247 —
1762. — L’ Accademia letteraria che an-
nualmente si soleva dare in quaresima aveva
sempre per soggetto la Passione. In questo
anno per la cattiva stagione non vi accorse
gran gente, v’ intervenne bensi il Vescovo
Giuseppe Maria Fogliani, e pienamente .sod-
disfece i presenti e procacciò lodi ai con-
vittori ed al loro professore in poesia Giu-
liano Cassiani. I sonetti del Cassiani^ a cui
Francesco III nel 1773 affidò la cattedra
d' eloquenza nell’ Università Modenese, sono
meritamente giudicati perfetti, e fra tutti
gli acquistò fama quello sul ratto di Pro-
serpina. Morì questo raro e modesto ingegno
in Modena sua patria li 23 marzo 1778.
Dalla metà di luglio alla metà dell’ otto-
bre 1762 i Convittori villeggiarono in Sor-
bara, dove furono loro permessi i ‘giuochi
del tamburino delle bocchie e del pallone,
cacciarono abbondantemente lepri e fagiani
nell’ estesa bandita loro accordata dalle
gride Sovrane, e recitarono tre commedie
del Goldoni. Il collegio qualche volta ritor-
nava dalla campagna in città in barca o
bucintoro.
1763. — 7 Gennaio — ebbe luogo in
tal sera l’accademia letteraria, che avrebbe
dovuto aver eseguirsi Natale. In tal circo-
stanza si fece applaudire il giovine Lucchese
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— 248 ~
Luigi Buccarini eccellente suonatore di vio-
loncello, che fu regalato di 3 filippi.
1763. — 8 al 15 Febbraio — Nelle va.
canze del Carnevale i convittori rappresen-
tarono alla presenza del Vescovo , della
Principessa ereditaria Maria Teresa Cibo
colla figlia, e della Principessa Amalia so-
rella del Duca Francesco III le seguenti
produzioni.
Bruto tragedia di Voltaire.
Varone tragedia di Monsieur de la
Grave.
L'Amante militare — Il Medico Olandese
— Il Bugiardo — commedie del Goldoni.
1764. — Le rappresentazioni sceniche
del carnevale ebbero luogo nelle sere 26
febbraio 2, 3. 5 e 6 marzo. Furono rappre-
sentate* due tragedie di Voltaire — Mao-
metto — Zulima — e tre commedie del
Goldoni — Il Tasso — Il vero amico —
fj apatista — e due balli 1’ uno mitologico
e r altro intitolato — Il trionfo della Sec-
chia rapita — Questi spettacoli furono ap-
plauditi dai Principi, dal Vescovo e jdalla
Nobiltà.
1765. — I titoli delle produzioni sceniche
eseguite dai convittori in carnevale sono i
seguenti : ,
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— 249 —
Tragedie
S. Eustachio, del Padre Agostino Palazzi.
La morte di Cesare, di Voltaire.
Tragicommedia
La Schiava combattuta.
Commedie
Le vicende della Fortuna, dell’ Abate
Chiari,
La donna bizzarra, dell’Avv. Goldoni.
Farse
Petronio, e Gii Blas di Nicomede Bastardi
Modenese, nome sconosciuto nei fasti della
patria letteratura.
Balli
Oli Orazii e Curiazii — Dafne ed A-
pollo.
A Monsignor Vescovo non piacquero, per-
chè di soggetto alquanto libero, la suddetta
tragicommedia, e la commedia del Chiari.
1766. — Per le vacanze del carnevale
ebbero luogo le solite rappresentazioni tea-
trali delle quali notiamo i titoli.
Catilina ossia La Morte di Cesare tra-
gedia di Voltaire tradotta dal Marchese
Alfonso Coccapani.
n Kottlicano tragicommedia dell’ Ab. Pietro
Chiari.
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— 250 —
L’ accidente curioso — L’ apatista — II
cavalier di spirito — commedie del Ooldoni.
1767. — I convittori nel carnevale di
quest’ anno recitarono due tragedie di Vol-
taire — La Zai*‘a — h’Alzira — tre com-
medie del Goldoni — Il Molière — - La Bot-
tega del Caffè — La Castalda — e due balli
— Sileno — L’ Isola incantata — 1’ argo-
mento del quale era tratto dal canto nono
dal poema Tassoniano.
La cantata e concerto di musica, di cui
il Maestro Gandini fece memoria sotto la
data del marzo 1767, ebbero luogo la sera
del 13 nella quale, intervenendovi tutta
la Córte e nobiltà, si festeggiò con un’ ac-
cademia letteraria la promozione al cardi*
nalato degli Eminentissimi Paracciani e Bu-
falini. La sala era tutta illuminata con plac-
che e lumiere, la galleria e scalone con
torcie, r orchestra era scielta, e cantò il
famoso giovane Cicognani che per caso si
trovava in Modena.
1768. — Carnevale — Furono coronate
da ottimo successo, ed onorate da numeroso
concorso le seguenti produzioni.
Olimpia tragedia di Voltaire.
Poliuto tragedia di Corneille tradotta da
Agostino Paradisi.
La Dalmatina — Il Medico Olandese —
— 251 —
Il Contratempo — tre commedie del Go?c?ont.
Dei due balli 1’ uno prendeva argomento-
dalla venuta di Enea in Italia, nell’ altro-
figuravasi una visita fatta ad una Cartiera
da alcuni cacciatori. I Marchesi Giovanni ed
Ippolito Pindemonti ed il Conte Ferdinando
Marescalchi rispettivamente rappresentarono
Pantalone padrone della cartiera, un conta-
dino compratore di carta, Brighella servo
dei cacciatori.
1759. — In Carnevale i convittori nel
loro domestico teatro rappresentarono la
Semiramide tragedia di Voltaire^ Bianca e
Guiscardo tragedia di Monsieur Sauren, La
bella Selvaggia tragicommedia del Goldoni, e
due commedie del medesimo — Il Cavalier e
di buon gusto — I Malcontenti.
I Balli intitolavansi — La Fiera — I
Giuocatori.
Appena terminati i divertimenti del Car- -
nevale venne a morte 1’ 8 febbraio dopo
lunga malattia il Dott. Giuseppe Malmusi
lettore di teologia scolastica presso. !’ Uni-
versità, e Superiore del Duca! Collegio dei
Nobili, che lasciò il suo nome raccomandato
a stimate opere messe a stampa. Furono
celebrate solenni esequie, al benemerito sa-
cerdote, e addi 15 del seguente mese di
marzo venne eseguita dai convittori, con
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— 252 —
r intervento del Vescovo, di molta Nobiltà
e di persone letterate, una solenne accade-
mia letteraria in onore del defunto.
Chiuderemo questa appendice col far
memoria d’un avvenimento memorabile. Addi
13 maggio 1769 1’ Imperatore Giuseppe II
essendo di passaggiò per Modena, fra i di-
versi luoghi e stabilimenti della città, volle
ancora visitare il Collegio. Il nuovo Rettore
Don Giuseppe Boccoìari^ avutone sentore,
alla testa di tutti i convittori vestiti in nero
fu a riceverlo alla porta. S. M. interrogò
minutamente il Rettore sul trattamento, o.
rario e costumanze del collegio, ed avutene
informazioni se ne mostrò soddisfatto. Do-
mandò i nomi dei Cardinali, i ritratti dei
quali esistevano, ed esistono tuttora, nella
sala del Collegio. Passato quindi in teatro
ivi pure osservò alcuni ritratti, e veduto
quello del Conte Raimondo di Villana Perlas
già Consigliere Aulico ( morto di 33 anni
nel settembre 1764) disse: questo era un bravo
ministro. Volle vedere alcuno camerate, e
parlò con molti convittori e specialmente
coi Tedeschi suoi sudditi fra quali col Ba
rone Taufferer. Dopo ciò l’ Imperatore se
ne parti accompagnato fino alla porta come
nell’ ingresso dal Rettore e dai convittori,
^asciando in tutti grata memoria della sua
affabilità.
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— 253 —
Capo IX.
NUOVO TEATRO COMUNALE
IN
MODENA
Lo stato di deperimento del vecchio
Teatro Comunale, ed i gravi diffetti di sua
fabbrica, impossibili a togliersi per la ristret-
tezza della sua area, determinò il Comune
di Modena a costruirne un nuovo.
Il Podestà Marchese Ippolito Livizzani
(1) con circolare datata li 22 febbraio 1838
comunicò tale determinazione ai Palchettisti
invitandoli a concorrere all’ opera necessaria
e decorosa col permutare il palco di loro
proprietà nel Teatro vecchio con altro nel
nuovo Teatro da costruirsi.
Il prezzo del palchi nel vecchio Teatro
fu fissato come segue coll’ aumento dell’otto
per cento a favore di quelli che accettassero
il progetto di permuta.
(1) Il March. I. Livizzani, ultimo di sua famiglia,
mori li 30 luglio 1845. Fu benefico in vita, e morendo
col suo patrimonio fondò una ricca opera di cariti
H prò de' poveri e specialmente dei cronici e vergo-
gnosi.
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— 284 -
Palchi di Pianterreno di fac-
ciata Mod. L.
Id. laterali • *
Palchi di primo Ordine di fac-
ciata
Id. laterali
Palchi di secondo Ordine di
facciata • *
Id. laterali * *
Palchi di terzo Ordine di fac-
5.000
4.000
6.000
4,500
5.000
4.000
ciata
Palchi nel Loggione di fac-
ciata
3,500
1,000
Tariffa pei palchi del nuovo Teatro;
Di prima Fila L. 13,000
Di seconda
Di terza
Di quarta
Di Loggione
13,000
13.000
12.000
10,500
4.600
Era in facoltà dei Palchettisti che non
volessero annuire alla proposta permuta, 1 a-
lienare il loro palco al Comune pel prezzo
sopra fissato. A quelli poi che accettassero
il progettato cambio veniva accordata la
prelazione per P acquisto del palco nel nuo*
vo Teatro coll’ inchiudervi il prezzo del
palco da essi posseduto nel Teatro vecchio.
La maggioranza dei Palchettisti accettò
, le proposte del Comune, e questi nel mag-
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— 2JÌS —
gio del detto anno 1838 dispose ogni cosa
per dar principio alla costruzione del nuovo
Teatro.
Il Governo, o per meglio dire il Gover-
natore Riccini, prese parte nelle disposizioni
relative alla costruzione del nuovo Teatro,
e più forse che non gli competeva; dacché
tali trattative, meno però la scelta del luogo
e dell’ architetto, furono tenute occulte al
consiglio dei Conservatori. Uno di questi,
prendendo motivo alla sua rimostranza dal-
r offesa recata all’ onorevole corpo cui ap-
parteneva, si lagnò di tale contegno, e di
non avere, prima che si mettesse mano al-
r opera, neppure avuta visione del disegno
del Teatro.
Il Riccini altamente disapprovò il passo
fatto dal Conservatore, e pel dovuto esem-
pio, come egli disse in lettera del 5 set-
tembre 1838, lo ringraziò e dispensò dalle
sue funzioni.
I due conservatori Marchese Giuseppe
Carandini e Conte Francesco Maria Olivari
furono poi specialmente delegati dal Comune
a quanto aveva riferimento al teatro da
costruirsi, e quando essi ebbero compiuto
il loro mandato ricevettero dal Podestà e
dal Governatore ampli attestati di soddisfa-
zione e di gratitudine per le cure zelanti
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— 256 —
ed intelligenti, che per più anni si erano
dati nell’ importante incombenza tanto lode-
volmente e con pubblico aggradimento di-
simpegnata.
L’ architetto Francesco Vandelli (1) ideò
il nuovo Teatro: ed avuto riguardo alla ri-
strettezza dello spazio assegnatogli, alle dif-
ficoltà occorse nella costruzione, ed alla
mancanza che v’ era allora in Italia di mo-
derni Teatri che gli potessero servire di
modello, conviene concludere che il Vandelli
condusse felicemente a termine nel corso
di tre anni il lavoro affidatogli, addimostran-
dosi valentissimo nell’ arte sua. Prèstò desso
gratuitamente 1’ opera sua, e perciò fu a-
scritto al libro d’ oro della nobiltà Modenese,
ed ottenne in dono un palco nel Teatro da
lui architettato.
Le case che occupavano l’area che servir
doveva al nuovo Teatro erano tredici, fra le
(1) Francesco Vandelli nato li 4 ottobre 1795,
dopo aver ottenuto nel 1814 il baccellierato nella fa-
coltà d’ ingegnere architetto all’ Università Bolo-
gnese, r anno 1816 nella Modenese ebbe la laurea dot-
torale nella facoltà filosofica. Fu membro dell’ Acca-
demia di Scienze Lettere ed Arti, e Professore di ar-
chitettura prima nel Convitto de’ Cadetti Pionnieri,
e poscia all’ Università. Altre opere architettoniche
del Vandelli abbelliscono la nostra città, e fra queste
citerò soltanto il Foro Boario. Mancò alla vita addi
16 agosto 1856.
— 257 —
quali anuoveravasi la casa Colombi^ come
la più estesa e di maggior costo.
Dai libro mastro presso la Ragioneria Co.
manale si apprende che la spesa totale per l’e-
rezione del nuovo Teatro risulta come sotto -
Spese diverse L. it. 363 663,79
Materiali 213 442,79
Spese d’ Amministrazione 3 555,91
Prezzo di Case demolite,
frutti, compensi etc. 141 547, 55
Totale italiane L. 722 210, 04
Questa spesa venne diminuita in parte
dalle somme ricavate secondo il seguente
dettaglio :
Per la vendita di Palchi
incassate L. it. 282 090, 63
Vendita di Materiali rica-
vati nella demolizione delle Case 12 850, 82
Agio sulle monete 24 251, 13
Regalo del Duca consistente
in marmi per ornamento della
facciata 10 378, 00
Multe ai trasgressori 'per
le condotte dei materiali 93. 13
Totale italiane L. 329 663, 71
Da ciò si deduce che la spesa reale a
carico del Comune si ridusse ad italiane
Lire 392 546, 33.
L’ area occupata dal Teatro suddetto è
dì 2300 metri quadrati.
— 258 —
Indispensabile si renderebbe una descri-
'zione di questo Teatro; ma siccome esista
già un opuscolo pubblicato dal celebre poeta
Peretti nel 1841 dedicato al cantante Ron-
coni sotto il titolo di — Cenni descrittivi
del Nuovo Teatro delV Illustrissima Comu-
nità di Modena — così verrò trascrivendo
qui appresso dal detto opuscolo le piìi impor-
tanti notizie: e chi desidera più minuti rag-
guagli legga per disteso il lavoro del P&relti.
La facciata principale del nuovo Teatro
Comunale di Modena è posta a levante, e
s’ inalza sur un portico rustico a mattonato
e armato a pilastrate doriche le quali ri-
spondono a nove arcate di prospetto. Le
volte dei tre archi di mezzo sono adorne
di rosoni a rilievo, e nella chiave di ciascun
.arco laterale v’ ha alcune teste simboliche
ed allusive a cose di teatro. Superiormente
al portico gira un bell’ ordine di finestre e
sovra ogni finestra è un basso rilievo. La
parte superiore della facciata termina in un
attico, che si eleva al disopra di una cornice
jonica. Il corpo di mezzo comprende tre
archi ed è composto di due ordini cioè di
un jonico sovraposto ad un dorico. Le mar-
moree colonne che poggiano colla base sopra
un zoccolo dorico sostengono una cornice
architravata, da cui viene sorretta la rin-
ghiera con balaustri pur essa di marmo. A.
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— 2b9 —
questo punto comincia l’ordine jonico; dopo
il quale (soppresso 1' attico) si vede scolpita
in tavola di marmo bianco fiancheggiata da
due corone d’ alloro la seguente iscrizione
del prof. Celestino Cavedoni.
ORDO - POPVLVSQUK - MUTINENSIVM
AUSPICE - D - N - FRANCISCO - IIII
- THEATRUM - NOVVM
PRO - MVMCIPI - DIGNITATE
A - FUNDAMENTIS - EREXIT
ANNO - M - ■ D - CCCXXXXI.
Al fastigio è una statua colossale rappre-
sentante il Genio di Modena sotto la forma
di un giovine alato. La statua, che colla
sinistra alza una face e colla destra incorona
uno scudo con suvvi scolpito il memore
stemma delle trivelle è opera del Modenese
Luigi Righi ; e di lui pure sono i bassi-ri-
lievi che adornano le finestre del piano su-
periore e che rappresentano le più rimar-
chevoli scene di alcune tragedie di patrii
scrittori cioè : del Cavalierino, del Conte
Paolo Emilio Campi, del Conte Paolo Abbati
Maro.scotti, di Pietro Bernardoni e del Conte
Carlo Forciroli Alberghetti. Altri 4 bassi-
rilievi due al lato meridionale e due al set-
tentrionale rappresentano il suddetto Bernar-
doni. Orazio Vecchi. Carlo Goldoni e Luigi
Riccohoni»
17
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— 260 —
\j' Atrio è di forma ovale, decorato al-
r intorno di pilastrate d’ ordine ionico e
nella parte superiore di bassi rilievi e di
pitture. I primi, lavori del sullodato Righi,
sono allusivi ai fasti della musica e del tea-
tro : le altre, di mano del prof. Camillo Cre-
spolani quanto agli ornati, e di Luigi Manzini
quanto alle figure, rappresentano due Fame
e dodici illustri profe.ssori di musica di patria
Modenesi, che vissero dal XV al XVIII secolo.
La tre pòrte di mezzo, per cui si entra
ncir atrio dalla parte della facciata maggiore
non si aprono che alla fine dello spettacolo
per agevolare 1’ uscita della moltitudine ;
r ingresso si ha dal lato di settentrione ove
è lo stanzino destinato alla vendita dei vi.
ghetti, e dal lato opposto è la porta che mette
al caffè. La comunicazione che ha l’atrio colla
platea e coi palchi è accuratamente intra-
mezzata da un andito che forma un arco
dittico e unisce la porta dell’ ingresso della
platea colle porte che mettono allo scale dei
palchi. Air andito stesso si monta per mezzo
di alcune gradinate corrispondenti a cinque
porte, tre maggiori, una che imbocca 1’ a-
pertura della platea e due laterali che danno
accesso alle magnifiche scale per cui s’ascen-
de ai palchi, e due minori intermedie. Sulla
porta di mezzo è scolpita in marmo quest’al-
tra iscrizione del Cavedani-
MONUMENTUM - HOC - PATRIUM - AN - MDCCCXXXVIII - EXTRTJI - COEPTUM
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— 262 —
Ascendendo dall’ atrio nell’ andito suaccen-
nato si veggono due nicchie con entrovi due
busti in iscagliola del più volte citato fìighi
rappresentanti, quello a diritta di chi entra,
il Riccoboni, 1’ altro a sinistra Orazio Vecchi.
Entriamo ora in platea. E questa di forma
elittica e si estende in lunghezza metri 18,75
e nella sua maggiore larghezza metri 16,25,
Essa è circoscritta da quattro ordini di pal-
chetti (oltre i loggioni) in ciascuno de’ quali
si contano 30 palchetti compresi i prosceni :
ma nei primi tre ordini i due palchetti del
centro sono occupati dalla porta d’ ingresso
e dal palco grande della Corona ornato di
ricchi intagli in legno dorato eseguiti da
Giovanni Vandelli : sicché il numero dei
palchi compresi nei quattro ordini è di 114.
Nei davanzali dei palchi di secondo ordine
a bassi-rilievi dorati Luigi Manzini ha figu-
rata la storia del Genio in 13 gruppi ac-
conciamente distribuita, e nei bassi-rilievi
dipinti nei parapetti dei palchi di proscenio
sono rappresentati sei soggetti mitologici.
I palchi del proscenio sono fiancheggiati da
due mezze colonne di ordine corintio, le
quali sostengono un ampio architrave e
quelle e questo sono adorne di belli intagli
in legno dorato. Nella fronte che guarda la
platea è collocato 1’ orologio.
— 263 —
La soffitta che curvasi leggermente sulla
ricca cornice dorata sorretta da modiglioni
ad intaglio fu dipinta a vaghissimi ornati di
gusto raffaellesco con elegante partito di-
sposti dal professor Camillo Crespolani. e le
figure principali insortevi di mano del pit-
tore Luigi Manzini rappresentano la Poesia,
la Musica, la Commedia e la Tragedia.
Da una circolare apertura al mezzo della
soffitta discende l’ astrolampo grazioso lavoro
del Modenese Giacinto Reggianini.
È rimarchevole ancora il ripiano mobile
della platea a tavolato. Il macchinista Giu-
seppe Manzini ideò e costrusse il congegno
meccanico, pel quale un sol uomo basta a
deviare detto piano dall’ inclinazione asse-
gnatagli e ad inalzarlo al livello del piano
della scena.
Il palco scenico percorre la lunghezza
1 metri 23, 53 ed è corredato di ampi spazii
da entrambi i lati, da gallerie superiori e
da ingegnose comunicazioni per comodo della
scena.
n Sipario è opera lodatissima del chia-
rissimo sig. prof. Adeodato Malatesta, ed i^
suo lavoro piuttosto che un sipario può
dirsi un magico quadro ad olio, che ha per
®ogg6^fo Ercole I d’ Este, il quale visita il
teatro in costruzione da lui ordinato l’anno
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— 264 —
1486 per fare rappresentare in Ferrara la
commedia di Plauto i Menecmi.
I! Commodino dipinto dal già nominato
pittore Manzini rappresenta Torquato Tasso
accolto in Castelvetro dalla famiglia Rangoni
nel 1560.
Qui converebbe parlare dei servigii ed
altri accessorii di questa fabbrica; ma io
per brevità tralascio di trattarne, e pongo
termine a questo estratto dei cenni descrit-
tivi del nostro Teatro colle parole di chi li
dettò, cioè del Peretti, il quale a proposito
delle critiche mosse da taluno all’ illustre
Architetto Vandelli gli pone in bocca l’an-
tico adagio — Tò del legno e fa tu!
Se i documenti non mi faranno dilfetto
alle rispettive date accennerò i ristauri e
lavori praticati nel maggior Teatro Mode-
nese.
La direzione degli Spettacoli nel 1841
era composta dei Signori
Gandini Antonio — Olivari FranQ0seo
Maria — Carandini Marchese Giuseppe,
Revisore Sig. Malmusi Dott. Carlo.
, Segretario Sig. Capponi Giovanni.
Ciò posto, incomincio la parte storica
ove io fui testimonio oculare, si per le at-
tribuzioni che avevo qual Direttore della
' Musica di Corte, come pure per le incgm-
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— 265 —
"benze affidatemi dall’ Autorità competente
in simib materia. (1)
Prima di parlare dello spettacolo dato
all’ epoca dell’ apertura di questo Teatro fa
<i’ uopo che rammenti al lettore, come già
esposi al finire della Prima Parte di queste
Memorie, che l’ impresa non fu data ad al-
cuno; ma invece venne amministrata a conto
<Jel Comune da 'quella Delegazione Econo-
mica, della quale diedi cenno sin dalla sua
prima formazione nel Novembre del 1838.
Scopo di essa in tale incontro non fu già
r economia, perchè si piegò dal lato della
prodigalità favorendo gl’ interessi dell’ A-
gente Teatrale Antonio Magotti di Bologna,
«he fu incaricata di scritturare il personale
d’ Opera *e Ballo, piuttosto che vegliare
scrupolosamente a quei ragionevoli risparmi!,
che non escludevano il decoro e il vantaggio
fielj’ amministrato.
Non volendo passare per rigido censore
delle altrui gesta mi limiterò a suo tempo
ad esporre soltanto ciò che risulta in pro-
posito dagli atti Comunali.
Intanto premetto che nel 14 dicembre
(1) Essendo tutto ciò che qui racconta il Maestro
<}ancUni nel dominio della storia, e affidato agli Ar-
chivi! della Direzione degli Spettacoli e Comunale, la
sue apprezziazioni sono tutte personali, e i compila-
tori ne declinano ogni responsabilità. (N. d. G. )
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— 266 —
1838 il Podestà del Comune di Modena con
sua lettera per me lusinghiera (vedi agli
att i Comunali relativi al Teatro N. 5296)
m’ invitava ad assumere 1’ impegno di scri-
vere uno spartito apposito per 1’ occasione
dell’ apertura del Nuovo Teatro che si stava
costruendo. In pari tempo m’ avvertiva che
s’ andava ad ufficiare il distinto scrittore
Carlo Malmusi per incaricarlo della Poesia.
Dapprima io fui esitante ad accettare tale
responsabilità; ma poi verbalmente facen*
domisi comprendere che quanti avevano parte
in quel lavoro del Teatro erano modenesi, (1)
così si richiedeva a compimento dell’ opera
che il Maestro e il Poeta della prima pro-
duzione, che dar si doveva all’ apertura di
esso, fos."?ero pure di Modena.
Allora, prendendo parte a questa patria
soddisfazione, riponendo ogni fiducia nella
qujilità degli ottimi soggetti, pei quali scri-
vevo, e nella benevolenza de’ miei concitta-
dini. che in altri incontri m’ avevano inco-
ruggito, ne assunsi 1’ incarico.
Il titolo dell’ Azione scelta dal Poeta fu
Adelaide di Borgogna al Castello di Canossa^'
(1) Infatti tanto rArchitetto Professore VandelU,
quanto i Pittori Malatesta, Crespolani, Manzini, lo
scultore Righi e gli artisti tutti, che lavoravauo nel
nuovo teatro, erano modenesi.
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— 267 —
anche questo fittto era in qualche modo un
episodio di storia patria.
Sebbene la poesia scritta da dottissima
penna si prestasse benissimo per la musica,
pure r Azione non presentò grand’ effetto
drammatico. La colpa non fu del Poeta, ma
piuttosto della qualità del soggetto che ri-
svegliava poco interesse. La scelta dei Can-
tanti e di tutti gl’ individui che fecero parte
di quello spettacolo era ottima, e quale
poteva convenire all’ apertura d’ un primo
teatro d’ Italia. La distinta di quelli, sotto
il volgar nome di Cartellone, fu la se-
guente :
Prima Donna assoluta — Erminia Frez-
zolini Poggi.
Primo Tenore assoluto — Antonio Poggi.^
Primo Basso cantante assoluto — Giorgio
Ronconi.
Primo Tenore — Clemente Mugnaj.
Prima Donna — Luigia Righini,
Primo Basso cantante — Francesco
Meini.
Prima Donna, e supplemento alla Poggi
— Adelaide Ramaccini.
Primo Tenore supplemento — France-
sco Dai- Fiori.
Altra prima donna e supplemento —
Clementina Bartolini.
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— 268 —
Altro Basso — Giacomo Bartoli.
Coristi d’ ambo i sessi N. 30.
Comparse N. 60.
Banda Militare.
Prima Opera — Adelaide di Borgogna
<il Castello di Canossa — Poesia dì C. Mal-
musi, Musica del Maestro Alessandro Gan-
dini.
Seconda Opera — Il Bravo — Poesia di
Gaetano Rossi. Musica del Maestro Merca-
dante.
I
Terza Opera — Beatrice di Tenda —
Poesia di Felice Romani, Musica del Maestro
Bellini.
Quarta Opera — Caràttaco — Poesia di
A. Perelti, Musica del Maestro A. Catelani.
Primo Ballo — Rebecca.
Secondo Ballo — Fedòra,
composti espressamente da E. Viotti.
Primi ballerini seri assoluti — Luigia
Fitz- James — Antonio Guerra.
Primi Mimi assoluti — Ramaccini Anto-
nio — Costa Luigi — Cornino Virginia —
Ghedini Federico — Baratti Francesco,
Primi Mimi — Razzanelli Assunta —
Pevera Giuseppe.
Altri Primi Mimi — ‘ Brutti Innocente —
Torta Arianna — Rossi Raffaele — Massari
Oio : Battista.
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— 269 —
I primi ballerini di mezzo carattere d’ambo
i sessi erano 24. ed altrettanti i secondi
ballerini corifei.
Comparse N. 76 — Banda Militare —
Cavalleria.
Orchestra.
Maestro al Cembalo — Manni Ignazio al
servigio della R. Corte.
Primo Violino Regolatore d’ Orchestra —
Antonio Sighicelli id.
Primo Violino de’ Balli — Binder Fran-
cesco id.
Concertino — Schedoni Marco id.
Primo de’ Secondi — Tavoni Antonio id.
Primo Fagotto — Horn Giuseppe nella
Banda Estense.
Prima Viola — Adani Luigi al servizio
della R. Corte.
Prima Tromba — Apparuti Vincenzo id.
Primo Oboè e Corno inglese — Rother
Federico id.
Primo Flauto ed Ottavino — Kóhler Giu-
seppe nella Banda Estense.
Primo Trombone Packorny Adalberto id.
Primi Violoncelli a perfetta vicenda —
Strinasacchi Benedetto — Frigieri Pietro al
servigio della R. Corte.
Primi Contrabassi a perfetta vicenda —
Sarti Luigi — Ghinetti Giuseppe al servizio
della R. Corte.
— 270 —
Primo Clarino — Bursi Gùtcomo ìd.
Primo Corno — Galeotti Giovanni id.
Le scene erano d’ invenzione e d’ esecu-
zione del Prof. Camillo Crespolani.
Il Vestiario era tutto fatto espressamente
dalla Ditta Pietro Rovaglia e Compagno di
Milano fornitrice degli II. RR. Teatri di
Milano, Trieste e Vienna.
Attrezzi tutti nuovi di Camillo Faenza
di Bologna.
Macchinista — Giuseppe Manzini di Mo-
dena.
Capi Sarti i Conjugi Corazza di Bologna.
Il- Prezzo d’ affitto dei Palchi di 4 fila
pel Corso era di italiane L. 500
Idem di 5 fila 250
Prezzo d’ abbonamento per N. 30 Rap-
presentazioni it. L. 60
Viglietto serale it. L. 3
Del Loggione 1, 50
Per r arena del Loggion * oltre il
viglietto 1
Posti d’ Orchestra 3
Eranvi le solite avvertenze circa il modo
di pagare gli abbonamenti e 1’ ingresso:
oltre ciò veniva chiunque prevenuto che;
• La prima fila de’ banchi d’ Orchestra
era destinata agli Ufficiali in uniforme.
”* « Non venivano ammesse che le Persone
decentemente vestite.
— 271 —
« Le prime 5 sere di Spettacolo erano
fuori d’ abbonamento.
Sottoscritta — La Delegazione all' Im-
presa Economica.
Dopo di aver esposto il Programma, in-
comincio ora la parte Storico-Cronologica.
1841. — 2 Ottobre — Alle ore 8 pome-
ridiane si aprì lo spettacolo, come fu pro-
messo. coir Opera — Adelaide di Borgogna
— e il ballo Rebecca preso da un Romanzo
storico di Vi al fer- Scott. Il Teatro ben guer-
nito di spettatori, e coll’ intervento della R.
Corte presentava un aspetto solenne. Si co-
minciò dal chiamare l’Architetto Vandelli e
il Pittore del sipario Prof. Malafesta. ai
quali vennero tributati meritamente profusi
e clamorosi applausi.
Non permette la mia delicatezza di par-
lare della musica, essendo stata già giudicata
dal Foglio di Modena (1)
L’ esecuzione fu perfetta, segnatamente
per parte della prima donna Frezzolini- Poggi,
che ai suoi grandiosi mezzi univa quell’ a-
more all’ arte, che formava una delle sue
particolari prerogative. Personale, voce e-
stesissima e sonora, intonazione e colorito
(1) Vedi P appendice sotto il titolo — Cose Po-
trie — nel foglio di Modena N. 37 in data di lunedi S
novembre 1841.
erano doti tali da caratterizzarla per una
delle più grandi artiste di quell’ epoca.
Giorgio Ronconi non mancò alla fama
che r aveva preceduto. Alle prove mi per-
suase di cambiargli 1’ aria del secondo atto,
per averla ritrovata fredda, e di tessitura
piuttosto bassa pei suoi mezzi. Io Io com-
piacqui, e ne fui molto soddisfatto, perché
esso ne cavò tal partito, quale solo il suo
genio n’ era capace.
Il Poggi, a dire il vero, fu da me il più
male trattato, ma però cantò la sua parte
con impegno, cooperando anch’ esso a dar
maggior risalto colla sua sonora voce al
pezzo concertato finale del primo atto.
La numerosa Orchestra composta di suo-
natori Modenesi e forestieri, e diretta dal
bravo Sighicelli corrispose pienamente ai
miei voti, come pure il corpo dei Coristi.
Il Ballo di Viotti, sebbene un poco lungo^
ebbe un successo di trionfo. Vi si distinsero
in singoiar modo nella parte mimica Antonio
lìamaccini, la Cornino e il vecchio artista'
Costa. Il ballerino Guerra uno dei celeber-
rimi d’ allora ebbe un’ accoglienza entusia-
stica, sì per r esecuzione, che per la com-
posizione del Passo a due, nel quale si fece
pur valere la distinta danzatrice Fitz-Iames,
che quantunque di figura un poco troppo
— 273 —
alta, pure veniva assai applaudita per esat-
tezza e leggiadria di movenze.
Fu lodato il pittore Litigi Manzini, autore
del secondo sipario detto Commodino.
Frequentissimi applausi vennero giusta-
mente prodigati al Prof. Camillo Crespolani
per tutte le scene decoranti lo spettacolo,
non che per 1’ elegante volta sovrastante
alla platea da lui pure dipinta. Il meccani-
smo, gli attrezzi e il vestiario corrisposero
pienamente alle esigenze della circostanza.
L’ introito totale dalla prima reppresen-
tazione fu d’ It. L. 3464. Tale incasso però
por una prima sera di spettacolo non fu di
tanto rilievo, considerando che il biglietto
d’ ingresso era stato posto a L. It. 3, prezzo
assai sproporzionato per la piazza di Modena,
ove il numero degli accorrenti al Teatro è
limitato, stante che, ad eccezione di qualche
estraneo, i frequentatori di esso sono ordi-
nariamente gli stessi individui. Altro errore
della Delegazione all' Impresa Economica si
fu quello di stabilire fuori d’ abbonamento
le cinque prime rappresentazioni, per cui,
dopo la prima sera, gran parte degli abbo-
nati si riservò d’ andare al Teatro all’ a-
prirsi dell’abbonamento. Infatti, meno le sere
in cui avveniva cambiamento di spettacolo,
0 di qualche serata particolare, in tutto il
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— 274 —
corso non si vide mai il Teatro veramente
gremito di persone, come avvenne in altri
incontri negli anni successivi. Se ne accorse
ben presto la Delegazione d’ aver troppo
elevato il prezzo del vigìietto ; ma anziché
diminuirlo, stimò meglio discendere ad umi-
lianti facilitazioni, e ad accordare un bi-
glietto gratis a chi ne prendeva quattro a
pagamento, senza mai ottenere lo scopo pre-
fisso.
1841 — 14 Ottobre. — Si avvisò il pub-
blico che durante il corso d’ Opera sino al
30 Novembre vi sarebbe stata vacanza sol-
tanto nei giorni di Martedì e Venerdì.
Il primo spettacolo d’ opera seguitò per
diverse sere, o il Podestà del Comune mi
dimostrò il suo aggradimento con suo cor-
tese dispaccio, del quale rimasi soddisfat-
tissimo (1),
16 Ottobre. — Andò in iscena l’ Opera
— Il Bravo — poesia di Gaetano Rossi o
musica del celebre /e. Difficile com-
pito sarebbe Y analizzare i pregi di questo
lavoro ; basti il dire che il genio e lo studio
gareggiarono per renderlo uno dei capi
d’ opera del gran Maestro. Cantilene spon-
tanee, vaghezza di pensieri, strumentazione'
(1) Vedi agli Atti Comunali 9 Ottobre I841.N. 379i.
— 27S —
brillante, e profondità di dottrina eccitavano
all’ entusiasmo non solo i veri intelligenti,
ma gli amatori tutti dell’ arte musicale. La
parte del protagonista, scritta per Donzelli
al Teatro della Scala (Ij sembrava fatta ap-
positamente per far risaltare tutte le risorse
del Poggi, il quale in quest’ opera ne dive-
niva il perno principale. Quel canto decla-
mato e grandioso risplendeva di tutta la sua
potenza sotto gli accenti di una voce vibrata
ed espressiva. La Frezzolini pure non man-
cò di risvegliare in tutti una decisa ammi-
razione. Il Mugnai tenore di mezzo carattere,
il Maini baritono, e l’ altra prima donna
Righini contribuirono abilmente al buon esito
dello spettacolo. Il Quartetto finale dell’ 0-
pera, accompagnato da un sol clarino e di
sublime fattura, sortiva un effetto sorpren-
dente per r incanto della musica e la per-
fetta esecuzione.
Il ballo era sempre Rebecca, colla sosti-
tuzione di un Terzetto ballabile in luogo del
Passo a Due, ove oltre i primi ballerini fi-
gurava con buon successo la giovinetta Liuzzi
Concetta.
1841 — 6 Novembre. — Opera — Bea-
(1) Poggi aveva scelto questo spartito perché es-
sendo nelle sue corde, poteva imitare perfettamente
quel gran tenore.
18
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— 276 —
trice di Tenda — poesia di Felice Romani
colle note del non mai abbastanza compianto
Maestro Bellini. In questo spartito rifulsero
in tutto il loro splendore le doti artistiche
della Frezzolini, la quale ottenne dimostra-
zioni e applausi in uuvmodo il più straordi-
nario. /Soncont pure in tutti i suoi pezzi non
fu solo gran cantante, ma ancora artista su-
blime.
Il solo Poggi, che di mala voglia si pre-
stava a cantare in questo spartito. (1). non
corrispose all’ aspettativa degli uditori. Ve-
dendosi poi in seguito non troppo bene ac-
colto dal pubblico, sia che una certa sera
fosse mal disposto di salute, oppure domi-
nato da qualche capriccio, il fatto si è che
manifestò tal negligenza nell’ eseguire la sua
parte da meritare i fischi più sonori. Tale
dimostrazione, inusitata a que' tempi, fu dalla
voce pubblica attribuita piuttosto ad opera
di Polizia, che di cittadini, per istigazione
del Ministro di Buon Governo Riccini, il*
quale voleva così vendicarsi di privati ran-
cori che nutriva verso di lui.
1841 — 9 Novembre. — Rappresentazio-
ne a benefizio della prima ballerina FitZ'
(ly 11 canto appassionato d' OromAatto mal conve-
nìTa realmente ai meczi del Poggi, il quale colla
tuonante sua voce aveva d'uopo d'esprimere concetti
gai^l tardi.
pigiji^ectby Google
— 277 —
James^ ove furono danzati due nuovi Ter-
zetti. L’incasso, comprese le spese fu di It
L. 1410 20.
11 Novembre — Serata del ballerino
Guerra. In tal sera vennero eseguiti altri
due nuovi passi, uno intitolato La Tirolese,
e r altro di genere Polacco. L’introito fu di
It. L. 561.
S’incominciavano già le prove del secondo
ballo intitolato Fedóra quando improvvisa-
mente il compositore Viotti venne assalito dal.
la gotta, la quale, prendendo un carattere as-
sai grave, impedì allo stesso di più proseguire
nel suo impegno. La Direzione Economica
scritturò in sua vece Antonio Monticini, che
appena giunto in Modena si accinse tosto a
preparare un suo grandioso Ballo.
^1841 — 13 Novembre — Coll’Opera —
Beatrice di Tenda — venne posto iniscena
il gran ballo intitolato — Il Rinnegalo — l’e-
sito del quale fu strepitoso. Ramaccini e
Costa gareggiavano a vicenda per renderlo
vieppiù ben accetto colla loro particolare
bravura. Non solo l’ interesse dell’ azione,
ma ancora la leggiadria dei ballabili resero
quella composizione giustamente meritevole
d’ univérsali applausi.
15 Novembre — Serata di Poggi coll’o-
pera — Il Bravo — e il ballo — Il Rinne- ^
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— 278 —
finto. — L’ introito lordo in tal ser;i fu di
L. 1660 42.
20 Novembre — Serata del Coreografo
Monticini, nella quale furono incassate Lire
068 98.
Una sventura di famiglia mi costrinse
in questi giorni a guardare la casa, stante -
chè il mio amato Genitore si trovò in pe-
ricolo di vita a cagione di un fiero morbo
ai visceri, che alcuni mesi dopo lo trasse
poi al sepolcro. Sulla fine del mese ebbe
qualche miglioramento, per cui mi fu dato
soltanto di poter assistere all’ ultima rap-
presentazione dello spettacolo.
Non avendo potuto essere io testimonio di
quanto accadde in tale intervallo di tempo,
esporrò ciò che mi venne riferito in propo-
sito da persone intelligenti e imparziali, che
meritavano ogni fiducia.
1841. — 22 Novembre — Serata a be-
nefizio del baritono Giorgio Ronconi, il di
cui introito era a metà coll’ Impresa Eco-
nomica. In tal sera si produsse pure ia,
Giovannina Giannoni moglie al Ronconi can-
tando il duetto nell’ Opera di Donizetti —
Elisir d’ Amore — in unione al marito che
faceva la parte di Dulcamara. Quanto era
grande il Ronconi nelle parti serie • altret-
tanto riesci vivace e brillante nel carattere
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— 279 —
buffo. L’ esito fu fortunatissimo. Lo spetta*
colo si componeva dell’ Opera — Beatrice
di Tenda — e del Ballo — fi Rinnegato.
L’ incasso totale di questa serata fu di
it. L. 3565, 94, somma fino ad ora non mai
più raggiunta in una sola rappresentazione,
dopo che è costrutto il Teatro.
1841. — 25 Novembre — Opera — Ca-
rattaco — poesia di Peì'etti con musica del
Maestro Angelo Cntelani. In tal sera il ballo
— Il Rinnegato — venne eseguito dopo
r opera.
Le notizie eh’ io ebbi della buona pre-
venzione del pubblico, e del favorevole in-
contro di quel lavoro furono tali, che no
provai soddisfazione, sì per la stima che
avevo del Maestro, come per 1’ amore al
paese, che ogni cittadino deve sentire, se-
gnatamente nell’ incoraggiarne la gioventù
che si pone sull’ arduo sentiero della tea-
trale palestra, dal quale tante volte dipende
r avvenire di chi ne calca il terreno.
Tutto dunque venne accolto con applausi,
la musica fu trovata spontanea, e che ben
si addiceva ai concetti della poesia assai
leggiadra e drammatica.
Quest’ Opera non fu eseguita che per
tre sole sere a cagione di alcuni incidenti
avvenuti, i quali mi vennero narrati dal
— 280 —
Maestro Calelani stesso, e che, non essendo
privi affatto d’ interessse, credo opportuno
di esporre.
Qualche tempo prima dell’ apertura del
Teatro il Maestro Catelani si presentò al
Duca Francesco 7F, onde ottenere il per-
messo di comporre un’ Opera in tale circo-
stanza, al fine di aprirsi una via alla car-
riera teatrale. Ebbe un’ ottima accoglienza,
in seguito alla quale sortì un Decreto '^So-
vrano in suo favore per tale scopo.
Il Comune mal comprese il sovrano chi-
rografo, risguardandolo come un’ ingerenza
soverchia del Duca negli affari comunali;
tanto più che per eseguire quell’ ordine era
necessario d’incorrere in ulteriori dispendii,
cioè, allestire un’ opera di più non calcolata
nel preventivo, e aumentare 1’ emolumento
del Poggi, che non si era obbligato a can-
tare che in soli tre spartiti. 11 Ministro
Biccini, arbitro di tutto e di tutti, avvocan-
dosi la vertenza, cercò d’ impedire l' intru-
sione di questo quarto spettacolo. Il Duca
ben disposto a favore del giovine Maestro
insistette per 1’ esecuzione dell’ Opera in
discorso, persuaso che, assumendo del pro-
prio tutte le spese, sarebbero state appia-
« nate ormai le difficoltà insorte. Ma non fu
così! I Conjugi Poggi, o per proprio conto.
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— 281 —
0 per impulso di Riccini si mostrarono
freddi tanto nell’ accettare l’ incarico, quanto
nel darvi esecuzione. Fatto si è, che molti
fra gli uditori di quell’ Opera, fors’ anche
per avversione al Ministro, si mostrarono
cosi propensi al bersagliato Maestro, che
oltre di applaudire quanto v’ era di buono,
prodigarono applausi frenetici anche alle
cose piu indifferenti. Furono insultati i co-
njugi Poggi: di più vennero scagliati dei
sassi contro il cocchio, che li riconduceva
a casa dopo la rappresentazione. Tale audace
procedere venne qualificato dal Ministro di
Buon-Governo come 1’ espressione di una
fazione torbida ed intrigante ; giustificando
cosi agli occhi del Duca il suo disparere
circa r intrusione di quello spettacolo. Di
* modo che il Maestro e il Poeta n’ ebbero
dispiaceri e mortificazioni, colla conseguenza
di venir soppressa, dopo tre sere, la pro-
duzione del Carattaco. Esasperato il Maestro
Catelani da simili vessazioni, stimò meglio
in seguito di dedicarsi ad una carriera af-
fatto estranea al Teatro.
^ Il lettore saprà volentieri quali fos-
sero i dispiaceri procurati al Perettì ed al
Catelani dai sopradetti avvenimenti, e noi ne
appagheremo la curiosità.
La terza ed ultima volta (28 novembre)
. . Xiinilized by Google
— 282 —
in cui fii dato il Carattaco, il Ministro Ric-
cini fatto chiamare dopo 1' opera il Catelani
10 ricevette nel camerino annesso al suo-
palco, e gli diede un furioso rabbuffo corno
a quegli che insieme al Peretti, aveva di-
sturbato la pubblica tranquillità, promossi
sfrenati applausi in Teatro, ed istigato le
ostili dimostrazioni contro i conjugi Poggi.
11 Catelani dichiarò sè e 1' amico innocenti
di quanto veniva loro apposto, e diede a co-
noscere al Governatore come egli supponesse
essere stati i suoi birri quelli che avevano
lanciato sassi contro la carrozza dei Poggi.
Il Riccini scacciò il Catelani dal camerino,
e fece poi rapporto di tutto al Duca. Questi:
al Maestro e Poeta suddetti, a lui dietro
invito presentatisi, si dichiarò malcontento
di loro, pentito d’ aver loro accordata la sua
protezione e sdegnato dei disordini per loro
cagione avvenuti. I due accusati si difesero
si bene che il Duca fu quasi placato : volle
però che dessi, per soddisfazione del Riccini.
nella seguente sera stessero in un palco
presenti allo spettacolo e garanti dell’ ordi-
ne. All’osservazione del Catelani sulla strana
pretesa di volerlo garante della quiete, men-
tre lo stesso Ministro di Polizia non valeva
a mantenere colla forza tranquillo il Teatro,
il Duca riprese ; t Parlate ai vostri amici...
'Digitizèd by Goógle
I
— 283 — .
. fate che desistano dal commettere impru-
• denze che tutti vi faranno pentire, tutti
• vi perderanno,... poiché vi manderò a Se-
• stola. •
I Nel mattino seguente il Catelani ottenne
una segreta udienza dal Principe Ereditario,
poscia Duca Francesco V, e raccontatagli la
I brutta posizione in cui si trovava e racco-
mandatosi alla sua protezione, n’ ebbe con-
solanti parole. Ài cominciare dello spettacolo
la sera del 30 novembre, Peretti e Catelani
trovaronsi nel loro palco-prigione, ed i due
prigionieri furono punto di mira agli occhi
e cannocchiali degli spettatori. In Teatro,
non successe però alcun disordine : ma il
povero Catelani non ebbe alcun compenso
pecuniario delle sue fatiche.
■ Per offrire un disadorno ma sincero tri-
buto alla memoria del mio buon amico An-
gelo Catelani ne darò qui la biografia avver-
tendo che certe particolarie da me esposte
nella medesima le ho attinte dalla sua bocca.
Il Maestro Angelo Catelani nacque in
Guastalla li 30 Marzo 1811. Fugli padre un
compositore da stampa presso la Tipografia
Davolio di Reggio nell’ Emilia. Passò la prima,
gioventù in Guastalla sotto la direzione di
un suo zio materno provvisto di qualcho
j mezzo di fortuna, il quale coltivò con pre-
I
I
I
1
irzed by Googic
. — 284 —
mura l’ inclinazione che dimostrava il nipote
per r arte musicale. In circostanza che il
padre del giovane Catelani. chiamato al
servigio della stamperia Vincenzi venne in
Modena, collocò il proprio figlio nel Collegio
dei PP. Gesuiti per fargli compiere i suoi
studi. Contemporaneamente il Professore
Giuseppe Asioli lo perfezionava nell’eser-
cizio del Pianoforte; per la qual cosa por-
tandosi il Catelani a suonar 1’ Organo in di-
verse Chiese della Città quanti 1’ udirono ne
presagivano un ben lieto avvenire. Sorse uno
special protettore nella persona del Dottor
Fortunato Soli Muratori, che assunse genero-
samente a proprio carico l’ impegno di man-
tenerlo a Napoli, onde apprendesse il con-
trappunto nel conservatorio di musica di S.
Pietro a Majella, Il disordine e la trascurata
sorveglianza che in allora manìfestavansi in
quell’ istituto disanimarono il giovine alunno
che, amantissimo della precisione, mal poteva
sopportare tali inconvenienti: di pili, nauseato
della scostumatezza ivi dominante, fu costret-
to a sottrarsene, dopo sei mesi di perma-
nenza, prendendo stanza in luogo privato.
Non tralasciò per questo di coltivare lo stu-
dio teorico della musica, perchè giornalmente
presentavasi alle case dei celebri Maestri
Zingarelli e Crescentini, i quali benignamente
— 285 —
r accoglievano prodigandogli lumi e atten-
zioni. Fece pur conoscenza di Donizetti. dal
quale ebbe consigli e direzione ne’ suoi primi
lavori. Nel 1834 fatalmente morì il Muratori-,
per cui nello sconforto di tanta disgrazia non
trovò altra risorsa che di seguire i consigli di
un certo D. Luigi Ventura suo scolaro, il quale
Io invitò a portarsi seco a Messina, onde ten- ,
tare und fortuna, come fece. Colà raccomau*
dato ai PP. Teatini prese alloggio nel lor con-
vento. L’ospitalità generosa ch’ivi rinvenne, gli
scolari che in buon numero si presentarono
àUe sue lezioni, e il posto di Maestro con-
certatore a quel Teatro che gli venne con-
ferito lo determinarono a soggiornarvi sta-
bilmente.
Se non che nel 1837 suo malgrado fu
obbligato a cangiar pensiero, perchè chiamato
a Modena da’ suoi genitori (spaventati dal-
r invasione del Cholera Morhm che imper-
versava in diverse contrade della Sicilia)
piegò la fronte al pietoso comando e sen
tornò in questa città. Poco dopo fu nominato
Maestro di Musica al servigio del Comune
di Reggio nell’ Emilia dove scrisse musica
ecclesiastica con buon successo. Nel 1839
si ricondusse in Modena ove pure diede
prove di suo talento nella musica di simil
genere. Sebbene nelle sue opere non tra-
Digitized by Google
— 286 -
sparisse gran genio, nè fervida fantasia, pure
l’orditura dei pezzi, la condotta e la ben
calcolata strumentazione le rendevano ben
accette agli ascoltatori.
Nel 1841 fu nominato Maestro del Co-
mune di Modena; nel Maggio 1846 ottenne
il posto di Regolatore delle funzioni dì
Chiesa presso la R. Cappella di Corte. Nel
1855 venne pure impiegato nelle Opere Pie,
di dove sortì, per essere stato aggregato
alla Biblioteca già Estense ora deita. Palatina.
In questa ebbe campo di pascere il suo
genio nella letteratura musicale, ove diede
luminose prove de’ suoi profondi studii sì
nell’ ordinarne quasi completamente la ma*
gnifìca collezione di musica antica, come
pure nel manifestarsi scrittore accurato della
storia e critica dell’Arte. Si trovò in rela-
zione coi più notabili o distinti scrittori e
cultori della musica, fra quali Fètis. Maz-
zuccata, Gaspari ed altri. Le lettere che gli
scriveva Rossini dimostrano in quanto cre-
dito lo tenesse, mandandogli sino in regalo
un esemplare dello spartito Guglielmo Teli,
ove in margine appose di proprio pugno
. Al Maestro A. Catelani il suo affezio'
• nato G. Rossini — Parigi li 18 Maggio
. 1857. .
Tal prezioso documento ora vedesi nella
R. Biblioteca Palatina.
Digitized by Google ,
— 287 —
Il Catelani di carattere dolce e piacevole
era di complessione assai giacile per cui,
dopo aver sofferta con cristiana rassegna-
zione una lunga e penosa malattia cardiaca,
spirò ai 15 settembre 1866 nel casino Pisa
in S. Martino di Mugnano compianto da
quanti lo conobbero.
1841. — 29 Novembre — Serata della
Frezzolini coll’ Opera — Beatrice di Tenda
— e il ballo — Il Rinnegato — L’ introito
in tal sera fu di it. L. 1813, 10.
30 Idem. — Ultima Rappresentazione
coll’ Opera — Beatrice di Tenda — Ballo
— Il Rinnegato — e la prima parte del-
r Opera — Il Bravo.
Per dar contezza di quanto si spese e
s’ incassò nella circostanza dell’ apertura di
questo Teatro, non sarà inopportuno eh' io
esponga ciò che in proposito risultò dal
reso conto presentato al Comune dalla De-
legazione Economica. (1)
Quadro in Genere delle Spese
In Cantanti
Ballerini
Coriste
Coristi
it. L. 43, 875, 00
31. 389, 50
1, 563, 6Ó
2, 650, 83
(1) Vedi il Recapito presso la Ragioneria Comu-
nale segnato N. 560 anno ISiS.
Digitized by Google
— 288
Orchestra
6. 563, 50
Inservienti
2, 366, 80
Guardia e Comparse
794, 06
Macchinista
1. 450 -
Pittori
2, 480 —
Vestiarj
26, 378, 75
Attrezzi
3,643 -
Spartiti
240 —
Illuminazione
6,000 —
Spese traverse
21, 553, 49
Perdita di valute
4, 917, 73
Totale it. L.
155, 866. 26
Quadro del Prodotto
attivo
Incassi serali L.
41,741,78'
Affitto Palchi
6. 650 —
Abbonamenti
10, 547, 88
Straordinario
402,34
Prodotto delle Tombole
5. 800 —
Rimborso del Duca per
le spese dell’ Opera II
Carattaco
5. 406, 73
Totale it. L.
70, 548, 73
Dagli Atti Comunali risulta che la Cassa
alla fine dello spettacolo rimise del proprio
it. L. 85. 447, 73.
1841. — 1 Dicembre — Grande Acca-
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— 289 —
demia vocale ed istrumentale a profitto della
cassa filarmonica di sovvenzione. Si produs-
sero in essa, fra gli altri artisti, che avevano
cantato nell’ autunnale stagione d’ apertura
del Teatro, gli applauditissimi conjugi Ron-
coni. Francesco Aschieri suonò un Fotpourri
per trombone, Giuseppe Kòhìer eseguì grandi
variazioni per flauto sopra un motivo del-
r Opera la Preziosa di Veleer composte da
Fùrstenau, Antonio Sighicelli un concerto e
variazioni per violino sopra un tema dell’O-
pera il Pirata del Bellini composte da G.
Bòhm, e Benedetto Strina sacelli altre varia-
zioni per violoncello di Mar/seder.
Quest’Accademia riesci quale da ognuno
si attendeva; perchè si nella parte strumen-
tale che nella vocale tutto venne ripetuta-
mente applaudito. Il Sighicelli ed il Kóhler
non mancarono di segnalarsi in bravura e
buon gusto nella produzione de’ loro pezzi.
Ciò che poi risvegliò 1’ entusiasmo del pub-
blico si fu il Duetto buffo cantato dai Co-
njugi Ronconi, del quale si volle la replica
non tanto per 1’ esecuzione vocale, quanto
per la parte comica sostenuta assai brillan-
temente dall’ esimio Ronconi. L’ introito netto
delle spese incassato dalla Società ammontò-
a it. L. 1322, 44.
1841. — 26 Dicembre — Opera — La
f
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— 290 —
Prigione d' Edimburgo — musica del Maestro
Federico Ricci.
Ballo — La Vestale — di Salvatore Vi-
ganò posto in iscena dal Coreografo Gio-
vanni Bianchi.
Compagnia di Canto.
Prima Donna — Secchi Corsi Irene.
Altra Prima — Soret Carolina.
Contralto — Dai Fiori Elena.
Seconda Donna — Bertolini Carolina.
Primo Tenore — Gambermi Raffaele.
Altro primo Tenore — Dai Fiori Fran-
/
cesco.
Primo Basso Cantante — Dossi Carlo.
Primo Basso Comico — Fontana Nicola.
Altro Basso — Razzanelli Francesco.
Compagnia di Ballo.
Primi Ballerini serii assoluti — Fillo-
deau Augusto — Fillodeau Fanny.
Prima Mima Amorosa assoluta — D'Am-
brosio fìaffaelli.
Primi Mimi — Bassi A Ifonso — Morini
Giovanni — Torta Arianna (1) — Perera
(1) La Torta, donna di niun conto, era la lavorita
del Ministro di Buon Governo Conte Oirolamo Sfo-
citti. A tutti é nota la sinistra influenza che esercitò
nel paese quella stella fatale. Le sorti stesse del Tea-
tro in tal* epoca subirono il predominio di quella
femmina.
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— 291 —
Giuseppe — Zannini Pietro — Montallegro
Giacomo per le parti Comiche.
Altri Primi Mimi — Massari Gio. Bat-
tista — Rossi Raffaella.
Primi e secondi ballerini di mezzo ca-
rattere deir uno e dell’ altro sesso N. 34.
Banda Militare e 60 Comparse.
Le scene del Prof. Camillo Crespolani di
Modena.
Il Vestiario della ditta Pietro Rovaglia
e Compagno di Milano.
Gli Attrezzi di Camillo Faenza di Bo-
logna.
Il Meccanismo di Giuseppe Manzini di
Modena.
Viglietto serale it. L. 1.
Abbonamento per 28 Rap-
presentazioni 18, 67
Viglietto di Loggione 30
Posti d’ Orchestra 60
L’ Orchestra veniva seralmente retribuita
nel modo seguente :
Al Primo Violino Direttore d’ Orchestra
italiane L. 7.
Al Maestro Concertatore 4.
Alle Prime Parti per Opera e
Ballo 5.
Alle Seconde 3, 50
Quelli che suonavano soltanto nell’ 0-
t9
— 299 —
pera, se prime parti percepivano L. 1, 50 di
meno, se seconde L. 1. di meno.
n Primo Violino dei Balli aveva L. 6,50
serali.
L’ Opera piacque, sebbene le recenti ri-
membranze dello spettacolo terminato pochi
giorni innanzi avessero predisposto svantag-
giosamente r animo dell’ uditorio. La musica
brillante del Ricci trovò qualche favore. La
Prima Donna Secchi Corsi si fece valere per
la buona voce e una felice esecuzione, di-
videndo gli onori dei primi allori col buffò
Pontcena eccellente cantante ed attore. Il
Tenore Gamberini era un distinto artista,
ma fornito di voce piuttosto esile non trovò
nel pubblico uu apprezzamento degno della
sua abilità.
n Ballo era posto in iscena con lusso,
decorato di scene magnifiche e buoni bal-
labili; ma il successo, sebbene soddisfacente,
non ebbe quel completo trionfo che se ne
attendeva.
Si attribuiva la causa agli esecutori, i
quali quantunque avessero del merito, pure
non presentavano qualità cosi distinte da
fermare seriamente 1’ attenzione del pub-
blico.
1842. — 19 Gennaio — Opera — Chi
dura vince — con musica del Maestro Luigi
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— 293 —
Ricci. Anche questa ebbe esito fortunato ;
ma fu giudicata più leggera della prima.
22 Gennaio — Fra gli atti dell’ Opera
si produce il violinista Maurizio Dray con
due piccoli figli Gavino e Giuseppe, i quali
per la loro tenera età vengono ammirati
per avere date prove di precisione e bravura
nell’ esecuzione de’ loro pezzi.
27 Gennaio — Secondo Ballo — Le A-
stuzie degli Amanti — con nuovo Passo a
Due.
L’ esito di questo ballo era dovuto all’a-
abilità del Montallegro.
1842. — SO Gennaio — Altro ballo ca-
ratteristico intitolato — / Pazzi per pro-
getto — accolto discretamente.
2 Febbraio — Serata del buffo Fontana,
che aggiunse allo spettacolo in corso la
Cavatina del Poeta nell’ Opera II Corradino
di Rossini. Anche in quest’ occasione si ma-
nifesta la simpatia del pubblico per questo
bravo Artista.
5 Febbraio — Serata della Secchi Corsi,
che intromette la scena finale della Son-
nambula di Bellini con buon successo.
Non sarà fuor d’ interesse il dare rag-
guaglio delle spese nelle quali incorse la
Delegazione Economica in questa circostanza,
che fu poi r ultima di sua gestione.
— 294 —
Nei Cantanti it. L.
11, 240
Ballerini
17, 275
Coristi e Coriste
2, 687, 49
Orchestra
5, 810, 20
Inservienti
1,797,07
Guardia e Comparse
429, 60
Macchinista
600
Pittore
1,040
Vestiario
5, 903, 76
Attrezzi
751, 36
Spartiti
218, 16
Illuminazione
3,720
Spese traverse
6,441, 27
Perdita di valute
249, 60
Totale italiane L.
58, 163, 51
Calcolati gl’ incassi fatti, in complesso
fuvvi un deficit di it. L 3069, 10.
1842. — 8 Marzo — Accademia vocale
e istrumentale data dal dilettante Modenese
Carlo Gibellini in concorso delle cantanti
Austrin Giovaunina e Corrodi Luigia.
L’ esito di questo spettacolo fu piuttosto
freddo; giacché il Gibellini, poco abile nel
canto, non ottenne alcun applauso, e invece
le due donne nel loro Duetto dell’ Opera
Maria Padilla di Donizetti, sì per la per-
fetta unione che per la precisa esecuzione
vennero accolte assai favorevolmente dall’u-
dito rio
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— 295 —
1842. — 9 Aprile — Opera — / iVor-
ma»«i a Parigi — Poesia di Felice Romani
con musica del Maestro Saverio Meren-
dante.
Cantanti
Prima Donna assoluta — Clara Novello.
Primo Tenore — Ignazio Pasini.
Primo Basso — Luciano Forv asari.
Altra prima Donna — .Marietta Alhiz-
zattì.
Altro Tenore — . Vincenzo lacobelli.
Secondo Tenore — Luigi Rigola.
Altro Basso — Arcangelo Lorenzini.
L’ impresa di questo spettacolo fu data
al vestiarista Pietro Rovaglia di Milano, il
quale fece acquisto di alcuni effetti teatrali
rimasti in deposito presso la Delegazione
Economica per it. L. 300
Abbonamento per Recite numero 24
italiane L. 16
Per gl’ Impiegati
11,67
Pei Militari
5,34
Viglietto d’ Ingresso
1
Idem di Loggione
50
Posti d’ Orchestra
1
Gli attrezzi erane. provveduti
da Luigi
Negri di Parma.
Le scene erano del Crespolani.
e il Mec-
canismo di Giuseppe Manzini ambo Modenesi.
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— 296 —
L’ incontro dell’ Opera fu straordinario
non solo per la sublimità dei concetti e la
vaghezza delle melodie che si trovavano
nella musica del Gran Maestro, quanto per
la perfetta esecuzione dei Cantanti. La No-
vello giovane inglese di forme avvenenti
era dotata di una voce quanto sonora al-
trettanto dolce e simpatica, e sebbene di
carattere freddo, pure 1’ agilità brillante, e
la perfetta intonazione ch’ella spiegava nel
canto erano tali da eccitare il pubblico a
prodigarle i più vivi applausi. Il Fornasari,
che con essa divideva i speciali favori del-
r uditorio, era. fornito di un timbro di voce
esteso e potente, di un metodo squisito di
canto, e di un' espressione tale da qualifi-
carlo un Artista de’ più distinti. Anche il
tenore Pasini, dotato di bellissima voce, non
mancava di contribuire per parte sua a
rendere lo spettacolo completamente aggra-
dito. Le Scene al solito mostravano quanto
fossero grandi la fantasia e 1’ abilità del
Crespolani.
L’ esecuzione dell’ Orchestra, che pre-
stava il servigio gratis, perchè accordata
dalla Corte ( essendo da questa a tal uopo
mensilmente retribuita) fu quale doveva at-
tendersi da un complesso di eccellenti pro-
fessori in allora incoraggiati e protetti.
— 297 ~
1842. — 17 Aprile — In tal sera pre-
sentandosi al Teatro in formalità il Principe
Ereditario Francesco d> Este colla novella
sposa Adelgonda Principessa di Baviera, si
.apri 1q spettacolo dell’ Opera in corso con
una Cantata avente per titolo La Fata poesia
del Peretti, con musica dello scrivente. Fi-
guravasi sotto quel nome il Genio protettore
della Casa d’ Este, che pronosticava ai po-
poli soggetti a questa un’ era nuova di fe-
. licità arrecata dall’ Augusta Bavarese. La
parte della protagonista era sostenuta dalla
Novello. Il tempo a me accordato per com-
porre la musica fu poco più di due giorni,
poiché quantunque 1’ ordine mi fosse dato
dieci giorni prima, la poesia non mi venne
consegnata che otto giorni dopo. Fosse poi
in grazia della circostanza, o della buona
volontà della Cantante, la quale trovasse la
musica abbastanza suscettibile a far brillare
i suoi mezzi artistici, il pubblico si mostrò
generoso di favorevoli dimostrazioni nell’ u-
dirne 1’ esecuzione.
1842. — 25 Aprile — Opera — / Nor-
manni a Parigi — venne data a mezzogiorno
in causa che, per le feste fatte in occasione
del matrimonio del Principe Ereditario, l’Or-
chestra era nella sera impegnata a Corte.
1 Maggio — Opera — Il Belisario —
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— 298 —
musica del Maestro Donizetti. In questa pro-
duzione chi portò la palma del trionfo si fo
il protagonista Fornasari esimio attore o
cantante. La prima Donna ed il Tenore noa
mancarono di procacciarsi applausi e. distin-
zioni per la loro bravura.
La Litografia Goldoni esegui il ri-
tratto del Fornasari, il quale tiene in mano
una carta dove sta scritto: Belisario. Mo-
dena. 1842. Sotto r efiSgie si legge:
• Parco tributo a te, che di soavi
• Armonie le commosse alme beavi, taa
20 Maggio — Grande Accademia fisico-
ricreativa del Prestigiatore francese Adolfo
Gilbert.
Quest* Accademia faceva parte di un se-
condo abbonamento aperto dall* Impresa del-
r Opera. Fra gli esperimenti dati in quella
sera •fuvvi la novità della sparizione di una
Signora. Consisteva questo giuoco nel pre-
sentarsi una signora sul palco scenico, la
quale, salendo sopra un tavolo preparato,
veniva coperta da un grande coperchio di
cartone a forma d’ imbuto. Levato il detto-
coperchio la signora era scomparsa: s’ in-
tende naturalmente eh’ era entrata nel ta-
volo, e cosi terminava tosto lo spettacolo
col calar della tela, onde agevolar presto la
sortita da quell’ incomodo ricetto alla signora
io discorso.
r
— 299 —
21 Maggio — Opera — Marino Faliero
— con musica del celebre "Donizetti. E inu-
tile il parlare di questa classica musica tanto
applaudita in tutti i teatri d’ Europa, sol-
tanto dirò che anche in questa circostanza
il Fomasari diede prove non dubbie de’suoi
talenti, secondato daU‘ abilità de’ suoi com-
pagni, i quali tutti contribuirono a rendere
gradito quello spettacolo, che veniva inter-
mezzato da giuochi di prestigio di A. Gil-
bert.
25 Maggio. — Serata a beneficio del
Pornasari, il quale fra gli atti dell’ Opera
Marino Faliero cantò la cavatina di Figaro
nell’ opera 11 Barbiere di Siviglia di Rossini.
Anche in questa parte mostrossi eccellente
attor comico.
1842 — 28 Maggio. — Serata a benefizio
della Cassa di sovvenzione ai Filarmonici di
Modena.
In tal sera lo spettacolo fu composto nel
modo seguente :
Secondo e terzo atto dell’ Opera Marino
Faliero.
Cavatina nell’ opera Belisario eseguita
dalla sig. Clara Novello.
Cavatina nell’ opera II Barbiere di Sivi-
glia eseguita dal Fomasari.
Gran Sinfonia del Maestro Mercadante.
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— 300 —
Gran Scena e Duetto dell’ ultimo atto
dell* opera — / Normanni a Parigi.
Annunziata questa rappresentazione, come
era, a beneficio della suddetta Cassa di sov-
venzione, non lo fu poi in realtà, perchè
r Impresa, dietro accordo fatto colla Rap*
presentanza di quella Società, vi sostituì
l’introito dello spettacolo d’opera della prima
sera dell’ entrante Giugno, nella quale essen-
do fuori d’ abbonamento il prodotto risultò
netto d’ it. L, 618 56 a favore della Società
suddetta.
31 Maggio — Il provento di questa se-
rata venne accordato a certo Caspani giovine
modenese esordiente nel canto, il quale si
M*a prestato a cantare nell’ opera in corso
in qualità di secondo basso. Il Fomoèari,
trovando in questo corista una voce e dei
mezzi sufficienti a renderlo un buon artista,
lo aveva incoraggiato al punto da prestarsi
a cantare secolui in tal sera un duetto del-
r opera / Puritani di Bellini, che ottenne
ottimo risultato.
La protezione del Fornasari verso il Ca-
spani andò tant’ oltre, che seco il volle con-
durre onde avviarlo fondatamente alla tea-
trale carriera. Ma i cattivi istinti, e la poco
buona condotta del giovine protetto, lo ri
dussero a condurre or sul teatro, ed ora
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— 301 —
fuori una vita oscura, non disgiunta da stenti
e da sconforto.
Negli ultimi giorni di Maggio il tenore
Pasini in forza di anteriore contratto, es-
sendo scritturato per altra piazza, fu obbli-
gato a lasciare questo Teatro. Colse l’ oc-
casione l'Impresa per prendere altri soggetti
e prolungare cosi il corso d* opera con un
nuovo abbonamento di 8 recito, approfittando
cosi del servizio dell’ orchestra di Corte,
che aveva 1’ obbligo di prestarsi gratis per
r Opera di primavera. Il Rovaglia godendo
la protezione del Ministro Piccini, ottenne
ben presto 1’ adesione al suo calcolato pro-
getto; ma io, qual vice direttore della Cap-
pella di Corte, a nome di mio padre infermo,
protestai contro simile abuso, esponendo che
il corso d’ Opera d’ obbligo per l’ Orchestra
era già terminato col ricominciare di altro
spettacolo. Convinto poscia eh’ io parlavo
al deserto, mi rivolsi al Duca, dal quale
ottenni un benigno accoglimento, di guisa
che poco dopo sorti un decreto,, ove stabi-
livasi che d’ allora in avanti il servigio gratis
deir Orchestra di Corte durar non dovesse
pih di 28 rappresentazioni.
Il Sovrano poi regalò del proprio in
quella circostanza ai suonatori L. it. 1400,
e cosi vennero retribuiti in ragione di venti
sere di servizio.
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— 302 —
In seguito partirono di qui il Fornasari
e la Novello ; per la qual cosa i cantanti
che formavano la superstite compagnia erano
i seguenti:
Prima Donna assoluta — Mariella Al-
bizzati.
Primo Tenore — Vincenzo Jacobelli.
Primo Basso Cantante — Luigi Battaglini.
Primo Buffo Comico — Girolamo Ca-
valli.
Seconda Donna — Teresa Gnoli.
L’ Opera rappresentata in giugno fu L* E-
Itsir d' Amore del celebre Donizetti.
Il Cavalli vecchio artista si distinse a
preferenza degli altri, i quali sebbene buoni,
pure non furono capaci di scemare nel pub-
blico r impressione ricevuta dagli ottimi,
che poco prima li avevano preceduti.
1842. — 1 Giugno — Accademia a van-
taggio della Cassa di Sovvenzione de’ prò-
fessori d’ Orchestra, che fruttò L. 618, 56.
4. Giugno — Accademia di Poesia E-
stemporanea data dal Poeta Bindocci. Il
programma era cosi espresso:
• L’Avvocato Antonio Bindocci di Siena,
• memore del gentile accoglimento ricevuto
• altre volte in questa illustre Capitale, in-
• vita r intelligente Pubblico Modenese ad
« un nuovo poetico trattenimento.
— 303 —
« Gli argomenti gli si favoriranno in i-
« scritto alla porta: e varii di nuesti, estratti
« a sorte, saranno dal Poeta cantati in di-
« versi metri, con accompagnamento di pia-
• no-forte.
Biglietto d’ ingresso it. L. 1
Detto d* Orchestra 50
Detto di Loggione 50
I poetici componimenti trattati dal Bin~
docci riescirono al solito di comune aggra-
dimento sì per ispontaneità di verso, che
per fertilità d’ idee. Fra parecchie poesie
venne assai bene accolta quella intitolata
Il Lambrusca di Sorbara, ove tessendo lodi
al vino in genere e al lambrusco in ispecie,
terminò col dire:
• L’ acqua è fatta pei perversi
• E il diluvio lo provò. •
1842. — 18 Giugno — Intervenendo al
Teatro il Re di Baviera Luipi Carlo Augu-
sto I padre della Principessa Ereditaria fu
ordinato dalla Corte un Inno di circostanza,
la cui poesia era del Peretti e la musica
dello scrivente. La scena rappresentava un
Panteon degli Artisti più celebri che fiori-
rono air ombra di Casa d’ Este. Con ciò
alludevasi alla singoiar protezione che il Re
accordava alle belle arti, e all’ amor per la
pace, vanto più glorioso di chi si rese chiaro
in guerra.
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— 304 —
h' Inno fu cantato ài\\' Albi zz atti, dal
lacobelli e dal Battaglini in concorso dei
coristi.
L’ esecuzione fu al)basta&za buona. Non
credo però che tutti gli applausi del pub-
blico fossero diretti alla rappresentazione,
ma bensì anche al Personaggio che si fe-
steggiava. Fece seguito ali’ Inno 1’ Opera
intitolata — Elisir d' Amore — del Maestro
Donizetti. la quale venne eseguita per 1’ ul-
tima volta la sera del 19 Giugno.
1842. — 2 Luglio — Prima rappresen-
tazione data dalla Compagnia Comica Ma-
scherpa.
Abbonamento per numero 22 recito L.
italiane 8, 80
Biglietto d’ ingresso 60
Posti d’ Orchestra 30
Detti di Loggione 30
Il complesso di questa compagnia era
eccellente; figuravano in modo speciale la
prima attrice Adelaide Ristori^ la quale fin
d’ allora lasciava prevedere 1’ alto grado di
perfeziona che avrebbe raggiunto nell’ arte
drammatica, il caratterista Luigi Gattinelli^
il brillante Cesare Dondint, il primo attore
Antonio ColomberU\ la madre nobile Ade-
laide Fabbri, il padre nobile Paolo Fabbri.
La famiglia Dondint e gli altri tutti non
— 305 —
mancavano di contribuire per parte loro al
buon esito delle produzioni, rendendo sod>
disfatto pienamente il numeroso uditorio.
1842. — 18 Luglio — La Ristori per la
sua serata si produsse nella Pia de’ Tolomei
nuovissimo lavoro di Marenco.
1842. — 2 Novembre — Drammatica
Compagnia diretta dal bravo artista brillante
Corrado Vergnano.
Anche questa compagnia trovò favore
nel pubblico, perchè provvista di buoni at-
tori, fra quali emergevano la prima donna
/ob Anna, il Vergnano suddetto, la Zanoni
e la Pedretti Carolina buone generiche, non
che il Zanoni, il Fabbri Cesare e il Coltellini
caratterista.
25 Novembre — In tal sera fuvvi una
Grande Accademia vocale e istrumentale a
favore della Cassa di Sovvenzione ai Filar-
monici di Modena, nella quale furono ese-
guiti i seguenti pezzi musicali.
Dall’ orchestra le sinfonie nelle opere
Elena da Feltre. e Guglielmo Teli.
Dal Modenese Cesare Rovatti alcune va
riazioni per violino di Math Durai.
Dai Signori Ignazio Manni, Dobyhal capo-
banda del battaglione Estense e da Carlo
Curii professore al servizio della Duchessa
di Parma un terzetto per piano-forte clarino
— 306 —
e violoncello composto dal Sig. Corticelli di
Bologna.
Dal suddetto Marmi e dal suo allievo
Lodovico Maglietta variazioni per piano-forte
a 4 mani.
La parte vocale dell’ accademia fu poi
afUdàta a Giuseppe Rebussini ed a Teresa
Rosmini, nonché ai Modenesi Paolo Baraldi,
Carolina Crespolani e Giuseppe Zoboli, i
quali con plauso cantarono arie duetti e
cavatine delle opere — Imelda de' Lamber-
tozzi — Il Giuramento — Il Bravo — Ro-
berto Deoereux.
Viglietto d’ ingresso L. it. 1
Posti d’ Orchestra . 40
Idem di Loggione 40
Tutti i pezzi vennero applauditi e in
particolar modo ottennero distinzioni Zoboli,
Curii, Manni e Dobyhal. L’ Orchestra esegui
alla perfezione le due sinfonie.
L’introito netto di quest’ Accademia fruttò
alla Società suddetta it. L. 1317.97.
1842. — 26 Dicembre — L’ impresario
Rovaglia di Milano, al quale il Comune ac-
cordò una dote d’ it. L. 40, 000 (1) per dare
uno spettacolo di tre Opere serie e due
Balli grandi durante la stagione imminente
(1) Simile dote fa poi assegnata al Rovaglia an-
che ne’ seguenti anni teatrali 1843-44 1844-45.
Digiti.
f tOO Ir
— 307 —
del Carnevale, incominciò in tal sera a dare
mano ai suoi impegni col porre in iscena
r Opera la Vestale poesia di S. Cammarano
con musica del Celebre Merendante^ e il Ballo
Romanow del Coreografo Michele d' Amore.
Cantanti scritturati dall’ impresa. (1)
Prima Donna — Steffenone Balhina.
Contralto — Fouchè Ayinetta.
.Primo Baritono — Sermaiei Valentino.
Primo Tenore assoluto — Cuzzani Luigi.
Altro Baritono — Colmenghi Romolo.
Basso profondo — Sarti Angelo.
Altra prima Donna — Zannoni Teresina.
Seconda Donna — Laghi Marietia.
Secondo Basso — Biondi Lorenzo.
Secondo Tenore — Rigala Luigi.
Compagnia di Ballo
Primi ballerini danzanti assoluti — Vi-
ganò Ginevra — Grillo Gio. Battista —
Chiesa Teresa.
Primi Mimi — D^ Amore Michele —
Morosini Luigia — Viganò Eduardo — Pe-
li) Quasi tutti questi cantanti eseguirono nel sa-
lone del Palazzo Comunale a spese della Società Fi-
larmonica Modenese lo Stabat Mater di Rossini nelle
due sere 8 e 0 marzo 1843. L* esecuzione di quel capo-
lavoro musicale sia nella parte vocale sia nella i-
struraentale fu perfetta, ed ambo le volte numero-
sissimo concorso e la Corte presenziò il grandioso
concerto. Poeti e giornalisti ne trassero argomento
pei loro versi e per la cronaca. { N. d. C. )
20
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— 308 —
rera Giuseppe — D' Amore Carolina — Afo-
schini Michele.
Altri Mirai — Frangini Pietro — Ca~
ruechio Giovanni.
Ballerini di raezzo carattere d’ ambo i
sessi N. 16.
Corifei d’ ambo i sessi N. 16 — Comparse
N. 60 — Banda Militare — Maestro Con-
certatore — Manni Ignazio — Primo Vio-
lino e Direttore d’ Orchestra — Sighicelli
Antonio — Primo Violino de* Balli — Luigini
Sante.
Il scenario del Crespolani — Il vestiario
dell’ Imp resa — Gli attrezzi di Luigi Negri
di Parma — Il meccanismo di G. Manzini.
Prezzo d’ abbonamento per numero 36
Recite it. L. 24
Per gl’ Impiegati 16
Pei Militari 8
Biglietto serale 1
Idem di Loggione 40
Posti d’ Orchestra 1
La direzione agli spettacoli si componeva
dei soliti individui, meno il Maestro .4ntonio
Gandini defunto.
Nella prim’ Opera agirono tutti i cantanti
nominati ad eccezione del Sermattei c della
Zannoni per non aver parte.
La Steffenonr giovanetta esordiente di
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— 309 —
bell’ aspetto, dotata di voce dolcissima, e
di eccellente metodo di canto ottenne un
esito brillante. Piacque pure il tenore Cuz-
zani anch’ esso nei primordii di sua carriera,
fornito di una voce superba non disgiunta
da intonazione e buon sentire. La Fouchfì
e gli altri tutti non mancarono di far gu-
stare per parte loro la bella musica, che
sebbene grave e severa, pure ottenne l’ag-
gradimento del pubblico.
Si distinsero nel ballo i ballerini danzanti;
e la composizione in genere non mancò di
essere in parecchie scene applaudita.
1843, — 'Venerdì 6 Gennaio — L’impresa
in tal sera, essendo corso giorno festivo,
diede a proprio conto \xn' Accademia vocale
ed istrumentale.
Vi presero parte gli artisti dell’ opera
in corso cantando scelti pezzi delle opere
— Lucia di Lammertnoor — Eustorgia da
Romano — Torquato Tasso — nonché l’or-
chestra, che e.?eguì la sinfonia dell’ opera
Biondello del Maestro Radicati ed un’ altra
del Maestro Antonio Mammi Modenese, la
banda del Battaglione Estense e la Signora
Virginia Ripamonti distinta suonatrice d’arpa.
Biglietto d’ ingresso centesimi 80
Di Loggione 30
D’ Orchestra 60
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— 310 —
L’Accademia riesci assai gradita, venendo
dagli uditori compartite non poche dimo-
strazioni ai cantanti e all’ arpista.
1843. — 12 Gennaio — Opera — La
Vestale — col nuovo balletto intitolato —
Lo sjjeziale e Monsicar Dandan. In questa
produzione di genere giocoso si distinsero
il Vigano per le parti mimiche, e i tre primi
ballerini danzanti nel loro terzetto.
14 Gennaio — Prima Rappresentazione
dell’ Opera — Il Giuramento — con parole
del signor Gaetano Rossi, e note del celebre
Maestro Mercadante. Interpretarono assai
bene questa vaga e classica musica i quattro
primi cantori vale a dire la Stcffenone, il
Sermaftei, Cuzzani e la Fouchè ottenendo
in tutti i loro pezzi un completo successo.
1 Febbraio — Si riprodusse 1’ applaudito
Dramma — Il Giuramento — col ballo Ro-
manow corredato di un nuovo passo a tre
dei primi ballerini sempre ben accolti dal
pubblico.
Durante il Carnevale venne dato 1’ altro
ballo grande già promesso intitolato Giaffar
che riesci d’ un eifetto sorprendente. Il co-
stume affricano ben rappresentato, le va-
ghissime e variate danze, l’ interesse dell’ a.
zione, e le scene decorate sfarzosamente ot-
tennero un incontro veramente entusiastico.
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- 311 —
Fu purgata per terza opera II Galeotto
Manfredi del Maestro Perelli. Sebbene vi
fossero pezzi di musica di qualche valore,
pure non fu giudicata una musica da poter
sostenere il confronto delle due Opere che
r avevano preceduta.
L’ incasso lordo per N. 41 rappresenta-
zioni importò la somma di it. L. ii4,443, 17.
Le spese serali ammontavano a italiane
L. 393,55: per cui la complessiva somma
di esse fu di L. 16135,55. Rimanevano le
altre spese di musica, dei cantanti e balle-
rini, le spese traverse etc. pagate dall’ Im-
presa particolarmente, la quale però colla
dote ebbe un guadagno di L. 7930, 47.
1843. — 17 .Vprile — Compagnia Dram-
matica diretta da Aììgclo Lippurìni.
In questa compagnia risvegliava non poco
interesse la giovane prima donna Letizia
Fusarini, che ad una simpatica figura univa
molte doti artistiche. La servetta Maria
Lipparini la Giovanna Zamarini, il primo
attore Gaetano Benini, Cesare Asti e Cesare
Marchi erano soggetti tutti distinti, che
contribuivano a dare il massimo interesse
alle produzioni da loro offerte al pubblico.
1843. — 21 Giugno — L’ Olandese Lo-
dovico Viool Direttore di una Compagnia
composta di una gran parte di Affricani cO'
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— 312 —
rainciò in tal sera le sue rappresentazioni.
Consistevano queste in giuochi ginnastici
dati dal Viool in unione al suo allievo Ce-
sare Ferrari di Modena con meravigliosa
bravura, e in forze, e variate prove d’ equili-
brio ora a terra ed or sopra un filo metallico
destramente eseguite dal Russo Andrea Fexi.
Piu i così detti Arxbi Allanlicx Affrica-
ni (1) che facevano salti e slanci simulando
il leone, la tigre etc. e formavano piramidi
d’ uomini disposti vagamente in gruppi ar-
tistici.
Fra i salti straordinarii aramiravasi quello
d’ uno di costoro, che sorvolava prodigio-
samente otto soldati, i quali posti in fila a
due a due tenevano colla punta in alto le
loro baionette.
Questo nuovo genere di trattenimento
attraeva molto concorso di persone, e ter-
minava per lo piu con una gradevole Pan-
tomima intitolata La Scimia del Brasile
particolar fatica d’ un’AfFricano, che imitava
alla perfezione i moti di quell’ animale.
Viglietto d’ ingresso centesimi 60
Quello di Loggione 30
Pei posti d’ Orchestra 20
(I) Erano Beduini dalla pelle color di rame, che
si producevano nel loro abito di costume, e sempre
M piedi nudi.
— 313 —
1843. — 1 Luglio — Si produsse la
Compagnia Comica diretta dagli Artisti Co-
stantini e Petrelli.
Prima Donna — Elisa Boccomini Moretti.
Primo Attore — Pietro Costantini.
Brillante — Federico Branchi.
Madre e caratteristica — Luigia Pe-
trelli.
Primo Amoroso — Antonio Senatori.
Caratterista — Giuseppe Astolfì.
Abbonamento per 24 recito it. L. 9, 60.
Per gl’ impiegati militari e civili in propor-
zione.
Viglietto d’ ingresso
60
Idem di Loggione
30
Posti d’ Orchestra
1,20
La compagnia non ebbe un successo
del 'tutto soddisfacente, forse anche per la
impressione ancor viva nel pubblico della
famosa Compagnia Maschcrpa., che niuno al
certo poteva dimenticare.
1843. — 20 Agosto — Si presentò di
nuovo la Compagnia Drammatica diretta da
Corrado V ergnano provveduta di altri indi-
vidui. fra quali figuravano con distinzione la
prima donna Carolina Internavi, 1’ altra pri-
ma donna Fumagalli Targhini Amalia, il
primo attore Cesare Fasóri, l’altro Braccini
Luigi e il Berlaffa Francesco per le parti
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— 314 —
da vecchio burbero. Sebbene la compagnia
riescisse gradita al pubblico, pure non fece
gran fortuna, perchè in quella stagione gran
parte dei frequentatori del teatro sen vanne
in villa.
1 prezzi d’ abbonamento, del viglietto di
ingresso etc. erano secondo 1’ usato.
Terminò le sue fatiche colla sera del 18
settembre rappresentando 1’ Oreste dell’ila
fieri, il provento della quale recita era a
vantaggio della prima attrice (larolina In-
ternari.
2 Novembre — Drammatica Compagnia
di Alberto Tessavi. In questa erano tenuti
in credito di buoni artisti il primo attore
Luigi Capodaglio, la prima donna Carolina
Tessari, il caratterista Gncfnno Mariani, il
brillante Antonio ^ardi. e tutti gli altri della
compagnia non mancarono di contribuire per
parte loro a rendere piacevoli e gradite le
produzioni che al pubblico si esponevano.
L’ abbonamento era per N. 30 rappre-
sentazioni. I prezzi erano secondo il pas-
sato.
1843. — 7 Novembre — Questa sera fu
destinata a giovamento della Cassa di Sov-
venzione ai professori di Musica, nella qual
circostanza essi si prevalsero dei cantanti
dell’Opera che rappresentavasi al Teatro di
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— 315 —
Corte, onde formare un’ Accademia vocale
e istrumentale, il cui programma era il se-
guente:
Parte Prima
1. Atto primo dell’ Opera La Figlia del
Reggimento del Cav. Donizetti.
2. Gran Sinfonia di Lindpaintner a piena
Orchestra.
3. Variazioni a pianoforte di E. Herz
sopra un tema d’ Herold eseguite dal gio-
vanetto Luigi Cubani di Modena.
4. Cavatina nell'Opera Beatrice di Tenda
di Bellini eseguita dalla Sig. Giooannina
MontuochieUii
5. Divertimento per Flauto di Lind-
paintner eseguito dal sig. Giuseppe Kuhler
con accompagnamento d’ Orchestra.
6. Gran Duetto nell’ Opera — Emma
d‘ Antiochia — del Maestro Mercadante ri-
dotto a Tromba e Trombone cd eseguito dai
signori Cesare Apparati e Ferdinando Ba-
lugnni.
Parte Seconda
Atto primo e atto secondo nell'Opera.
— Do» Pasquale — del Maestro Donizetti.
Viglietto d’ingresso it. L. 1
Idem pei posti d’ Orchestra
Idem di Loggione
40
40
— 316 —
L’ Accademia venne accolta assai favo-
revolmente dal pubblico, che si mostrò in
ispecial modo propenso ad applaudire la
Montucchielli giovane artista di merito, si
per esattezza d’ esecuzione musicale, quanto
per brillante azione comica.
L’ incasso netto dalle spese riuscì d’it.
L. 1122,66.
15 Novembre — Accademia vocale e i-
strumentale data da Luigi Tartagnini pro-
fessore di Fagotto, al servizio della Duchessa
di Parma, nella quale espone le sue figlie
runa Cantante e l’altra suonatrice di Piano-
forte in unione al prof, di Violoncello Carlo
Curii, ed ai professori d^'lla R. Orchestra
di Corte. In questa Accademia fu applaudito
in singoiar modo il Curii, come pure non
mancarono encomii alle sorelle Tnrlagnini.
1843. — 30 Novembre — Variato Trat-
tenimento a spese della Corte per festeg-
giare la venuta della Duchessa di Parma al
Teatro. In tal sera la Compagnia Comica
Tesiari rappresentava una Commedia in due
atti intitolata lafet, ed in fine una farsa
intitolata — Uti’ ora di Matrimonio — Per '
gl’ intermezzi erano stati chiamati da Bolo-
gna, la cantante Oiovannina Montucchielli e
Napoleone Rossi basso comico, i quali ese-
guirono con bravura i seguenti pezzi:
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— 317 —
1. Aria nell’ Opera — Ugo Conte di
Parigi — eseguita dalla Montucchielli.
2. Gran Sinfonia di Mercadante a piena
Orchestra.
3. Duetto nell’ Opera — Elisir d' Amore
— di Donizetli cantato dalla Montucchielli e
dal Rossi.
4. Aria nel Barbiere di Siviglia di Ros-
sini eseguita dal Rossi.
5. Duetto nel Barbiere di Siviglia can-
tato dai suddetti.
26 Dicembre — Opera — Nabucodonosor
— di Verdi col Ballo Grande — Il Conte
Pini — di Federico Massxni.
Cantanti.
Achille De-Bassini — Guglielmo Fedor
— Luigi Bianchi — Anna De la Grange
— Elisa Ciirnio — Carlo Vaitorta — Felice
Rossi — Elettra Manetti.
Coristi d’ ambo i sessi N. 32. Banda Mi-
litare. Comparse N. 40.
Compagnia di Ballo
Primi Ballerini assoluti di rango Fran-
cese — Massini Amalia — Penco Fran*
cesco.
Prima Ballerina assoluta di rango Ita-
liano — Viganoni Luigia.
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— 318 —
%
Primi Mimi assoluti — Massini Amalia
— Massini Carolina — lìegini Antonio.
Altri Mimi — Vial Maddalena — Cec-
Ghetti Cesare.
Ballerini di mezzo carattere d’ ambo i
sessi N. 16. Corifei 16. Ragazzi 16. Comparse,
Banda.
Abbonamento per 30
rappresentazioni
italiane L.
20
Idem per gl’ Impiegati
13, 34
Idem pei Militari
6,67
Biglietto serale
1
• del Loggione
40
• dell' Arena del Log-
glone oltre il biglietto
20
Posti d’ Orchestra, oltre il bi-
glietto d* ingresso 1
Nell’ Opera ebbero uno strepitoso suc-
cesso il De-Bassini e V Anna Pc la Grange.
Il Ballo pure fece incontro, e riscosse
applausi la coppia dei primi ballerini.
La seconda Opera era intitolata — Cor-
rado d'Altamnra — la quale non ebbe gran
fortuna; per la qual cosa in seguito venne
rifatta la prima. La musica era del Maestro
Federico Rìcci.
1844. — 22 Gennaio — Secondo ballo
-- Cesare in Egitto — di 0. Gùja, soggetto
grandioso e di molto effetto, sia per buona
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— 319 —
«secuzione, che per lo sfarzo col quale fu
posto in iscena.
Questo ballo passava pel capo d‘ opera
del suddetto Coreografo.
18 Febbraio — Serata De la Grange. In
questa l’Artista si distinse non solo come
cantante, ma ancora come esimia suonatrice
di Pianoforte, eseguendo variazioni di Thal-
herg ( sopra un motivo dell’ Opera II Mosè
di Rossini ) con molta bravura.
L’incasso lordo per N. 38 rappresenta-
zioni fu di L. 22700, 99. Le spese serali
ammontarono L. 14873, 84. Anche in questa
occasione, tutto calcolato, l’ Impresa deve
aver fatto buoni affari.
19 Marzo — Grande Trattenimento Istru-
mentale e Vocale dato dal Concertista di
Violino Cav. Vincenzo Bianchi.
Questo trattenimento ebbe concorso nu-
meroso di persone, le quali applaudirono il
Bianchi per parecchie volte, segnatamente
nell’ ultimo pezzo, che venne replicato, cioè
nel gran Capriccio il Carnevale di Venezia
dell’ immortale Paganini nel quale il con-
certista imitava due flauti, due corni, ed
altri istrumenti, non che il mormorio di due
vecchie ciarliere. Il Bianchi era suonatore
di forza e, quantunque manierato, cavava
dal suo strumento delle voci portentose, e
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— 320 —
in ispecial modo riesciva felice nei flautini.
La parte vocale di detta serata fu eseguita
da Concetta Cosentino, Francesco Cuturi e
Publio Righi, I primi due specialmente eb-
bero la loro parte d’ applausi.
8 Aprile — La Comica Compagnia diretta
dall’Artista Antonio Giardini incominciò un
corso di 30 Rappresentazioni.
In questa Compagnia venivano applauditi
particolarmente la prima donna Fabbretti
Giardini Carolina, il primo attore Gaetano
Benini e il brillante Giardini suddetto.
12 Aprile — Accademia Istrumentale a
favore della Cassa di Sovvenzione de’ Filar-
monici.
Oltre le sinfonie per orchestra ed i pezzi
concertati eseguiti dalla Banda Estense, Rót-
ter Federico suonò col corno Inglese una
fantasia da lui composta, Rovatti Cesare ed
il giovinetto Gaetano Carlotti si fecero ap-
plaudire in un Duo concertato per Piano e
Violino, ed il Vecchi Bandista eseguì a cla-
rinetto un tema e variazioni di Maysedcr.
Il Buca Francesco IV per vantaggio della
detta Cassa di sovvenzione offrì 16 premii
da distribuirsi per lotteria durante il tratte-
nimento.
L’ incasso netto fu di it. L. 1207, 53.
1844. — 4 Maggio — In tal sera la Com-
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— 321 —
pagnia Comica Giardini rappresentò un la-
voro di un nostro concittadino intitolato —
Alessandro Tassoni alla Corte di Francesco
Primo d' Este — L’ Autore era il Dottor
Giovanni Sabhalinu il quale ebbe la soddi-
sfazione d’ essere accolto assai favorevol-
mente.
1 Giugno — Prima rappresentazione data
dalla Comica Compagnia M ingoni e Berlini.
Gli Artisti in genere non erano gran cosa;
ma riescirono ad interessare il pubblico nelle
24 rappresentazioni che diedero; perchè ve-
•nivano alternate da Operette buffe ad uso
^'nHdeville. e da altri spettacoli con voli,
trasformazioni, e meccanismi da contentare
il gusto di coloro che amano simil genere
di produzioni. Nella parte musicale si di-
.stingueva la prima donna Armida Pelizzoni,
la quale era stata comprimario., cantando in
diversi teatri in questa qualità. E la stessa
che altra volta fu sentita al Teatro vecchio.
1844. — 20 Giugno — In tal sera, oltre
allo spettacolo dato dalla Compagnia Min-
goni e Berlini diretta da Giuseppe VivnrcUi
primo attore, vi fu una Grande Accademia
di Giuochi fisici data dal Prestigiatore Rossi,
unico allievo del celebre Cav. Bosco. Per
intermezzi i due suonatori di Violino Monti
c Guerini provenienti da Napoli eseguirono
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— 322 —
diversi pezzi di musica, che furono bene
accolti. Il Rossi fu applaudito in ispecial
modo quando si produsse con piacevoli scherzi
da Ventriloquo imitando 1' arrotino, il fale-
gname, e diversi canti di volatili. La Com-
pagnia Comica ripeteva in quella sera il
grazioso Vaudeville in musica intitolato —
Nina pazza per Amore — già dato altre
volte.
2 Novembre — La Drammatica Compagnia
diretta da Corrado Vergnano cominciò un
corso di 28 rappresentazioni. Gli attori prin-
cipali che ottennero maggior successo fu-
rono Fabbri Cesare primo attore, la Boìi-
figli Marietta prima donna, Berlaffa Fran-
cesco Caratterista e Corrado Vergnano esimio
'brillante.
1844 — 5 Novembre. -- La Compagnia
diretta dal Vergnano si associò alla Compa-
gnia Equestre Ghetta • Tournaire, prestan-
dosi quest’ ultima a dar grandi e siiettacolose
Pantomime, la prima delle quali era intito-
lata — Mazzeppa — . Da questa sera in poi
il viglietto d’ ingresso, in luogo d’ essere a
centesimi 60, come d’ uso, fu alzato sino a
centesimi 95, ed i posti d’ Orchestra invece
di 20 a centesimi 40.
Le Pantomime erano pure intramezzate
da piacevoli ballabili di carattere. L’ ultima
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— 323 —
produzione era un’ azione mimico-equestre
intitolata — I Pescatori Triestini a Siracusa.
30 Novembre — Alla Compagnia Vet'-
gnano si uni pure il signor Poitevin, il quale
diede uno spettacolo ottico - meccanico di
nuovo genere.
La Compagnia Vergnano rappresentò la
Commedia di Scribe, Clermont ovvero la Mo-
glie di un pittore.
Il Poitevin espose il suo Angio scopio a
gaz ossi-idrogeno inventato da Drumont che
ingrandiva gli oggetti tre milioni di volte.
Furono sottoposti all’osservazione degli spet-
tatori mediante il detto istrumento diversi
insetti, ed alcune particelle di piante e di
animali per ammirarvi la circolazione del
succo e del sangue.
Il Poliorama invenzione di 0. Vernet che
con una semplice modificazione di luce met-
teva in vista con sorprendente effetto alcune
belle vedute fu pure esposto dal Poitevin
con sommo aggradimento del pubblico che
ammirò lo spettacolo nuovissimo.
Dalla Compagnia Vergnano si rinnovò
un altro abbonamento di 6 recito, che ebbero
principio colla sera del 7 dicembre.
1844. — 13 Dicembre — Accademia vo-
cale ed istrumentale a beneficio dell’ esor-
diente Carolina Crespolani di Modena. Que-
21
— 324 —
sta giovane, sebbene non fosse dotata di
rari talenti, pure era corredata di una buo-
nissima voce di soprano, di buon orecchio^
e di un aspetto avvenente. Tali doti furono
molto apprezzate da’ suoi contittadini, non
solo per simpatia, ma anche per incoraggire
chi intraprendeva una difficile carriera, onde
aiutare la propria famiglia. Gli altri individui
che si prestarono a rendere più gradito lo
spettacolo ottennero anch’ essi 1’ approva-
zione del pubblico.
Gli artisti che presero parte all’ Acca-
demia data dalla Crespolani furono Giovanni
Setti per la parte vocale, e per la parte
istrumentale Federico Rotter^ Giovanni Vec-
chi ed il dilettante Gaetano Carlotti.
L’ orchestra eseguì poi due sinfonie.
L’incasso totale, compresi i regali, ascese
a it. L. 346, 76.
1844. — 26 Dicembre — Opera Emani
con musica del Maestro Giuseppe Verdi.
Cantanti.
Prima Donna — Cuszani Farolina.
Primo Tenore — Ferrari - Stella Vin-
cenzo.
Baritono — Tuti Filippo.
Primo Basso — Rossi Gaetano.
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— 325 —
Seconde parti
Spada Emma - Galizzioli Francesco
Fasola Giovanni.
Coristi d’ ambo i sessi N. 32.
Ballo Grande — Gabriella di Vergy —
del cèlebre Gioja.
Primi ballerini assoluti — Gvanzini Ca~
rolina — Neri Gaetano.
Altra ballerina — Bilocci Caterina.
Direttore dei Balli — Giuseppe Turchi.
Primi mimi assoluti •— Bilocci Turchi
Francesca — Montani Lodovico amoroso —
Diani Prospero Tiranno.
^ Altri 4 mimi e 16 ballerini di concerto
dell uno e dell’ altro sesso.
Corifei d’ambo i sessi N. 16 — Banda Mi-
litare Ragazzi N. 8 — Comparse N. 40.
Biglietto serale L. 1
Idem d’ Orchestra 1
Prezzo d abbonamento per 25 rappre-
sentazioni it. L. 16. 68.
Biglietto del Loggione centesimi 40.
L impresario era sempre Rovaglia con
40, 000 lire di dote.
L Opera sorti un esito brillantissimo. La
Cuzzani ed il tenore Ferrari- Stella ebbero
i piu copiosi allori. Il basso profondo Rossi
fu pure applaudito, segnatamente nel Gran
Terzetto finale.
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— 326 —
Il ballo ottenne aneli' esso i favori del
pubblico. La coppia dei duo primi ballerini
si distinse in singoiar modo.
La Oranzini era ballerina di grazia e di
.scuola eccellente, il Neri pure ora un buon
ballerino. Nella parte mimica il Diani ed il
Montani non mancarono di mostrarsi artisti
di valore.
1845. — 9 Gennaio — Beneficiata del
primo ballerino Gaetano Neri che eseguì un
nuovo passo a due colla Granzini.
Gli allievi del Maestro Maglietta in questa
serata diedero ."aggio al pubblico dei loro
progressi; Ferdinando Walpot e Angiolina
Gramigna eseguirono un passo a due serio
nel primo Atto del gran Ballo Gabriella di
Vergy, ed i medesimi in unione a Rachele
Terni, Annetta Stanzaui, Natalia Piccinini
ed Emilia Bellin al terzo Atto del detto
Ballo si fecero applaudire per la precisa
esecuzione d' un passo a sei.
1845. — 18 Gennaio — Ballo — intitolato
Fedra.
Era tratto dalla Mitologia.
Anche questo ebbe buona fortuna.
25 Gennaio — Opera intitolata Zaira con
parole di Romani e la musica del giovane
Maestro Antonio Mammi Modenese. Il pub.
blico accolse questo lavoro con benignità.
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— 327 —
essendo disposto ad incoraggire un proprio
concittadino. Vi erano pezzi d’ effetto, e
quantunque si vedesse in qualcuno la man-
canza d’una certa pratica e di quello studio,
che forma il retaggio del maestro provetto,
pure dall’ esposto si poteva presagire, che
il Mnmrni aveva talento e disposizione a riu-
scire distintissimo nell’ arte intrapresa. Ma
fatalmente (se ne ignora la causa) egli in
seguito cambiò consiglio, e si dedicò a tut-
t’ altro.
La Zaira fu rappresentata quattro volte
nelle sere 25, 20 e 27 gennaio e 1 febbraio
1845.
31 Gennaio — Grande Accademia vocale
ed istrumentale a vantaggio della Cassa di
sovvenzione de’ Filarmonici.
In questa Accademia cortesemente si
prestarono i cantanti del teatrale spettacolo
in corso, ai quali si uni la S'intolini Dionilla
contralto. Francesco Verloni eseguì alcune
variazioni per flauto del Maestro Caraffa.
ed il Signor Adani altre variazioni per viola.
L’ incasso netto da spese fu d’ italiane
L. 894, 46.
I Cantanti tutti si procacciarono applausi,
e le Cantanti in ispecial modo. La Santoìini
poi fu scritturata per far la parte di con-
tralto nella seconda opera: essa cantava
bene, ed aveva voce assai robusta.
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— 328 —
L’ incasso complessivo fatto per N. 29
rappresentazioni fu di L. 19712, 81, con qual-
che aumento per 1’ affitto di Palchi, che la
impresa ritirava senza darne conto all’ A-
genzia. Le spese serali ascesero complessi-
vamente, compresa la Banda, a L. 12486, 82.
La compagnia di Canto non costò molto:
vi fu della spesa nei balli, perchè dati con
isfarzo e proprietà; ma, tutto calcolato, an-
che in questa occasione l'Impresa non sarà
stata al certo malcontenta di sua gestione.
La Direzione agli spettacoli per 1’ anno
1845 componevasi degl’ individui sottonotati-
Olivari'Conte Francesco Maria.
Malmusi Dott. Carlo — Revisore.
Capponi Giovanni — Segretario.
1845. — 24 Marzo — Drammatica Com-
pagnia di Risenti e Solmi per 30 Rappre-
sentazioni. Figuravano in questa compagnia
la Lauretta Bon eccellente prima donna sia
nelle parti serie che giocose, il primo attore
Ulisse Moreschi, Angelo Gattinelli e Gaetano
Vestri.
19 Aprile — Dopo una non breve malattia
sofferta dalla Bon, essa si riprodusse in
queste scene colla Commedia di Scribi inti-
tolata — Un bicchier d' acqua. — L’ acco-
glienza festosa che quell’ esimia artista ebbe
dal pubblico è indescrivibile. In tal sera si
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— 329 —
fece sentir pure una suonatrice di flauto in
due pezzi di bravura, accolti dal pubblico
■con molta benevolenza.
10 Maggio — Fu posta sulle scene 1’ 0-
pera buffa in tre atti intitolata — il Ritorno
di Columella da Padova — con musica del
Maestro Vincenzo Fioravanti.
Cantanti.
Prima Donna — Annetta Bautnan.
Primo Tenore — Luigi Lattuada.
Primo Basso — Orazio Bonafos.
Primo Basso Comico — Maurizio Barella.
Comprimarii — Teobaldo Gobetti — Gio-
vanni Ascari — Luigi Cavedagni — Luigia
Pusterla.
Abbonamento per N. 14 Rappresentazioni
L. 7, 48.
Biglietto serale centesimi 80.
L’ Opera ebbe un successo discreto.
22 Maggio — Lo spettacolo fu disposto
•come segue.
1. Atto primo dell’ Opera Columella.
2. Atto secondo dell’ Opera suddetta.
3. Terzetto del Pappa-taci nell’ Opera ,
L’ Italiana in Algeri di Rossini, cantato
4alli signori Barella, Lattuada e Bonafos.
4. Terzetto dei tre bassi nell’ Opera
Columella.
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— 330 —
5. Duetto nell’Opera — Gemma di Vergy:
— di Donizetti eseguito dalla Bauman e dal
Lattuada.
6. Rondò nell’ Opera — Gemma di Vergy
— cantato dalla Bauman suddetta.
1845. — 19 Luglio — Drammatica Com»
pagnia con divertimenti pantomimici diretta
dagli Artisti Adelaide Ferroni e Marco Pa-
ladini.
Abbonamento per 8 Recito L. 3, 20
Biglietto serale 60
Gli Attori in genere erano discreti. In
luogo di farse davano spettacoli di mimica
e ginnastica, perchè era associato con questa
Compagnia un residuo di altra Compagnia
acrobatica.
2 Agosto — Drammatica Compagnia Do-
menicani diretta dall’ Artista Gaetano Col-
tellini.
Abbonamento per 12 recito L. 4, 80
Biglietto serale d’ ingresso 60
Questa Compagnia era corredata di buo*
nissimi artisti fra quali la celebre Carolina
Santoni, il primo attore Antonio Colomóerti^
non che Gaetano Coltellini e il caratterista
Antonio Feoli.
Quantunque il pubblico fosse soddisfat*
tissimo di questo complesso d’ artisti, pure
il Teatro era poco frequentato in causa
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— 331 —
della stagione troppo propizia per coloro
che si portavano in villa, e quindi svantag^
giosa per gli artisti, che ne risentivano il
danno.
21 Settembre — Compagnia Ginnastica
di undici Arabi- Marocchini.
Gl’ individui di questa Compagnia face-
vano salti d’ ogni sorta con un’ elasticità e
sveltezza incredibile.
Lavoravano a piedi nudi e formavano
pure ■piramidi composte di molti uomini, le
quali erano ben disegnate ed eseguite colla
massima facilità.
Furono applauditi assaissimo; ma non si
produssero che per due sere.
27 Settembre — Il Prestigiatore fìartO'
lomeo Lombardi Palermitano diede un saggio
di sua abilità, riscuotendo applausi; quan-
tunque molte cose fossero già state vedute
in altri simili circostanze.
'1845. — 5 Novembre — Drammatica
Compagnia condotta e diretta da Carolina
Internari. Si distinguevano in ispecial modo
r Internari e.sirnia artista, la giovane prima
donna Regina Laboranti, il primo attore
Luigi Capodaglio, il caratterista Antonio Soar-
di ed il generico Luigi Braccini.
Nel lungo corso di rappresentazioni che
diedero, ebbero sempre un’ ottima acco-
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— 332 —
glienza dal pubblico, che rimase molto sod-
disfatto, sia per la proprietà e precisione
nell’ esporre le commedie, come pure per
la varietà degli spettacoli posti su queste
scene.
17 Novembre — In tal sera la Compagnia
Internavi diede il Molière di Goldoni. Dopo
il secondo atto della Commedia si produsse
una fanciulla di 7 anni figlia del Custode
del Teatro di Parma chiamata Vittoria Coppi.,
la quale ballò La Cracovienne. Si trovò in
quella ragazzetta molta disposizione per la
danza e venne ripetutamente applaudita.
24 Novembre — Spettacolo misto, di
■drammatica dato dalla Compagnia Internari
e di esperimenti Fisici-Meccanicì eseguiti
dal Prof. Antonio Bossola Romano con esito
soddisfacente.
1845. — 3 Dicembre — Duplice spetta
colo anche in questa sera. Consisteva in una
rappresentazione di commedie, e in balli dati
da una Compagnia Acrobatica Atletica e
Mimica diretta da un certo Michele Monta-
nera, che si trovava qui di passaggio.
13 Dicembre >- Negl’ intermezzi delle
Commedie date dalla Compagnia Internari
si produssero certi fratelli Corradi, suo-
nando pezzi di musica con un istrumento
di nuova invenzione chiamato Melofono e
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— 333 —
col violino. Il nuovo istrumento piacque di-
scretamente ; ma non ottenne 1’ effetto che
se ne aspettava. Non ardisco aggiungere di
più per non contradire all’ ampio attestato
emesso da diversi professori del Conserva-
torio ed Istituto di Parigi a favore del Me-
lofono e del suo inventore: certificato che
questi fece stampare nel programma dello
spettacolo dato in detta serata.
1845. — 18 Dicembre — Grande Acca-
demia vocale ed istrumentale a sollievo della
Cassa di sovvenzione de’ Filarmonici. Vi
presero parte i cantanti Schutz Amalia ■—
Bosio Angiolina — Mela Vincenzo — Vol-
pini Amòrosio. ed i violinisti Antonio e Vin-
cenzo padre e figlio Sighicelli, Egesippo Pajni
suonator d’ arpa, Ilórn Giuseppe suonator
di fagotto.
In quest’ Accademia si mostrò superiore
ad ogni elogio la Schùtz^ la quale si era già
udita pochi giorni prima nel Teatro di Corte,
ove aveva risvegliato 1’ entusiasmo in tutti
gli uditori. Dotata di una voce estesissima
e vibrata, dava al suo canto un’ espressione
ed un accento, che obbligava gli ascoltanti
a festeggiarla sino al fanatismo.
La Bosio. il Volpini, ed il Mela erano i
cantanti scritturati dal Rovaglia per agire
nello spettacolo del successivo carnevale.
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- 334 —
Essi erano quasi del tutto esordienti, e seb-
bene fossero dotati di buoni mezzi vocali,
pure, mancando d’ arte e lasciando qualche
cosa a desiderare sul loro conto, vennero
accolti piuttosto freddamente.
Piacque il Pajni suonatore d’Arpa, ì'Horn
professore di fagotto non ismentì la fama
che godeva, facendosi meritamente applau-
dire, e i due padre e figlio otten-
nero dal pubblico dimostrazioni di stima le
più fragorose, sia per la perfetta unione,
quanto per 1’ abilità somma che palesarono
nel trattare il violino.
L’ incasso di quella sera asceso a Lire
1261, 36 più il regalo della Corte consistente
in altre L. 300.
1845. — 27 Dicembre — Opera — I
Lombardi alla prima Crociala — con parole
di Temistocle Solerà, e musica del Maestro
Giuseppe Verdi, e Ballo — FU Inglesi neU
/’ Indoslan — del Coreografo Giuseppe Villa-
Compagnia di Canto.
Prima Donna — Truffi Teresa. (1)
Primo Tenore — Lorini Domenico.
Primo Basso — ■ Mela Vincenzo.
(1) Duvevu essere 1’ Angiolina Bosio ; ma dopo il
poco incontro fatto nell* Accademia venne sostituita
dalla Truffi.
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— m —
Altro primo Tenore — Volpini Am-
brogio.
Seconde parti — fìoschetti Giuseppina
— Alessandrini Luigi.
Banda Militare, 32 Coristi d’ arabo i sessi
e 60 comparse.
Compagnia di Ballo
Primi ballerini assoluti.
Clerici Rosina — Capoti Valentino.
Altre prime ballerine
Rilocci Caterina — Boschetti Felicita —
Boschetti Rosa.
Prismi mimi
Regini Antonio — Medon Eugenia — Ca-
pretti Antonio.
Secondi mimi N. 4, 12 ballerine ed al-
trettanti ballerini di mezzo carattere o di
concerto e 60 fra figuranti e comparse.
Abbonamento per N. 36 Rappresentazioni
italiane L. 24
Biglietto Serale 1
Idem d’ Orchestra l
Al Loggione 40
La dote data dalla Comunità ascendeva
secondo il consueto a L. 40, 000 prelevate
però L. 3000 per compensare le Compagnie
Comiche, che 1’ impresa aveva 1’ obbligo di
scritturare.
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— 336 —
L’ impresario era il solito Rovaglia.
Dovendo esporre quanto avvenne la prima
sera di questo spettacolo, fa d’ uopo pre-
mettere che r impresario Rovaglia godeva
r illimitata protezione del Ministro Gover-
natore di Modena Conte Riccini, il quale-
era r assoluto padrone di fare e disfare ogni
cosa in tutte le pubbliche amministrazioni
della Città. Quindi anche in ciò che riguar-
dava il Teatro, il detto Ministro disponeva
di tutto: e quando egli era soddisfatto, la
Comunità doveva pagare la dote e non oc-
cuparsi d’ altro. A porre in freno chi avesse
poi osato di disapprovare con qualche atto
significante una produzione non gradita, vi
erano pronte le guardie di polizia per ar-
restare immediatamente il temerario, e cos^
l’esito di essa rimaneva assicurato. Conscio
di ciò, r Impresario aveva cercato di fare
il maggior risparmio possibile, segnatamente
nella formazione della Compagnia di canto,
calcolando sull’ appoggio dell’ alto protet-
tore; ma questa volta le sue viste ebbero
un successo ben diverso da ciò che s’ at-
tendeva. Infatti l’ opera non potè sostenersi,
sebbene la musica fosse un capolavoro. La
Truffi si trovava indisposta e quasi priva di
voce, il basso Mela, agitato da timor panico,
forzava la voce in modo da renderla ingra-
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— 337 —
tissima per chi 1’ udiva, il tenore Volpini
giovane esordiente si perdette d' animo sin
dal principio contribuendo col suo smarri-
mento a spargere maggior confusione negli
altri. Il solo Lorini^ dotato di una voce ar-
gentina e di bel metodo di canto, superò la
bufera. Durante il primo atto dell’ Opera il
pubblico tacque, mostrando però un contegno
che dinotava malcontento. Accadde, che il
Principe Ereditario, trovandosi nel palco
privato di Corte, esternasse a’ suoi aiutanti
un voto di disapprovazione dicendo: • vera-
• mente colla dote che sborsa la Comunità
. mi pare che si potrebbe esigere dall’ im-
• presa uno spettacolo migliore • . Tale pro-
posizione venne comunicata al palco contiguo
da uno degli aiutanti, e come favilla elet-
trica in un momento si diramò per tutto il
Teatro. Il pubblico, incoraggiato da ciò, si
dispose tostamente all’ attacco. Infatti, alla
prima occasione favorevole che presentossi
nel progredire dell’ Opera s’ incominciarono
a manifestare non dubbi segni di disappro-
vazione. Il ballo, tanto per l’ intreccio che
per la buona esecuzione, fu giudicato meri-
tevole d’ essere salvo dagli strali dell’ uni-
versale indignazione, venendo in ispecial
modo applaudita la coppia dei due primi
ballerini; ma il resto dell’ Opera fu fischiato
— 338 —
in modo così solenne, da restarne sbalordite
sin le guardie di polizia, che non ardirono
•di fare la minima opposizione.
L’ Impresario, vedendo abbuiarsi Y oriz*
zonte, si ritirò segretamente a casa molto
tempo prima che scendesse il sipario. Le
voci di abbasso Rovaglia, accompagnate da
fischi prepotenti, si rinnovarono sotto le sue
finestre sino a notte assai inoltrata. Questa
opposizione ai voleri del Riccini fu la prima
nube che comparve ad oscurare la sua stella.
Egli per questo non si sgomenti; anzi nel
successivo giorno ebbe la sfrontatezza di
promulgare in tutti i canti della Città il
seguente avviso scritto a grandi caratteri:
• Per ordine espresso di S. E. il Gover-
• natore, non corrispondendo lo spettacolo
• a quanto deve esigersi dal contratto di
• impresa, resta chiuso il Teatro fino a nuova
• disposizione > .
29 Dicembre — L’ Impresario espose il
seguente
Avviso
• Sommamente dispiacente l’Impresa per
l’esito infelice dell’attuale spettacolo d’ 0-
pera, e desiderosa di ripararvi con tutte le
proprie forze, si fa un dovere di prevenire
questo rispettabile Pubblico ed Inclita Guar-
nigione, che si sta preparando colla massima
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— 339 —
sollecitudine la seconda Opera II Nabucco
del Maestro Verdi, nella quale la parte di
Abigaille \errh sostenuta, dall' Esimia Artista
signora Giuseppina Strepponi, e la parte di
Nabucco donosor da un primo basso espres-
samente scritturato dall’ Impresa; mentre
per rimettere in Scena 1’ Opera / Lombardi,
è già stato spedito a Milano e Bologna un
incaricato deU’Irapresa per sostituire qualche
Artista che riesca di maggiore aggradimento
del Pubblico.
Possano questi ultimi sforzi dell’ Im-
presa venire accolti come riparazione al mal
fatto, e procurarle un favorevole accogli-
mento.
In questo mese sorti pure una disposi-
zione relativa alle incombenze dell’ Agente
Teatrale, che qui appresso si compendia.
L’ Agente teatrale è principalmente de-
stinato ad eseguire gli ordini dell’ Illustris-
sima Direzione agli spettacoli. Per ogni
spettacolo d’ opera e corso di commedie
dovrà tenere un apposito registro per cono-
scere il prodotto d’ abbonamento, dell’ affitto
de’ palchi e de’ viglietti d’ ingresso. All’ A-
gente teatrale verrà fatto dall’ impresario o
capo comico dopo ogni sostale il pagamento
delle spese serali per gli stipendi! degli in-
servienti del teatro e dell’ orchestra e per
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— 340 —
l’ illuminazione. Dovrà trovarsi al camerino
deir agenzia presso la porta d' ingresso al
teatro durante gli spettacoli per sorvegliare
i portinai e l’ interesse dell’ impresario o
capo comico.
Tutte le sere alla fine dello spettacolo
sarà poi suo obbligo compilare il Borderò
coir annotazione dei viglietti scritti e ven-
duti, posti d’ orchestra, chiavi di palco ed
incasso degli abbonati, versando nelle mani
dell’ impresario o capo comico tanto 1’ effet-
tivo in contanti quanto i crediti da esigere.
L’Agente suddetto sarà obbligato di tenere
in avvertenza l’impresario affinchè in tempo
utile renda avvisato il pubblico mediante
manifesti a stampa degli spettacoli da darsi.
Gli emolumenti dell’ agente teatrale, del
quale si sono qui notati i principali doveri
omettendo altre minuziose prescrizioni con-
tenute nell’ accennata disposizione, vennero
fissati come segue:
Per ogni sera d’ opera L. 3, 50
di commedia 2, 50
di accademie 5.
di veglioni 10.
per le beneficiate 5,
1846. — 11 Gennaio — Riordinato con
nuovi soggetti lo spettacolo, dietro Gover-
nativa approvazione, 1’ Impresa produsse su
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- 341 —
queste scene T Opera promessa nel suo av-
viso del 29 dicembre scaduto, ossia il Na-
bucco del Maestro Verdi.
Ecco r elenco dei personaggi che v’ eb-
bero parte:
Nabuccodonosor — Monan Francesco
Federico.
Ismaele — Lorini Domenico.
Zaccaria — Alessandì'ini Luigi.
Abigaille — Strepponi Giuseppma.
Fenena — Dogliotli Giuseppina.
Gran Sacerdote di Belo — Bozzi Fer-
dinando.
Anna — Boschetti Giuseppina.
Quest’ opera incontrò il favore del pub-
blico.
La Strepponi artista distintissima ( che
aveva già altre volte eseguito in diversi
teatri questo spartito sotto la direzione del-
l’Autore, il quale poi le è divenuto consorte )
si mostrò attrice e cantante fuor d’ ogni
eccezione, ottenendo in ogni pezzo fragorosi
e ripetuti applausi. Il Lorini tenore, nella
poca parte che aveva, mantenne la riputa-
zione, che si era acquistata fin dalla prima
comparsa su queste scene. Il baritono Mo-
nari rappresentava il protagonista dell’ 0-
pera, e quantunque 1’ impegno fosse grave,
f anche in vista delle reminiscenze rimaste
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— 342 —
impresse nel pubblico del celebre De-Bas-
su'i) pure ottenne un successo superiore ad
ogni aspettativa. Gli altri cantanti, i Coristi
e r Orchestra contribuirono anch’ essi al
buon esito dello spettacolo.
19 Gennaio — Si riprodusse 1’ Opera in-
titolata — / Lombardi alla prima Crociata
— La prima donna assoluta era la giovane
Oeltrude Bortolotti fornita di voce magnifica
e di eccellente gusto nel far sentire le su-
blimi melodie dell’ immortale Ferdi, il primo
basso fu Francesco Gnone anch’ esso buon
artista. Il restante della Compagnia veniva
composto degli stessi individui, che facevano
parte dell’ Opera — Il Nabucco — meno la
Strepponi e Monaci. Tutta 1’ opera ebbe un
incontro strepitoso. Il Terzetto famoso ese-
guito dalla Bortolotti dal Torini e dal Gnone,
coll’ accompagnamento del Violino obbligato
sostenuto dall’ esimio direttore d’ Orchestra
Antonio Sighicelli, risvegliò un vero entu-
siasmo; per cui, e l’a solo del violino, ed
una parte del Terzetto ogni sera dovevano
replicarsi.
21 Gennaio — Per la morte del Duca
Francesco IV venne chiuso il Teatro per
otto giorni. Quest’avvenimento riesciva assai
funesto a tutto il personale, che faceva parte
dello spettacolo, perchè la Comunità ( re-
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— 343 —
stando chiuso il Teatro per quello spazio di
tempo ) aveva diritto, secondo il capitolato,
di diffalcare un quarto nella dote promessa
all’ impresa; ma, dietro ordine del nuovo
Sovrano, che tal somma venisse pagata dal
suo erario privato, cessò ogni turbamento.
Il Teatro fu riaperto 1’ 11 febbraio coll’ opera
Nabucco^ ed il solito ballo — Gl Inglesi
nell’ Indostan — e proseguì lo spettacolo
sino al termine del suo corso, con aggradi-
mento. e soddisfazione di tutti gli accor-
renti.
1846. — In Febbraio — Si produsse il
nuovo ballo grande intitolato — Pelagio —
il quale ebbe ottima accoglienza sia per la
parte mimica, che pei ballabili, ove la coppia
dei primi ballerini veniva di continuo festeg-
giata.
23 Febbraio — In tal sera venne pro-
dotta r Opera — Il Nabucco — Nel ballo
— Pelagio — la prima ballerina signora
Clerici esegui un nuovo passo intitolato —
Bolero — che venne accolto dal pubblico
molto favorevolmente. Dopo 1’ opera vi fu
r estrazione di una Tombola, il prodotto della
quale era destinato per una metà all’impresa
e per 1' altra allo Stabilimento dei Poveri
in Saliceta S. Giuliano. Le cartelle erano
vendute al prezzo di centesimi 60 per ca^
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— 344 —
dauna, il premio totale era di L. 750. diviso
come segue:
Quaderna L. 100
Cinquina 150
Tombola 500
Le peripezie, alle quali soggiacque in
quest’ epoca l’ Impresa, 1’ avranno probabil-
mente sconfortata nel rivedere il conto di
cassa al terminare di questo spettacolo.
184G. — 1 Aprile — Sortì un avviso della
Direzione agli spettacoli portante alcune
prescrizioni dirette a togliere gli abusi, e
mantenere 1’ ordine e la decenza da chi fre-
quentava il Teatro.
Qui ne trascrivo gli articoli.
1. Gli Attori quando vengono applauditi
non potranno presentarsi più di due volte,
e quindi non sarà lecito di insistere perchè
si presentino ulteriormente.
2. Non sono permesse le repliche se
non che nell’ ultima sera dello Spettacolo.
3. Restano proibiti gli schiamazzi e
fischiate, sotto pena d’ immediato arresto.
4. Ninno potrà introdursi in Platea con
bastoni ed ombrelli, trovandosi già in Teatro
r apposito Locale per farne deposito.
5. Non verranno ammessi quelli che sa-
ranno vestiti in giacchetta, né i Borghesi in
berretta, nè le Donne col fazzoletto in testa.
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— 345 —
6. Egualmente non sarà lecito a Chic-
chessia il mostrarsi dai Palchi con cappello
in testa.
7. Viene espressamente proibito 1' ac-
cesso al Palco Scenico a qualunque estraneo*
tanto durante lo Spettacolo, che le prove,
a meno che non sia munito di speciale per-
messo della Direzione ; locchè dovrà pure
osservarsi rispetto all’ entrata in Teatro in
tempo di prove.
Sotto la stessa data fu pubblicato un
Regolamento da seguirsi dall’agente teatrale
negli abbonamenti, negli affitti e nelle ven-
dite serali de’ palchi, del quale pure qui
trascrivo le principali disposizioni, ritenendo
che la legislazione del nostro teatro Comu-
nale non debba essere in queste memorie
trascurata.
Gli abbonamenti si faranno giusta il por-
tato dai relativi Cartelloni.
Tre classi vi saranno di abbonamenti: di
Borghesi, d’ Impiegati Civili e di Militari-
L’ abbonamento dei Borghesi consisterà nei
due terzi dell’ importo di tutti i viglietU
del promesso corso di Rappresentazioni;
quello degl’ Impiegati Civili nei due terzi
dell’ abbonamento dei Borghesi; e quello dei
Militari in un terzo del suddetto abbona-
mento comune.
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— 346
Godranno dell’ abbonamento Militare non
solamente gli Individui appartenenti alle
Truppe assoldate, ma ben anche le Guardie
Nobili d’ Onore di S. A. R.. gl’ Impiegati
degli Uffizii Militari, i Militi Volontarii E-
stensi, ed i Pensionati Militari.
Gli abbonamenti si pagheranno per metà
all’ atto della inscrizione dell’ abbonato, e
per r altra alla metà delle promesse Rap-
presentazioni, 0 l’Agente Teatrale rilascierà
in ciascun incontro all’Abbonato le relative
Bolle di pagamento.
Per regola generale gli abbonamenti non
si potranno più ricevere daU’Agente Teatrale
eseguite che siano le tre prime Rappresen-
tazioni, a meno che altrettanto non fosse
stato permesso al Medesimo dall’ Impresario
o Capo Comico con speciale abilitazione in
iscritto.
Gli aflBtti, non che le vendite serali dei
Palchi, si faranno dall’ Agente Teatrale a
norma delle istruzioni e facoltà che ne avrà
ricevute dall' Impresario o Capo Comico.
Questo regolamento e l’ altro sopraccen-
nato erano firmati per la Direzione agli
spettacoli da F. M. Olivari e controfirmati
da G. B. Bicciocchi segretario.
10 Aprile — La spesa serale d’ Orchestra
per le Commedie, in addietro importava it
«
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— 347 —
L. 20. Fu fatto un aumento di L. 2,45, per
cui si stabili per 1’ avvenire che 1’ importo
serale a tale oggetto fosse di L. 22, 45.
1846. — 13 Aprile — Drammatica Com-
pagnia di Raffaello Balduini e Saloalorc
Rosa diretta da Gaetana Rosa. Diede 28
rappresentazioni in abbonamento. Gli Artisti
che più si distinguevano in questa Compagnia
erano, la prima attrice Giovannina Rosa, il
brillante Salvatore Rosa, il primo attore
Cesare Fabbri, 1’ altra prima donna giovane
Regina Laboranti. la caratteristica Gaetana
Rosa. Balchiini e Giuseppe Astolfi.
A questa Compagnia fu dato un regalo
di L. 1000 dalla Comunità.
31 Maggio — La Compagnia Balduini e
Rosa rappi*esentò una Commedia in tre atti
di Pietro Carlet de Chamblain de Marivaurc
intitolata — Le false Confidenze.
Dopo di questa gli allievi del Maestro
di Ballo Luigi Maglietta diedero un saggio
di loro bravura nell’ esecuzione di un Bal-
letto intitolato — Endimione e Diana.
Gii allievi che vi ébbero parte furono:
Endimione — Ettore Poggiolesi.
Diana — Angiolina Gramigna .
Amore — Ferdinando Walpot.
Le tre Grazie — Emilia Bellini — An-
netta Stamani — Rachele Terni.
— 348 --
L’esito di questo Balletto corrispose alla
fama che godeva il’ Maestro. Infatti gli ap-
plausi non mancarono durante tutta la pro-
duzione. In seguito si videro i felici risultati
di questa buona scuola, perchè diversi di
questi alunni si procurarono un glorioso
nome nella teatrale pale.stra.
Durante il presente corso di Commedie
la Compagnia lìaìduini espose con discreto
successo alcune produzioni di Autori con-
temporanei Modenesi come p. e. Gli uomini
del popolo di SnhhnlVìi G.. // Conte Jìuil-
land di A. Codehò e Shogae del Snvigni.
15 Ottobre — Compagnia Comica di Tom-
maso ZoccJii. In questa compagnia brillava
in grado superlativo la Adelaide, Ristori, che
si produsse per molte sere. Il resto della
compagnia non corrispondeva gran fatto
all’ abilità di quella somma Artista. Figura-
vano plausibilmente 1’ altra prima donna
signora Orsola Panichi, il Guglielmo Zocchi,
il Bernabei e la coppia Berlaffa. La dote
accordata dalla Comunità a questa Compagnia
fu di L. 800.
1846. — 28 Novembre — La Drammatica
Compagnia al servizio del Re di Sardegna
si presentò per la prima volta su questo
Teatro in detta sera. Durante il corso delle
dodici rappresentazioni che essa diede, non
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— 349 -
si ebbe che motivo di ammirare un com-
plesso di Artisti distintissimi. Sebbene tal-
volta le produzioni non fossero di buona lega,
pure gli Attori erano tanto valenti, da ren-
dere gradite anche le Commedie le più im-
sulse.
Per giudicare dell’ ottimo complesso di
quella Compagnia, basterà citare il nome
dei principali soggetti, che poi in seguito,
separati, si videro primeggiare in altre com-
pagnie.
Eccone 1’ elenco:
Attori — GottarcH Gio. Battista, Dome-
nxconi fAcigi, Gallinelli Gaetano, Dondini
Cesare, Per occhi Giuseppe. Dondini Achille,,
Boccomini Pietro, Tessero Pasquale.
Attrici — Bobotti Antonietta, Chiari A-
delaide. Fabbri Adelaide, Romagnoli Rosa,
Bighetfi Vincenza, Borghi .Adelaide ed altri.
Il condutore era il famoso Domenico Ri-
ghetti.
15 Dicembre — La direzione agli spet-
tacoli che in allora -si componeva dei se-
guenti individui:
Conte Guido Bellentani.
Maestro Alessandro G andini (scrivente).
Cav. Giacomo Boccolari.
Malaspina Estense Marchese Giuseppe
revisore.
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— 350 —
Dottor Eugenio lattici segretario.
Pubblicò di nuovo il Regolamento disci-
plinare per gli intervenienti al Teatro, che
era già stato emesso nel passato Aprile dal-
l’ex direttore F. M. OUvari, sostituendo al-
l’art. 6 r altro, che qui sotto si trascrive: (1)
« Art. 6 — Chiunque si fermi nell’ atrio
• dovrà lasciar libero il passaggio delle
• Persone che si portano alla Platea od, ai
• Palchi, 0 che ne sortono • .
Il Contratto d’ impresa col Rovaglia fu
sciolto, e la Comunità fece un nuovo appalto
coi soci Pietro Camuri di Modena e Luigi
Ghelli di Bologna, ai quali diede un com-
penso d’ it. L. 34, 900 per allestire lo spet-
tacolo del prossimo carnevale, che doveva
consistere in Opera seria e Ballo grande»
con soggetti di fama conosciuta.
1846. — 26 Dicembre — Opera intitolata
Eustorgia da Romano (ossia Lucrezia Bor-
gia) parole di Felice Romani e musica di
Donizetfi.
Compagnia di Canto.
Prima Donna — Emilia Scotta.
Primo ’Penore — Gaetano Baldanza.
(1) L'Art. 6 soppresso, come si vede più addietro,
diceva: « Egualmente non sarà lecito a Chicchessia
« il mostrarsi dai Palchi con Cappello io testa. »
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— 351 —
Contralto — Adelaide Borghi.
Primo Basso — Luigi Ko icaglia.
Altro primo Basso — Giovanni Chinsuri.
Seconde parti — Gioachino Carvassali
— Gaetano Melini — Vincenzo Gobetti —
Pio Boni.
Primo ballo — Manfredi primo Re di
Sicilia con musica di Viviani.
Compositore dei Balli — Egidio Priora.
Compagnia di Ballo.
Primi ballerini danzanti — Egidio Pri-
ora suddetto — Rosina Ravaglia.
Primi Mimi — Montani Lodovico —
Montani Gesualda — Berretta Luigi.
Secondi Mimi — Robbiola Antonio —
Franzini Pietro.
Il corpo di ballo si componeva di 12
ballerine, di altrettanti ballerini, e di 4 Co-
rifei.
Banda Militare — Fanciulli e Comparse.
Il Maestro Concertatore dell’ Opera era
secondo il solito Manni Ignazio, ed il primo
violino Sighicelli Antonio dirigeva 1’ orche-
stra composta dei soliti Professori in parte
al servizio della R. Corte e in parte e-
stranei.
L’ abbonamento per 30 Rappresentazioni
L. 20.
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— 352 —
Biglietto serale L. 1
Loggioni centesimi 40
Posto riservato d’ Orchestra 1
L’ Opera ebbe un buon successo, in ispe-
cial modo per parte della Scotta, di Bal-
danza e della Borghi. (1)
Il Ballo pure incontrò il favore del pub-
blico, venendo applaudita singolarmente la
coppia dei primi Ballerini, di ottima scuola
e di un’ abilità non comune.
1847. — 14 Gennaio — Il basso Chiusuri
sostituì per diverso sere il Roncaglia indi-
sposto, e r impresa avvertiva il pubblico
che colla sera del 18 avrebbe sostituito il
signor Roncaglia tuttora infermo col mezzo
del primo Basso Paolo Bartolini scritturato
appositamente.
18 Gennaio — Beneficiata della prima
ballerina. In tal sera fu data 1’ Opera in
corso col basso Chiusuri perchè il nuovo
basso Bartolini, per improvvisa indisposi-
zione, non poteva per allora eseguire la sua
parte.
Nel ballo ebbe luogo una danza carat-
teristica intitolata — La Zingarella — ese-
guita con molto brio dalla Bavaglia in unione
(1) l a Borghi, in allora esordiente, è la stessa
rhe in seguito si rese tanto celebre sotto il detto
nome unito a quello del marito, che appellavasi
Marno.
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— 353 —
al Priora destinato dall’ impresa a sostenere
quella parte secondaria.
23 Gennaio — Si produsse finalmente il
Basso Bartolini; (1) ma, o fosse tuttora in-
disposto, od avesse perduto in parte i suoi
mezzi vocali, 1’ esito non corrispose nè alle
speranze dell’ impresa nè all’ aspettativa del
pubblico. Per la qual cosa fu necessario ri-
correre al solito supplente Giovanni Chiù-
suri, il quale se non era un cantante di
gran valore, pure con voce sonora ed in-
tonata disimpegnava bastantemente la sua
parte.
Succedevansi di continuo fervorosi avvisi
al pubblico firmati da P. Camuri, ove cer-
cava di mostrarsi sempre sollecito a ben
servirlo, col disporre d’ ogni mezzo per
riempire il vuoto che si faceva per la man-
canza del primo basso, concludendo sempre
che il Chiasuri avrebbe continuato per poche
sere ancora a supplire alla deficienza di
quello.
31 Geimaio — Nuovo Ballo intitolato —
Gli Afgani — era in costume Indiano, molto
ricco e di efietto. Anche in questo il com-
positore venne applaudito, sia per il suo
lavoro, che per la parte attiva presa nella
(1) L* Opera, nella quale si espose il Bartolini fu
la Lucia di Lamrnermoor con musica di fJonizetti.
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— 354 —
danza assieme alla sua brava compagna la
Ravaglia.
1847. — 1 Febbraio — Comparsa del
primo basso Antonio .^forelli nell’ Opera —
Lucia di Lammermoor — Questo cantante
ebbe la soddisfazione di appagare la curio-
sità del pubblico, facendo mostra di bella e
chiara voce, non disgiunta da una certa a-
bilità nel canto.
11 Febbraio — Lo spettacolo in tal sera
era destinato a totale benefizio della Cassa
di Sovvenzione dei Filarmonici. Fu data la
Lucia di Lammermoor preceduta dalla gran
Sinfonia dello Stabat Mater di Rossini. Dopo
il primo atto il distinto suonatore Vincenzo
Sighicelli eseguì una Fantasia del Bazzini,
e nel secondo atto la prima donna Emilia
Scotta cantò la Romanza del Cnrattnco del
Maestro Catelani.
Il giovane Sighicelli fece conoscere quanto
avesse progredito nella difficile arte del
Violino, dimostrandosi un concertista di pri-
mo ordine. Anche la Scotta esegui con brio
la Romanza suddetta, venendo applaudita da
tutto r uditorio.
L’ incasso netto di questa serata riuscì
di L. 536,83.
13 Febbraio — Opera — Saffo — con
musica del Cav. Pacini. In questo spartito.
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%*
Où —
('•lio ò lino dei più pregiati di quel celebra
Jllaestro ) oltre a nuove o vaghissime rao-
lodie. vi s’ incontrano pezzi concertati, o-
spressioni drammatiche o lavorio di partì
strumentali e cantanti, da poterlo dichiararo
un tipo classico. Da prima il Pneiui si rcn.
deva popolare pel brio de le Cabolcfh*; ma
in questa sua seconda maniera si dimostra
tanto sublime nell* arte, da non mai oscu*
larsi snelle al cospetto degli astri più lu-
minosi che onorano T Italia.
L* esecuzione fu per parte dei principali
artisti qual meritava l’importanza del lavoro.
La Sjoftn cantò con anima e molt.a preci-
sione. segnatiimentc nella gran scena finale,
ove segnalossi ancora per buon’ attrice. Il
lialdiiììzit fornito di un timbro di voce assai
simpatico cd argentino, veniva specìalmento
j'pplaudito nell’ aria, ove poteva spiegaro
tutti i suoi mezzi vocali. La fi trghi si di-
stinse nella sua sortita o nel Duetto colla
eseguendolo ambedue con tale unione
c colorito, da meritare distinti e fragorosi
applausi.
Il M >rpVi ebbe aneli’ esso la sua parto
d’ encomii. Insomma tutti gli esecutori con-
tribuirono a far gustare all’ uditorio questa
bell’ Opera, eh’ ebbe il vanto di continiiaro
eoa sempre maggior successo sino al cura-
23
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— —
]>iorsi del corso di quello spettaco'o inver-
Laie. L' impresa nel dichiarare con appositi»
avviso, che circostanze inaspettate, quau«
tunque a lei non imputabili, avessero ritar>
dato la produzione di quell' Opera, pure si
permetteva di offrire ai signori Abbonati il
tenue presente di due recitj in abbonamento,
che avrebbero dovuto aver luogo fuori del-
V abbonamc.,to medesimo.
1847. — 27 Febbraio — Prima Serata,
di Fisica Ricreativa. Meccanica, Destrezza
c Giuochi d* illusione di Carlo Andreoletti
di Torino professore di Fisica dilettevole o
Giuochi di destrezza.
Questa produzione di giuochi fisici riesci
gradevole, quantunque il pubblico avesse
pregusUito in addietro un simile spettacolo
nei trattenimenti dell' incomparabile Busco.
Tanto nella destrezza di mano, corno
nella sorpresa di giuochi meccanici
drevleni riuscì ad ottenere un completo
trionfo; talché nella sera successiva potò
con vantaggio prodursi una seconda volta.
4 Marzo — La Compagnia Acrobatico-
Ginnastica condotta da Giuseppe Lodi di
Modena cominciò a dare su queste scono
uno spettacolo consimile a quelli della Com-
pagnia Chiarini La varietà delie produzioni
e r abilità di parecchi artisti, «procurò loro
applausi e vantaggi pccuuiarii.
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— 3j7 —
Detta compagnia esegui varie forze, salti
al tranipellino. slanci c volato di tartaruga
allo campanelle, o brandeggio alla corda
volante, nonché una marcia Indiana con po-
sizioni in costume. Chiuse il trattenimento
la Pantomima Arlecchino morto e vivo.
14 Marzo — Poetico trattenimento dato
dall’ Avvocato Antonio Bindocci di Siena. Il
concorso non fu molto numeroso, ma però
di persone intelligenti, lo quali anche in
questo nuovo saggio dato dal Bindocci eb -
belo largo campo di ammirare i suoi ta-
lenti.
5 Aprile — Aprì un Corso di 24 Rap-
presentazioni in abbonamento la Drammatica
Compagnia condotta da Tonilo Chiari. In
questa figuravano particolarmente la prima
donna Virginia Dosio Chiari, Costantino Ven-
i uniti, Filippo Lottini, Enrichelta Casilini o
Torcilo Chiari.
In complesso però non poteva dirsi una
Compagnia di prim’ ordine, e T esito in ge-
nere non fu molto glorioso. La Comunità lo
diede un compenso di L. 1000.
1847. — 10 Aprile — Accademia del
Prof, di Trombone Attilio Romiti col con-
' corso della Compagnia Torello.
Il Romiti era buon suonatore, c, oltre
una certa abilità, dimostrava sicurezza e
— 3j8 —
intonazione. Fu applaudito in tutti i pezzi
tui lui fSt'guiti, compreso il Duetto col Ban-
dista Est.on.so G tetano SuiUriti. in cui que-
st’ Il timo puro d.ede provo non dubbio del
suo valore.
12 Aprilo — Saggio Accademico di Pia-
noforte dato dai piccoli figli di E oa'n felicita
Aodi'coli di Mirandola, fra gli atti di una
Commedia rappresentata dalla solita Com-
pagnia Torello Chiarì.
Oltre i suoi figli Gaylielmo d’ anni 11 o
Carlo d'anni 7. EcangelistM Andre.oii espose
al pubblico r altro suo allievo Alfonso Fer-
rari d' anni G.
Sorprendente per tutti fu 1’ udire con
quanta precisione venissero eseguiti pezzi
di non lieve difficoltà da quo’ teneri fanciulli.
Se ne presagi sia d’ allora un avvenire assai
brillanto, come poi si verificò col tempo.
Gli a[»plausi numerosi c spontanei non man-
carono tanto ai suonatori quanto al loro
bravo maestro.
1847. — 2D Maggio — Opera — / due
Fosenri — jioesia di F. M. Fiaoc, musica
del celebre Maestro Verdi.
Compagnia di Canto.
Prima Donna — Eugenia Garcin.
Primo Tenore — Luigi Ferretti.
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— 3o9 —
Baritono — Cesare Badiali.
Pi'inio Basso — Gtovaani Chi usuri.
Stìcoado Parti — Vincenzo Onhelfi —
Cìeof'e. Zecchini — Francesco IWilagnesi.
L’Impresa Cainurl-Ghclìi per questo spet-
tacolo ebbe dalla Comunità un assegno di
L. 20,000.
L’ esecuzione di questa magnifica musica
non poteva essere più perfetta essendo af-
fidata a tre soggetti di gran cartello. La
Garda prima donna era fornita di una voce
agilissima e cantava con una bravura stri-
ordinaria. Il Ferretti., quantunque avesse voce
alquanto velata, pure eseguiva la sua parte
di tenore con un’ anima ed un gusto non
comune. Il fìadinli ora alquanto manierato ;
ma però si mostrava un artista finito, spe-
cialmente nella parte drammatica, ove tal-
volta. quando l’ azione lo richiedeva, colla
sua potènte voce di baritono risvegliava lo
entusiasmo nell' uditorio. Il Chiusuri adem»
piva a suoi impegni con felice successo, %
gli altri tutti contribuivano per parte loro a
dar compimento alla buona riuscita di quel
grandioso spettacolo. Non è a descriversi
l’incontro generale che ottenne quest’opera,
come anche 1’ altra prodotta il 25 Giugno,
eh’ era — Maria di Rohun — con musica
di Doni zeta. In quest’ ultima veniva frago-
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— 360 —
resamente applaudito tutto il terzo atto, ri*
chiedendosi sempre la replica dei pezzi più
interessanti. Il Terzetto finale, pezzo musi-
calo sublime o di grande interesse dramma-
tico, essendo eseguito alla perfeziono ecci-
tava nel pubblico un vero entusiasmo. In
prova di ciò, oltre a molte poetiche compo-
sizioni, venne pur pubblicata una litografia,
che in un gruppo rappresentava le immagini
della Garda, del Ferretti e del Badiali,
1 Luglio — Il celebre concertista /4n-
tonto Dazzini col concorso dei soggetti del-
r Opera diede in tal sera un Gran Concerto
di Violino.
Esegui una Fantasia sull* Aria Finale del-
r Opera Lucia di Lammermoor, ed un’ altra
sui motivi dell’ opera Anna Balena, entrambe
da lui composte, ed il Carnebaie di Venezia
tU Ermi.
• La fama di esso richiamò gran numero
di uditori, 0 n’ avevano ben ragiono, giac-
ché r aspettativa lo>'o venne appagata al di
M d’ ogni credere. 11 Bazzuti è uno dei più
grandi violinisti italiani. Ammirabile ese-
cuzione dei passi a corde doppie, perfet-
ta intonazione , ottimo maneggio d’ arcò
e sicurezza in tutte le maggiori difficoltà,
sono le doti che lo qualificano per vero ar^
tista; ma ove esso ottiene il suffragio uni-
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— SCI —
Tersale si è nella dolce espressione, cavando
moni dal suo istrumcnto non mai intesi.
Questa prerogativa è dovuta in gran parto
al suo ÌLgegiio. perchè, uomo coto od i*
struito com’ egli è. si fa distinguere an-
che come compositore di musica, manife-
stando in tutti i suoi lavo'.ii fantasia e buon
gusto.
8. Luglio — Secondo ed ultimo gran con-
cesto dato dal lìiizzini.
I pezzi più notabili eseguiti da fìazzini
furono una Fantasia i.’ititolata Rimembranze
di Napoli^ un ('(ipiici w di bravunt ed il
Ouar(etlo nell’ opera i Puri/nni. Replicò il
Camerale di I’enezia con improvvisi a ri-
chiesta.
Anche in questo trattenimento il pubblico
accolse con sempre maggior favore il va-
lente Concertista, e i Cantanti, che si pre-
starono a corredare quest’ interessante spot-
tacoloi
17. Lug’io. — Spettacolo Drammatico —
Mimico — Musicalo apprestato dalla Com-
pagnia di Pietro Milani, la quale alle prò
duzioni^ drammatiche univa altri generi di,,
divertimenti, che consistevano in VaudeviUes
adì uso francese, in Balli comici e Danze;
Fra i ballerini si distinguevano i Coniu-
gi* Teresa o Carlo Caracciolo, Afarietla
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— SC2 —
Oiuxpppi Lavaggi. Fra i comiri non vi er*
nulla di speciale, ma siccome i trattenimenti
erano sempro variati, cosi il pubb ico ora
per un verso, ed ora per un altro trovava^
pascolo a soddistarsi.
Lo Recito in Abbonamento erano 15 al
prezzo d’ it*. L. <1.
Il viglietto d’ ingresso cent CO.
• del 'Loggione • 3>,
» d’ Orchestra • 20.
1847. — C. Novembre — Prima Recita
della Prammatica Compagnia Dalmata diretta
da Luigi Capodoglio. Fra i soggetti che ot-
tenevano l’approvazione degli spettatori si
distinguevano la brava prima Donna lt»sa
Giovouniaa^ il primo Attore Luigi Capodu-
glio, la Sanatori, la Gaetana Rosa, il firmi-
chi. Senatori Antonio o Pao’i Lorenzo. La
Comunità diede a questa Compagnia un re-
galo di L. 1000.
22. Novembre. — Accademia di musica
e prosa, ove il Prof, di Clarino Tomninso
Fasano privo affatto della vista dava u.t
concerto sopra motivi nazionali napoleta-
ni, ed una fantasia fr.i gl' intervalli dello
produzioni Drammatiche rappresentate dalla
detta Compagnia Capodoglio. Il Fasnno era
un povero vecchio cieco, che dapprima pas-
sava per buon suonatore ; ma che in seguito-.
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— 3C)3 —
Alla sua disprrazia. sebhoae f.ic(;ssa conoscerà
d’ essure abilissimo nel suo istruraento. puro
lasciava qualclio cosa a <losidcrare dal lato
del gusto e dell’ esattezza.
Il pubblico, mosso da un sentimento di
compassione, noa mancò di incoraggirlo eoa
applausi.
1847. — 20 Dicembre. — Spettacolo di
Opera e Ba lo dato dai sòci (I tmuri - (inaili'
colla dote della Comunità di L. 15. 500:
Consisteva nell’ Opera — Il Tcmplario —
con parole di M-irìtii e musica del Maestro
Tedesco Ottone Nino’nì, e nel ballo intitolato
— Fosca — del Compositore E. Vintti, Io-
stesso che abbiamo conosciuto per l’apertura
di questo Teatro.
Compagnia di Canto.
Prima Donna — Mariefta Grrsti.
Tenore — Gaspare Gnmhnggi.
Bar tono — Giovanni Zucchini.
Basso — Giuseppe Lodi.
Comprimarii — Valburga Vaccari —
Giuseppe Uentiooglh — Luigi Panneggiuni.
Compagnia di Ballo
Primi Ballerini di rango Francese —
Augusta Domenichelti — Giovanni Lepri.
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— 364 -
Primi Mirai — Virginia Cornino Viotti
— Giuseppe linfa.
I secondi mirai orano 4.
Ballerina por lo parti ing^cnuo — Caro*
lina Bustini.
I secondi ballerini erano IG, do* quali 8
donne cd 8 uomini.
L’ abbonamento per N. 33 Rappresenta*
2Ìoni. comprese le due di Quarcs.ma, italianei
L. 24.
Biglietto serale L. 1, 03.
La musica dell’ Opera era buona o come
tale fu applaudita. I Cantanti che più si
distinsero furono la prima donna Marietta
Oresti, il tenore Gambnggi e il baritono
Zucchini. La giovane esordiente V. Vaccari
come coinprimaria ottenne anch’ essa qualche
applauso d’ incoraggiamento.
Il Ballo riuscì d’ effetto, segnatamente
nella parte mimica sostenuta dalla brava
Cornino e dal mimo Giuseppe Rota (1). La
Coppia dei due primi Ballerini si procacciò
i favori del pubblico col brio e 1’ esattezza
dei passi eseguiti secondo la più pura scuola
francese.
Non è fuor di proposito 1’ avvertire, che
da prima l'Impresa aveva disposto di aprire
(1) TI Rota divenne in seguito compositore di bal-
li, rendendoti celebre pei suoi ballabili.
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— 365 —
lo spettacolo coli' OpcMM Altiln musicata da
ìV>v//; ma siccome dopo la metà del mese
di dicemlire giunse in Modena una Guarni-
gione Austriaca (cliiamata dal Governo E-
«lense, per timore di moti rivoluzionarii )
•fosi r autorità politica supponendo che qual-
che spirito vivace potesse trarre da quella
Opera una qualche allusione in odio agli
stranieri, ne ordinò la soppressione, costrin-
gelido r Impresa ad allestirne altra in sua
vece* Tale incide ite obMigò il Citiauri a
rocLm ire un risarcimento por lo spese già
fatte: jier la qu.il cosa ottenne un compenso
di L. 650. Il Duca poscia per lo stesso og-
getto gli regalò un ristoro di L. 1200.
1843. — 13 Gennaio — Opera
(fi TnrO.(\ con musica di UtUini. Ebbe buon
successo.
9 Febbraio — Opera — / Lombardi —
con musica di Verdi. Quantunque sentita
altra volta assai bene eseguita, pure anche
in questa seconda riproduzione ottenne molti
applausi dal pubblico per l’esatta esecuzione
dei principali Cantanti, ben corrisposti da
tutti gli altri- esecutori Venne in tal sera
prodotto un nuovo ballo intitolato — li
Sogno di un Gi^Ànr.ntm e — il quale ottenne
pur esso 1' approvazione dei pubblico. >
' 23 Febbraio — Nuovo Baio — Tulemae*
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— 3CG —
« Calipso — rappresentandosi pur 1' Opera
— I Lombardi. ‘
Anche questo Ballo fu accolto assai van-
taggiosamente.
( In una sera dello spettacolo in corso
venne pur eseguita 1’ Opera Buffa intitoliita
— Il Dcirbieve di Sicii/lia ~ di llvS'u'ni. Li
essa il baritono Zucchiui si fece eonoscero
nella parte del Protagonista per un aitista
di molto merito.
1848. — 9 Marzo — Privato Tratteni-
mento Drammatico-.\rmonico a totale bene-
fìzio della Cassa di Sovvenziono dei Filar-
monici di Modena.
Furono rappresentati — Maria la, Sohia-
voy dramma di Foucher e Lnurencien — o
L’ Ingenua di Parigi, commedia di Theaulon
e LefiVre.
I Dilettanti che si produssero in questo
rappresentazioni sono gli stessi de’ quali ho
parlato sul finire del Capo VI riguardante
il Teatro di Corte. Dessi abbandonarono
questo Teatro, e passarono nel Comunale
per avere quel concorso che, 1’ opposizione
di taluni liberali, toglieva al Teatro Du-
cale.
Gareggiarono di zelo per dare ai loro
concittadini uno spettacolo grato ed inte-
ressante, nel mentre che compievano un
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— 3G7 —
atto generoso verso coloro, che, dedicati
alla professione musicale, versavano nel bi-
sogno. Simile atto venne completamento ri-
conosciuto dall’ uditorio, il quale aneli’ esso
si mostrò cortese nell’ accogliere lo due
anzidetto produzioni con frequenti dimostra-
zioni agli Attori, die i.i realtà potevansi
qualifi(;are por Artisti. Il T> ucii e la Cnvani
Oi'itmdi ebbero 1’ onoro di miggiori distin-
zioni, essendo quelli che primeggiavano ia
valore" fra i loro compagni.
I Ca itanti dell’ Opera in corso non man-
carono di segnalarsi nei [tozzi musicali dio
eseguirono. L’ incasso netto di quella serata
fu di L. 951. 77.
II Marzo — • Le gravi spese per appa-
recchiare i diversi spettacoli, o gli introiti!
jKteo corrispondenti ad esse, portarono un
grave sbilancio nella cassa dell’ Impresa;
per cui il vecchio Cnmuri, affranto dalle
fatiche c dalle angustie, fu colto da malattia
tanto grave da far temere in pericolo la sua
vita. Rimesso dopo qualche tempo in salute,
destinò in detta sera uno .«pettacolo a totale
suo benefìzio invitando i Modenesi col sc^
guento
« Avviso Straordinario
• L’umile vostro Co.ncittadino Pietro Ca-
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— 368 —
• muri che ha 1' onore di prestarvi 1’ opera
• fina in qual UV di attualo Appaltatore di
« questo Comunale Tt-atro, colpito non ha
• guari da mortai malattia, da cui la Dio
• mercè ha potuto felicemento scampano, o
• quiudi posto nella durls.^ima circostanza
» del piu gravo discapito de’ suoi interessi.
• ni quali non arrisero pro,*izio le sorti
• della sua Teatrale intrapresa, si rivolgo
• ora pieno della più calda fiducia alla vera
• filantropia de’ vostri animi si gentili, ondo
< vogliate proteggerlo cd onorarlo di nu-
• roeroso concorso nella sera di Sabbato 11
• Marzo 1848 destinata a suo total benefizio.
• E con questo nob.lissiino generoso atto
• verrete a confortare 1’ ossequioso bonefi-
• ciato, che pieno d’ indelebile riconoscenza
• poiterè il vostro nome scolpito cterna-
• mento nel cuore.
» Lo spettacolo verrà diviso come segue:
1. Atto primo dei Lmnburdi.
2. Cavatina nell’ Opera hit-nani, eseguita
dalla signora Mat-ieltu U resti.
3 Sinfonia dell’ Opera Zampa a piena
Orchestra.
4. Atto Secondo dei Lombardi.
5. Arda Marnm i Ayata, eseguita dal sig.
Giooauni Zacchini.
0. Ballo — Telemaco alVhola di Calipso.
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— 369 —
7. Atto Primo del ffnrbifre di Sioifflia,
incominciiiudo con 1’ aria di Figaro.
8. htsso a Due eseguito dalla sig, Dome*
nichetti e dal sig. Lepri.
9. Atto Terzo dei Lombardi.
• I Coristi. Coriste, Macchinista. Illurai*
• natore. Stampatore e gl’inservienti al Tea-
• tro. per tratto filantropico, si prestano in
• detta sera gratuitamente.
• Questa rappresentazione è compresa
• neirabboaamouto. Il benefieiato però con*
• fida in tal sera nella generosità dei sigg.
< Abbonati Civili e Militari. •
L’ esito di questa serata sebbene riuscis*
se plausibilmente tanto dal lato degli ose*
cutori, quanto per l’ interesso del beneficia*
to ; pure il de/ijit finanziario del Camuri era
troppo esteso per rimetterlo in perfetto
equilibrio. Conscguentemente a ciò T Impresa
in quest' azienda ebbe non poca perdita, an*
che in causa delle vicende politiche, che
esercitavano una grande iafiueuza sullo cose
teatrali.
A tutti son noti gli avvenimenti che in
quei giorni commossero la nostra Penisola;
per la qual cosa i Teatri erano poco fre-
quentati. correndo la gioventù italiana in
parte nei campi Lombardi a combattere lo
straniero, e in parto rcsta.ndo a casa por
- 370 —
cantaro a squarcingnla inni festosi di liberti,
lanciando invettive contro il nemico, il »iualo
doveva con simili ostilità ;.llontanarsi dal
suolo occupato. Cosi che, quanto fu rapprc*
soiitato in tal’ epoca sulle scene sentiva di
leggerezza c di un amor patrio, che noa
aveva di grande che le parole.
Or dunque, proseguendo la Crnunlngia
dffjli ^p.tlhctdì che vc.inero dati in appres-
so: indicherò pure le poesie pubblicate allora
eolia .stampa, che furono cantate o declamato
fra.gl’ i.itervalli di quelli.
1 Aprile — Trattenimento Drammatico
Armonico dato a benefizio dei poveri ia
quanto al ricavato ; ma del resto cri per
festeggiare, dopo la jiartcnza del Duca av-
venuta il 21 marzo, il nazionale risorgimento.
Tutto ciò che si produsse fu fragorosanionto
applaudito. L’ /»r,o del musicato dal
Maestro Cafehwi fu fatto ripetilo più volte,
qunntumpic le musica osse fredda o scolorit.v
al paragone di si vivace poesia.
Le Rappresent:\zi»>ni dato in tal sera fu-
rono il Dramma M irta tn schinoa già applau-
j)ita li 9 Marzo, o Una vcnHuftn ossia Uirt
eredità in C irsica, commedia di Demunuir e
Satwhì.
L'Inno Nazionale sovracennato cominciava
coi versi:
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— 371 —
• Dio lo vuole — La voce di Pio
• Echeggiò nella valle dei morti :
« Son converse in armate coorti
• L' aride ossa del campo farai.
Fu pure declamata dal Dilettante signor
Francesco Canevnzzi la Licenza del detto
Dramma - poesia del Peretti. allusiva alla
cacciata dello straniero ; eccone il principio :
. La povera schiava, dall’ onta redenta
• Di un lungo servaggio.a voi non presenta
« Che iramago di un’ altra più misera Ancella
• Risurta dai ceppi a vita novella.
Due Inni per la Guardia Civica furono
in quest’ epoca memorabile stampati in Mo-
dena. Il primo della Bernardi 1’ altro dej
Sala. D’ entrambi trascrivo i primi versi.
« Or che Italia alla pugna si desta
« Or che l’ inno di libera gente
« Viva Italia. Dall’ Alpi a Messina
« Suona altera' quest’ alma parola
1848. — 2 Aprile — Secondo Tratteni-
mento Drammatico-Armonico a benefizio dei
poveri.
Oltre alle due Commedie — Un vaga-
24
,V
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— 372 —
hondo e la sua famiglia di F. A. Bon, ed
Il bugiardo veridico di E. Scribe — assai
ben eseguite, la banda suonò l’Inno Mameli
del Maestro Novella, fu ripetuto il prima
del Peretti con musica del Maestro Calelani,
e Luigi Bellei comico dilettante modenese
recitò con molta intelligenza l’ inno La Ban-
diera nazionale e Maria , la Schiava del
Professore A. Peretti.
Per le indicate recite del primo e se-
condo d’aprile si unirono i dilettanti di due
società filodrammatiche Modenesi.
10 Aprile — Grande Trattenimento di
Musica strumentalo e declamazione, fatto
allo scopo di offrire un passatempo agli
ospiti Toscadi qui di passaggio e sovvenire
coir introito (prelevate le spese) alla Guar-
dia Civica^ che non poteva subire le prime
spese della divisa.
In tale serata 1’ orchestra e la banda
suonarono diverse sinfonie e pezzi d’opera:
Il dilettante Canevazzi ed alcuni Toscani
declamarono parecchie* poesie: il corpo dei
coristi cantò 1’ inno Italiano ed un coro nel-
r opera i Lombardi.
Questo Trattenimento veniva spesso in-
terotto da dimostrazioni in senso patriottico
e da invettive contro gii Austriaci.
L’ introito di quella sera fu il seguente;
— 373 —
In viglietti d’ ingresso N. 453 a cente*
i>imi 80 L. 362, 40
Detti d’ Orchestra N. 7 a
centesimi 50 3, 50
Idem di Loggione N. 24 a
centesimi 40 9, 60
Vendita di Palchi per 7, 46
Alla Porta 6, 53
In tutto L. 389,49
Detratte tutte le spese re-
starono L. 243. 79
1848. — 12 Aprile Alla direzione degli
spettacoli formata del Conte Guido Bellen-
tani, Cav. Giacomo Boccolari e Maestro A-
lessandro Gandìni. che sino dal 1846 era
in carica furono aggiunti i sottonotati tre
membri del Municipio Dottor Carlo Lucchi^
Giovanni Montanari e Francesco Manzini.
13 Aprile — Accademia — Vocale, Istru-
mentale e di Declamazione, non che varii
Calcoli Mentali e Trattenimento Fisico-Mec-
canico, unito a qualche scherzo di destrezza.
L’ Accademia era divisa in tre parti
ciascuna delle quali s’ apriva con una sinfonia
a piena orchestra. Nella prima i coristi
cantarono l’ inno Nazionale con accompa-
gnamento della banda militare: i giovinetti
Carlo Andreoli ed Alfonso Ferrari allievi
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— 374 —
del Maestro Evangelista Andreoli di Miran-
dola esegairono sul pianoforte alcune remi-
niscenze dell’ opera i Lombardi: ed il signor
Francesco Canevazzi declamò il canto del
bardo Italiano.
Nella seconda parte ebbero luogo i sud-
detti calcoli mentali, e giuochi di fisica-mec-
canica e destrezza.
Nell’ ultima gli allievi dell’ Andreoli si
fecero sentire di bel nuovo eseguendo un
tema con variazioni sull’ opera Lucia di
Lammermoor; e la banda militare suonò i!
pezzo dell’ opera Gli Orazii e Curiazii del
Mercadante.
. Giuriamo per la patria
• 0 vincere o morir.
Terminò poi lo spettacolo un nuovo inno
popolare eseguito dai cori.
Viglietto d’ ingresso centesimi 60
Detto di Loggione 30
Detto d’ Orchestra 20
25 Aprile — La Drammatica Compagnia
della Lega Italiana diretta dall’ artista Cor-
rado Vergnano incominciò un corso di 24
rappresentazioni in abbonamento, promet-
tendo pure di dare produzioni adattate al-
r epoca attuale d’ Italia.
Gli Artisti che più si distinguevano in
questa Compagnia erano il brillante C. Ver-
I
— 37» —
gnano, il primo attore Cesare Fabbri, la
prima donna Bonfigli Maria e la madre
nobile Fabbri Adelaide. In complesso poi
era bene assortita; ma il concorso degli u-
ditori non era numeroso.
29 Aprile — La detta Compagnia rap-
presentò Virginia tragedia d' Alfieri, nuoTa
per queste sc^ne essendo prima dal Governo
proibita.
Il Vergnano stabilì un contratto con Mi-
stroripo Giulio direttore di una Compagnia
composta di 20 individui d’ ambo.i sessi, i
quali dovevano rappresentare posizioni e
Quadri Plastici per quattro sere consecu-
tive.
8 Maggio — Prima Rappresentazione
data dalla Compagnia Vergnano in unione
a quella di Mistrorigo col viglietto d’ingresso
a centesimi 75 restando libero Taccesso agli
Abbonati.
La Compagnia Comica rappresentò la
Commedia — Il Povero Giacomo — Indi la
Compagnia Mistrorigo eseguì 12 cosi detti
quadri plastici, che prendevano argomento
dalla mitologia dalla storia e dalla politica,
fra questi ricorderemo — Venere che approda
a Citerà — Romolo e Remo — L’ Italia in-
coronata — - L’ ultima parte del trattenimento
intitolavasi la Fortuna^ e consisteva in getti
Digitized by Coogle
— 376 —
d’ acqua rischiarati con bell’ effetto dal fuoco
di Bengala.
Tali quadri venivano eseguiti al vero
dagli individui di quella compagnia in ana-
loghi costumi sopra una tavola rotonda, che
si aggirava sopra un perno. L’ effetto era
sorprendente, quantunque talvolta in certi
casi taluni degli spettatori li trovassero un
poco liberi.
1848. — 18 Maggio — La Compagnia
V ergnano rappresentò per la prima volta
uno scherzo comico intitolato — Metternich
e Radetzki — ossia — 1 funerali del dispo-
tismo — . La scena era in un’ Osteria sulla
via da Milano a Brescia. •
Questo lavoro era pieno di esagerazioni
e di scipitezze.
20 Maggio — La Compagnia Vergnano
in tal sera rappresentò — Paolo James Cor-
saro Generoso — dramma in 4 atti, repli-
cando poscia lo scherzo comico — Metter-
nich e Radetzki.
Le altre produzioni, che risguardavano
fatti di circostanza, erano cose per la più
parte insulse, che se fossero rappresentate
in oggi, non si lascierebbero giungere al
loro termine.
27 Maggio — Si rappresentò dalla Com-
pagnia Vergnano coadjuvata da alcuni dilet-
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— 377 —
tanti modenesi — Masaniello — dramma
patriottico di Giovanni Sabhatini ’(l).
II dramma era sviluppato con tale lar-
ghezza di forme che ai mezzi della Compa-
gnia Vergnano fu d’ uopo supplire col con-
corso dei filodrammatici Modenesi sotto no-
minati.
(1) Il Dottor Giovanni Sabbatini nacque in Modena
nel 1809. Furono suoi genitori Antonio Sabhatini o-
nesto e distinto Orologiaro e Rosa Chiaverò di To-
rino. Fù laureato in legge; ma la sua inclinazione
essendo per la letteratura non si curò d’ esercitare
la carriera del Foro. I.e vicende politiche del 1848 lo
costrinsero ad esulare, riparandosi in Torino, ove
dopo diversi uffici sostenuti presso quel Governo, fu
messo a Capo dell* Uffizio di Censura per le Opere
Drammatiche del Regno Sardo, ed eletto Membro
delia Commissione pei Teatri delle Stato assieme a
Brofferio, Romani, Paravia, D' Azeglio oA altri insi-
gni letterati. Formatosi il Regno Italico, detto Uffizio
di Censura venne abolito. Dopo ciò, il Sabbatini fu
nominato Capo Sezione al Ministero dell’ Interno, e
poscia Segretario al Consiglio di Stato, nella q<ual
carica venne, per acuta malattia, a morte nella Villa
di Chiozza presso Scandiano in casa di un amico il
28 Ottobre 1870. — Scrisse molli Drammi storici fra
quali si nolano: Alessandro Tassoni, Piccarda Do-
nati, Bianca Capello, Masaniello, Guicciardini ed
altri. Compose pure Drammi sociali allo scopo di
togliere abusi, facendo rilevare le piaghe dell'attuale
Società, onde correggerla, promovendo pure il pro-
gresso nella tolleranza d’ opinioni e in quella libertà,
che non deve degenerare in licenza. I più rilevanti
sono: Pena Morale e Pena Civile, La Coscienza
■Pubblica, Gli Spazzacamini, L' Ultima delle Code,
Il Galantuomo del giorno d’ oggi, Jl Mantice dei-
.r Organo, R Contado.
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— 378 —
Alfredo Gazzani — Alessandro Plessi
— Carlo Tenca — Paolo Azzolini — Guido
Merighi — Francesco Canevazzi.
Il Comandante del Battaglione Piemon-
tese quivi stanziato concesse 50 soldati che
si prestarono per le comparse, e convenne
provvedere 68 abiti nuovi dalla sartoria
Ghelli.
I titoli dei 5 atti ne’ quali era divisa la
produzione erano i seguenti — Il Popolo
— / Baroni e il Viceré — Il Capitano del
Popolo — Lo Spergiuro — Il Martire.
Questo Dramma venne ascoltato con molta
attenzione, ed eseguito da tutti col massimo
interesse. Gli applausi del pubblico non man-
carono in moltissime scene, perché il lavoro
era interessante, bene scritto e assai acconcio
pei tempi che correvano.
1848. — 4 Giugno — La Comica Com-
pagnia Vergnano produsse la Commedia in
5 atti d’ autore ignoto intitolata — L' 0,
strogozia — nella quale intendevasi di pre-
sentare al pubblico un fatto avvenuto in una
Città d’ Italia: ma poi in sostanza non era
altro che un’ esagerata satira contro 1’ Ari-
stocrazia, dipingendola a forti tinte d’ ipo>
crisia e dispotismo, nel mentre che la ge-
nerosità e le altre virtù si mostravano emi-
nentemente dominare soltanto nella classe
dei popolani.
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- 379 —
1848. — ■ 2 Novembre — La Drammatica
Compagnia di Angelo Lipparini incominciò
le sue fatiche dando 24 Rappresentazioni in
abbonamento. La detta compagnia era be-
nissimo assortita; ma pochi frequentavano il
Teatro a cagione delle circostanze politiche
del paese.
Il Duca Francesco V era ritornato in
Modena il 10 agosto.
Il Capo Comico infatti con avviso in data
del 19 novembre 1848 deplorava la man-
canza di concorso al teatro, il che io aveva
costretto a sospendere le recito. Avendo
poscia convenuto di proseguire 1’ incomin-
ciato corso di rappresentazioni ricorreva al
colto e generoso pubblico sperando che con
numeroso intervento volesse toglierlo alla
triste posizione in cui si trovava.
Che gli Attori poi fossero eccellenti,
basta citare il nome dei principali, come la
Virginia Bosio Chiari^ la M. Lipparini, \'A.
Ferroni, Antonio Fèoli, Salvatore Rosa. Gae-
tano Mariani e Torello Chiari.
La Compagnia Lipparini era scritturata
assai per tempo per venire al Teatro Co-
munale a dare un corso di 24 recito almeno
in autunno, ed a tal uopo aveva ottenuto
un regalo di L. 1000. Simile regalo fu anòhe
fatto dal Comune alla Compagnia Vergnano^
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— 380 —
1848. — 20 Dicembre — Sortì il Rego-
lamento disciplinare per gl’ intervenienti al
Teatro, nel quale ripetevasi quanto stava
scritto in quello del 15 dicembre 1846.
26 Dicembre — Prima Opera — I Ma-
snadieri — musica del Maestro l^erdi.
Compagnia di Canto.
Prima Donna — Augusta Albertini.
Primo Tenore — Emilio Naudin.
Primo Baritono — Sabbatini Alessandro.
Primo Basso — Manfredi Eugenio.
Seconde parti — Fasi Giusejìpe — Par-
meggiani Luigi.
In luogo del Ballo grande eranvi dei
Passi a Due Figurati ossieno Balletti di
mezzo carattere, il primo de’ quali intitola-
tasi — Il Folletto.
Compagnia di Ballo.
■ Primi ballerini assoluti.
. Augusta Domenichetti — David Mocchi.
Ballerine di 'Concerto N. 8.
L’ Impresa era la solita rappresentata da
Camuri e Ghelli con una dote di italiane
1,. 20,000.
Lo spettacolo ebbe un esito luminoso.
L’ Albertini era cantante di bravura, che.
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— 381 —
all’ esattezza dell’ esecuzione, univa una voce
forte e simpatica. Il tenore Naicdin cantava
con gusto, e 1’ agile sua voce si univa nei
pezzi concertati assai bene con quella del
primo Soprano. Il baritono Sabbatini e gli
altri tutti cooperavano al buon esito dello
spettacolo.
Piaceva abbastanza il Balletto, il quale
veniva sostenuto dalla (Jistinta abilità dei
due primi ballerini, che venivano sempre
applauditi.
Alla Domenichetti fu poi da alcuni amici
dedicato un sonetto.
Anche le scene del nostro Crespoimi
davano secondo il solito a conoscere quanto
valesse il suo pennello.
1849. — 13 Gennaio — Per dare mag-
giore importanza ai piccoli trattenimenti di
ballo, che servivano d'intermezzi all’Opera,
si aggiunse alla Compagnia il Primo Mimo
Raffaele Rossi, il quale cominciò in dettn
sera a prodursi con buon successo.
20 Gennaio — Seconda Opera — / Pu-
ritani — musica di Bellini. Sebbene questa
musica piacesse e fosse ben eseguita, pure
dopo alcune sere si ritornò alla prima, come
quella nella quale i Cantanti ottenevano mag-
gior effetto.
3 Febbraio — Terza Opera — Emani
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- 382 —
— con musica di Verdi. Questa pure el)T>e
un incontro felice, non però quanto la prima-
10 Febbraio — L’ Impresa avvisava il
Pubblico, che oltre le recito già annunziate
da farsi a compimento dell’ obbligo assunta
ne avrebbe date alcune altre fuori d’ abbo-
namento, la prima delle quali aveva luogo
in quella sera coll’ Opera — Emani — e il
Balletto — Il Folletto.
Lo spettacolo terminò il suo corso col*
r Opera — / Masnadieri — In quell’ ultima
sera avvennero gravi disordini; ma prima
di enunciarli non sarà privo d’ interesse lo
indicarne la causa.
Ij’Alhertini prima donna colla sua abilità
e diligenza non solo guadagnossi la bene-
volenza del Pubblico, ma ancora la simpatia
della Guarnigione Austriaca, che in allora,
dopo i fatti di Custoza s’ era di nuovo ac •
quartierata in Modena. >L’ Impresa, per con-
tratto stipulato, aveva l’ obbligo di accordare
una serata di beneficio all’ Albertini^ divi-
dendo con questa per metà 1’ incasso netto
dalle spese. Sapevasi ciò dagli ufficiali au-
striaci, i quali volendo ricompensare la brava
cantante (per la sua compiacenza a ripetere
i pezzi, che da loro venivano richiesti) si
determinarono di offrirle un regalo di lire
1000 austriache, facendogliele pervenire sina
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— 383 —
a casa due giorni dopo la serata, onde non
le avesse a dividere coll’ Impresario, Costui,
appena venuto a giorno di ciò, richiese tosto
la sua metà; ma a termini di diritto fu dal-
r Autorità giudicato che non avendo avuto
luogo r offerta entro la sera destinata a
beneficio della Cantante, si doveva conside-
rare quel provento come un regalo privato,
e quindi di esclusiva proprietà di chi lo ri-
ceveva. Disgustato il Camuri per la perdita
d’ una buona preda, sfogò il suo cordoglio
collo sparger voce nel principali Caffè della
Città che r Albertini godeva i favori della
ufficialità austriaca. In conseguenza di tale
insinuazione il partito liberale nelle sere
successive non solo non applaudì più 1’ ex
protetta, ma invece 1’ umiliò con segni poco
urbani di disapprovazione, rivolgendo poscia
ovazioni ed applausi alla prima Ballerina,
la quale, per cattivarsi viemeglio la bene-
volenza de’ cortesi suoi ammiratori, si adornò
il petto di una ben visibile rosa atre colori
nazionali. I Tedeschi -irritati viemaggior-
raente contro il partito liberale (rappresen-
tato, a loro credere, dalla gioventù che
portava cravatta rossa e cappello alla Ca-
labrese ) decisero di vendicarsi nella sera
dell’ ultima rappresentazione dell’ Opera. In-
fatti, durante lo spettacolo mentre gli Au-
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— 384 —
striaci applaudivano la prima Donna, la gio-
ventù modenese invece fischiava, alternan-
dosi più volte simil giuoco poco confacente
alla dignità di un Pubblico che esige d’ esser
sempre rispettabile!
L’ Opera avvicinavasi al suo compimento,
e mentre innoltravasi il Terzetto finale fu
osservato, che tutte le Autorità Civili e
Militari erano assenti dal loro posto, non
saprei poi dire se per caso, o per progetto.
I seguaci di Marte allora prodigarono alla
prima Donna applausi tali, che non mante-
nevano più le consuete proporzioni e per
conseguenza i fischi degli avversarli diven-
nero enormemente assordanti, per la qual
cosa gli UflSciali Austriaci qualificando un
tal procedere come un insulto fatto all’ intero
loro corpo, sguainarono le sciabole menando
giù piattonate senza discrezione a dritta e
a sinistra ai più vicini loro provocatori. Tutta
la sala era divenuta un campo di battaglia,
ove non s’ udivano che colpi diretti alle
spalle dei pazienti, imprecazioni e strida di
donne spaventate. Queste, ed alcuni uomini
attempati vennero risparmiati; ma pochi fra i
cappelli alla Calabrese e le cravatte rosse n’an-
darono illesi, ad eccezione di coloro che salta,
reno nei palchi di prim’ ordine, o sulla scena.
I bassi uflSciali, che si trovavano seduti
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— 385 —
nelle ultime panche di platea, s’ alzarona
anch’ essi per secondare i loro superiori nel
generoso conflitto, all’ onesto scopo di non
lasciar sfuggire dalla platea alcun borghese,
senza rimunerarlo di sua tangente.
Nell' Atrio v’ era un pelottone di Croati
schierati in due file, framozzo alle quali
tutti dovevano passare onde sortire dal Tea-
tro. Però, chi discendeva dalle scale dei
' palchi non ebbe a soffrire alcuna molestia.
Si disse, che vi fossero anche dei feriti, ma
però leggermente.
Quelli che diedero prove di maggior va-
lore nel battere gl’ inermi furono gli Ulani.
Oh! quante stoltezze e quante ingiustizie si
commettono per intemperanza di passione
politica da tutti i partiti!
Dal mese di Marzo in avanti sino all’ e-
poca della battaglia di Novara la Città di
Modena si trovava sotto lo stato d’ assedio
in mano degli Austriaci: per cui il Teatro
restò chiuso anche in seguito, per non es-
sersi trovate Compagnie, che in quei tempi
avessero voluto azzardare uno spettacolo,
con pericolo di poco o niun concorso. In
causa di questa sospensione di scenici ludi
la Comunità, per dare un sussidio agli im-
piegati ed inservienti del teatro che resta-
vano senza lavoro, loro assegnò L. 919, 89.
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— 386 —
1849. — 13 Dicembre — La Compagnia
degli Arabi e Marocchini sotto la direzione
•di Mohamed-Ben-Agy diede due rappresen-
tazioni di ginnastica e di piramidi fatte cogli
individui di detta compagnia, come altra
volta s’ era veduto. Lo spettacolo riesci di
comune aggradimento.
Prezzo del viglietto d’ ingresso centesimi
94. Tale era a quel tempo il ragguaglio
della Lira Italiana abusiva colla Lira Au-
striaca.
26 Dicembre — Opera seria intitolata
— Poìiuto — parole di S- Cammarano —
musica del Cav. Donizetti. L’ Impresa era
affidata al solito ai soci Camuri e Ghelli.
ai quali la Comunità diede una dote di lire
15,500.
La Compagnia di Cauto era la seguente,
coir indicazione dei Personaggi che rappre-
sentavano nell’ Opera suddetta-
Severo Console — Ottaviani Alessandro,
Felice Governatore di Melitene — Go-
betti Vincenzo.
Poliuto Magistrato e sposo di — Vìani
Marco.
Paolina figlia del Governatore — Capoani
Fanny.
Calistene gran sacerdote di Giove —
Capriles Giuseppe.
Digitized hy CìoooIf
— 387 —
Nearco capo dei Cristiani — Scavpetti
Liborio.
Un Cristiano — Passerini Michele.
Eranvi 28 Coristi d’ ambo i sessi, il di-
rettore dei quali era il Maestro Giuseppe
Ferrari — Maestro concertatore Manni J-
gnazio e primo Violino direttore d’ Orche-
stra Sighicelli Antonio.
L’abbonamento era di L. 20 per 30 rap-
presentazioni,
Viglietto serale L. 1
Idem di Loggione 40
Idem d’ Orchestra 1
Le scene sempre magnifiche del Prof.
Camillo Crespolani.
Il Meccanismo di Giuseppe Manzini.
Il Vestiario era di proprietà dell’ Im-
presa.
Quantunque la prima donna Capoani fosse
una buona cantante, il tenore T7ani e il
baritono Ottaviani non mancassero al loro
compito, pure 1’ opera venne accolta assai
freddamente e 1’ Impresario si trovò co-
stretto a cercare un qualche ripiego per
non vedere il teatro abbandonato. Siccome
poi i mezzi disponibili per corredare lo
spettacolo con un qualche Balletto erano
assai scarsi; così per amore d’ economia si
rivolse ad un certo Domenico Bartolini che
25
— 388 —
teneva scuola di ballo in Reggio, combinando
con questi un contratto, nel quale s’ impe-
gnava a produrre le giovanotte sue allieve,
per ballare diverse danze, che dovevano
cambiarsi di quattro in quattro sere. Ma
J’ uomo propone e Dio dispone. Le cose
pur troppo andarono diversamente da ciò
che figuravasi il vecchio appaltatore, come
vedrassi qui sotto.
1850. — 12 Gennaio — Danze figurate
consistenti in una Kalamayka, una Polka
doppia, un Quintetto Chinese ove ballava
anche il Maestro D. Bartolini. Tal genere
di balli, sia per la poca bravura delle fan-
ciulle danzatrici, per le figure troppo esili,
o per mancanza di quell’ arte indispensabile
a chi si espone al pubblico, riuscì veramente
una cosa assai meschina. La disapprovazione
fu generale, e l’Impresa il giorno successivo
annunziava di aver soppresse le dette Danze,
provvedendo al più presto possibile con un
Balletto Giocoso da eseguirsi con altri ar.
tisti.
In tal sera si produsse pur 1’ Opera del
Maestro Verdi — I due Foscari — ch’ebbe
un successo d’ approvazione.
23 Gennaio — Balletto Giocoso intitolato
— La Vendemmia — ossia Madame Orisot
al suo Feudo — Il Compositore era Viganò
— 389 —
Edoardo eccellente mimo anche nelle parti
buffe. La prima ballerina Virginia Viganò
piacque assai. Fra le altre ballerine di con-
certo spiccava a preferenza la Carolina
Sor mani.
In detta sera fu data V opera — / due
Foscari.
2 Febbraio — Seconda Opera promessa
nel Programma dell’ Impresa — Bondel-
monte.
Attori
Bondelmonte — Viani Marco.
Amedei fratello di — Otiavianx Ales-
sandro.
Beatrice — ' Capoani Fanny,
Isaura figlia di — Nostini Eugenia.
Bianca Donati — Bertoncelli Enrichetta.
liberti — Capriles Giuseppe.
Gangalandi — Scarpetti Liborio.
Mosca — Gobetti Vincenzo.
Fifanti — Passerini Michele.
Le parole del Bondelmonte erano di 5?.
Cammarauo, e la musica del celebre Maestro •
Bacini.
L’ incontro di questo spartito fu luminoso
per tutti i Cantanti.
La Capoani si mostrò buona artista in
ogni pezzo, segnatamente poi nella gran
scena finale. Il tenore Viani. il baritono Ot-
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— 390 —
taviani e la coraprimaria Nostinì contribui-
rono pur essi alla buona riuscita di quella
musica brillante e lavorata da gran mae-
stro.
6 Febbraio — Doveva aver luogo il nuovo
balletto intitolato — La finta Sonnambula
— ma in causa di una leggera indisposiziona
della prima ballerina si continuò col primo,
acendo la parte mimica in sua vece la Sor-
mani.
In tal sera 1’ Opera — Bondelmonte —
si esegui tutta di seguito col ballo in fine.
11 nuovo ballo poi fu messo in iscena
alcuni giorni dopo con esito soddisfacente.
1850. — 1 Aprile — La Compagnia Dram-
matica di Francesco Coltellini diede 24 recite
in abbonamento cominciando in detta sera.
L’ astro che splendeva maggiormente in
questa Compagnia era la Carolina Santoni
artista di sommo merito, particolarmente
nelle parti serie e sentimentali. Il resto
della Compagnia non mancava di abilità; ma
si trovava molto inferiore a colei eh’ era il
sostegno di quel complesso d’ attori, fra i
quali emergevano i conjugi Giuseppe e Ade-
laide Zannoni, la Malvind Coltellini altra
prima donna. De Rossi, Bacci e Sabatini.
12 Maggio — Monsieur Philippe fisico
prestigiatore che aveva con plauso percorso
— 391 —
i principali Teatri d’ Europa e d’ America
diede — Una Serata Misteriosa Indiana
(’hinese con variati Giuochi — Questo Pre-
sligintore presentò al pubblico alcuni giuochi
non eseguiti dagli altri prestigiatori, che lo
avevano preceduto. Riuscì sorprendente il
giuoco delle Vasche di Cristallo piene d’ac-
qua con pesci, che Monsieur Philippe estra-
eva di sotto ad una veste alla Chinese che
egli indossava. Fu assai festeggiato. — Il
viglietto d’ ingresso era d’ una lira austriaca
(ossia centesimi 94) quello d’ Orchestra cen-
tesimi 47 e quello dei Loggioni centesimi 40.
1850. — 25 Maggio — Opera — Iaiìsu
Miller — di G. Verdi.
.\ttori
11 Conte di Walter — Panzini Sera-
fino.
Rodolfo suo figlio — Malvezzi Settimio.
Federica Duchessa d’ Osteheim — Ca-
saioni Annetta.
Wurm castellano — Contedini Nicola.
Miller vecchio soldato — Varesi Felice.
Luisa sua figlia — Brambilla Teresina.
Laura contadina — Cairoli Claudina.
Un contadino — Miserocchi Temistocle.
Coristi d’ ambo i sessi N. 30. Orchestra
composta di 48 Prof, della città.
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— 392 —
Abbonamento per 24 recite it. L. 16
Viglietto d’ ingresso 1
La dote per lo spettacolo d’ opera in
primavera fu di L. 20,000.
L’ esito fu eccellente. La musica bellis-
sima del celebre Maestro, non che 1’ ese-
cuzione per parte di tutti non poteva che
entusiasmare gli uditori. La Brambilla can-
tante di bravura univa ad un gusto squisito
di accentare un’ arte drammatica non co-
mune. Il tenore Malvezzi si trovava in tutta
la potenza de’ suoi mezzi, e poteva quindi
far gustare la sua parte con quell’ energia
che soddisfar doveva tutte le esigenze del-
r autore. Il baritono Varesi sebbene non
fosse più fornito di una voce fresca come
gli altri due suoi compagni, pure come pro-
vetto artista si mostrava sublime nell’ inter-
pretare il suo difficile incarico. Infatti nel
Gran Duetto — Andrem raminghi e poveri
— otteneva colla prima donna infiniti ap-
plausi ognor crescenti di sera in sera. L’O-
pera continuò sempre a svegliare nel pub-
blico il massimo interesse al segno, che si
terminò il corso con essa.
In onore dei tre suaccennati primi artisti
non solo furono stampate poesie di circo-
stanza, ma venne pure eseguita una litografia
che li rappresentava nell’ atto di cantare il
gran terzetto della Luisa Miller.
t
— 393 —
Anche il contralto Annetta Casaioni ebbe
r onore del ritratto. Lo disegnò G. Zattera,
e sortì dalla Litografia Goldoni in Modena.
Porta la data del 15 luglio 1850.
1850 — 2 Giugno — Dalla Direzione agli
spettacoli si pubblicò T avviso del 20 Di-
c*mbre 1848 — per richiamare all’ ordine
ciloro che applaudivano con ischiamazzi in-
decenti.
22 Giugno — Opera — AttHa — con
misica di Verdi — Questa non ebbe un
sujcesso molto lusinghiero. Ciò fu attribuito
in parte al non essere quello spartito bene
adittato ai mezzi dei cantanti, e in parte ad
uni malattia sofferta da Malvezzi, che lo
aveva lasciato molto debole.
Poche sere dopo, si rimise in azione l’O-
peri Luisa Miller.
10 Giugno — Accademia data dal Prof,
di Karioforte Emilio Mossagli, che suonò
fra m atto e l’altro dell’Opera Luisa Miller
una Tantasia di Prudenl sul quartetto dei
Puritini, ed un’ altra di Thalberg, sull’ an-
dante finale della Lucia.
11 )ubblico rinvenne in quell’artista una
abilità distinta, e lo confortò di non pochi
appiana.
9 Liglio — Serata a benefizio del Pio
Istituto della Cassa di Sovvenzione dei Fi-
larmonici.
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— 394 —
Dopo tre anni che questo filantropico
istituto non aveva promosso col mezzo di
musicali trattenimenti 1’ aumento del suo
patrimonio ricorse in questa serata alla ge-
nerosità dei Modenesi offrendo loro uno spet
tacolo diviso come segue.
Sinfonia a piena orchestra del Maestro
Isidoro Rossi.
Cavatina dell’ Ernani eseguita dal Mal-
vezzi.
Cavatina nel Barbiere di Siviglia ese
guita dalla Brambilla.
Duetto Rosina e Figaro eseguito dà
suddetti Tenore e Prima Donna.
Concertone composto dal Maestro Gal-
lano Carlotti.
Secondo e Terzo Atto della Luisa Milla'.
Introito netto L. 278, 70.
1850. — 27 Ottobre — La famiglia Frtn-
cese dei ragazzi Blondin diede un variito
trattenimento di giuochi originari! Inghsi.
ed esercizii ginnastici del tutto nuovi.
Cinque erano i fratelli Blondin: Fedrico
di 17 anni, Adolfo d’il, Leone di 7. Giatomo
di 5 e Paolo di 4. Dessi eseguirono pira-
midi, equilibrii, balli, lotte ed altri giiochi,
con molta franchezza. Nelle poche s»re in
cui si produsse la famiglia Blondin il teatro
fu assai popolato, ed il pubblico ne part»
i
I
t
«
— 395 —
contento dello spettacolo al quale aveva as-
sistito.
A questo punto il Maestro Gandini
tralasciò di scrivere sul nuovo teatro Co-
munale di Modena ; raccolse però con somma
diligenza, corredandoli di preziose annota-
zioni, tutti i programmi avvisi e giornali che
riguardano li spettacoli ivi rappresentati dal
novembre 1850 al febbraio 1871. Per tal
guisa ci fu reso più facile il continuare gli
annali del teatro suddetto, e per condurli
sino al presente avemmo a raccogliere le
notizie teatrali di un solo biennio. Nell’ u-
sare de’ materiali da altri raccolti e quelli
da noi radunati abbiamo cercato, come me-
glio per noi si è potuto, di attenerci al me-
todo seguito dal Gandini. sicché ci lusin-
ghiamo che ne sia sortito un lavoro abba-
stanza omogeneo.
1850. — 2 Novembre — In tal sera ebbe
principio un corso di commedie e tragedie
date dalla Drammatica Compagnia diretta
dall’ artista Luigi Pezzayia, e regalata dal
Comune di L. 1000.
Abbonamento per recite 24.
Civile it. L. 9, 60
Impiegati 6, 40
Militari 3, 20
Prezzo dei Viglietti d’ in-
gresso centesimi 60
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— 396 —
Di Loggione 30
Posti d’ Orchestra 30
Carlotta Palchetti e Giovan Paolo Calout
emersero per la loro abilità fra gli artisti
'della compagnia.
29 Novembre — Accademia vocale ed-
istrumentale a favore dei danneggiati dalla
inondazione nella Provincia di Brescia.
Cantarono la Ca^'olma Crespolani, Onofrio
Pisi ed Eugenio Manzini, la prima, nota
artista, gli altri buoni dilettanti.
Suonarono 1’ artista Egesippo Fami, il
flautista Giuseppe Cristoni ed i professori
componenti 1’ orchestra di Modena.
L’ introito netto fu di italiane abusive
L. 2988. 48.
1850. — 26 Dicembre — Il teatro Co-
munale si aprì in detta sera coll’ opera il
Macbeth di G. Verdi, ed il ballo Giustino
ossia II figlio bandito.
L’ esecuzione di detto spettacolo fu affi-
data agli artisti che ora indicheremo.
Compagnia di Canto.
Alaimo Carolina — Zacchi Mauro —
Poggiali Giuseppe — Ferretti Pietro.
Colle relative seconde parti.
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— 397 —
Compagnia di Ballo.
Antonio Coppini — Coreografo.
Primi ballerini di merito distinto.
Adelaide Charrier — Paierini Antonio
Primi ballerini italiani.
Carolina Coppini — Dario Fìssi.
Mimi.
Dettoni Amalia — Fi'anzago Antonio
— Vigano Edoardo.
Con altri secondi mimi.
I Ballerini e corifei d’ ambo i sessi e-
rano 28.
1851. — 18 Gennaio — Seconda Opera
— Gemma di Vergy — di G. Donizetti.
22 Gennaio — Il giovane violinista ri»ì-
cenzo Sighicelli di ritorno da un viaggio
artistico fra gli atti dell’Opera Macheth diede
saggio ai suoi concittadini della sua abilità.
1851. — 1 Febbraio — Si produsse il
secondo ballo Albina ossia / Pescatori di
Calabria del suddetto Coreografo.
Sul cader di febbraio per terzo spartito
fu data la Medea del Maestro G. Pacini.
I soliti impresari Camuri e Ghelli ebbero
dal Comune per questo spettacolo la dote
di L. 15,500.
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~ 398 -
Le opere ed i balli dati in questa sta-
gione piacquero al pubblico che numeroso
frequentò sempre il teatro, e gli artisti tutti
si meritarono applausi. La Dattoni ebbe an-
che r onore del ritratto eseguito dalla lito-
grafia Goldoni per commissione degli am-
miratori della valente Mima.
1851. — 17 Marzo — Accademia vocale
ed istrumentale alla quale presero parte il
pianista Alfonso Ferrari d’anni 10, Vincenzo
Sighicelli violinista ed Egisxppo Paini suo-
natore d’ arpa. Carolina Crespolani. Pietra
Neri. Filippo Coliva sostennero la parte vo-
cale di que.sta accademia, la quale fu data
a spese della Corte per la venuta in Modena
di Principi suoi congiunti.
1851. — 23 e 30 Marzo — Il Professore
Antonio Grassi Reggiano esegui con molta
abilità sorprendenti giuochi di prestigio. Il
trattenimento fu variato con una lotteria di
premi favorevoli e sfavorevoli, ed una scena
graziosa di ventrilocuzione. Il Grassi detratte
le spese, destinò il frutto delle sue, fatiche
a pubblica beneficenza.
Il Prestigiatore Grassi aveva già accolti
applausi nelle principali città d’ Italia, e fra
le altre a Milano, dove in seguito a quattro
Accademie [date nel giugno 1847 al Teatro
Rè gli fu dedicato il suo ritratto disegnato
dal Giuliani ed inciso dal Mantovani.
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— 399 —
1351. — 21 Aprile — La Drammatica
Compagnia condotta o direna dall artista
Giuseppe Astolfì incominciò un corso di 24
rappresentazioni. Eccellente ne era il per-
sonale, distinguevansi la prima attrice Fan-
ny Sadon-sìii, il primo uomo Achille Ma-
jeroni ed il brillante Gaspare Pieri. Il Co-
mune assegnò a questa Compagnia Comica,
secondo il solito, L. 1000.
Primavera — In questa stagione gl’ im-
presari Camuri GhelU allestirono pel nostro
teatro Comunale quattro opere, eh ebbero
vario successo.
1851. — 31 Maggio - Prima Opera —
Lucia di Lamme^'moor — di G. Donizetti
interpretata dagli artisti sottonotati.
Prima donna — Bortolotti Geltrude.
Tenore — • Mirate Raffaele.
Baritono — Ferlotti Raffaele.
Basso — Mirandola Giorgio.
Comprimarii — Borghese Annunciata •
— Manzini Eugenio — Ferlotti Eugenio.
La prima donna Bortolotti non avendo
incontrato, il teatro fu chiuso dopo la se-
conda recita.
1851. — 15 Giugno — Il teatro fu ria-
perto coll’opera di ripiego Emani.
Si produssero la Fanny Salvini Donatelli
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— 400 —
e il baritono Ferlolti oltre il sommo Mirate.
Tutto ebbe esito fortunato.
28 Giugno — Caterina Hoioart del Mae'
stro Lillo Qduseppe. Ebbe poco incontro.
12 Luglio — Allan Cameron di Giovanni
Pacini.
L’ insigne Maestro venne personalmente
in Modena a porre in iscena questo suo
nuovo lavoro. Fu accolto con grandi ap-
plausi, e tutti i cantanti furono sempre fe-
steggiati, e nelle loro rispettive serate ven-
nero onorati con poesie e fiori. Il Maestro
Pacini fu chiamato ad ogni recita sul palco
scenico a ricevere le dimostrazioni del pub-
blico.
16 Luglio — Ultima rappresentazione
dell’Opera. In questa sera si gettarono mazzi
di fiori e corone al Maestro Pacini. La dote
ottenuta dagl’ Impresari! Camuri e Ghelli
per questa stagione fu di 20,000 lire.
1851. — Autunno. — Gli addetti al ser-
vizio del teatro Comunale di Modena, si u-
nirono in società, per dare in questa sta-
gione due opere in musica. La prova d' un
opera seria ed il Don Procopio- Ecco l’elenco
dei cantanti-
Enrica Zanni. — Francesco Fedrigo. —
Ginevra Baruzsi. — Pietro Mattioli. — A-
pollinare Ortolani, — Natale Passerini. —
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— 401 —
Cesare Bortollotti. — Annunziata Borghese.
Il Buffo Mattioli era nn distinto artista,
gli altri stavano al disotto della mediocrità.
La prima opera di genere giocoso, mu-
sica del M° Giuseppe Mazza andò in iscena
la sera del 4 Ottobre : la seconda dei Mae-
stri Mosca e Fioravanti, la sera del 18 dello
stesso mese.
Per la serata di Mattioli fu dato il pri-
mo atto dell’ opera — Chi dura vince — del
M” Achille Grossi, colla farsa il Campanello
di Donizetti. Questo trattenimento ebbe buon
successo, e fu ripetuto anche per altre sere.
1851. — 3 Novembre. — La Drammatica
Compagnia Benini aprì un abbonamento per
30 rappresentazioni.
La prima Donna Carolina Caracciolo A-
judi ed il caratterista Giuseppe Guagni e-
rano i migliori della compagnia.
Anche questa Compagnia ottenne dal Co-
mune un regalo di 1000 lire.
1851. — 27 Dicembre — La dote per la
stagione invernale 1851-52 era stata fissata
in L. 21.091. Assunse l’impresa Domenico
Romani-, malo spettacolo da esso preparato
ebbe sul suo principiare ben poca fortuna.
L’ Opera — La Regina di Cipro — del M°
G. Faccini ebbe per interpreti
Marietta Gresti Codeglia — Prima Donna.
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— 402 —
Giovanni Comolli — Primo Tenore.
Domenico Mattioli — Primo Basso Baritono.
Seconde Parti
Cesare Bortollotti — DalV Asta Felice —
Augusto Catoni.
Il Ballo Osmina del Coreografo Lodovico
Montani ebbe per esecutori i primi mimi as-
soluti
Gesualda Montani — Eduardo Vigano
ed il suddetto Coreografo, non che i secondi
mimi
Gaetano Corradini — Rosa BenoUi.
Primi ballerini assoluti Ferrari Adelaide
— Pallerini Antonio.
I ballerini di mezzo carattere erano in
numero di sedici, otto uomini, ed otto donne,
i corifei otto, le comparse quaranta.
La Gresil prima Donna, ed il Baritono
Mattioli non incontrarono il pubblico favore,
chè anzi vennero fischiati. Anche il Ballo
ebbe poco successo. Venne quindi chiuso
il teatro per allestire uno spettacolo che
appagasse le esigenze del pubblico.
Della Direzione agli spettacoli al cadere
del 1851 facevano parte i Signori Gandini
Af.® Alessandro — Boccolari Cav. Giacomo
— Sabhatini Conte Alessandro — Magiern
Dottor Pietro — nonché il Dottor B accori-
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— 403 —
ni Leonelli Oliviero qual consulente legale
ed il Dottor Eugenio lattici qual segretario
e revisore.
1852. — 6 Gennajo — L’impresario Do-
menico Ronzani per ripiego mise in iscena
r opera Nabuccodonosor di G. Verdi, sosti-
tuendo al Mattioli il baritono Giuseppe Ben-
tivoglio. Gli altri cantanti furono i medesimi
dell’ Opera antecedente, di piu vi presero
parte il primo basso profondo Cesare Nanni,
e la comprimaria Carolina Carrara. Nè il
Bentivoglio nè la Oresti incontrarono 1’ ap-
provazione del pubblico, e dopo la secon-
•da rappresentazione fu chiuso di nuovo il
teatro.
1852. — 15 Gennaio — Opera la Son-
nambula del Maestro V. Bellini
La prima donna Luigia Vaschetti non
era grande artista: nuUameno fu tollerata,
ed un partito che la favoriva le prodigò ap-
plausi.
31 Gennaio — In questa sera andò in
iscena il ballo Esmeralda con musica del
Maestro Pugni che piacque assaissimo, e
nel quale ebbero campo di farsi valere la
Ferrari che ne era la protagonista, ed il
Pallerini. Per questo grandioso ballo furono
scritturati il mimo Giuseppe Turchi che e-
seguiva a meraviglia la parte di Quasimodo,
36
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— 404 —
ed altri mimi, che insieme ai suddetti rap-
presentarono con abilità, questa interessante
azione.
1852. — 7 Febbraio — I Masnadieri di
G. Verdi.
17 Febbraio — Il Barbiere di Siviglia.
Queste due opere furono accolte con
freddezza, e devesi al grande incontro del
ballo Esmeralda se potè sostenersi lo spet-
tacolo.
I due ultimi veglioni del Carnevale, fu-
sone animatissimi e v’ intervenne anche la
Corte.
Dal bilancio fra 1‘ incasso e la spesa pel-
le spettacolo del Carnevale 1851-52 risultò
un deficit a danno dell’ impresa di italiane
L. 10105, 97.
13 Aprile — La stagione di primavera
si aprì colla Norma.
Compagnia di Canto.
Prima Donna d’alto cartello — Marietta
Gazzaniga^Malaspina.
Prima Donna assoluta — Luigia Finetti
Batocchi.
Primo Tenore — Luigi Feretti.
Basso profondo — Pietro Sottovia.
Comprimarii — Virginia Orioli — Giu-
seppe Valesi.
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— 405 —
La Norma promessa pel 12 Aprile, andò
in iscena la sera dopo, a cagione del ritardo
delle prove. Ebbe esito felicissimo.
La Gazzaniga, la quale sebbene cantante
non molto finita era però artista sommamente
drammatica, colla sua voce energica di mezzo
soprano seppe cavare tutto l’ effetto richiesto
dalla sua parte interessante. La gioventù
r applaudiva con tanto entusiasmo, che il
Governo fu costretto a temprarne 1’ ardore
con misure di repressione.
L’Impresario Ercole Tinti, c\\c per questo
spettacolo ebbe dal Comune 11,000 lire, pre-
vedendo gran concorso di forestieri in questa
città nella circostanza che il Principe Co*
sfantino di Russia dovea essere ospite del
Duca Francesco V, scritturò la celebre dan-
zatrice So/ia Fuoco ed il distinto ballerino
Alessandro Paul, i quali per sei sere sol-
tanto dovevano eseguire un passo a due, fra
gli intervalli dell’ Opera. Danzarono nelle
sere 15 16 19 22 25 29 aprile, nelle quattro
ultime delle quali loro s’ unì la ballerina
Ginevra Vigano.
I plausi e la straordinaria frequenza del
pubblico in dette sere, determinarono l’Im-
presario a scritturare per altre due rappre-
sentazioni la celebre danzatrice. Queste eb-
bero luogo il 3 e 4 maggio; nella prima.
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— 4G6 —
destinata a totale suo benefizio, riscosse im-
lueiisi applausi, e fu festeggiata con pioggia
di poesie e fiori.
1852. — 9 Maggio — Seconda Opera
delia stagione Luigi V di A. Mazzucato.
In quest’ Opera, oltre i cantanti che a-
girono nella Norma, cantarono il contralto
Teodora Rambosio ed il baritono Filippo
Coliva. Il Maestro Cav. Alberto ^Mazzucato
compositore del Luigi V presenziò l’andata
in scena della sua opera. La musica era
tutta buona; ma segnatamente il finale del
secondo atto dimostrava la perizia dell’ Au-
tore. Il duetto delle due donne era popolare
e di molto effetto. Il Mazzucato ebbe molte
chiamate al proscenio.
In seguito si riprodusse la Norma perchè
questo capo d' opera del Bellini immensa-
mente interessava il pubblico, il quale però
non disconosceva il merito del Luigi V.
Nella beneficiata della Gazzaniga fu e-
seguito il duetto del PoHuto con esito di
entusiasmo. La cantante non ebbe soltanto
le solite passeggiere dimostrazioni d’applausi
e battimani ; ma a cura de’ suoi ammiratori
sortì dalla Litografia Goldoni sul disegno di
G. Zattera un suo bel ritratto sotto il quale
leggevansi i seguenti versi:
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— 407 —
« Ma un’immagin di te veggiam più viva.
« E sol la vede chi t’ intese, quella
« Che Norma e Bianca a noi nel cor scolpiva.
Bianca era il nome del personaggio rap-
presentato dalla Gazzaniga nel Luigi T’.
Di fiori e poesie in tal serata non vi fu
difetto. Di queste alcune in foglietti volanti
ed anonime, ed altre in libro dettate da
Paolo Ferrari. Giuseppe Basini, Enrico Ca-
sali.
1852. — 24 Maggio — Ultima rappre-
sentazione e serata a totale benefizio del-
r educatorio de’ Sordo-muti filantropica isti-
tuzione che, come diceva ravviso, dalla mu-
nificenza sovrana e dalla carità cittadina
riconosce la vita e il sostentamento.
Lo spettacolo fu variato, e vi presero
parte, meno la Gazzaniga già partita da
Modena per impegni antecedentemente con-
tratti, i cantanti tutti sovranominati, ai quali
si aggiunsero Luigia Finetti e G. Penso. Le
offerte nel piatto diedero la somma di it.
L. 500. Furono venduti molti viglietti d’ in-
gresso a L. 1; nullameno il concorso non
fu grande perchè la gioventù in gran parte
si astenne dall' intervenire personalmente
per fare una dimostrazione ostile al Governo,
che aveva preso misure di rigore contro di
essa. Il commissariato di Polizia infatti con
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— 408 —
avviso datato li 16 maggio e firmato dal
Sossaj aveva proibito a chi prendeva posto
in platea di tenere con se il bastone od altro
osTcretto adatto a far rumore sconveniente,
come era avvenuto in passato per opera dei
frenetici ammiratori della Gazzaniga.
1852. — 16 Giugno — 11 celebre nano
ammiraglio Tom-Pouce d’ anni 20 dell’ altezza
di centimetri 72 si presentò in tal sera al
pubblico Modenese sostenendo la parte di
marinaio in un’ azione mimica intitolata —
Jl Naufragio di Tom-Pouce nella Chino —
alla quale presero parte altri cinque mimi
e tre ballerini. Comparve sul palco scenico
nella sua piccola carrozza tirata da due
piccolissimi cavalli Inglesi, e distribuì alle
Signore alcune sue carte di visita. Fu ven-
duto in tal circostanza il ritratto litografato
assai somigliante del nano straordinario,
copie del quale tuttora si conservano presso
alcune famiglie di Modena.
Nella state del 1852 il Comune diede
opera al generale ristauro e ripulimento
della Sala del Teatro, ed il Podestà Conte
Gio. Francesco Ferrari Moreni con circolare
datata lì 23 settembre 1852 N.5434 diretta ai
palchettisti invitò questi a voler ripulire an-
che Tinterno dei palchi e ripararne il mobilio.
Inseriremo qui una memoria assai parti-
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— 409 —
■colareggiata del Maestro Gandini riguar-
dante la storia dell’ Impresa del Teatro Co-
munale di Modena dal dicembre 1852 ai di-
cembre 1855.
15 Settembre 1852. Protocollo Comunale
N. 5^6.
Contratto d’ appalto per 1’ Impresa del
Teatro Comunale di Modena fatto dalla Co-
munità con Ercole Tinti agente teatrale in
Bologna, il quale accettò tale incarico per
anni tre da avere il suo effetto dal 15 Di-
cembre 1852 sino a tutto il 14 Dicembre
1855.
Nel 26 Aprile 1853 sotto il N. di Proto-
collo 2347 si confermò tale contratto con
Rogito formale, ove si accordavano al Tinti
per dote annua italiane L. 32300 (1) com-
preso il regalo della Corte, più 1’ uso del
Teatro, godimento del Caffè annesso, non
che i proventi dei soliti palchi di ragione
Comunale.
Si obbligava poi l’Impresa di dare
(a) Uno spettacolo d’ Opera e Ballo in
carnevale con soggetti accreditati nell’arte
loro, e che avessero agito recentemente con
(1). Questa somma veniva cosi ripartita. L. 19 380
per lo spettacolo d’ inverno, L. 11 920 per 1’ opera di
primavera, I>. 1000 per le commedie in autunno.
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— 410 —
lode nei principali teatri d’ Italia in qualità
di prime parti.
(b) Uno spettacolo d’ Opera seria in pri-
mavera con cantanti che, oltre alla qualità
volute nello spettacolo di carnevale godes-
sero non dubbia fama conosciuta in arte col
vocabolo di assoluto Cartello.
(c ) Un corso di 30 rappresentazioni
drammatiche in autunno fatto da una delle
migliori comiche compagnie che agissero nei
principali teatri.
La sicurtà solidide a garanzia del Comu-
ne fu assunta dal signor Pietro fu Vincenzo
Bonaccini di Modena, sottò condizione se-
greta che il Tinti formasse una società còl
cassiere comunale Contardo Nasi, scopo
della quale era di dividere gli utili ed an-
che le perdite a perfetta metà durante il
triennale contratto d’ Impresa. E Tinti ade-
rendo alla proposta, firmò una privata scrit-
tura li 20 Dicembre 1852, ove si riservava
però in faccia al Comune e all’ Autorità go-
vernativa, il diritto di figurare qual unico
direttore e rappresentante risponsabile, non
che la facoltà esclusiva di scritturare gli
artisti. Fra le altre condizioni poste in quella
scrittura apparivano le seguentL
Era in diritto del Tinti di nominare un
mandatario che ne facesse Le veci duranto
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— 411 —
la sua assenza da Modena, locchè si verificò
nella persona di Probo Savi ragioniere co-
munale.
In capo ad un anno d’azienda si doveva
fare il bilancio, e verificandosi un cumulo
d’ utili, questi dovevano rimanere in depo-
sito presso il cassiere Nasi, onde far fronte
alle eventualità degli altri due anni succes-
sivi.
Che se al Tinti fosse piaciuto di ritirarsi •
dalla società, lo avrebbe potuto effettuare
qualora ne avesse fatta regolare disdetta, e
dopo di aver formata la Compagnia di canto
pel corso di primavera del 1853, nella qual-
r epoca sarebbe stata rilasciata al Tinti la
sua quota d’ utili se ve ne erano, oppure a-
vrebbe dovuto sostenere la sua quota di
perdita in caso contrario.
Il Tinti, uomo accortissimo, pieno d’ in-
gegno e di viste estesissime nella sua pro-
fessione d’ agente ed impresario teatrale, a-
vrebbe potuto accumulare tesori, se seguito
avesse i principii d’ una saggia condotta e-
conomica.
Lo spettacolo del carnevale 1853 portò
alla Società un deficit di L. 19259, 30, la
metà del quale restò a debito del Tinti: le
spese fatte da questi in seguito ne aumen-
tarono la cifra sino alla somma d.’ italiane
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— 412 —
L. 21000, per cui si trovò costretto a ri-
nunziare alla Società, come fece con una
disdetta in via di lettera privata al Nasi
sotto la data 10 Maggio 1853. A saldo dei
suoi conti il Tinti emise diverse cambiali
tratte sopra un banco di Bologna a favore
del suo creditore Bonaccini^ il quale poi in
seguito le quietanzò generosamente rinun-
ziando cosi ad ogni credito, sotto condizione
che il Tinti facesse una cessione formale
di tutti i suoi diritti sul Teatro di Modena,
la qual cosa poi avvenne colla scrittura
pubblicata il 29 Settembre 1853.
Intanto il Bonaccini avvertiva il Comune
di assumere esso solo 1’ Impresa teatrale in
sostituzione del cedente Tinti cogli obblighi
stessi; ma 1’ accettazione ufficiale di tale
cessione non veniva pubblicata che ai 15
d’ Ottobre 1853 con una scrittura agli atti
Comunali sotto il N. di Protocollo 6562. Non
trascurò il Bonaccini di fare inserire nei
pubblici Fogli Teatrali la sua qualità di solo
ed unico impresario del Teatro di Modena,
diffidando i virtuosi a non accettare scritture
per quel teatro fatte dal Tinti. In onta a
queste solerti precauzioni le acque però
non corsero cosi limpide come il nuovo im-
presario sei figurava, avvegnaché ( dopo di
aver già. scritturato il personale artistico.
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— 413 —
che servir doveva all’ imminente spettacolo
del carnevale 1854 ) giunsero alla piazza
inaspettatamente, Rosina Ravaglia chiamata
a prestare i suoi servigi nella sua qualità
di prima Ballerina da una scrittura fatta
dal Tinti sotto la data 30 Luglio 1853 ove
in premio di sue fatiche le venivano asse-
gnate L. Austriache 2000, più la metà dello
introito di una serata a di lei beneficio, e
la Carlotta Moltini. venuta essa pure qual
prima donna cantante a prodursi su queste
scene nella veniente stagione coll’ emolu-
mento d’ austriache L. 3500 e mezza serata,
come da scrittura del Tinti sotto la data 13
Agosto 1853.
Il Bonaccini. ignaro di questi due con-
tratti, aveva già soddisfatto a suoi obbli-
ghi verso la Comunità colla presentazione
della nota di tutti gli Artisti che agir do-
vevano sul Teatro nella veniente stagione;
perciò col mezzo del suo avvocato Luigi
Vaccari rifiutò di riconoscere le suddette
scritture non solo ; ma non volle nemmeno
dare ascolto a veruna proposta d’ accomodò
in proposito, sostenendo che il Tinti aveva
agito in mala fede, essendo già finito il suo
mandato quando intraprese tale contratto.
Le , due Artiste ricorsero al Tribunale Civile
protestando che intendevano valide le loro
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— 414 —
scritture, essendo state fatte prima del 29
Settembre 1853, epoca della formale e co-
gnita cessione del Tinti a favore Botiaccini,
che qualunque obbligazione del primo era
stata accettata dall’ altro quale cessionario
deir impresa teatrale di Modena, nulla o-
stante le dichiarazioni fatte nei pubblici
giornali sull’ incompetenza del Tinti^ il quale
in opposizione’ si qualificava sempre in faccia
alle Autorità competenti quale unico Rap-
presentante della detta impresa. Aggiunge-
vano a ciò che la Direzione agli spettacoli
aveva già tenute' per buone le loro scritture,
approvandone la scelta sulla nota già pre-
sentata dal Tinti, quando credevasi ancora
in tempo a comporre la compagnia d’ Opera
e Ballo della stagione in discorso. La que-
stione agitata in un processo alquanto vo-
luminoso venne decisa dalla sentenza del
Tribunale nel febbraio 1854 ove condannavasi
il Bonaccini a soddisfare i suoi obblighi
verso le sopra citate Artiste. Dietro ricorso
fatto dal Bonaecini in appello sortì un’altra
sentenza nel 1855 conforme alla prima, con-
dannando il ricorrente a pagare alle parti av.
versarie quanto loro dovevasi per emolu-
menti, piti il frutto delle somme sino allora
insolute, e il carico totale delle spese giu-
diziarie.
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— 415 —
1852. — Stagione d’ autunno — La Com-
pagnia Drammatica Romana diretta dall’Ar-
tista Luigi Domeniconi diede un corso di 30
recito in abbonamento. Gli artisti più distinti
erano il direttore suddetto, Amalia Fuma-
galli-Targhini^ la giovine Giuseppina Casali^
Antonio Stacchini ed il bravo brillante Amil-
care Bellotti.
Questa . Compagnia piacque assai e fece
buoni affari: guadagnò più di 8000 lire au-
striache .
La direzione agli spettacoli in Modena
nel 1852 era composta del Cav. Dott. Gia-
como Boccolari, del Dott. Oliviero Baccarini
Leonelli e del Dott. Eugenio Jattici revisore
e segretario.
1852. — 26 Dicembre — Opera il Corsaro
del Maestro G. Verdi. Ballo grande Caterina
ossia la Figlia del Bandito di G. Perrot.
Compagnia di Canto.
Prime Donne — Carolina Sannazzaro,
Giulietta Borei- Dcleuriù.
Tenore — Fortunato Borioni.
Basso — Cesare Morelli- Condolmieri.
E diversi comprimarii.
Compagnia di Ballo.
9
Coreografo — Alessandro Borsi.
Primi Ballerini di rango Francese —
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— 416 —
Carolina Granzini — Ferdinando Walpot.
Prima ballerina Italiana — Giuseppina
Mengozzi.
E parecchi Mimi, e 24 Ballerini d’ambo
i sessi.
L’opera fu fischiata, e non valse a so-
stenerla il Borioni colla sua bella voce. Il
Ballo invece fu applaudito. Il Walpot, nato
di famiglia Tirolese naturalizzata in Modena
allievo del Maglietta, disimpegno assai bene
la sua parte di primo ballerino. Diventò poi
artista di Cartello, e come tale ballò nell’au-
tunno e carnevale 1856 - 57 al Teatro San
Carlo in Napoli, come sta scritto sotto il suo
ritratto a litografia che abbiamo sott’ occhio.
Anche la Granzini piacque.
L’ Opera il Corsaro non ostante il poco
incontro fatto, fu tollerata per qualche sera.
1853. — 8 Gennaio. — Eustorgia da Ro-
mano (Lucrezia Borgia) del Maestro Doni-
zetti. La Sannazzaro fu sostituita in questa
opera della brava Prima Donna Caterina
Evers, e fu aggiunto al personale cantante
il Contralto Gaetanina Arioldi.
Per alcune sere fu eseguito il terzo atto
della Maria di Rohan col Baritono Sermattei
dì passaggio per Modena. ,
— 15 Gennaio. — La Direzione degli
spettacoli composta dei Sig. Cav. Giacomo
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— 417 —
Boccolari, Oliviero Baccarini Leonelli, Conte
Mario Valdrighi e Dottor Eugenio lattici
Segretario, con avviso a stampa da tenersi
affisso sul palcoscenico richiama in vigore
le prescrizioni già emanate in passato circa
le mancanze e ritardi degli artisti ed addetti
al Teatro.
Questa Direzione resse le cose teatrali
sino al 1858; senonchè nel 1856 e 1857 la
morte colpì due dei suoi membri, il Bacca-
rini cioè ed il Valdrighi.
— 15 Gennaio — Secondo Ballo L’ Or-
fano del Coreografo Borsi che ebbe poco
incontro.
— 30 Gennaio — Andò in iscena la gran-
diosa Opera Roberto il diavolo di Mayerbeer.
Il basso Prospero Dèrivis vi sostenne con
plauso la parte di Beltramo.
1853, — 13 Febbraio. — Ultima recita
della stagione. Fu data 1 applauditissima o-
pera Roberto il diavolo. L’ Evers cantò la
cavatina del Macbeth e la Borsi Deleicriè il
Rondò finale del! Anna Balena.
Vuoisi che r Impresario, Ercole Tinti ri-
mettesse in questo spettacolo L. 13000.
— 30 Marzo. — La sucitata Direzione
agli spettacoli, in conformità ad ordini su-
periori, vieta rigorosamente a chiunque non
addetto al Teatro l’ingresso al palcoscenico.
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' — 418 —
non solo in tempo degli spettacoli e delle
prove, ma eziandio in qualsivoglia tempo
dell’ anno.
— 3 Aprile. — Ebbe principio lo spet-
tacolo di primavera, che può veramente dirsi
straordinario per 1’ eccellenza degli artisti
di canto e di ballo, che vi presero parte.
Se però i Modenesi ebbero ad essere con-
tenti che nel loro Teatro concorressero in
•quella stagione tante celebrità, il povero
Impresario Tinti ebbe invece a lagnarsi del
magro incasso.
La prima delle 3 opere date in questo
corso fu il Viscardello di O. Verdi. I prin-
cipali interpreti di questo stupendo spartito
furono :
Prima Donna — Marcellina Lotti —
Contralto — Gaetanina Brambilla — Tenore
— Lodovico Oraziani — Baritono — Fran-
cesco Cresci — Basso — Pietro Violetti.
I Ballabili di quest’ Opera vennero ese-
guiti dai primi ballerini Teresa Gambardella
e Dario Fissi, nonché da 24 ballerini di
mezzo carattere dell’ uno e 'dell’ altro sesso.
II Aprile — Negl’intervalli dell’opera
il concertista di piano Guglielmo Andreoli
della Mirandola allievo del Conservatorio di
«
Milano eseguì con mirabile precisione e brio
fantasie di Fumagalli e di Thalberg e la
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~ 419 —
barcarola nel Marin Fallicro da lui com-
posta ed eseguita colla sola mano sinistra.
L’ Andreoli salì dappoi in fama presso i
suoi connazionali ed all’ estero di pianista
esecutore per eccellenza, e la sua morte
precoce avvenuta a Nizza di mare li 13
marzo 1860 fu una grave perdita per l’arte,
I fratelli Doyen ne litografarono a Torino
un somigliantissimo ritratto.
1853. — 17 Aprile — La seconda Opera
fu Roberto il Diavolo di Mayerbeer già sen-
tita nel nostro Comunale Teatro nella ante-
cedente stagione di Carnevale.
Cantarono in questo spettacolo oltre la
Lotti e il Vialetti il tenore Atanasio Poz-
zolini. e r altra prima donna Emilia Dol-
ci rini.
La valente ballerina Sofia Fuoco che i
Modenesi avevano tanto applaudito nella
primavera del 1852^ comparve di nuovo su
([ueste scene nella sera del 20 Aprile, in
cui per la seconda volta fu rappresentato
Roberto il Diavolo sostenendo in quest’ o-
pera-ballo la parte di Elena, ed eseguendo
col primo ballerino Dario Fissi un passo a
due.
II Maggio — Ebbe luogo la terza Opera
della stagione Linda di Chamounix del
Maestro Donizetti eseguita dalla celebre Er-
27
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— 420 —
minia Frezzolinì dal Basso Buffo Francesco
Frizzi, e dai sovra nominati Oraziani^ Via-
letti, Cresci e Brambilla.
È quasi superfluo il dire che detti spet-
tacoli incontrarono il pubblico aggradimento,
e che i suddetti valentissimi artisti in onore
de’ quali furono stampati e distribuiti com-
ponimenti poetici riscossero applausi im-
mensi. La frequenza però al Teatro sarebbe
stata maggiore se nelle sere in cui agivano
la Frezzolini e la Fuoco il viglietto d’ in-
gresso ed il posto d’ orchestra non fosse
costato due lire Austriache. Nelle altre sere
r uno e r altro valeva soltanto una lira Ita-
liana.
La Fuoco si produsse ancora nel ballo
fantastico I saura o la Bellezza Fatale messo
in iscena dal coreografo A. Coppini.
La brillante stagione teatrale della pri-
mavera 1853 al Teatro Comunale di Modena
si chiuse la sera del 4 giugno.
1853. — 11 Giugno — La Compagnia di
proprietà degli artisti Sadotcski ed Astolfi
diede principio in detta sera ad un corso
di rappresentazioni drammatiche. 11 perso-
nale n’era numeroso e scelto. Distinguevansi
per merito la prima attrice Fanny Sadowski,
il primo attore Giuseppe Peracchi,'\&. prima
amorosh Celestina De-Martini, il brillante
Digitizod
— 421 —
Salvatore Rosa, il caratterista Giuseppe A-
stolfi.
Fra le carte teatrali raccolte dal Mae-
stro Gandini troviamo un bel sonetto del
Dottor Paolo Ferrari dedicato alla Sadotcski
attrice a nuli’ altra seconda quando rappre-
sentò con inimitabile maestrìa il dramma
Adriana Lecouvreur. Qui ne abbiamo vo-
luto fare menzione benché non porti data
alcuna.
1853. — Stagione d’autunno. — Furono
date nel nostro Comunale due opere 1’ ese-
cuzione delle quali fu soddisfacente in ispe-
cial modo per parte della prima donna
Elisa Lipparini e del cantante buffo Pietro
Mattioli.
La prima fu Crispino e la Comare dei
fratelli Ricci, che andò in iscena li 29 ot-
tobre, l’altra la Rita del Modenese Maestro
Gaetano Carlolti, che per la prima volta fu
ascoltata con attenzione, e giiidicata degna
di lode la sera del 19 novembre. Il Carlotli
aveva compiuto i suoi studii musicali a Na-
poli; ma come hanno fatto altri Modenesi
datisi all’ arte musicale, 1’ abbandonò, dopo
aver dato a suoi concittadini questo saggio
del suo profitto, per seguire una carriera
più lucrosa. Il Mattioli per la sua benefi-
ciata diede la farsa in musica — Il Cam-
panello.
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— 42^2 —
Alla Lipparini alquanti ammiratori oflri-
i-ouo il .si:ó ritratto sotto il (luale leggevansi
i seguenti versi ;
« 0 Elisa nella bella Arte del Canto
« Sei dell’ Italo Ciel novello vanto.
1853. — 29 Novembre — Antonio Za-
uardelli dà un primo trattenimento di giuochi
fisici, ricreazioni meccaniche, e di arcana
trasmissione del pensiero tra esso e sua figlia
Elisa. Questa ultima parte del trattenimento
che il Zanardelli intitolava La Sibilla Mo-
derna era quella che destava maggior inte-
resse e curiosità nel pubblico, lasciando sup-
porre che fosse un esperimento di magne-
tismo animale. A rassicurare però le persone
eziandio più severe e delicate in ordine
morale e religioso circa i portenti di natu-
rale magia onesta e lecita esposti a modo
di magnetismo il Zanardelli in un foglietto
a stampa citò gli Annali delle Scienze Re-
ligiose Voi. XI Roma 1840 e la Civiltà Cat-
tolica Voi. IV Roma 1851 dove si parla
delle prove magnetiche permesse dalla Ro-
mana Congregazione del S, Uffizio, e pubblicò
una dichiarazione di tre Professori di Me-
dicina nell’ Università di Modena, i quali
attestavano che gli esercizii del Zanardelli
non toglievansi dall’ ordine naturale, e che
era conveniente fossero offerti al pubblico
Digitizea"
— m —
per istruzione, a fronte di coloro che tene-
brosamente intendono a travolgere le ma-
terie stesse in sopranaturale magia nefanda
c dannata.
Il Zanardelli per ottenere dalla Sibilla i
responsi recavasi ne’ palchi, d’ onde, chiesto
ed ottenuto da qualcuno un oggetto un
pensiero una sentenza, rivolgeva alla figlia
brevi interrogazioni. Dessa quasi sempre
coglieva nel sogno. Talvolta il Zanardelli
per interrogare la figlia anzicchè delle pa-
role servivasi del suono d’ un campanello.
Questo trattenimento fisico meccanico
sibillino fu ripetuto nelle sere dell’ 8 ed 11
dicembre, e di,ede occasione al sotto indicato
scritto di un nostro concittadino ora pro-
fessore di letteratura Italiana nel Liceo Bo-
lognese — Il Segreto della seconda vista
spiegato mediante la Crittologia da Emilio
Roncaglia di Modena. Modena Vincenzi 1854
— Il Roncaglia senza negare al Magnetisnfo
animale o Mesmerismo i portentosi risultati
della divinazione, rende noti ed analizza in
questo suo lavoro i mezzi crittologici da
esso posti in pratica per ottenere la tra-
smissione delle idee.
La stagione d’ inverno 1853-54 ebbe prin-
cipio nella sera di Santo Stefano, e furono
promesse 36 rappresentazioni d’opera e ballo
non comprese le beneficiate.
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— 424 —
Il prezzo deir abbonamento venne fissato
in Austriache L. 24
Il viglietto d’ ingresso it. L. 0, 96
Il posto d’ orchestra 0, 48
Compagnia di Canto.
Prima Donna Soprano — Fir^inia Boc-
cabadati.
Mezzo Soprano — Annetta Winnen.
Tenore — Giuseppe Tamaro.
Baritono — Baraldi Paolo.
Basso — Federico Varani.
Comprimaria — Giovannina Buzzi.
Colle relative seconde parti, 18 Coristi,
e 12 Coriste.
Compagnia di Ballo.
.Primi Ballerini — Baratti Giovannina
— Baratti Filippo.
Primi Mimi — Davide Viganò — Negro
Teresa — Pailadino Andrea.
Con altri mimi, 18 ballerine di mezzo
carattere, 8 corifee, 8 corifei, 10 ragazzi e
le necessarie comparse.
1853. — 26 Dicembre — Andò in iscena
r Opera il Trovatore di Verdi, ed il Ballo
la Contessa Polislki del Coreografo A, PaU
ladino.
1854 — 14 Gennaio. — Mentre si stava
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— 428 —
allestendo il secondo ballo promesso fu dato
il balletto comico — Il Matto per forza.
25 Gennaio — Prima recita dell’ Opera
il Oiuraìnento del Maestro Mercadante.
28 Gennaio — Serata del Baritono Ba-
raldi.
9 Febbraio — Nuovo Ballo grande — La
Rivolta delle Donne del Serraglio.
11 Febbraio — Beneficiata della Prima
Ballerina G. Baratti.
18 Febbraio — Terza Opera — La Son*
nambula — del Maestro Bellini.
Fra le suddette Opere il Trovatore fu
quella che piacque di più, e fra i cantanti
la Boccahadati per la precisione e grazia
del suo canto ebbe maggiori applausi. Alcuni
ammiratori di questa simpatica Prima Donna
le dedicarono un ritratto eseguito nella lito-
grafia Angiolini di Bologna sul disegno di
A. Frulli.
L’ impresa Bonaccini soifrì un danno di
L. 2483G 30.
1854 — 17 Aprile. — Don Crescendo —
Melodramma giocoso dei Maestri Picchi e
Fiori eseguito dai sottonominati cantanti
Prima Donna — Enrichetta Zilioli Fat
tori.
Tenore — Alessandro Berti.
Buffo — Giuseppe Scheggi.
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— 426 —
Unitamente a parecchi comprimarii.
Lo Scheggi era un distinto cantante ed
il pubblico, che desso sapeva movere al riso,
lo applaudiva. Anche la Prima Donna sostenne
assai bene la sua parte.
I detti cantanti interpretarono ancora
con lode l’ Opera del Maestro Luigi Ricci
— Il Dirrajo di Preston — nella quale
però al tenore Berti fu sostituito Gaetano
A ducei.
L’impresa di questo spettacolo fu assunta
dai suonatori d’ Orchestra i quali ebbero una
perdita di circa L. 3000.
1854 — 20 Maggio. — Andò in iscena la
prima Opera della stagione di Primavera il
Mosè con danze analoghe, nuova musica di
Rossini. Ne fu affidata 1’ esecuzione ai sotto-
notati artisti
Didot Alfredo — Basso. Mosè.
Corsi Giovanni — Baritono. Faraone.
Galvani Giacomo — Tenore. Amenofi.
Brambilla Teresa — Prima Donna. A -
najde.
Armandi Marietta — Contralto. Sinaide.
Coadiuvati dalle seconde' parti.
Le danze erano eseguite dalla prima bal-
lerina Giulietta Scheggi e da 10 ballerine di
mezzo carattere.
Oltre il Mosè i suddetti eccellenti artisti
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— 427 —
eseguirono il Barbiere di Siviglia ed i*
Viscardeìlo.
Nella serata del Corsi fu eseguito l’atto
terzo dell’ Opera Maria di Rohan.
E inutile il dire quanti applausi fossero
prodigati dal pubblico ai sovranominati can-
tanti, la bravura dei quali a molti de’nostri
concittadini è nota per audizione, ad altri
per fama.
1854. — 13 e 16 Agosto — Luigi Ber-
gheer fisico d’ Annover diede due serate o-
rieiitali, nelle quali esegui con molto diletto
degli astanti, esperimenti fisici e variati
giuochi di prestigio: fra questi il più sin-
golare era la decapitazione illusoria di una
persona veramente viva.
Anche nello spettacolo della primavera
del 1854 che durò 28 sere si verificò a
danno dell’ impresario P. Bonaccini una
perdita di L. 12518.
1854. — 19 Agosto — La Compagnia
Drammatica Robotti-Vestri, nella quale so-
stenevano le parti principali Antonietta Ro-
botti e Giuseppe Peracchi, cominciò un corso
di 10 rappresentazioni in abbonamento, e
per prima produzione diede la commedia —
Goldoni e le sue sedici commedie nuove —
del nostro Paolo Ferrari.
1854. — 2 Novembre — • In questa sera
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— 428 —
ebbe luogo la prima rappresentazione della
Drammatica Compagnia diretta dall’Attore
Capo-comico Cesare Dondini. Questi soste-
neva la parte di Caratterista, e le altre di
prima Attrice, primo Attore e Brillante e-
rano affidate alla Clementina Cazzola (man-
cata all’ arte in ancor verde età ) a Carlo
Romagnoli ad Achille Dondini.
In entrambi i corsi di Commedie suc-
cessivamente dati dalle suddette brave Com-
pagnie il viglietto serale d’ ingresso al teatro
non costava che 60 Centesimi.
Carnevale 1854-55 — In questa stagione
furono date tre Opere e tre Balli.
Compagnia di Canto.
Prima Donna — Cremont Cecilia.
Prima Donna — Sola Marietta.
Tenore — Ortolani Giovanni.
Baritono — Mazzanti Andrea.
Basso — Dalla- Costa Cesare.
E diversi comprimarii e seconde parti.
Compagnia di Ballo.
Coppia Danzante
Zaccaria Luigi — Bellini Luigi.
Primi Mirai
Marino Legittimo — Gamherini Clementina
— D’ Amore Michele.
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— 429 —
Con altri quattro mimi, e 17 ballerini
di mezzo carattere e 16 corifei d’ ambo i
sessi.
26 Dicembre — Attila del Maestro Verdi-
In questa opera per condiscendenza della pri-
ma donna Cremont e degli altri principali vir-
tuosi, debuttò, sostenendo la parte di Oda-
bella, la Manetta Sola modenese con discreto
incontro.
Nella stessa sera andò in iscena il ballo
storico Roberto il Pescatore del Coreografo
Michele D'Amore.
1855. — 6 Gennaio — Seconda Opera
Lorenziro di Medici del Maestro Pacini,
in cui la prima donna assoluta Cecilia Cre-
mont sostenne con plauso la parte di Luisa
Strozzi.
10 Gennaio — Beneficiata della prima
ballerina Luisa Zaccaria la quale riesci bril-
lantissima e pel merito dell’ egregia artista
e per la gentile cooperazione della prima
' donna M. Sola e del baritono Mazzanti, che
rispettivamente cantarono la cavatina del
Macbeth e la romanza dei Normanni a Pa-
rigi. La Zaccaria, oltre gli applausi del
pubblico, ebbe in dono da suoi ammiratori
il suo ritratto a litografia. Era questo tanto
•dissomigliante dall’ originale, e cosi male ed
eccessivamente ombreggiato, che ad una co-
~ 430 —
pia del medesimo che abbiamo sott’ occhio
mi nostro concittadino appose i seguenti
versi:
T’ han ritratta, o Luisa, brutta assai
E t’ hanno aggiunta un ventina d’ anni,
E fatta uscir di mezzo a carbonai.
13 Gennaio — Nuovo ballo comico .4-
stixzie contro Astuzie del suddetto Coreografo.
Il terzo ballo fu Apollo e Dafne, e la terza
opera della stagione il Bonclelmonte. L’esito
delle Opere e dei Balli in generale fu buono,
e quasi tutti gli artisti ebbero applausi.
1855. — 7 Febbraio — L’ impresa tea-
trale destinò questa serata ad una grande
festa di ballo con tombola a benefizio dei
poveri, e garantì la tombola stessa in Lire
Austriache 1200, delle quali 200 applicabili
alla cinquina. Delle cartelle, a mezza Lira
Austriaca per ciascuna, ne furono vendute •
5033. Dei viglietti d’ ingresso a tre Lire
Austriache se ne esitarono 996. Nel piatto
posto alla porta per ricevere le offerte fu-
rono raccolte It. L. 628. Le spese tutte se-
rali furono assunte dall’ Impresa la quale
dall’introito detrasse soltanto il premio sud-
detto della cinquina e della tombola, o così
ai poveri poterono essere distribuite Italiane
L. 4760.
Questa rilevante somma frutto del filaii-
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— 431 —
tropico atto dell’ Impresario Signor Pietro
fìonaccini procurò a questi le benedizioni
de’ poveri, e le lodi dell’ intero paese. Un
sonetto infatti ed alcune epigrafi pubblicate
nella circostanza contenevano sensi di rico-
noscenza degl’ indigenti sovvenuti verso il
benefattore, ert una lettera del Conte G. F.
Ferrari Moreni inserita nel giornale fioren-
tino U Indicatore (N. 25 18 febbraio 1855)
dà lode al detto Impresario, il quale non
calcolando le perdite subite nella sua con-
dotta teatrale, compì questo atto filantropico
procurando al tempo stesso uno straordinario
e gradito divertimento a’ suoi concittadini.
Il teatro in tal sera fu allestito ed illuminato
come convenivasi, non essendosi però, come
di consueto alzato il piano della platea fino
al palco scenico. E questo fu savio divisa-
mento perchè il piano orizzontale era cosi
meglio adatto al ballo del quale potevano
comodamente essere spettatori quelli che
stavano ne’ palchi. Servivano di comunica-
zione fra la platea ed il palco scenico due
scale laterali per una delle quali si ascendeva
e per 1’ altra si discendeva. Due numerose
Orchestre la prima di strumenti da fiato la
seconda di strumenti da arco a vicenda ral-
legravano, gl’ intervenuti invitandoli alle
danze. Il concorso fu numeroso e vivace.
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— 432 —
ed in molti palchi, dopo la tombola, si ten-
nero lauto ed ornate cene, terminate le
quali parecchie Signore discesero in platea
ed aprirono il ballo, che animato si prolungò
sino alle 5 ore del mattino.
1855. — 15 Febbraio — Il Violinista
Modenese Jlario Zuccoli si produsse dopo-
il primo atto dell’ opera il Bondelmonte, e
dopo il ballo Apollo e Dafne eseguendo un
Aria variata di Vieucc-temps ed un tema con
variazioni di Paganini intitolato Le Streghe.
Essendo dotta recita in abbonamento, al
Zuccoli non furono devolute che le offerte
deposte nel piatto esposto alla porta del
teatro.
1855. — 21 Marzo — Accademia vocale
ed istrunientale offerta dal Maestro Evan-
gelista Andreoli di Mirandola per dare un
saggio della buona riuscita dei quattro suoi
alunni di Piano Forte.
Andreoli Rosina d’anni 11.
Kohler Ferdinando d'anni 10.
Cavani Annibaie d’anni 9.
Andreoli Evangelista d’anni 8.
La prima eseguì La Veneziana fantasia
brillante di G. Unia: e cogli altri a sei o
ad otto mani suonò scelti pezzi di musica.
É superfluo il dire che questi giovanetti
promettevano sin d’ allora di diventare va-
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— 433 —
lenti suonatori di piano; giacché ora li co-
nosciamo per tali.
Si prestarono a rendere più variato il
divertimento il flautista G. Cristoni, Federico
Crema suonator di clarino, e 1’ Orchestra,
intera che apri 1’ accademia con una sin-
fonia.
La parte vocale fu poi affidata alla si-
gnora Enrichetta Zanni- Gher ardi, ed al te-
nore Giovanni Bazzini.
1855. — 15 Aprile — La stagione di
primavera si aprì coll’ opera la Violetta del
Maestro Verdi, che non era ancora stata
sentita in Modena, e col divertimento di
ballo intitolato — Le Illusioni d’ un pit-
tore.
La Virginia Doccahadati^ che i Modenesi
avevano già udita con piacere nel Carnevale
1853-54, Giovanni Laudi e Filippo Colletti
distinti artisti, il primo tenore, 1’ altro ba-
ritono erano i principali attori dell’ Opera
sucitata.
Nel divertimento coreografico agivano
la copia danzante Luisa Zaccaria (che aveva
sostenuto la parte di prima ballerina nel
carnevale antecedente) e Bellini Luigi, non-
chè un sestetto di seconde ballerine.
1855. — 9 Maggio — Andò in iscena la
seconda opera il Trovatore interpretata dai
— 434 -
suddetti tre eccellenti soggetti in unione ai
nuovi artisti aggiunti alla compagnia di
canto Carolina Ghedini cd Antonio Dolci-
bene.
Il Trovatore si andò poi alternando in
■appresso colla prima opera la Violetta.
11 Maggio — Nuovo balletto comico —
I Viaggiatori burlati.
Questo spettacolo, come tutti gli altri
apprestati dall’ impresario P. Bonaccini, sia
per la novità e bellezza della musica, sia
pel merito de’ cantanti nulla lasciò a desi-
derare. Terminò, salvo errore, nella sera
del 26 maggio, data apposta ad un sonetto .
di Paolo Ferrari preceduto dalla seguente
epigrafe :
Questo sonetto
che dalla musica italiana s’ intitola
alcuni amatori e cultori di lei
volevano dedicato
a te
Virginia Boccahadati
eccellente fra i primi
che hanno mente per intenderla
core per sentirla
maestria di canto o valor drammatico
per interpretarla
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— 435 —
L’ ultima terzina del sonetto, alludendo
air annonia termina cosi:
per lo esperio
Cielo inneggiando in noi scalda e matura
La fé di nuove glorie e il desiderio.
Durante il corso delle 24 rappresenta-
zioni in abbonamento della stagione prima-
verile nel teatro Comunale agì il prestigia-
tore Antonio Paletti in unione al concertista
nato cieco Giuseppe Picchi da Bobbio, e si
produsse il giovinetto clarinista Dario Taf-
fureUi di Reggiolo.
1855. — 20 Aprile — Il Poletti esegui
giuochi fisici e meccanici, trasmigrazioni,
allucinazioni, metamorfosi, ed esperimenti
eletro-magnetici. Il Picchi da un piffero o
tibia rusticale a soli tre buchi, simili affatto
ai zufFoletti che per la fiera di S. Antonio
si vendono sotto il portico del Collegio,
cavò mirabili armonie. La cavatina della
Norma — Casta Diva — 1’ aria del Trova-
Ifjyg — Di quella pira — ed altri pezzi,
furono eseguiti con quel balocco da bambini,
in modo magistrale. Non si poteva compren-
dere come il Picchi potesse ottenere si sor-
prendenti effetti da un istrumento si ingrato,
e sul quale appena quattro dita trovano
spazio. La maggior parte degli applausi in
questa serata fu pel cieco, la minore pel
Polet^. 28
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— 436 —
28 Aprile — Dopo il secondo atto della
Violetta e dopo il ballo il suddetto Taffurelli
suonò una Fantasia sopra motivi dell’opera
i Due Foscari, ed il tema e variazioni sul
Carnevale di Venezia.
1855. — 22 Maggio — Serata a benefìzio
della cassa di Sovvenzione pei filarmonici
Modenesi. Fra gli atti dell’ Opera fu eseguita
una gran Sinfonia scritta appositamente dal
Maestro Isidoro Bossi. L’ introito netto della
Serata fu di L. 210, 82.
1855. — 2 Giugno — Prima recita della
Compagnia Drammatica Romana di Luigi
Domeniconi diretta dall’artista Antonio Stac-
chin che sosteneva le parti di primo attore.
In essa oltre il nominato direttore distin-
guevansi per merito
Laura Bon — Prima attrice.
Gaetanina Colombino — Prima amo-
rosa.
Gian Paolo Callout — Caratterista.
1855. — 3 Novembre — Corso di 30
rappresentazioni comiche della Compagnia
Miutti- Mazzola diretta da Giovanni Pisenti.
Gli Artisti primarii erano:
Claudia Miulti — Prima attrice.
Angela Marini — Amorosa.
Verardini Enrico — Primo attore.
Cesare Mazzola — Brillante.
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— 437 —
27 Novembre — La Marini dilettavasi
anche di musica, e nella sera di sua bene-
ficiata cantò con accompagnamento d’ Or-
chestra una Romanza del Maestro Rìcci.
1855. — 10 Dicembre — Fra gli atti
della produzione comica il Vecchio Caporale
1 professore G. Briccialdi flautista eseguì
una fantasia ed un capriccio con molta mae-
stria.
11 Dicembre — Serata del primo attore
Verardini.
12 Dicembre — In tal sera fu esposta
una farsa in due atti del D.' Paolo Ferrari
col titolo — Insistenza Vince Ostinazione
— tratta dalla farsa del medesimo — La
Sgnora Zvana e al Sgnor Zemian.
13 Dicembre — Ultima recita della Com-
pagnia Miniti- Mazzola. 11 Briccialdi animato
dal cortese accoglimento avuto dal Pubblico
Modenese si produsse di bel nuovo eseguendo
brillanti pezzi con flauto.
Carnevale 1855-56 — La Compagnia di
Canto di questa stagione era composta delle
seguenti prime parti:
Prima donna — Carlotta Lorenzetti.
Tenore — Giovanni Giorgietti.
Baritono — Emilio Rossi-Corsi.
Basso-comico — Cesare Bellincioni.
Con diversi comprimarii, ed i soliti 30
coristi d’ ambo i sessi.
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— 438 —
Compagnia di Ballo.
Coppia danzante
Vincenzina Bertucci — Celestino De-Martini
Altra prima ballerina italiana
Paolina Wieland.
Mimi — Clementina De-Martini — Felice
Sciaccaluga — Bernardo Mazzoni — ed S
ballerine di mezzo carattere e 6 di con-
certo.
26 Dicembre — I suddetti artisti ese-
guirono r opera Leonora del Maestro Mer-
cadante ed un divertimento di ballo del Co-
reografo Sciaccaluga col titolo la Silfide.
Lo spettacolo non soddisfece le esigenze del
Pubblico, per cui l’ Impresario mentre si
occupava di provedere alla scrittura di un
altra prima Donna, annunziò pel 30 dicembre
la produzione dello stesso spettacolo con
aggiunta di pezzi musicali e ballabili diversi.
1856. — 9 Gennaio — Andò in iscena il
dramma buffo del Maestro Donizetti — Don
Pasquale — colla comparsa della nuova
prima donna Carolina Mongini. L’ Opera fu
applaudita.
14 Gennaio — Fra gli atti dell’ Opera il
cieco Tommaso Fasano di Napoli, Professore
di clarino, diede un concerto. A suo profitto
— 439 —
erano riservate soltanto le offerte spontanee
degli accorrenti nel bacile alla porta d’ in-
gresso.
Seguitava sempre a darsi il Ballo la Sil-
fide.
17 Gennaio — Altro concerto istrumen-
tale e vocale eseguito, fra gli atti del Don
Pasquale e dopo il ballo la Silfide, dai co-
niugi Zani de’ Ferranti. Il marito era un
valente suonatore di chitarra al servizio
del Re dei Belgi, e la moglie Eufemia Wit-
tman una distinta virtuosa di canto.
24 Gennaio — Ultima recita dell’ opera
Don Pasquale col secondo ballo della sta-
gione Zora e Tamas del Coreografo Sciac-
caluga. In detta sera fu ripetuto l’applaudito
secondo atto del Ballo Esmeralda particolar
fatica della prima ballerina Vincenzina Ber-
tucci in unione al suo compagno De- Mar-
tini.
25 Gennaio — Dopo 1’ opera festa di
ballo mascherata il cui introito netto fu de-
stinato per metà a profitto degli Orfani per
causa del Cholera.
26 Gennaio — Prima rappresentazione
dell’ opera — / Falsi Monetari — ovvero
D. Eutichio e Sinforosa musica del Maestro
Lssuro Rossi. La parte di Sinforosa fu so-
stenuta dalla sucitata prima donna Carlotta
Lorenzetti.
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— 440 —
Vi furono i soliti veglioni negli ultimi
giorni di carnevale, e le ultime due recite
della stagione ebbero luogo nei giorni 9 e 10
febbraio primo sabato e prima domenica di
quaresima.
1856, — 2 Marzo, — L’ agenzia teatrale
Modenese di Achille AUprandi e socio ap-
prestò in detta sera un Accademia vocale
ed istrumentale a totale benefìzio degli Or-
fani pel Cholera, nella quale oltre due sin-
fonie eseguite dall’ orchestra cantarono di-
verse Arie e duetti la Carolina Moreschi ed
Ercole Antico. Il violinista Carlo Ferrari
suonò una fantasia sui motivi della Lucrezia
Borgia, ed il finale della Lucia di Lammer-
moor. Quello poi che rese più interessante
questo trattenimento musicale fu il gentile
intervento dal Signor Gio: Battista Ferrari
socio onorario dell’ Accademia filarmonica di
Modena il quale sulla chitarra - decacordo
esegui una scena ed aria di sua composi-
zione, e la sinfonia della Semiramide di Ros-
sini da lui ridotta pel difficile istrumento che
esso trattava con somma maestria.
1856. — 6 Marzo — Monsieur Auboin-
Brunet Professore Fisico e Prestigiatore del
Palazzo Reale di Parigi, che vantavasi nel-
r avviso o programma della rappresentazione
eh’ era per dare nel Teatro Comunale di Mo-
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— 441 —
dena d’essere stato delegato dairAccademia
di Parigi a prodursi alla presenza della Re-
gina Vittoria a Windsor ed a Londra, diede
un variato trattenimento rallegrato da scelti
pezzi da musica.
24 Marzo. — Corso di commedie dato
dalla Compagnia dell’artista Francesco Col-
tellini, il quale rappresentava le parti di
carattere. La prima donna era Claudia Miniti.
che nell’ autunno antecedente era stata in
Modena, il primo attore Antonio Feoli. Molto
numeroso era il personale di questa compa-
gnia; ma per brevità, non ricorderemo alcun
altro all’ infuori d’ uno dei tre che sostene-
vano le parti brillanti cioè Francesco Gai'
Umberti nostro Modenese, il quale aveva
mosso i primi passi nella carriera dramma-
tica nel privato teatro Favini, carriera che
poscia ha abbandonato.
Parlammo già (vedi sotto la data 15 set-
tembre 1852) degl’ Impresari che condussero
il nostro teatro Comunale sino al dicembre
1855. Nella successiva stagione invernale
l’Impresa fu tenuta da Ercole Tinti, inforza
di contratto straordinario; ma alli 25 Aprile
1856 il Comune di Modena aprì un annuale
appalto d’impresa, che fu assunto dallo stesso
Tinti.
1856. — 27 Aprile — La Marietta Sola
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— 442 —
modenese che in addietro avea calcato questo
scene, invitò i suoi concittadini ad una Ac~
caderaia, alla quale presero parte, oltre la
suddetta, i cantanti Luigi Guadagnine ed
Arcangelo Crociani, non che i professori
dell’ orchestra ed Antonio Manfredini violi-
nista d’ anni 9.
1856. — 31 Maggio — Concerto di chi-
tarra-decacordo di Giambattista Ferrari. An-
che in questo si prestarono gentilmente i
professori d’ orchestra, il direttore della
quale prof. Antonio Sighicelli distintissimo
violinista ed Alfonso Ferrari suonatore di
Piano, eseguirono un pezzo musicale col ti-
tolo Rimembranze del Rigoletto.
Il bravo chitarrista G. B. Ferrari, come
giÀ nell’Accademia data su questo teatro li
2 marzo antecedente riportò molti applausi,
ed ebbe così manifesta prova del pieno ag-
gradimento de’ suoi concittadini. Ci piace
qui riportare i titoli di alcuni fra i pezzi
eseguiti dal Ferrari sul Decacordo.
Bouquet aiuo Dames — Gran fantasia
su motivi di Bellini.
Addio alV amante e partenza del co-
scritto, scena di villaggio con danza campe-
stre, e imitazioni di campana, tamburi, banda
e trombe.
1856. — 1 Novembre — Prima recita
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— 443 —
della Drammatica Compagnia Lombarda con-
dotta da Zamarini e Soci diretta da Lu^i
Aliprandi^ che diede un corso di 30 ra|>-
presentazioni in abbonamento. Daremo al
solito i nomi dei principali artisti:
Siena Pieri-Tiozzo — Prima attrice.
Antonietta Zamarini — Amorosa.
Luigi Aliprandi — Primo attore.
Antonio Papadopoli — Caratterista.
Salvatore Rosa — Brillante.
Stagione del Carnevale 1856-57.
Compagnia di Canto.
Prima donna — Virginia Pozzi.
Tenore — Guglielmo Fedor.
Baritono — Francesco Fatar.
Basso — Giovanbattista Amici.
Compagnia di. Ballo.
Celebrità danzante e mima assoluta
Augusta Maytoood.
Coreografo — Filippo Termanini.
Primo ballerino — Giuseppe Ramacini.
Primi mimi assoluti.
Reparata Rostagno e Filippo Termanini
saddetto.
Prima ballerina danzante — Carolina
Weiland.
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— 444 —
Con 6 prime ballerine italiane e 32 bal-
lerini di mezzo carattere e di concerto del-
r uno e dell’ altro sesso.
1856, — 27 Dicembre — Prima sera di
spettacolo. Opera i Due Foscari del Maestro
Verdi. Ballo Rita Gautier. Tanto 1’ una che
r altro incontrarono il pubblico aggradi-
mento; ma specialmente il ballo in grazia
della bravura della Maywood. esimia balle-
rina, ed eccellente mima.
1857. — 1 Gennaio — Essendo indisposto
il primo tenore Fedor ebbe luogo una rap-
presentazione straordinaria, con sospensione
d’ abbonamento, nella quale fu eseguito sol-
tanto il ballo Rita Gautier.
4 Gennaio — Fu rappresentata 1’ opera
i Due Foscari nella quale si produsse Au-
gusto Fellini, in sostituzione del baritono
Fatar. Il tenore Fedor ammalato non vi
prese parte, e furono quindi ommessi tutti
quei pezzi nei quali avrebbe dovuto cantare.
Per compensare tale mancanza la prima
donna Pozzi eseguì la Cavatina di Rosina
nel Barbiere di Siviglia.
10 Gennaio — La seconda opera pro-
messa, i Fidanzati del Maestro Achille Peri
Reggiano, essendo ancora in concerto, fu in
tal sera o per alcune altre rappresentata la
Sonnambula del Bellini. La interpretarono
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— 445 —
la Pozzi il Pellini ed Alberto Bozzetti, il
quale dopo la terza rappresentazione sciolse
il contratto che lo legava all’ Impresa.
1857. — 17 Gennaio — Fu data l’intera
opera i Due Foscari producendosi il nuovo
tenore assoluto scritturato Tito Palmieri.
Continuava sempre a rappresentarsi 1’ ap-
plauditissimo ballo Rita Gautier.
1857. — 4 Febbraio — Beneficiata di
Augusta Maytoood.
I palchi di 5 fila si vendettero in tal sera
a L. 30, e non si poterono soddisfare tutte
le domande di posti d’ Orchestra.
L’ incasso della serata fu d’ italiane Lire
1650, 12.
Dai loggioni nel momento dei più fervidi
applausi cadde una pioggia di poesie e di
epigrafi, le quali tributavano all’ inarrivabile
danzatrice all’ inimitabile mima gli entusia-
stici sensi di un popolo meravigliosamente
dilettato.
• ( Parole d' una delle ricordate epigrafi )
10 Febbraio — Finalmente andò in iscena
la sucitata opera del Peri i Fidanzati che
piacque.
Si rappresentò il secondo ballo della
stagione l’ Esmeralda di Perròty posto in
iscena dal Termanini, nel quale la rinomata
Maytoood ebbe maggior campo di far valere
la potenza del suo gesto.
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— 446 —
Le Imperiali Reali Apostoliche Maestà
deir Imperatore Francesco Giuseppe I e del-
r Imperatrice Elisabetta sul principiare del-
r anno 1857 vennero in Italia, e per due
mesi circa dimorarono nel Regno Lombardo
Veneto dove per aifezionarsi i loro sudditi
mostraronsi generosi coi poveri, beneficarono
gli ospedali ed altri pubblici stabilimenti, e
bandirono amnistie. Ciò però non spense la
naturale tendenza del popolo all’ indipen-
denza nazionale, e non impedì che le armi
e la diplomazia nel 1859 e nel 1866 riunis-
sero sotto un solo scettro quella bella parte
de’ dominii di casa d’ Austria al Regno Ita-
liano.
Durante il lungo soggiorno della coppia
Imperiale a Milano il Duca di Modena si
lusingò d’ averla ospite in Modena, e fra
gli altri preparativi fatti pep la sperata loro
presenza in questa città il Maestro Ales-
sandro G andini aveva messa in musica una
cantata a cui avrebbero preso parte la prima
donna Virginia Pozzi, e l’intiero corpo dei
Coristi. Quella avrebbe raffigurato il Genio
di Modena, gli altri gli abitanti di diverse
nazioni di cui si compone 1’ Impero d'Au-
stria.
Gl’ Imperiali coniugi, non sappiamo per
quali cause, non accettarono l’ invito de)
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— 447 —
Duca Francesco V loro parente, e perciò
non potè aver luogo la detta cantata nel
teatro Comunale se non in forma aifatto
privata, e coll’ intervento della R. Corte del
Corpo Municipale e di pochissimi invitati
dal Comune e dal Maestro Gandini.
La cantata fu eseguita salvo errore la
sera del 20 febbraio 1857, e le spese rela-
tive importarono It. L. 800 circa, dello quali
L. 130 furono impiegate in un oggetto di
oreficeria regalato alla Pozzi.
1857. — 1 Marzo — Prima domenica di
<luaresima. ultima recita della stagione.
Numerosissimo fu il concorso al teatro, e
vivissimi applausi furono prodigati a tutti
gli artisti. Furono venduti 947 biglietti di
ingresso, 210 d’ orchestra, 250 di loggione,
e r incasso totale fu L. 1384.
La consuetudine porta che l’ultima rap-
presentazione dello spettacolo sia in abbo-
namento, e così fu in quest’ anno. Diversa-
ménte r incasso sarebbe stato maggiore,
giacché il numero degli abbonati saliva alla
cifra di 500. Fra le persone che popolavano
il teatro 100 v’ intervennero gratis.
L’ impresario Ercole Tinti per 1’ allesti-
mento dello spettacolo del carnevale 1856 57
ebbe dal Comune L. 26,500. PiU fortunato
del suo antecessore guadagnò in detta sta-
gione più di L. 5000.
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— 448 —
Nanettx Casimiro per la stagione di pri-
mavera dell’anno 1857 allestì nel Comunale
teatro di questa città uno spettacolo con-
sistente in due opere buffe. Scritturò a tal
effetto la sottonotata compagnia di canto.
Prima donna — Elisa Lipparini
Tenore — Achille Errani.
Baritono — Luigi Ferrario.
Basso — Raimondo Buffagni.
Buffo — Zamhelli Giovanni.
28 Marzo — Pipelet melodramma giocoso
del M° S. A. De-Ferrari.
1857. — 2 Maggio — Crespino e la Co-
mare dei Maestri Fratelli Ricci.
Queste due opere eseguite dai suddetti
artisti furono ben accette al pubblico, il
quale colla frequenza al teatro mostrò d’es*
seme soddisfatto.
16 Maggio — La compagnia Drammatica
Lombarda diede principio nella contro se-
gnata sera ad un corso di scelte rappresen-
tazioni. Era dessa composta dei soggetti* qui
appresso nominati.
Giuseppina Zuanetti Aliprandi — Pri-
ma attrice.
Amalia Maj croni Tassani — Prima don-
na giovine.
Enrichetta Casilini — Seconda donna.
Marianna Torta — Prima amorosa.
Dìgìtìzed by
— 449 —
Luigi Aliprandi — Primo attore con-
duttore e direttore della compagnia.
Giuseppe Buonamici — Primo attore
giovane.
Domenico Cesari — Brillante.
Antonio Papadopoli — Caratterista e
promiscuo ed altri 20 artisti.
1857. — 15 Giugno — Tombola in piazza
assicurata in Austriache Lire 1905 ripartite
in varii premii. Ne assunse l’ impresa il sud-
detto direttore della compagnia Lombarda,
la quale alla sera diede una rappresentazione
drammatica.
1857. — Ottobre — Breve Corso di
Commedie dato dalla compagnia di Giovanni
Battista Zappetti. Questi sosteneva le parti
comiche e di carattere. Alamanno Morelli
era il primo attore ed insieme il direttore
della compagnia. Leonilde Velli la prima
attrice, Luigi Gattinelli il brillante.
1857. — 2 Novembre — Coloro fra Mo-
denesi, che prendevan diletto dalle comiche
rappresentazioni, non mancarono nel corso
dell’ anno 1857 di questo geniale diverti-
mento; giacché tre compagnie drammatiche
successivamente agirono al nostro teatro
Comunale. Due le abbiamo ricordate, quelle
cioè dirette dagli artisti Aliprandi e Morelli:
ora parleremo dell’ altra condotta e diretta
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— 480 —
da Givmnni Leigheb, che diede più di 30
rappresentazioni in detto teatro nella sta-
gione autunnale.
Ecco i nomi principali del personale ar-
tistico.
Annetta Pedrettì — Prima attrice.
Francesco Sterni — Primo attore.
Costantino VenturoU — Caratterista.
Giovanni Leigheh — Brillante.
I detti artisti coadiuvati dal resto della
compagnia eseguirono alcune novità teatrali,
seppero sempre mantener popolato il teatro,
e riscossero applausi.
1857. — 29 Novembre — Fra gli atti
della commedia la Cieca di Sorrento data
dalla Compagnia Leigheh il giovinetto Man-
fredini Antonio esegui sul violino due temi
con variazioni composti dal Signor Carlo
Barbi.
Quel fanciullo, che ricevette applausi di
incoraggiamento nell’ accademia data li 27
aprile dell’ anno antecedente, anche questa
volta ebbe segni d’ approvazione.
1857. — 2 Dicembre — 11 Dottor Paolo
Ferrari affidò alla compagnia Leigheh la
esecuzione di un suo lavoro drammatico di
cui curò egli stesso la messa in scena. Era
questo La Satira e Parini commedia storica
in 4 atti, ognuno de’ quali offriva un pìccolo
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— m —
•quadro dei quattro canti del Poema Pari-
niano: il primo atto compendiava il Mattino
■con la Toletta del giovine Signore, il se-
condo il Mezzogiorno col Pranzo illustre, il
terzo il Vespro col Passeggio, il quarto la
Notte colla Conversazime. La commedia scrit-
ta in eleganti martelliani, fu ascoltata con
attenzione, ed applaudita con entusiasmo. Il
Marchese Colombi, uno dei personaggi di
questa commedia, è divenuto proverbiale.
12 Dicembre — Fra gli atti della com-
' media, rappresentata in questa sera dalla
suddetta compagnia, le rinomate violiniste
Virginia e Carolina Femi diedero un con-
certo. La Carolina eseguì una Fantasia col
titolo la Figlia del Reggimento, la Virginia
un’ altra Fantasia di Artot sopra motivi della
Sonnambula e del Pirata, entrambe poi
suonarono a due violini una gran Sinfonia
concertata, ed il Carnevale di Venezia. Lo
entusiasmo che destarono queste due vez-
zose ed abilissime suonatrici fu grande, e
uon. solo si manifestò con frenetici battimani
nel teatro; ma dopo lo spettacolo i giovani
ammiratori delle Femi, recatisi presso lo
Albergo del Leopardo, dov’ erano alloggiate,
con vive acclamazioni le festeggiarono, nè
dipartironsi se non dopocchè desse, coll’ af-
facciarsi al balcone, mostrarono d’ aggradire
la spontanea ovazione. 29
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— 452 —
1857. — 26 Dicembre — S’ inaugurò la
stagione di carnevale coll! opera del Maestro
Enrico Petrella — L’Assedio di Leida — • e
col ballo di Rota — Un fallo — con musica
dei Maestri Muzzi e Oiorza.
Daremo r elenco de’ principali artisti che
agirono in questo spettacolo.
Prima donna — Enrichetta Weiser.
Tenore — Antonio Prudenza.
Baritono — Francesco Massiani.
Basso — Carlo Zucchelli.
Primi ballerini di rango francese
'Annetta Orsini — Valentino Cappon.
Primi mimi
Gesualda Montani — Lodovico Montani
— Bortolo Sani — Giuseppe Bini coreografo
riproduttore dei balli, con altri mimi, 6 pri-
me ballerine italiane ed oltre 40 primi e
secondi ballerini e ballerino di mezzo ca-
rattere.
Lo spettacolo per ogni riguardo scelto
e decoroso incontrò il pubblico favore.
1858. — 1 Gennaio — .L’ entusiasmo
destato nei Modenesi dalle sorelle Perni
col concerto del 12 dicembre del caduto
anno indusse le esimie violiniste a darne in
tal sera un secondo. Si produssero in unione
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— 453 —
ai cantanti dell’ Opera in corso, i quali can-
tarono «variati pezzi musicali. Le Perni ese-
guirono con ammirabile precisione e senti-
mento diverso fantasie ed altro composizioni
di Bach e di Aland.
Il prezzo d’ ingresso alla platea e palchi,
che ordinariamente era di L. 1 italiana, in
tal sera fu portato a L. 1, 44. Essendo il
primo giorno dell’ anno, il teatro, secondo
il consueto, fu illuminato a giorno.
L’ esito del gran concerto vocale ed i-
strumentale suddetto fu ottimo: se la Weiser
il Pruderisa, il Masnani e il Zucchelli furono
applauditi, la Virginia e Carolina Perni fu-
rono applauditissime, e di più in loro onore
venne stampato un sonetto.
14 Gennaio — La seconda opera scelta
per la stagione fu 1’ Emani del Maestro
Verdi interpretata dai sucitati artisti.
23 Gennaio — Secondo Ballo del coreo-
grafo Bota con musica del Maestro Madoglio
— Jl Giuocatore.
Per questo nuovo ballo 1’ Impresa scrit-
turò la celebrità danzante Sofia Fuoco che
per la terza volta compariva su queste scene.
La bravura della Fuoco, e la precisa esecu-
zione di alcuni stupendi ballabili trassero il
pubblico a clamorose dimostrazioni d' aggra-
dimento.
— 454 —
1858. — 4 Febbraio — Serata del tenore
Vi'udenzu. Oltre 1’ esecuzione parzi£^e del-
r Emani ebbe luogo 1’ atto terzo dei Lom-
bardi.
La stagione si chiuse colla Domenica 21
Febbraio.
Gli ammiratori dell’ esimia cantante En-
richetla Weiser fecero eseguire in Modena
il suo ritratto. Fu questo litografato nello
studio Goldoni sopra disegno del bravo pit-
tore Modenese Giovanni TassU il quale nel
1854 aveva colorito al vero il bel gruppo
di statue del celebre plastico Guido Maz-
zoni^ che si ammira nella Chiesa di S. Gio-
vanni Battista in Modena. Mori il Tassi im*
maturamente a Torino nel gennaio 1866.
L’ impresa del teatro Comunale nella
stagione invernale 1857-58 fu assunta dai
socii Savi e Walpot. Compresa la dote di
L. 35000 incassarono L. 73406,34 ne spesero
91872,30: e quindi ebbero una perdita di
L. 18465,96.
1858. — 23 Febbraio — Prima rappre-
sentazione data dalla Compagnia Mimo-pla-
stico-ginnastica dirotta dagli artisti Eugenio
Averino'e Leopoldo Giovanardi e composta
di 16 individui.
Questa compagnia intrattenne il Pubblico
con danze sulla corda, quadri plastici e
pantomime.
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— 4»8 —
Dal 6 marzo in avanti si aumentò di sei
nuovi artisti, e quindi le rappresentazioni
furono più variate e le pantomime più gran-
diose.
Chiuse il corso de’ suoi esercizi la sera
del 14 marzo.
1858. — 19 e 20 Marzo — Antonio Grassi
noto prestigiatore nelle due controcitate
sere, invitò i Modenesi ad un trattenimento
di ventrilocuzione dantilomanzia, e trasfor-
mazioni. In unione al medesimo agiva Romeo
suo figlio quattordicenne.
1858. — 5 Aprile — Corso di rappre-
sentazioni drammatiche dato dalla compagnia
Nazionale Subalpina diretta da Luigi Ro-
botti nel personale artistico della quale fi.
guravano fra le attrici
Antonietta Robotli — Tassani Amalia
— Vestri Luigia — Bernieri Teresa di Cor-
reggio. della quale artista si è già parlato
in questa Cronistoria.
Fra gli attori distinguevansi
Vestri Gaetano — Diligenti Angelo —
Rosa Salvatore.
1858. — Maggio — Il Profeta grandiosa
opera-ballo del Maestro Meyerbeer cantata
dagli artisti sotto nominati.
Giulia Sanchiolì — Luigia Rolaiidini —
Agostino Pagnoni — Guglielmo Giordani —
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— m -
Luigi Rossi — Raimondo Buffagni — Ari'
ionio Galletti.
. I ballabili diretti dal coreagrafo Giuseppe
Lasina erano eseguiti da quattro prime bal-
lerine italiane, e da sedici ballerini di mezzo
carattere d’ ambo i sessi.
A questo spettacolo messo in iscena con
lusso, ed interpretato mirabilmente il pub-
blico per molte sere accorse numeroso, com-
movendosi alle sublimi ispirazioni del Meyer-
heer ed applaudendo ai bravi cantanti, ma
specialmente alla Sanchioli, che colla robu-
sta sua voce di contralto, e con una per-
fetta azione drammatica rendeva interessan-
tissima la parte da lei sostenuta.
1858 — 17 Giugno — La seconda Opera
di questa stagione fu il Trovatore di Verdi
già. rapprosantato su queste scene; ma che
iiullameno riscosse la generale approvazione
per la bravura dei sottonoraiuati artisti ai
quali ne fu affidata 1’ esecuzione:
Luigia Ponti — Leonora.
La Sanchioli suddetta — Azucena,
Antonio Carapia — Conte di Luna.
T'incenzo Sarti — tenore di cartello —
Manrico. .
Luigi Rossi — Ferrando.
Ed altre buone seconde parti.
La comparsa del tenore Sarti fece salire
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— 457 —
il prezzo del viglietto d’ ingresso alla platea
e palchi da una lira a lire it. 1, 44.
26 Giugno — Fu data V opera il Trovato-
re omettendo nel terzo atto il Coro ed 11
Terzetto. Per compenso fu eseguita dalla
Cecilia Paini una gran fantasia per arpa
‘sopra motivi dell’opera il Mosè composizione
di E. Parish Alvar, e la Sanchioli coll’ altra
prima donna Oiuseppina Zangheri cantarono
la gran scena e il finale dell’ opera Giulietta
e Romeo del Maestro Vaccai.
1858. — 27 Giugno — Ultima rappre-
sentazione della stagione.
L’ impresario Lorenzo Corti di Ferrara
per questo spettacolo di cui abbiamo parlato
ebbe in dote 25000 lire, ed in 24 rappre-
sentazioni (17 del Profeta e 7 del Trovatore)
incassò L. 21230, 68. Il totale incasso fu
• quindi di L. 46230,68. Le spese serali am-
montarono ad oltre L. 9000, ma quelle della
compagnia di canto scenario vestiario e
musica ci sono ignote, e perciò non possiamo
dare il relativo bilancio completo.
Il Maestro Alessandro Gandini essendo
stato nel 1858 e 1859' Conservatore del Co-
piune, per la conosciuta sua intelligenza e
pratica nelle cose teatrali, fu sempre a quel
tempo con vantaggio del Municipio e del
Pubblico interpellato, ed ascoltato.
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— 488 —
1858. — 3 Luglio — La compagnia a»
crobatica fantastica Chiarini di passaggìo-
per Modena offrì un variato trattenimento-
con pantomime.
13 Luglio — Corso di 12 rappresenta-
zioni dato dalla compagnia dell’artiata G. B..
Zappetti ed inaugurato in tal sera colla
commedia di Riccardo Castelvecchio allora
nuovissima — La Donna Romantica ed il
Medico Omeopatico.
Nell’ autunno dell’ 1858 la drammatica
compagnia Lombarda condotta da Zamarini
e socio agi nel nostro Teatro Comunale.
Elenco degli ArtistL
Prima donna — Carolina Caracciolo
Ajudi.
Amorosa — Zamarini Antonietta.
Madre nobile — ^ Zamarini GiovanninaS
Primo attore — Carlo Lollio.
Caratterista — Fortunati Filippo.
Amoroso — Alessandro Grisanti.
Brillante — Amilcare Ajudi.
Generico — Filippo Parducci.
Questa compagnia, che oltre i sopra no-
minati annoverava nel suo personale altri
18 individui, diede 32 recito in abbonamento ,
eseguite con non comune bravura.
La prima recita ebbe luogo il 2 na-
vembre.
DìgilizecL
— 489 —
Fra gli atti delle commedie rappresentate
dalla Compagnia Lombarda si produssero-
alcuni cantanti e suonatori de’ quali fareme
memoria.
1858. — 15 Novembre — Cleofe Man-
nini prima donna, Stefano Tedeschi baritono •
Modenese ed il buffo comico Lodovico Man-
nini cantarono alcuni pezzi del Don Procopio^
dei Due Foscari e della Lucia di Lammer-
moor.
18 Novembre — I fratelli Guglielmo e
Carlo Andreoli valentissimi suonatori di pia-
noforte prima di allontanarsi nuovamente
dalla patria per le loro pellegrinazioni arti-
stiche, aderendo alle brame de’ loro Mece-
nati, fra quali ci piace rammentare il testé
defunto. Marchese Raimondo Montecuccoli’
Laderchi, eseguirono varii pezzi di compo-
sizione di A. Fumagalli.
1858. — 2 Dicembre — Beneficiata del
primo attore C. Lollio il quale, come dilet-
tante, cantò la cavatina per baritono nell’o-
pera i Masnadieri con accompagnamento di.
orchestra. In detta sera la giovine esordiente
Chiara Castelvecchio per favorire il benefi-
ciato recitò un racconto poetico di Arnaldo-
Fusinato.
11 Dicembre — Serata della prima at-
trice Carolina Caracciolo Ajudi. Fu rappre-
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— 460 —
sentata dalla compagnia Lombarda — U In-
dovina — nuovissima produzione scritta dalla
Signora Maria Teresa Ferrari Bosi fra i
poeti Corinna Felsinea.
. 13 Dicembre — Ultima recita a benefizio
del succitato baritono Tedeschi.
. 26 Dicembre — Secondo il solito in tal
sera ebbe cominciamento lo spettacolo di
carnevale, che fu inaugurato coll’ opera —
Lida di Granata — del Maestro G. Apollonia
od il ballo Beatrice di Gand del Coreografo
A. Cortese,
Artisti di Canto.
Prima donna — Ghita Ottonelli Bre-
sciani.
Tenore — Tito Palmieri.
Baritono — Gaetano Giori.
Basso — Luigi Venerandi.
Con diversi comprimarii.
Artisti di ballo.
Prima ballerina d’ obbligo mimo-danzante
Amina Boschetti.
Primo ballerino di rango francese
V Luigi Montella.
Prima ballerina italiana
Odustppina Pratesi.
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— 461 —
Sei mimi, e 32 ballerini di mezzo ca-
rattere d’ ambo i sessi.
Tanto r Opera che il Ballo, pel merito
di alcuni de’ primarii artisti suaccennati, in*
contro il pubblico favore; il concorso- però
al teatro non fu quale meritava l’apprestato
spettacolo, in causa delle preoccupazioni
politiche che agitavano gli animi de’ citta-
dini.
1859. — 11 Gennaio — Andò in iscena
un nuovo balletto di mezzo carattere — La
forosetta soldato — del coreografo Pratesi.
La Boschetti, nel grazioso costume di
soldato fece spiccare il suo brio e la sua
disinvoltura, come nel ballo grande Beatrice
di Gand, che pure fu dato sebbene non in-
tero in tal sera, si fece ammirare ballerina
di buona scuola. Seguitava sempre a darsi
Lida di. Granata. .
25 Gennaio , — Prima rappresentazione
dell’ Opera la Straniera del Maestro Bellini
interpretata dagli stessi soggetti che rap-
presentarono r Opera antecedente: ad essi
però venne aggiunta la Marietta Amadio.
La Straniera non incontrò; nullameno fu
data per altre, sere sostituendo provisoria-
mente alla Ottonellù Bresciani 1’ altra prima
donna Benedetta - ColleonvCorii.
1859. — 12 Febbraio' — Per due setti-
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462 —
roane circa si andarono alternando le sud-
dette Opere colla prima donna provvisoria;,
roa scritturati alfine i due nuovi artisti Luigia
Ahhadia e Spiga Lodovico potè andare in
iscena il Poliuto del Maestro Donizetti spar-
tito che assai fu aggradito dal pubblico.
17 Febbraio — Il secondo ballo della
stagione — La Capanna di Tom — del co-
reografo G. Rota riprodotto da F. Pratesi
ebbe la sua prima rappresentazione nella
sera indicata.
21 Febbraio — Straordinaria festa da
ballo mascherata
Il biglietto d’ingresso costava 3 lire aa-
striache: ciò non ostante il concorso fu di-
screto.
1859. — 3 Marzo — Serata della prima
ballerina Amina Boschetti. Furono dati due
atti del Poliuto^ il ballo grande la Capanna
di Tom ed il divertimento danzante — La
Rasiera — nel quale oltre il passo a due la
Beneficiata esegui ancora colle prime bal-
lerine italiane Giuseppina Pratesi e Carolina
Saverni un applaudito passo a tre.
L’ introito intero della serata ( Italiane^
L. 1192,79) giusta i patti di scrittura, fu
consegnato alla Boschetti.
6 Marzo -—Ultima domenica di carnevale.
Rappresentazione d'opera e ballo, indi grauda
— 463 —
Veglione mascherato. Poco fu il concorso a
questo veglione in causa di alcuni viglietti
sparsi per la città, nei quali s’ invitavano i
Modenesi a non andare nè a corsi nè a ve-
glioni per fare una dimostrazione in senso
ostile al governo. L’ impresario introitò sol-
tanto It. L. 258, compresi alcuni viglietti
mandatigli a casa.
7 Marzo — Lunedi. Ultimo veglione. Lo
incasso fu anche minore dell’ antecedente
non essendo stato che d’ It. L. 236.
8 Marzo — Serata della prima donna
assoluta Luigia Abbadia la quale esegui al-
cune variazioni dell’ opera Cenerentola con
coro ed accompagnamento d’ Orchestra.
Toccarono all’ Abbadia L. 368, 19 metà
del totale incasso fatto.
12 e 13 Marzo ■— Primo sabato e prima
domenica di Quaresima. Ck>u queste due
rappresentazioni, nelle quali furono dati va-
riati spettacoli d’ opera e ballo, si chiuse la
stagione del carnevale 1858-59.
L’ impresario Lorenzo Corti per lo spet-
tacolo di primavera scritturò la seguente
compagnia di canto.
Prima donna — Sofia Vera Lorini.
Tenore — Francesco Mazzoimi.
Baritono — Carlo Visai.
Basso — Marco Chini.
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— 464 —
Coi rispettivi comprimarii e seconda
parti.
1859, — 9 Maggio — Andò in iscena
r Araldo del Maestro Verdi. Benché lo spet-
tacolo apprestato fosse buono, il teatro non
era frequentato; giacché gli atteggiamenti
guerreschi delle potenze, le aspirazioni di
alcuni, i timori di altri troppo preoccupavano
gli animi de’ Modenesi, e li rendevano alieni
dai scenici trattenimenti. L’ Araldo fu rap-
presentato tre volte, poi si chiuse il teatro
essendo fuggito l’ impresario. Questi chiese
più tardi compensi al Comune; ma gli furono
negati.
Le sorti d’Italia in questa epoca memo-
randa stavansi per decidere sui cruenti campi
di battaglia in Lombardia. Il Duca France-
sco V alle 5 antemeridiane del 11 giugno
1859 abbandonò la città di Modena, che sino
dal 1598 era stata la capitale de’ dominii
Estensi, e con esso se ne allontanarono le
sue truppe, la guarnigione Austriaca, e pa-
recchie famiglie ed indivìdui per impieghi
od affezione attaccati all’ Austro Estense.
Basti aver ciò ricordato per quanto può
avere riferimento alla storia del teatro di
cui ci occupiamo, e così pure nulla aggiun-
geremo circa i successivi avvenimenti poli-
tici di queste provincie se non in quanto ci
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— 465 —
possano dar materia all’ argomento che trat-
tiamo.
1859. — 3 Luglio — Accademia vocale
ed istrumeutale a benefizio delle famiglie
dei .contingenti per la guerra dell’ Indipen-
denza Italiana.
Il professore Carlo eseguì colla
conosciuta sua bravura tre scelti pezzi sul
pianoforte cioè; La buona ventura canzone
andalusa di Yradier variata da A. Fumagalli,
le hananier canzone dei negri di L. Cott-
schalk, ed una grande fantasia del Fuma-
galli su motivi della Norma.
Alessandro Meschieri diede un concerto
di clarino.
I Coristi cantarono un Inno Nazionale
appositamente musicato dal Maestro Rossi
con parole della Marchesa Bernardi.
I virtuosi di canto Marietta Corticelli e
Proni Filippo si produssero in duetti ed
arie di opere del Maestro Verdi.
L’ Andreoli., 1’ Orchestra, i Coristi e gli
inservienti del teatro si prestarono gentil-
mente.
Questa Accademia era stata annunziata
pel 23 giugno antecedente, ed indi sospesa
per indisposizione di alcuni professori della
orchestra.
L’ incasso netto da spese risultò di it*
L. 222, 90. *
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— 4^66 —
1859. — 24 Luglio — La 'banda dei
[granatieri Toscani diretta dall’ esimio prof.
Enea Brizzi, 1’ orchestra, i cantanti Bellin-
doni Gambetti e Mistrali. e le ballerine
Bossi Pratesi e Fiocchi diedero un variato
'trattenimento di suono canto e ballo. 11
Brizzi fu applauditissimo nel concerto per
tromba di sua composizione e da lui stesso
«eseguito.
Nelle sere 13 e 20 agosto il poeta estem-
poraneo 4vv.° Antonio Bindocci da Siena
•diede due accademie. Gli argomenti dati e
trattati per la massima parte furono politici.
Nella prima accademia esegui scelti pezzi
> di musica la suddetta banda dei granatieri
Toscani diretta da Enea Brizzi^ al quale
alcuni Modenesi in tal circostanza dedicarono
un’ enfatica epigrafe, nella seconda quella
■ del 3^ Reggimento Toscano diretta dal prof.
Lorella.
Nell’ autunno 'del 1859 nel Teatro Co-
onunale di Modena furono rappresentati due
melodrammi giocosi dai sotto nominati ar-
'tisti.
Pietro Mattioli Alessandrini — Caprina
Vaitorta — Angiolina Vinea — Francesco
‘Catari — Ranieri Baragli — Annibaie Mi-
cheioni — Stefano Tedeschi.
1859. — 17 Settembre — Prima opera
«
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— 467 —
baffa — Il Mantello — musica del Maestro
Carlo Romani.
1859, — 1 Ottobre — Seconda opera —
Gli Esposti — del Maestro Luigi Ricci.
Il Mattioli già udito in passato su queste
scene ottenne plauso specialmente nella sera
del 15 ottobre destinata a suo beneficio, e
tatti gli altri cantanti contribuirono al buon
esito degli spartiti suddetti.
Nelle sere 18 e 20 settembre fu eseguito
da tutta la compagnia di canto e dai coristi
— Il canto dei soldati Itoliani — parole di
P. Pieri musica del Mattioli, con accompa-
gnamento della banda militare dell'artiglieria
stanziale.
Il basso comico MaiHoli cantò pure per
varie sere fra gli atti delle opere suddette
un’ aria dell’ opera il Pipelet ed Un Sognacelo
poesia di Marcelliano Marcelli.
16 Ottobre — Ultima rappresentazione
della stagione. I professori Enea Brizzi e
Luigi d' Aloè soonovono negl’ intervalli degli
atti dell’ opera — Oli Esposti — scelti
pezzi di musica, e la prima donna A. Vinca
cantò la cavatina della Betlg.
Di questo spettacolo fu impresario A.
Pecari il quale intascò di guadagno italiane
L. 2188, 57.
Alle opere buffe successero nel Comunale
30
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— 468 —
le Commedie. La compagnia di Francesco
Sterni dal 29 ottobre al 18 dicembre 1859
ne rappresentò 51. 11 suddetto proprietario
della compagnia ne era il primo attore, El-
vira Raspini la prima attrice, Costantino
VenturoH il caratterista, Antonio Giardini
il brillante ed altri 19 artisti d’ ambo i
sessi sostenevano le parti amorose e gene-
riche.
Fra le molte rappresentazioni date dalla
Compagnia Sterni ricorderemo quelle sol-
tanto che offrono al Cronista qualche inte-
ressante particolare degno di memoria.
1859. — 18 Novembre — Fra gli atti
della commedia i fratelli Andreoli eseguirono
da valentissimi artisti brillanti e difficili
pezzi di musica a due ed a quattro majii
sul piano-forte.
19 Novembre — I coristi eseguirono un
canto pppolare intitolato — La Ghirlanda
— parole e musica d’ un emigrato Veneto.
La scena era opportunamente disposta, e
nel bel mezzo di essa le due figure al na-
turale di Napoleone III e Vittorio Ema-
nuele 11 formavano un gruppo, al piede del
quale fu poi deposta una ghirlanda trico-
lore.
24 Novembre — Fu data dalla Compagnia
Sterni nella controcitata serata una com-
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— 469 —
media del Goldoni, e poscia mi nuovo lavoro
del Carrelli intitolato — La partenza dei
contingenti Piemontesi per la guerra d‘ /-
talia — Episodio campestre in un atto con
30 militi, benedizione della bandiera ed inno
nazionale (Fratelli d’ Italia )
29 Novembre — Accademia di piano-
forte di Elisa Badalini che suonò fra gli
atti della commedia.
La compagnia Sterni per questo corso
di recito ebbe in dote dal Municipio L. 1400,
incassò per viglietti, abbonamenti, posti di
orchestra, vendita palchi L. 20536,70 ossia
un totale di L. 21936, 70. Le spese serali
per impiegati ed inservienti erano di Lire
27, 75, per orchestra L. 28,25, per illumina-
zione L. 54,00: quindi seralmente la com-
pagnia avea di spesa L. 110, 00. Questa
spesa sostenuta per 51 sera, portò il di lei
passivo alla cifra di L. 5610, 00 ed il gua-
dagno risultò di L. 16326, 70.
Abbiamo creduto opportuno di dare questi
dettagli, raccolti da memorie trovate fra le
carte del Maestro Gandini, affinchè chi può
averne interesse, possa fare utili raffronti
colle spese che attualmente debbonsi soste-
nere in simili circostanze nel maggior nostro
teatro. '
1859. — - 8 Dicembre — La Direzione
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470 —
degli spettacoli composta dei sig. Francesco
Manzini, Angelo Catelani. Giovanni Monta-
nari e Paolo Ferrari, della quale era Se-
gretario Proho Savi; pubblicò un regola-
mento disciplinare del Teatro Comunale per
la polizia e pel buon ordine sul palco sce-
nico, non che per il regolare andamento del
servizio teatrale.
23 Dicembre — Altro regolamento fu
emanato dalla Direzione suddetta, con ap-
provazione deir Intendente generale e del
Sindaco. Con questo si richiamarono in vi-
gore le prescrizioni riguardanti il corso e
direzione delle carrozze che accedevano al
teatro o ne partivano, e ai fissarono norme
circa al contegno degli spettatori, vietando
il fumare, gli eccessivi applausi e disappro-
vazioni, e qualunque offesa alle leggi dello
ordine e della decenza.
Per la stagione del carnevale 1859-60
r Impresa scritturò gli artisti qui appresso
nominati.
Compagnia di Canto.
Prima donna — Adele Rebwsini.
Tenore — Pietro Tagliazucchi.
Baritono — Quinzio Fabricatore.
Basso — Raimondo Btiffagni.
Comprimarii — Annetta Orzi — Carlo
Caserini.
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— 471 —
. Artisti di ballo.
Coreografo — Giovanni iPoUni.
Primi ballerini di rango francese
Prnestina Wuthìer — Ettore Poggiolesi.
Prima ballerina supplemento
Giuditta Colombo.
Mirai
Elisa. Salvioni — Lodovico Montani —
Annutisiata Proni-Trebbi — Ferdinando Po-
lini.
Con quattro prime ballerine italiane o
34 ballerine di mezzo earattere e corifei di
ambo i sessi.
26 Dicembre — Col personale suindicato
fu data r opera i Lombardi alla prima ero.
data del Maestro Verdi, ed il ballo Jenny.
Non dubbii segni di disapprovazione ebbe a
subire l’ opera, e perciò V impresa fu co-
stretta a migliorarne l’esecuzione colla scelta
di nuovi soggetti. Il ballo fu applaudito.
n giornale — La Croce di Savoja — nel
suo numero 75 (30 dicembre 1859) non esitò
a rimproverare al pubblico la scortese se-
verità, colla quale disapprovò due dei can-
tanti dell’opera, specialmente avuto riguardo
che lo spettacolo non era dato da un im-
presario venale, ma da una società di Signori
cittadini, già convinti di rimettervi di borsa.
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— 472 —
e pronti a destinare il poco probabile gua-
dagno ad una soscrizioue nazionale. Al ma-
lumore del pubblico diede anche occasione
r aumento del biglietto d’ ingresso, che nel
nuovo teatro comunale non aveva mai, nella
stagione d’ inverno, oltrepassato la lira ita-
liana, e che in quest’ anno fu portato a it.
L. 1,20.
L’infelice riuscita dell’opera nella prima
sera distrasse 1’ attenzione del pubblico per
guisa che non molti s’ avvidero che sulla
porta della platea era stato eretto lo stem-
ma sabaudo. lu seguito fu questo poi sosti-
tuito dall’ arma del municipio.
1860. — 4 Gennaio — Fu data nuova-
mente l’opera i Lombardi con un altra pri-
ma donna ed un altro baritono, Fanny Ca-
imani — Alessandro D' Anioni i.
Si ripetè 1’ applaudito ballo Jenny.
21 Gennaio — La seconda Opera della
stagione fu la Traviata, che in tal sera fu
per la prima volta rappresentata con buon
esito.
28 Gennaio — Andò in iscena il secondo
ballo Gli Schiavi composto e prodotto dal
coreografo Poiini.
, 1860. — 2 Febbraio — Fra gli atti del-
l’Opera e dopo il ballo il professore Vimer-
cati diede un concerto di Mandolino con
accompagnamento d’ orchestra.
r
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— 473 —
6 Febbraio — Straordinario veglione ma-
scherato a benefizio dell’ emigrazione Ita-
liana. A rendere più accetto il trattenimento
il teatro fu splendidamente illuminato e de-
corato con fiori, ed un tappeto steso nella
platea rendeva le danze più comode. Riuscì
animatissimo e fruttò it. L. 4039, 93 che fu-
rono versate nella cassa del comitato della
«migrazione.
Il viglietto d’ ingresso valeva L. 1, 80.
Ne furono venduti 1084. Le offerte fatte
nel bacile alla porta dagli accorrenti, e spe-
cialmente dalla Guardia Nazionale e dalla
Guarnigione ascesero a L. 2088, 73. Le spese
tutte furono sostenute dal Municipio, col
prodotto d’ un veglione improvvisato la sera
del 19 gennaio 1860, da 48 soscrittori, e per
minima parte dall’ impresa.
1860. — 8 Febbraio — Beneficiata del
tenore Pietro Tagliazucchi, il quale cantò
dopo il primo atto della Traviata la Ro-
manza della Favorita,
11 Febbraio —• La prima donna Fanny
Capuani ebbe in tal sera la sua serata. Oltre
l’opera od il ballo in corso il Tagliazucchi
ripetè la romanza sucitata, e fu dato il terzo
atto della Luim Miller, nel quale la Capuani
si fece applaudire.
13 Febbraio — Questa rappresentazione
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— 474 —
fa devoluta a beneiÌEio della prima ballerina
E. Wuthier. Si rappresentò un nuovo diver-
timento danzante intitolato il Qondoliero.
18 Febbraio — Anche la prima mima
Misa Salvioni ebbe la sua serata. Fu prò-
dotto in tal occasione un nuovo balletto e-
spressamente composto dal Coreografo Gto>
vanni Poiini, intitolato: La Partenza dei
Francesi e la Battaglia di S. Martino epi-
sodi! della guerra del 1859. Terminava col
passo di carattere — La Garibaldina — al
quale prese parte tutto il corpo di ballo,
ed era accompagnato da banda militare e
cori.
Il Carnevale del 1860 terminò li 21 feb-
braio, e secondo il solito vi fu spettacolo-
nel primo sabato e domenica di quaresima;
ma in quest’anno si volle fare carnevalone,
e quindi in detta domenica nel Canalgrande
vi fu un corso di carrozze continuato sino
a sera con moccolara. Dopo 1’ opera il teatro^
si apri anche ad un veglione mascherato
per oggetto di beneflaenza.
1860. — 4 Marzo — Alcuni emigrati ve-
neti allo scopo di giovare all’ emigrazione
italiana diedero una rappresentazione dram-
matica alla quale prese parte anche un di-
lettante della società filodrammaUca.
Recitarono la commedia di Paolo Giaco-
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— 47.^ -
metti — Un poema ed una cambitxle — e la-
larga — Sarò prima danna.
14 Marzo — Grande veglione a beneficio-
deir emigrazione italiana. Fu scelta questa
giornata ricorrendo nella stessa i’ auniver*
sario della nascita del Re e del Principe
Umberto, non che il plebiscito per Y annes»
sione delle provinole dell’ Emilia al regno-
subalpino. Questo divertimento fu predisposto
da una Società d’ artieri modenesi, i membri
della quale si tassarono d’ it. L. 5, 60 e cosi
poterono sostenere tutte le spese del Ve-
glione e versare nel bacile la generosa of-'
ferta di it. L. 500. L’ ingresso al veglione
costava L. 1, 20 e l’ incasso complessivo si
elevò ad abusive it. L. 2000,
L’impresa del cessato carnevale rappre-
sentata dal Signor David Naomani introitò
per dote elargita d^d Municipio in Lire
22241, 42 e per vendita di biglietti d’ in-
gresso, dì ' palchi, posti d’ orchestra, abbo-
namenti per 34 recito e 4 veglioni, e per la
contribuzione in L. 100 di 21 palchetisti, la.
somma di it. L. 57554, 49.
Le spese in complesso salirono alla cifra
dì L. -82109, 46 e quindi la perdita dell’im-
presa fu di L.24554, 46. •
18 e 19 Marzo Il ben noto prestigia-
tore A. Orassi unitamente al figlio Romeo
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— 476 —
ed al loro servo Moro Nemy Abdalla reduci
dall’Egitto e dalla Turchia diedero due spet-
tacolose accademie. L’introito netto delle due
rappresentazioni si verificò di L. 597,00; la
metà di questa somma restò a benefizio del
prestigiatore, 1’ altra parte fu erogata nello
acquisto del milione di fucili proposto dal
Generale Garibaldi.
25 Marzo — Concerto istrumentale dato
dal Prof. Violinista Fabio Favilli Toscano^
eoi concorso dei coristi e coriste, dell’ or-
chestra e della banda del 33.o reggimento.
Il concerto riuscì assai bene. Il Favilli gio-
vine artista di circa 25 anni, era dotato di
buone qualità, cioè, intonazione e agilità
spontanea. Non era suonatore di gran forza
pure avea una buona cavata. Lo stile non
era d’ ottimo gusto, ma alquanto manierato.
Dovea , prender parte al .concerto il ba-
ritono Modenese Tedeschi; ma non si pro-
dusse, ed alla Romanza ed Aria che quegli
doveva cantare, furono sostituiti altri due
pezzi strumentali, uno dalla banda, e l’altro
dal Favilli.
. I coristi e coriste eseguirono con ac-
compagnamento d’ orchestra un inno a Vit-
torio Emanuele II intitolato — Li’ Annessione
— parole del Castellani, con note del Favilli.
L’ accademia fruttò al concertista lire
d40, 15.
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— 477 —
Corso di commedie dato dalla compagnia,
diretta da Ltùgi Pezzana.
Elenco degli Artisti.
Emilia Arcelli — Prima donna.
Adele Bagnoli — Amorosa.
Luigi Pezzana — Primo attore.
Luigi Ghirlanda — Amoroso.
Antonio Colombari — Brillante.
Oli altri 19 artisti d’ambo i sessi soste-
nevano le parti di carattere e di genere
sufficientemente; ma fra i sopranominati di
maggior bravura distinguevasi il Pezzana e
VArcelli. Il primo era artista distinto e pieno
d’intelligenza, però il suo metodo di porgere
era antiquato, e cadeva sovente nell’ esage-
rato. L’ altra nel principio di carriera, pro-
metteva di farsi una buona artista, perchè
dotata di voce sonora, di gesto spontaneo,
e di delicato sentire.
1860. — 8 Aprile — Ebbe luogo la prima
recita della Compagnia Pezzana, la quale
terminò il corso delle sue rappresentazioni
r otto maggio seguente.
Nella circostanza che S. M. Vittorio Ema-
nuele II venne a Modena, fra le altre feste
e dimostrazioni di gioia che il Municipio ed
ì cittadini allestirono per si fausta occasione
fu dato uno straordinario spettacolo vocale
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— 478 —
e coreografico nel teatro comunale. A questo*
scopo r impresario Ercole Tinti scrittorò la
prima donna Fanny Gordosa, il tenore Carlo
Liveraniy il baritono Filippo Coliva, la ce-
lebrità mimo*danzante Olimpia Priora^ e 26
ballerini di rango francese ed italiano del-
r uno e dell’ altro sesso.
1860. — 4 Maggio — In tal sera S. M.
il Re dopo essersi recato ad osservare la ,
generale illuminazione, approntata in di lui
onore, alle ore 9 onorò dì sua presenza il
teatro, dove al suo arrivo fu accolto con
vivissime acclamazioni. Lo spettacolo però
non fu quale in si solenne circostanza poteva
e doveva aspettarsi. Gli artisti di canto su-
citati in unione alle seconde parti Bergamo,
Buffagni e Micheioni eseguirono romanze,
arie e duetti nelle opere Luisa Miller^ Ebreo,
Rigoletto, Lucia^ ed il terzo atto dei Foscari.
La prima donna Gardosa aveva voce buona
estesa ed intuonata; ma era piuttosto ma-
nierata nel suo metodo di canto: il tenore
Liverani^ che aveva una figura poco favo-
revole per la scena, non potè far uso della
sua voce eccellente perchè indisposto: al
basso Coltra infine per essere perfetto ar-
tista mancava un poco d’ energia. L’ intero
corpo dei cori cantò con accompagnamento
d’ orchestra un inno espressamente musicato
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— 479 —
<Jal Maestro Giorza. Questo inno faceva
parte dell’ Allegoria storico-cureografica
Passato e Presente — di Giuseppe Rota: e
questa pure non incontrò pienamente il pub-
blico favore nonostante la bravura della
prima ballerina Olimpia Priora.
Tale straordinario trattenimento ebbe
luogo anche nella successiva sera cinque
maggio.
I viglietti d’ ingresso la prima sera co-
stavano tre lire, una e mezzo la seconda,
ed il solo introito di questi, nella sera del
4 maggio, fruttò all’ impresario italiane lire
3573 e nella susseguente sera it. L. 450
circa. '
10 Maggio — Seconda recita dei dilet-
tanti Veneti emigrati. Rappresentarono /
Golosi Fortunati commedia del Conte Gio-
vanni Giraud Romano e replicarono la farsa
già eseguita la sera del 4 marzo.
La giovinetta Gualberta Aloide Beccavi.
ed il Dottor Giuseppe Biscontini declamarono
poesie intitolate: /I Voto degli Italiani al "
Re V. E. Il — lì Ruggito del Leon di San
Marco, le quali stampate a mo’ di libretto
furono date in dono agli accorrenti, che e-
largivano offerte nel bacile alla porta d’ in-
gresso. L’introito di questa rappresentazione
e dell’ altra che aveva avuto luogo il 4 marzo
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— 480 —
antecedente, fu devoluto a benefizio dell’ e-
migrazione italiana, che in Modena era per
numero assiti considerevole, e risultò netto
da spese di L. 755, 13.
13 Maggio — Veglione mascherato col
teatro splendidamente illuminato.
15 Maggio — La Compagnia Ocattinelli
cominciò un corso di comiche rappresenta-
zioni abilmente eseguite dagli artisti che la
componevano, fra i quali primeggiavano la
prima donna Giulietta Ristori, Antonietta
• Gattinelli amorosa, Gaetano Gattinelli carat-
terista e direttore della compagnia. Già
Battista Zoppetti era il capo comico. Oltre
le 15 recito, che aveva fissato di dare,' questa
compagnia ne diede altre quattro, la metà
del ricavato delle quali fu destinato a be-
nefizio deir insurrezione Siciliana. Il viglietto
d’ ingresso al teatro Comunale per le com-
medie a que’ tempi valeva cent. 60.
Casimiro Nanetti per aumentare i soc-
corsi ai Siciliani allestì pei giorni 23 e 24
giugno 1860, date memorabili delle patrie
battaglie per l’ indipendenza Italiana com-
battute nel 1859, un pubblico trattenimento
consistente in una recita d’ una commedia
rappresentata nel teatro Comunale dalla Com-
pagnia Nazionale Veneta diretta dal vecchio
Nane pisenti. nella declamazione d’un canto
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— 481 —
intitolato Garibaldi in Sicilia, ed in una
farsa eseguita dalle tre maschere Brighella
Pantalone ed Arlecchino. Dopo lo spettacolo^
fu estratta una tombola assicurata in italiane
L. 500
Questo variato trattenimento ebbe luogo
la sera del 23 giugno e fruttò L. 315.
La detta Compagnia nel giugno 1860
diede un corso di rappresentazioni in dia-
letto Veneziano nell' anfiteatro popolare e-
retto nella cavallerizza di S. Giovanni del
Cantone.
1860. — 24 Giugno — Gran concerto
musicale militare, fuochi d’ artifizio del pi-
rotecnico Sante Vitaliano Lucini, e festa
da ballo in apposito recinto sul baluardo di
S. Pietro. Lo stradone carreggiabile da porta
Bologna al detto baluardo era illuminato
riccamente con arcate di gusto arabo-gotico
formate da lumicini 'pensili. Tale illumina-
zione era di un bell’ effetto. Per accedere
a detto spazio delle mura pagavansi cente-
simi 60.
Speriamo di ottener venia dai benevoli
lettori se per poco abbiamo divagato dal
nostro argomento. Volentieri ripigliamo a
dar la serie dei divertimenti pubblici dati
nel teatro Municipale; giacché uno ora ne
abbiamo a registrare che i Modenesi senti-
ranno rammentare con piacere.
— 482 —
1860. 6 e 7 Ottobre — Sraordinarie
rappresentazioni date dalla Compagnia Ita*
liana della quale faceva parte Adelaide Ri-
stori. Nella prima fu recitata la tragedia
biblica Giuditta di Paolo Giacometti, nella
seconda Maria Stuarda tragedia di Schiller
tradotta da Andrea Maffeù Tutta 1’ atten-
zione degli accorsi al teatro in dette due
sere era concentrata sulla protagonista delle
interessanti azioni rappresentate. La Ristori,
è quasi superftuo il dirlo, interpretò a me-
raviglia la parte dell’ Eroina Ebrea e della
sventurata Kegina Inglese.
16 Ottobre — Accademia istrumentale e
di declamazione data dalla cieca Luisa Borra
di Brescia. I professori dell’ orchestra, la
musica del 42° di linea, brigata Modena, e
Luigi Cristoni suonatore di flauto, ai pre-
starono a rendere più decoroso e variato il
trattenimento. Fra le poesie declamate dalla
Borra ricorderemo soltanto il Canto V del-
r Inferno nella Divina Commedia di Dante
Alighieri.
22 Ottobre — Prima recita della Dram-
matica Compagnia Lombarda, condotta da
Zamarini e Socio, e diretta dall’ artista pri-
mo attore Carlo Romagnoli. Questa compa-
gnia diede un corso di sole 8 recita in ab-
bonamento. La prima attrice Carolina Ca-
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— 483 —
racciolo Aiudi primeggiava fra gli artisti
■della compagnia medesima.
Un più lungo corso di commedie diede
la compagnia che agì nel nostro teatro nella
stagione autunnale. Dondini Cesare caratte.
rista ne era il conduttore, e la dirigeva il
primo attore Ernesto Rossi ^ uno dei più ce-
lébri artisti drammatici del giorno. Sosteneva
le parti di prima donna Annetta Pedretti-
Diligenti, quelle di amoroso Pedretti Angelo.
Achille Dondini quelle di brillante. I nomi-
nati artisti erano assai valenti, e ninno degli
altri individui, i nomi de’ quali si leggono
nel catalogo della compagnia, era al dissotto
della mediocrità.
1860. — 1 Novembre La Compagnia
Dondini in tal sera inaugurò le sue rappre-
sentazioni.
24 Novembre — Serata della prima at-
"trice Pedretti- Diligenti. Fu rappresentata la
Mirra à' Alfieri, nella esecuzione della quale
la Beneficiata riscosse meritati applausi.
28 Novembre — Accademia di poesia
estemporanea data dall’Avvocato Antonio
Bindocci, la di cui facile vena poetica altre
volte i Modenesi avevano avuto occasione di
-apprezzare. Anche questa volta il bravo
poeta ottenne applausi da numerosa udienza.
I giornali locali parlarono di quest’ accade-
31
— 484 —
mia, riportando i temi proposti che il Bin-
docci ebbe a svolgere e che noi pure, po-r-
tando dessi l’ impronta politica dei tempi,
crediamo opportuno di registrare.
/ raggiri dei clericali contro il progresso
— Garibaldi a Caprera — / lamenti di
una monaca — Il genio d’ Italia a Vittorio
Emanuele e Garibaldi — Con qual salsa si
potrebbe cucinare il Bombino.
Con quest’ ultima parola alludesi al re
di Napoli così chiamato per ischerno.
1860. — 11 Dicembre — Ernesto Rossi
per la sua serata espose la tragedia di Gu-
glielmo Shahespeare Otello ovvero il Moro
di Venezia, che fu dall’ esimio artista mira-
bilmente interpretata.
14 Dicembre — Fra gli atti della com-
media Goldoniana — Le smanie per la vil-
leggiatura — per condiscendenza del capo-
comico Dondini si produsse — Venceslao
Lamberger — con diversi esercizi sulla corda
volante' nei quali si mostrò maestro.
18 Dicembre — Il simpatico artista Ce-
sare Dondini per la sua serata produsse la
commedia di Riccardo Castelvecchio — La |
donna romantica ed il medico omeopatico.
18 Dicembre — La ^irosrt, commedia di j
Paolo Ferrari^ non ancora esposta su queste j
scene, fu prodotta nella penultima rappre- *
sentazione data dalla Compagnia Dondini.
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— 485 —
La Gazzetta di Moden i del 5 novembre
N. 471 parlando di questa compagnia dram-
matica, che da poche sere agiva al Comu-
nale, dice che da gran tempo non se ne era
sentita una uguale.
Fa quindi la rassegna degli artisti, e pro-
diga elogii ai medesimi.
Il biglietto d’ ingresso, che tradizional-
mente per le commedie era di centesimi 60,
fu in questo corso portato a 78, il che fece
brontolare alquanto il pubblico tenace, in
affari di borsa, delle antiche usanze.
Per la stagione di carnevale 1860-61 fu
allestita 1’ opera-ballo — / Vespri Siciliani
— del Maestro Verdi, coi seguenti artisti:
Compagnia di Canto.
Prima donna — Talvù Maria.
Tenore — Giuseppe Villani.
Baritono — Francesco Bacchi Perego.
Basso — Nicola Contedini.
Compagnia di Ballo.
Coreografo e mimo — Antonio Cop-
pini.
Primi ballerini mimo-danzanti di ran go
francese
Vuigia Brunetti — Ferdinando Walpot.
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— 486 —
Primi mirai — Pasqualina Lotica ti —
JJortolo Suni — Daniele Gnmberim.
Con 84 ballerini italiani e di mezzo ca-
rattere d’ ambo i sessi.
29 Dicembre — Prima rappresentazione
dei Vespri SiciUrmi, coi relativi ballabili.
Questo lavoro musicale di grande tessitura,
il primo della nuova maniera tentata dal
Verdi e foggiato sullo stile del Meyerbeer,
incontrò il favore del pubblico sebbene non
fosse prodotto col necessario sfarzo di de-
corazioni ed accompagnature, e la voluta
precisione d’ esecuzione. I cantanti si disim-
pegnarono sufficientemente. Nella Talvò si
desiderava maggior forza di voce e nel
Terego piii dolcezza nel canto.
1861. — 4 Gennaio — L’ improvvisatore
Bindocci invitò il pubblico ad un poetico
trattenimento rallegrato dalla banda militare
del 41® Reggimento di Fanteria.
5 Gennaio — Fu dato in tal sera per la ^
prima volta il ballo grande la Giuocoliem,
omettendo nell’ opera in corso i ballabili
delle quattro stagioni. '
17 Gennaio — Concerto di Contrabasso ,
deir inimitabile suonatore Giovanni Bottesini. |
Fra gli atti dell’ opera, e dopo il ballo il j
celebre contrabassista eseguì sul suo stru-j
mento, dal quale sapeva trarre gratissimi
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— 487 —
suoni, i sottonotati pezzi musicali di sua
composizione.
1. Fantasia sopra motivi della Sotmam-
buia.
2. Reminiscenze della Beatrice di Tenda.
3. Adagio e Variazioni Carnevale di Ve-
nezia,
Ma qui lasciamo la parola al Maestro
Gandini che scrisse in proposito quanto
segue:
• Il Celebre Contrabassista Gio. Bottesini
• è un genio inarrivabile. Egli è giunto ad
• obbligare al Canto un istrumento a tal
• uopo intrattabile, rendendolo più dolce del
« violoncello e della viola. Il Contrabasso di
• cui si serve è della forma e grandezza
• de’ nostri a tre corde. Soltanto 1’ accor>
• datura ò di un tono più alto, e il manico
• è alquanto più sottile degli altri. Con tali
• elementi egli percorre colla massima fa-
• cilità tutta la lunghezza del manico sino
• allo scrannello, e nel far passi, scale dia-
« toniche e cromatiche supera quegli osta-
• coli che fino ad ora erano creduti insor-
« montabili. La dolcezza dei suoni alti che
• egli cava, rassomigliano agli acuti di una
• dolcissima viola; e tali voci vengono e-
• stratte dal leggero tocco delle dita a
• foggia di flautini. Del restante egli signo-
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— 488 —
« reggia ristrumento in modo che dai toni
« bassi percorre tutta 1’ estensione dei suoni
« sino agli acuti del violino.
. La composizione della musica è ottima.
« bene istrumentata e di buon gusto, per
« cui anche nella parte teorica si mostra
« maestro distinto. •
Anche i giornali Modenesi di quel tempo
V Artigiano e T Unitario ridondano di entu-
siastiche frasi in lode dello straordinario
concertista. Leggiamo nel primo (N. 7, 19
gennaio 1801) quanto segue:
« La bella fama che aveva preceduto fra
• noi il Bottesini attrasse ieri sera (17) al
• teatro una scelta adunanza, la quale ac-
« colse r artista con una prolungata salva
« d’applausi, benché ognuno fosse ben lungi
« dal ripromettersi le dolci e soavi melodie.
• che sotto r arco fatato del Bottesini do-
. vevano sortire dal gigante de’ musicali
• strumenti, il contrabasso. •
L’ Unitario poi nel suo numero 19 In data
del 19 detto mese così comincia la sua cro-
naca locale; • Non rinveniamo ancora dallo
• stupore e dallo sbalordimento che in noi
■ produssero 1’ altra sera le magiche noto
• di quel portentoso Bottesini
Anche l’esimio poeta Conte Paolo .4 6-
bati Marescotli in tal circostanza pubblicò
un sonetto.
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— 489 —
L’ immenso successo ottenuto dal Boi-
tesini V indusse a farsi di nuovo sentire
nelle sere 19 e 26 gennaio 1861, ripetendo
sempre il Carnevale di Venezia.
L’ incasso del primo concerto fu di lire
1975,76 del secondo lire 1470,81 del terzo
1287, 22.
Il sucitato giornaletto Modenese 1’ Arli-
ffiano lamenta alcuni disordini teatrali veri-
ficatisi in questa stagione, e fa carico alla
direzione de' spettacoli d’ aver permesso al-
r impresario di unire le panche della platea
a segno tale che il passaggio delle persone,
quando vi erano altri seduti, diveniva assai
diflBcile.
Qualcuno de’ nostri lettori osserverà forse
che la continuazione della Cronistoria tea-
trale del M.® Gandini dal 1859 in poi è meno
larga di lodi verso le direzioni degli spet-
tacoli, gl’ impresarii e gli artisti, e che anzi
talvolta non risparmia in proposito qualche
parola di critica. Non creda perciò che pri-
ma del cambiamento di governo le cose tea-
trali in Modena procedessero sempre senza
inconvenienti, o che dappoi invece di spesso
camminassero malamente ; che mal s’appor-
rebbe. Gl’ inconvenienti teatrali anteriori al
1859 erano segnalati soltanto ne’ privati ri-
trovi, e non mai dalla stampa : quelli poste-
— 490' —
riorì formavano gradita materia ai molti gior>^
nali della città, che si compiacevano di u-
sare deli’ indipendenza e libertà acquistata^
Ecco la ragione per cui i nostri giudizii
nella materia che trattiamo, attinti per ne-
cessità dalla stampa locale, ne’ tempi mo>
derni sono alquanto più severi che per lo
passato. Abbiamo creduto conveniente fare
(jueste osservazioni per mostrarci come cL
vantilo di essere veridici ed imparziali.
1861. — 21 Gennaio — Dall’ apertura
dello spettacolo sino al 19 gennaio o per
intero od in parte era sempre stata data
r opera — / Vespri Siciliani — e non es-
sendo ancora in pronto 1’ Otello^ seconda
opera promessa, 1’ impresa, scritturati altri
artisti in aumento della compagnia di canto
della stagione, pose in iscena l’ Emani nel
quale agirono i due nuovi soggetti
Luigi Tafanari — Barberina de FUatoff.
Il naufragio dell’ Ernani, per usare le
parole del giornaletto V Artigiano N. 11. fu:
solenne. Gli artisti disapprovati destarono
però compassione nel pubblico, il quale spe-
cialmente mostrossi ostile alla direzione degli
spettacoli.
22 Gennaio — Serata del primo ballerino
Walpot.
Nel ballo la Giuocoliera fa eseguito un.
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— 491 -
nuovo passo a due serio. Si rappresentarono
poi due atti dei Vesjìri Siciliayn e la Talvò
ed il Villani cantarono la prima il Rondò
della Cenerentola^ 1' altro la Romanza della
Luisa Miller.
30 Gennaio — Prima rappresentazione
deir Otello di Rossini. Un nuovo artista
prese parte all’ esecuìsione dell’ Otello cioè
Cornazzani Cesare.
1861. — 5 Febbraio — A beneficio della
prima donna Maria Talvò fu destinata la
rappresentazione di tal sera, l’incasso della
quale dessa con nobile disinteresse volle e-
rogato a profitto degli asili infantili di Mo-
dena. La bravura colla quale la Talvò eseguì,
la cavatina di Rosina nel Barbiere di Siviglia
e r aria nella Betly di Donizetti, ed il ge-
neroso di lei tratto le guadagnarono le sim-
patie del pubblico, battimani e poesie.
8 Febbraio — Andò in iecena il nuovo
ballo — Il Saltimbanco — del coreografo
Coppini.
14 Febbraio — Serata a benefizio dei-
tenore Giuseppe Villosi. Lo spettacolo fu
assai variato; e in vero furono cantati dal
Villani e dagli altri artisti della stagione
Cavatine, Duetti e Romanze nelle opere
Barbiere di Siviglia. Luisa Miller e Gemma
di Vergy. e parte del primo atto àeW'Otello.'
Fu rappresentato il ballo la Giuozoliera.
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— 492 —
Il teatro per cura del Municipio fu illu-
minato a giorno onde solennizzare Tavveni-
raento della resa di Gaeta. Il generale En^
rtco Cialdini dopo 90 giorni d’ assedio entrò
in questa antica fortezza celebre ne’ fasti
militari addì 13 febbraio 1861.
15 Febbraio — Anche in tal sera vi fu
straordinaria illuminazione al teatro per lo
arrivo in Modena degli augusti figli del Re
Vittorio Emanuele.
17 Febbraio — Prima domenica di.,qua-
resima ed ultima recita della stagione con
veglione mascherato dopo 1’ opera..
L’ Impresario dello Spettacolo di Carne-
vale 1860-61 fu Ercole Tiriti^ la direzione
agli Spettacoli era formata dei Signori Fran-
cesco Manzini^ Zanetti Avv. Francesco e
Muzzioli Dott. Giovanni.
Stagione di quaresima. Il teatro Munici-
pale nuovo non era mai stato aperto nei 40
giorni di penitenza che precedono la Pasqua;
ma il cambiato regime politico si prestava
a tale innovazione. Il cartellone dello spet-
tacolo annunziava la rappresentazione delle
Opere Emani di Verdi e Norma di Hellini
con un divertimento danzante intitolato la
Gisella.
24 Febbraio — Andò in iscena l’Ernani
eseguito dalla prima donna Luigia Ponti
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— 493 —
dall' Anni, dal tenore Giorgio D' Antonii.
■dal baritono Bacchi-Perego che aveva can-
tato anche nel carnevale e dal basso G. B.
fìokitanshy.
La compagnia di ballo che rappresentò
la GUella componevasi del coreografo-mimo
e dei primi ballerini del carnevale; i secondi
ballerini d’ ambo i sessi in parte furono so-
stituiti da altri, diminuendone però il nu-
mero.
Il prezzo del viglietto d’ ingresso che in
carnevale era di L. 1,20 nella quaresima fu
diminuito di cent. 20.
»
1861. — 5 Marzo — Il prestigiatore
Alessandro Betti diede un’ accademia da esso
chiamata di Magia Egiziana in progresso.
Negli intermezzi il concerto del Reggimento
Guide esegui pezzi di musica.
6 Marzo — Prima rappresentazione della
Norma.
Il personale artistico che cantò neW Er-
nani subì le seguenti modificazioni. Non
comparve il Bacchi-Perego., e la Benedetta
Grosso sostenne la parte d’ Adalgisa.
9 Marzo — Serata a benefizio dei primi
ballerini Brunetti e Walpot i quali figurarono
nel balletto — La Casa da Vendere.
13 Marzo — In questa sera si produsse
sostenendo la parte di Pollione nella Norma
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— 494 —
r artista Bernardo Massimiliani. Il nuovo-
tenore fu male accolto, e dopo la cavatina,
piuttosto disapprovata, non volle più sortire
sul palco, adducendo per iscusa d’ essersi
impegnato a cantare gratis per favorire lo
impresario Tinti, e non volere per ciò ri-
cevere insulti dal pubblico.
La direzione mandò un parlamentario sul
palco scenico ad annunziare tale incidente
al pubblico, coll’ assicurazione d’aver messo
agli arresti il tenore, e proponendo di pro-
seguire lo spettacolo con qualche ripiego.
Ma il pubblico protestò altamente con fìschii
alla direzione che non si voleva altro spet-
tacolo, e fu duopo porvi termine retrodando
i viglietti d’ ingresso a tutti gli intervenuti
al teatro in detta sera. Simil fatto non si
era mai verificato nel teatro Comunale dalla
sua apertura in poi.
19 Marzo — Fu data 1’ opera Smania
nella quale la prima donna Carolina Cre-
spolani sostenne la parte d’ Elvira in sosti-
tuzione della Ponti delV Armi colpita da
grave infortunio di famiglia.
21 Marzo — Nel ballo la Cam da ven-
dere si produsse la prima ballerina Anto-
nietta Snpinif essendo stata la Brunetti por
preventivo contratto obbligata a partire per
Genova.
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— 495 —
23 Marzo — Ultima recita della stagione
a benefizio della Crespolani. Il basso Rohi-
tansMi eseguì la gran scena d’^lssw?' nella
Semiramide.
1861. — 1 Aprile — Corso di 24 recito
date dalia compagnia drammatica condotta
e diretta dalla prima attrice Elena Pieri-
Tiozzo. Fra i primarii artisti oltre la diret-
trice meritano menzione \' Angiolina Saggiavi
ed Adelina Bagnoli amorose, il primo attore
Oiacomo Brizzi, Mariani Antonio amoroso,
e Leonardo Olivery brillante.
Fra le commedie nuove rappresentate da
questa compagnia alcune, come per esempio
Sisto F e la Famiglia Ebrea, trassero più
Tolte il citato giornale Y Artigiano a disap
provare tali produzioni nelle quali con so-
verchia licenza e poco rispetto alla religione
mettevansi in i.<?cena Papi, Vescovi, Preti e
Claustrali a segno di ignominia e di scandalo,
parodiando cerimonie e riti della Chiesa
cattolica.
Questi pensieri, esposti in tempi propizi!
alle intolleranze in materia politica e reli-
giosa, sono assai notevoli, ed abbiamo cre-
duto opportuno di rammentarli.
12 Aprile — Il cieco Giovanni Vailafi
concertista di mandolino si produsse con
successo fra gli atti della commedia rappre-
sentata in tal sera.
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— 496 —
15 Aprile — L’incontro del Vailati nel
primo concerto lo indusse a darne un secondo.
In entrambi eseguì difficili variazioni so-
pra una corda sola.
19 e 23 Aprile — Due accademie di pre-
stidigitazione, del celebre Bosco, nelle quali
eseguì colla nota sua abilità 20 diversi e-
sperimenti per ciascuna sera. Gli spettatori
storditi dalle meraviglie operate dalla ma-
gica verga del Bosco lo applaudirono, i poeti
lo onorarono con versi, i giornali lo procla-
marono il re dei prestigidatori.
Fra la prima e la seconda rappresenta-
zione del Bosco il giovine fAiigi Rossi di
Perugia, colpito da cecità, diede un concerto
di violino.
1861 — Ottobre — La Drammatica Com-
pagnia diretta dall’ artista .Luigi Bonazzi,
nella quale primeggiavano Eugenia Barra-
cani e Luigi Gagliardi, diede un corso re-
golare di circa 12 rappresentazioni.
1861 — Novembre — Alla Compagnia
Bonazzi successe la Lombarda diretta da A-
lamanno Morelli.
Nell’ elenco di questa distinta Compagnia
figuravano le prime attrici Adelaide, Tessero.
Giulietta Ristori e la madre nobile Anna Job.
Il Direttore suddetto sosteneva le parti
di primo attore, ed Amilcare Bellotti quelle
di brillante.
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— 497 —
Gli altri artisti che rappresentavano le
parti amorose, di carattere, e di genere, me-
riterebbero d’ esser qui menzionati, ma per
brevità omettiamo di farlo.
14 Novembre — Beneficiata del primo
attore Alamanno Morelli. La compagnia Lom-
barda rappresentò — Gli Spazzacamini della
valle d' Aosta — dramma del modenese Cav.
Giovanni Sabbatini^, e replicò la commedia
— Fuoco al convento — nella quale la gio-
vane attrice Tessero, con ammirabile natu-
ralezza ed ingenuità sostenne la parte di e-
ducanda.
21 Novembre — Il brillante Belletti che
si era guadagnato le simpatie del pubblico
ebbe in tal sera la sua beneficiata.
1861. — 26 Novembre — Questa rappre-
sentazione fu destinata a benefizio della gio-
vane attrice A. Tessero. Ottenne questa vez-
zosa e brava artista non dubbi segni di ap-
provazione pel modo innappuntabile col quale
sostenne la sua parte nella commedia —
Scacco al Dispotismo — e nella farsa — I
primi sogni d' amore — e per la vivace
declamazione di una poesia del Massimo in-
titolata — A Roma! — Alcuni ammiratori
della Tessero le dedicarono versi.
28 Novembre — Il celebre Professore
Violinista Cavaliere Camillo Sivori diede un
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— 4^8 —
grande concerto, nel quale esegui con ac-
compagnamento d’ orchestra una composi-
zione di Pruine. Melanconia Pastorale, una
fantasia sopra motivi della Lucia da lui
composta, ed un tema variato del Mosó
scritto da Paganini per una sola corda.
Dal numero 799 della Gazzetta di Modena
riportiamo il seguente giudizio sul Sivori.
Non a torto compete per consenso uni-
versale a questo grande concertista il titolo
di principe dei violinisti. I Modenesi, che
numerosissimi accorsero ad udirlo, coi fre-
netici loro applausi, sanzionarono tale sen-
tenza. Ad ogni variazione ad ogni scherzo
del suo archetto e delle sue dita incantate
e incantatrici il pubblico entusiasmato pro-
rompeva in evviva. La venuta di Sivori tra
noi sarà notata con caratteri indelebili nei
.fasti del teatro di Modena, e nella grata
memoria dei Modenesi.
30 Novembre — Un secondo ed ultimo
concerto diede 1’ acclamatissimo Sivori.
Il pezzo più brillante eseguito in tal sera
fu una sua composizione di genere imitativo
intitolata le Follie Spagnuole. D concertista
in questa accademia fu applaudito anche più
che nell’ antecedente. In entrambe si pro-
dusse negli intervalli fra gli atti delle com-
medie date dalla Compagnia Lombarda.
DigiJ
— 499 —
Il biglietto d’ ingresso nelle due sopra-
eitate sere dai Centesimi 80 fu portato a
L. 1,20.
1861. — 5 Dicembre — Beneficiata della
prima attrice Giulietta Ristori.
9 Dicembre — Penultima recita della
compagnia Morelli. Fu rappresentata un altra
commedia di Gio. Sahhatini, nella quale col-
laborò il Prof. Cesare Panni di Firenze. Si
intitolava — Un galantuomo d' oggi — Nel-
r ottobre antecedente questo lavoro dram-
matico era stato replicato per 11 sere al
teatro Alfieri a Torino.
L’ Impresa pel carnevale 1861-62 promise
la rappresentazione di due melodrammi serii
nuovi per queste scene, e due balli grandi.
Scritturò a tale effetto i sotto nominati ar-
tisti.
Compagnia di Canto.
Prima donna — Claudina Lanzi.
Tenore — Ernesto Nicolas. .
Baritono — Achille Carboni.
Basso — Domenico Dal-Negro.
Contralto — Amalia Lanfranco.
Più due comprimari e due seconde
parti.
28 Dicembre — Questi cantanti rappre-
sentarono Isabella d’ Aragona del Maestro
Carlo Pedrotti.
32
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— 500 —
Fu dato pure il ballo storico La favo-
rita di Enrico IV del Coreografo CoUuzzi
Gioacchino eseguito dalla seguente compa-
gnia di ballo.
Primi ballerini
Rachele Conti — Napoleone Piccoli.
Mimi
Gesualda Montani — Angiolina Forti
— Alessandro Bustini — Luigi Bonesi — ed
altri.
Il corpo di ballo componevasi di 8 prime
ballerine italiane, di 16 ballerine di mezzo
carattere, ed 8 ballerini pure di mezzo ca-
rattere.
L’ apertura della stagione doveva avere
luogo la sera di Santo Stefano; ma fu pro-
tratta di due giorni per disaccordo verifica-
tosi nelle prove tra la banda cittadina e
l'orchestra. Il frapposto indugio non fu noto
al pubblico che ad ora tardissima e perciò
i dilettanti di musica, molti de’ quali erano
accorsi da paesi circonvicini, s’ indispetti-
rono.
La prima rappresentazione dello spetta-
colo, data come si è detto la sera del 28.
diede luogo ad applausi ed a disapprovazioni.
L’ opera si sostenne, anzi il bravo tenore
— 501 —
Nicolas, e la giovine prima donna Lanzi,
furono festeggiati con battimani e chiamate
al proscenio. Il ballo invece sortì esito in-
felicissimo, essendo stato accolto con fischii
fragorosissimi.
Il Sindaco Avv. Parenti Gaetano nel suc-
cessivo giorno 29 pubblicò un avviso per
assicurare il pubblico che il Municipio stava
occupandosi per provvedere agli inconve-
nienti che avevano determinato la caduca
del ballo, mostrando nel tempo stesso fi-
danza che nel teatro della colta città di
Modena non si sarebbe ripetuto lo sconve-
niente modo di disapprovazione usato nella
sera del 28.
Queste parole del Sindaco urtarono la
suscetibilità di alcuni, e Dio sa (dice V Uni-
tario N. 317 ) quale infernale bufera d’ urli
e di fischii avrebbe accompagnato il malau-
gurato ballo, se poche frasi più temperate
messe fuori manoscritte nell’ atrio del teatro
dalla delegazione di Pubblica Sicurezza per
ordine Prefettizio, non avessero sparso un
po’ di balsamo sulla piaga inasprita. Nella
seconda rappresentazione ( 29 dicembre ) i
numerosi spettatori si contentarono quindi
di esprimere la loro disapprovazione col
zittire; e non fu che un malavvisato tenta-
tivo d’ applauso che eccitò, a ballo già ter-
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— 502 —
minato, uno scroscio di fischii di breve du-
rata.
1862- — 1 Gennaio — Nel primo giorno
deir anno fu data 1’ Opera Isabella d' Ara-
(jona e lo sfortunato ballo suddetto, con
qualche modificazione nei ballabili del me-
desimo. Questa terza rappresentazione fu
un vero scandalo. Gl’ inni del Re o di Ga-
ribaldi eseguiti in mezzo ad universali ap-
plausi ed evviva, non valsero a calmare la
procella di fischii ed urli provocata dal mal
viso spettacolo.
Il malumore del pubblico non s’ acquetò
per le promesse di pronto cambiamento di
Opera e di ballo, e per gli annunzii della
scritturazione di nuovi artisti; che anzi nella
sera del 18 gennaio esplose più furibondo,
e quindi l’ impresa fu astretta a chiudere il
teatro.
31 Gennaio — Resa impossibile per ma-
lattia di un artista la riapertura del teatro
nella sera di S. Geminiano, con opera e ballo
nuovi, fu cambiatp soltanto il ballo. Intito-
lavasi questo — Diomira — ovvero — La
figlia del Sallimbanco — nel quale debuttò
la prima ballerina Giuseppina Morlacchi. An-
che questo ballo non incontrò il favore del
pubblico, al quale l’ impresa con manifesto
in data del 3 febbraio promise metterne in
scena un altro.
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— 503 —
1862. — 2 Febbraio — La nuova opera
allestita dall’ Impresa e rappresentata in
tal sera fu — Un Ballo in Maschera — La
seconda opera promessa dovea essere Gianni
da Nisida del Maestro Pacini che perso-
nalmente dovea dirigerla; ma 1’ Impresa
credette meglio dare la citata opera del
Verdi. Eseguirono il Ballo in Maschera oltre
la Lanzi, Nicolas e Dal-Negro, già noti ai
nostri lettori, la prima donna Margherita
Zenoni, il basso Salvatore Cesarò ed il ba-
ritono Pizzigatti.
La freschezza ed originalità di questo
capo-lavoro del Verdi entusiasmò gli affol-
latissimi spettatori sino al fanatismo. L’ e-
secuzione ne fu lodevoli ssima ed i princi-
pali attori vi riscossero applausi e chiamate
al proscenio. Di molti pezzi si volle la ri.
petizione.
La soddisfazione degli spettatori d’ aver
potuto applaudire 1’ opera, li rese più be-
nevoli verso il ballo, il quale orribilmente
fischiato il 31 gennaio, in questa sera fu
tollerato, in grazia anche di alcune modifi-
cazioni introdottevi. La coppia danzante ebbe
la sua parte di acclamazioni.
Alle sorti dell’ Impresa potè quindi a ra-
gione in questa circostanza applicarsi il
noto adagio — Post nuhila Phoebus.
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— 504 —
12 Febbraio — Nuovo ballo di mezzo
carattere Pipelet composto e diretto dal
Coreografo Cesare Cecchetti e musicato dal
Maestro Madoglio. La parte mimo* danzante
del medesimo fu sostenuta dalla Morlacchi,
e r altra prima ballerina Rachele Conti ri*
comparve sulle scene del Comunale ese-
guendo col Piccoli un nuovo passo a due.
I partigiani delle due ballerine vennero al-
ternando battimani e fischii per ben tre quarti
d’ ora con tale tumulto da disgradarne quello
descrittoci da Dante nel Canto III dell’ In-
ferno.
II giornaletto Modenese 1’ Unitario, dal
quale andiamo spigolando notizie teatrali,
deplora simili eccessi che intaccano la fama
di educata e gentile goduta dalla nostra
città.
13 Febbraio — La direzione agli spet-
tacoli dispose che in tal sera il ballo avesse
luogo dopo r Opera pregando il pubblico ad
astenersi da manifestazioni menochè conve-
nienti, che la porrebbero nella spiacevole
necessità di sospendere il ballo, e costrin-
gerebbero le Autorità competenti a prendere
Ip misure opportune a mantenere il decoroso
contegno abituale ai frequentatori di questo
teatro.
L’ esortazioni della direzione e le voci
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— S05 —
del giornalismo trovarono eco nella popola-
zione. Alla seconda rappresentazione del
Pipelet non s’ ebbe a lamentare il menomo
inconveniente.
22 Febbraio — Serata della prima donna
Claudina Lanzi. Cantò dessa in tal sera col
tenore Nicola^ il duetto scena e romanza
del Rigoletto invece del secondo e terzo
atto deir opera in corso. Fu applaudita ed
al suo merito venne dedicato un sonetto,
«he come la maggior parte delle composi-
zioni di circostanza non è certamente un
modello di perfetta poesia.
1862. — 27 Febbraio — La concertista
di Violino Maria Serata di Castelfranco nel
Veneto si produsse fra gli atti dell’ Opera
suonando due fantasie su motivi della Norma
e della Favorita, la prima di sua composi-
zione, l’altra di D. Alard. L’ esimia artista,
che aveva già destato 1’ ammirazione delle
Corti e degli abitanti di Vienna, Pietroburgo,
Stoccolma e Copenaghen, dopo aver percorso,
riscuotendo applausi, le principali città di
Italia, in Modena fu accolta come meritava
il suo merito eccezionale.
Dopo il teatro l’Ab. Alessandro Bazzani
emigrato Veneto, nel caffè Sandri, alla pre-
senza della brava suonatrice, di suo marito
e di alcuni suoi amici ed ammiratori im-
provvisò per l’Albo di lei un sonetto.
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— 506 —
1 Marzo — La prima donna M. Zenoni
ebbe in tal sera la sua beneficiata. La scena
e cavatina del Polìuto, e la canzone porto-
ghese nell’ opera il Domino Nero di L. Rossi
cantata nella lingua originale dalla seratante
piacquero assai.
9 Marzo — Colla rappresentazione data
in tal sera si chiuse lo spettacolo del Car-
nevale 1861-62.
Ebbero luogo, secondo il solito, in questa
Stagione tre veglioni. Il primo con poco
concorso, il secondo riuscì brillante special-
mente per r intervento del patriziato, 1' ul-
timo fu aff’ollatissimo con maschere in quan-
tità che schiacciarono molti cappelli. Durò
sino alle sei antimeridiane.
Le vicende or tristi or liete dello spet-
tacolo dato nella stagione, della quale testò
accennammo al termine, diedero luogo a
diversi giudizii sulle cause che più o meno
infiuirono sull’ andamento del medesimo; ed
Interessarono la pubblica opinione del paese,
che sempre suole preoccuparsi dei sacrifizii
e danni delle Imprese teatrali, del decoro
del teatro, della maggiore o minore avve-
dutezza addimostrata dai direttori degli spet-
tacoli.
Nè solo tuttociò diede argomento ai di-
scorsi de’ cittadini; ma fu ancora occasione
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— 507 —
a giuridiche questioni, ed alla stampa di do*
cumenti esposti al pubblico per V apprezza-
mento dei medesimi.
L’ impresario per la burrascosa stagione
teatrale 1861-62 fu il signor Luigi Pollavi-
Maglietta, e la direzione agli spettacoli in
quel tempo era affidata ai Signori Ronchetti
Tito Avvocato consulente — Nacmani David
— Raffini Stanislao — Boccolari Benedetto
— Vecchi G. C. Segretario.
1862. — 6 Aprile — Trattenimento di
Cattocrica o vedute dissolventi che per in-
canto appaiono e sfuggono alla vista degli
spettatori.
Il divertimento ottico riuscì variato ed-
interessante, e fu rallegrato da pezzi musi-
cali eseguiti abilmente dal concertista di
clarino prof. Felice Caglieris addetto alla
banda del Reggimento Cavalleggieri Saluzzo.
Stagione di primavera.
Compagnia di Canto.
Prima donna Soprano — Angelica Moro.
Tenore — Carlo Negrini.
Baritono — Luigi Colonnese.
Prima donna mezzo soprano — Sofìa
Marini Testa.
Basso — Gio. Battista Cornago.
Quattro comprimarii, due seconde parti,
e 32 coristi d’ ambo i sessi.
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— 508 —
21 Aprile — Prima rappresentazione del-
r opera il Poliuto musica del Maestro G.
Donizetti.
Poche volte la città nostra ebbe la for-
tuna di godere di uno spettacolo musicale
nel suo complesso si eccellente quale si fu
quello procurato con grave dispendio dalla
impresa Maglietta neUa primavera 1862.
Il Poliuto era già stato sentito in Modena,
ed è quindi superfluo il parlare di questo
spartito del Donizetti che trionfalmente per-
corse tutti i teatri del mondo. Intratterremo
piuttosto i nostri lettori sugli esecutori di
quell’opera, e con nostra soddisfazione pos-
siamo farlo colle parole del benemerito
Maestro Gandini già pubblicate nel N. 1
deir Unitario. Anno III 1 maggio 1862.
• Il tenore Carlo Negrini è quel vecchio
• artista dotato d’ una voce prepotente,
• colla quale nei momenti di forza e di de-
« clamazione costringe il pubblico all’ entu-
• siasmo, rammentando in ispecial modo nei
• recitativi il tipo dei David dei Crivelli e
• dei Donzelli e d’ altri grandi tenori, dei
• quali ora non resta che la tradizione.
• La prima donna Angelica Moro, oltre
• di avere una figura avvenente e simpatica,
« interessa il pubblico si per la voce omo*
« genea agile ed estesa, quanto per la pre-
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— 509 —
< cisione nell’ eseguire una parte che, a
• bene interpretarla, richiede una valente
« cantante.
« Il baritono Luigi Colonnese presenta
• tutti gli elementi necessarii a divenire un
< artista di primo ordine, giacché il dono
« d’ una voce robusta e sonora, non che la
< figura imponente gli danno il diritto di
< aspirare a tale luminosa meta.
• Il basso Gio: Battista Cornago è for-
■ nito di buona voce, e si mostra provetto
« nell’ arte teatrale; sebbene la parte che
• sostiene non gli dia tutto il campo di
• spiegare i mezzi che possiede.
« Il tenore comprimario Antonio Galletti
« disimpegna con bravura la propria parte,
c e gli altri cantanti contribuiscono anche
« essi al buon esito di tutto lo spartito.
« Orchestra e cori eseguiscono perfetta*
« mente ciò che loro spetta. Non si può
« trascurare di attribuire i meritati encomii
. al scenografo Manzini, che anche in questa
• occasione conferma la fama di eccellen-
« tissimo fra quelli che trattano la moderna
« scenografia. •
1862. — 14 Maggio — Andò in iscena
la seconda Opera di questa stagione Jone
'del Maestro E. Petrella Napoletano, del quale
i Modenesi avevano avuto campo di ammirare
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— 510 —
i talenti musicali sino dal 1858, nel carnevale
del qual anno fu eseguito con buon esita
nel nostro teatro Comunale un* altro suo
bel lavoro V Assedio di Leida. Il Maestro
Qandini. valendosi del sucitato giornale 1’ U-
niiario dopo la prima recita pubblicò, senza
nominarsi, le impressioni lasciategli da quella
musica la quale sebbene nelle combinazioni
melodiche talvolta presenti un ritmo bizzarro,
-pure non è priva d’ effetto. La sinfonia, la
scena del delirio, il finale III, la marcia fu-^
nebre, il duetto del quarto atto fra soprano
e baritono sono a parere del Gandini i pezzi
più elaborati e meritevoli d’encomio. Negli
altri a più parti cantanti ritrova abbondanza
di unmont, ammessi bensì dalla scuola mo-
derna per ottenere dell’ effetto, ma censu-
rabili se adoperati con poca sobrietà spe-
cialmente da chi succhiò il latte musicale
della vecchia scuola Italiana.
Il pubblico gustò le bellezze della nuova
opera la Jone trattata con impegno e bra-
vura dai primarii cantanti, e li chiamò al
proscenio a ricevere i meritati applausi. In
questa circostanza si notò che 1’ orchestra
ed i cori eseguirono con più diligenza e
maggior vivacità di colorito la parte stru-
mentale e vocale loro rispettivamente affi-
data: il che si attribuì alla presenza del
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— 511 —
Maestro, che si seppe conciliare la stima e
benevolenza degli esecutori.
Fra le scene dipinte dal Manzini per
questa Opera meritò lode specialmente il
porticato che dà accesso ai giardini di Jone,
bella invenzione architettonica con prospet-
tiva di grandissimo effetto.
La Joyie nelle successive rappresentazioni
si guadagnò sempre più il favore del pub-
blico. ed il bravo Maestro Petrella che ar-
ricchì il repertorio teatrale di questo bei
lavoro ottenne in seguito maggiori dimo-
strazioni di stima: ed in vero la sera del 18
maggio due poesie a lui dedicate a centinaia
di copie furono gettate dal loggione e di-
spensate nei palchi. Una di queste, bellissimi
versi del Dottor G. Rubbieri. fu ristampata
nell’ Unitario.
24 Maggio — La prima donna Angelica
Moro ebbe in tal sera la sua serata. Fu
rappresentata in parte la Jone, ed il quarto
atto del Trovatore. Ija simpatica artista fu
oltremodo festeggiata ed applaudita.
31 Maggio — 11 tenore Negrini nella
sua beneficiata cantò in modo veramente
mirabile la scena ed aria nell’ opera Belisario
del Maestro Donizetti. Fu salutato con ova-
zioni più presto frenetiche che entusiastiche
prodigategli dagli spettatori scossi profon-
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— 512 —
damente dalla larga vena d’ armoniosi ac~
centi che sgorgarono in quella sera dal suo*
labbro. Una fitta pioggia di poesie in suo-
onore cadde in platea, e fra queste un facile
e ben condotto sonetto di Parmenio BeU
ioli.
1862. — 4 Giugno — Anche il Colonnese
ebbe la sua serata, e si produsse con esito
felicissimo in un^ aria dell’ opera i Masna-
dieri.
5 Giugno — Colla rappresentazione della
Jone data in tal sera si pose termine alla
stagione di primavera dell’ anno 1862 me-
moranda nei fasti del nostro teatro Munici-
pale.
1862. — 12 e 14 Ottobre •— La celebre
attrice Adelaide Ristori diede due straor-
dinarie rappresentazioni, eseguendo — Eli-
sabetta Regina d’ Inghilterra — dramma
storico di Paolo Giacometti, e Medea tragedia
di E. Logouvè tradotta da Montanelli.
1862. — 1 Novembre — Tommaso Sai-
vini, conduttore e direttore di una dram-
matica compagnia, per 36 sere ci fece sentire
scelte produzioni rappresentate con decoroso
apparato di scena e somma abilità d’ artisti.
Ne ricorderemo soltanto alcune poche.
1862.' — 20 Novembre — A profitto dei
danneggiati dalle rotte de’ fiumi Secchia e-
— ~ Dtgtflzed brt'.i liliale
— 5i3 —
Panaro, che pochi giorni avanti avevano
allagato parte dei territori di Soliera, Carpi,
Finale e Bomporto, fu replicata la tragedia
Zaira di Voltaire nella quale il Salvini con
queir arte in cui ha pochi rivali rappresentò
la parte di Rosmane^ e la Clementina Cazzala
bravissima attrice figurò da protagonista.
La Tombola^ graziosa farsa del Solieri di
Modena, rallegrò poscia il numeroso uditorio
commosso dai truci versi del gran tragico
francese.
Le parti brillanti nella compagnia Sulvini
prano sostenute valentemente da Guglielmo
Privato,
25 Novembre — Il primo attore e diret-
tore Salvini per la sua serata scelse la tra-
gedia Inglese Otello^ che gli procacciò ap-
plausi e poesie.
I8G2. — 2 Dicembre — La Francesca
da Rimini di Silvio Pellico diede occasione
alla Cazzala prima attrice di far pompa di
tutti i suoi mezzi artistici. Era questa rap-
presentazione destinata a suo benefizio, e
non ebbe soltanto battimani e sonetti, ma
ancora un buon introito.
10 Dicembre — Con un bellissimo lavoro
comico Goldoniano chiuse la compagnia Sai'
vini il corso delle sue rappresentazioni —
La Pamela NuhVe — e coi — Gelosi For^
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— 514 -
tunati — commedia del Conte Giraud. En-
trambe queste produzioni furono interpretate
a meraviglia dalla brava compagnia di T.
Salvini, la quale lasciò gratissima memoria
di se in tutti quelli che ebbero la fortuna
d’ apprezzare i meriti del suo personale ar-
tistico.
Prima di passare a trattare dello spet-
tacolo d’ inverno ci conviene rammentare le
vertenze insorte tra l’ impresa e la direzione
degli spettacoli per una parte, ed i compo-
nenti r orchestra per V altra. I suonatori
Modenesi sciolti per deliberazioni del Con-
siglio Comunale dalle convenzioni preesistenti
tra Municipio ed orchestra proposero all’ im-
presario una modificazione nei rispettivi sti-
pendii a loro vantaggio; ma non essendo
stata accettata la proposta dall’ impresa, ed
avendo i suonatori rigettata una transazione
ad essi offerta, tutte le prime parti d’ or-
chestra, ad eccezione di quella di primo
violino e di violino di spalla rispettivamente
affidate al direttore prof. Antonio Sighicelli
ed a Ferdinando Bollo, furono sostenute da
professori di Bologna, Parma, Genova, Fi-
renze e di altre città d’ Italia. Gli artisti
modenesi, esclusi dal servizio del teatro'
pubblicarono una protesta contro l’ingiustizia
di cui si credevano vittime: e si appellarono
— 515: —
alla filantropìa dei concittadini onde otte-
nerne all’ occorrenza un fraterno soccorso.
27 Dicembre — Prima rappresentazione
dello spettacolo di carnevale coll’ opera
Lucrezia Borgia del Maestro Donizetti. e
col ballo Lo spirito {maligno del celebre
Rota, riprodotto dal coreografo Cecchetti
Cesare.
La detta Opera era stata già sentita in
Modena, ma sotto l’ altro titolo di Eustorgia
da Romano.
Notiamo qui appresso i cantanti principali
che r eseguirono.
Prima donna — Isabella Alba.
Tenore — Giuseppe Capponi.
Contralto — Fanny Pollachi.
Basso — Enrico Rossi-Galli.
La sua esecuzione in complesso piacque
al pubblico. La signora Alba cantava con
buon metodo e sentimento: la Pollachi non
aveva molta estensione di voce, ma sapeva
far buon uso di quel tanto che la natura
le aveva concesso: il tenore era buono ab-
bastanza, e meritava lode specialmente per
la sua buona intonazione: il basso di bella
presenza e voce simpatica si rese ben accetto
al pubblico: ed il resto dell’esecuzione era
ben condotto, ed anche la messa in scena
era conveniente.
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33
— 516 —
La compagnia di ballo che rappresentb
10 Spirito Maligno componevasi dei primi
ballerini di rango francese Emilia Aràngvàry
6 Carlo Forianiy della prima ballerina sup-
plemento Emilia Pinciroli, di 5 mimi e 32
ballerini italiani e di mezzo carattere d’ambo
i sessi.
Alla Arànyvàry il pubblico fu largo di
applausi per la grazia e precisione della sua
danza, e fra i mimi Marco Magri rappresentò
assai bene la sua parte.
Questo ballo, capricciosa creazione del
Pota, era accompagnato da musica vivace
ed originale, il vestiario ne era ricco e
brillante, i scenarii maestrevolmente dipinti,
tutto r apparato sfarzoso.
Per conseguenza soddisfece 1’ esigenza
del pubblico, che trovò anche superiore ad
ogni elogio sì nell' opera che nel ballo 1’ or-
chestra in gran parte forestiera.
1863. — 8 Gennaio — Nuovo diverti-
mento danzante — Le illusioni d> un pittore
— del Cecchetti, nel quale fecero la loro
prima comparsa, 1' altra prima ballerina
Giuseppina De- Rosa, che ballò con molta
agilità, ed il primo ballerino Alessandro
Piccoli potente danzatore che ci ricordava
11 nostro Walpot.
17 Gennaio — Seconda opera della sta-
~ 517 —
gione — Rigoletto — del Verdi per V ese-
cazione del quale alla compagnia di canto
furono aggiunti la prima donna Giuseppina
Vitali ed il baritono Raffaele Ferlotti.
La Vitali debuttante avca voce limpida
e dolce, e cantava senza sforzo e con espres-
sione: i Modenesi coi loro applausi l’ inco-
raggiarono. Il Ferlotti era un vecchio artista,
la sua azione era sempre animata, ma la
voce alquanto fiacca. Il tenore, il contralto
ed il basso, già applauditi nella Lucrezia
Borgia^ lo fnrono anche nella nuova opera.
La Vitali dopo due recite del Rigolétto
sciolse il contratto che la legava all’ impresa.
I motivi di tale scioglimento furono resi di
pubblica ragione sotto diversi aspetti dallo
impresario e dal padre della Vitali con varie
circolari a stampa delle quali a noi basta
r avere fatto cenno. Il Rigoletto piacque,
benché il pubblico avesse ancora in memoria
la perfetta esecuzione uditane qualche anno’
prima dalla Lotti, dalla Brambilla. dìCl Ora-
ziani e dal Corsi.
1863. — 1 Febbraio — Partiti la Vitali
ed il Ferlotti, fu riprodotto il Rigoletto colla
prima donna Rosa De-Ruda ed il baritono
Innocenzo Canedi. La prima donna a ragione
fu applaudita, ma tal sorte non toccò al
baritono che il pubblico non volle tollerare.
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— 518 —
3 Febbraio — Dopo uii Poutpourri di
ÌAicrezia e di Rigoletto andò in iscena la
Locandiera del Cecchetti. al qaal ballo il
pubblico fece buon viso per qualche buon
ballabile e per la mimica assai animata. La
musica però in complesso fu trovata mono-
tona e fredda.
5 P’ebbraio — Il nuovo baritono Reina
Giovanni in unione alla De-Ruda, alla Poi-
lachi, al Capponi ed al Rossi-Galli, si pro-
dusse nel Rigolelto.
7 Febbraio — Beneficiata della distinta
danzatrice Emilia Arànyvàry. La parte dan-
zante dello spettacolo in detta sera consisteva
nell’ applaudito ballo la Locandiera, e nel
terzo atto dello Spirito maligno. La seratante
fu vivamente festeggiata.
9 e 10 Febbraio — Serate misteriose
del celebre prestigiatore Cavalier Professore
C. Hermann. Mistificò questi il pubblico con
nuovi e bellissimi giuochi. Abbiamo ancora
presente alla memoria la facilità e disinvol-
tura colla quale dalla platea gettava le carte
comuni da giuoco, sino ai più alti ordini
de’ palchi, spingendole talvolta sino ad in-
contrare con forza la volta della sala donde
ricadevano svolazzando sugli spettatori.
I principali artisti di canto e ballo, nelle
sere 11, 14, 17 e 20 febbraio ebbero le loro
— 519 —
beneficiate, eseguendo variati pezzi di musica
e nuovi ballabili.
Col cartellone dello spettacolo invernale
era stata promessa 1’ opera — 1’ Indovina
— musica del Maestro i4n<onio Buzzi; ma
dopo la Lucrezia Borgia fu dato il Rigolelto,
e la prima rappresentazione dell’ Indovina
fu annunziata, con straordinario avviso, per
la sera del 21 febbraio. Mentre il popolo
accorreva al teatro fu esposto un avviso che
sospendesse la rappresentazione dello spet*
tacolo promesso; per cui il pubblico indi-
gnato d’essere per tal guisa preso a gabbo,
proruppe ammutinato attorno al teatro in
grida di disapprovazione ed ingiurie contro
la direzione degli spettacoli. La sospensione
ebbe per causa una questione d’ interesse
insorta fra la prima donna Alba Isabella e
r Impresa, vertenza che la direzione non
riuscì ad appianare. L’ agenzia teatrale re-
stituì agli abbonati la quota proporzionale
loro dovuta per le due recite mancanti, ed
inoltre restituì a chi lo avea pagato, il
prezzo del biglietto della mancata rappre-
sentazione.
Lo spettacolo del carnevale terminò quindi
nella sera del 20 febbraio.
Circa r opera che non fu rappresentate
riporteremo quanto ne lasciò scritto il Mae.
stro Gandini.
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~ 520 —
• Richiesto d’ un mio giudizio sulla mu*
• sica deir Opera 1’ Indovina del Maestro
• Buzzi, dichiaro per la pura verità, e per
• quanto ho udito in qualche prova, di avervi *
• scorto quella scienza che caratterizza il
• vero Maestro, non disgiunta da concetti
• spontanei e da uno strumentale vivacissimo,
• per cui, se r esecuzione di essa corrispon*
• derà al merito del lavoro, non oserei du-
• bitare dell’ esito.
Ci converrà pur dire qualche cosa intorno
alla quistioue che causò gli accennati in-
convenienti teatrali.
La prima donna Isabella Alba per con-
tratto stipulato coir impresario Ercole Tìnti
aveva diritto a mezza beneficiata franca di
ogni spesa e fuori d’ abbonamento. L’ im-
presa invece destinò la sua serata nel primo
venerdì di quaresima {21 febbraio) ed in
abbonamento, p^r cui vedendosi tolta ogni
probabilità d’ un buon introito (che d’ al-
tronde aveva destinato a benefizio dei po-
veri) Y Alba decisamente rifiutossì di cantare.
La direzione agli spettacoli rappresentata a
quel tempo dai Signori B. Boccolari, G-
Huffìni e D. Nacmani invano tentò di smuo-
verla dal suo proposito. Tuttociò venne e-
.sposto dalla detta prima donna in due cir-
colari a stampa datate nel 20 e 22 febbraio
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— m —
1863. Alcune frasi dell’ ultima delle citate
circolari offesero i componenti la suddetta
direzione, la quale inoltrò alla regia procura
querela criminale per libello ingiurioso. Il
tribunale di circondario con sentenza in data
del 14 aprile del detto anno rimandò assolta
la prima donna dalla querela di dififamazione
condannando i nominati direttori nelle spese;
ma la R. Corte d’ appello in Modena con
successiva sentenza del 13 agosto ritenne
diffamatorio lo stampato 'incriminato assol-
vendo però la signora Isabella Alba dalle
conseguenze della indicata querela perchè
dessa non abbastanza ne risultava l’autrice,
ed assolvendo ancora i direttori degli spet-
tacoli dalle spese del giudizio, nelle quali
erano stati precedentemente condannati.
A questa vertenza si può dunque appli-
care la morale della favola del monte che
partorì il topo.
1863. — 22 e 25 Aprile — Accademie
umoristiche date dal celebre professor Velie
Ungherese che rappresentò in maniera af-
fatto nuova e senza apparecchio alcuno
giuochi sorprendenti di fisica chimica elet-
tricità e magnetismo, e distribuì regali al
pubblico.
L’ ingresso alla platea e palchi costava
it. L. 1,50. . ..
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— m —
1863. — 11,14 è 17 Maggio — Il violi-
nista Ungherese Edoardo Reményi diede
tre concerti musicàli.
Non daremo per brevità 1 elenco dei
clàssici pezzi eseguiti dal concertista Un^
gherese nelle suindicate sere; ma non poS"
osiamo pretermettere di accennare le sue
eminenti qualità artistiche cioè: eccellente
cavata, intonazione sorprendente , espres-
sione e buon gusto. Molti dei pezzi da lui
eseguiti erano di sua composizione. Questi
concerti procacciarono al Remènyi applausi
entusiastici e chiamate numerose.
Suonò desso fra gli atti delle commedie
rappresentate dalla compagnia drammatica
Mazzola e Milani diretta da Carlo Benve-
nuti, la quale dal! Arena Nazionale ( dove
avea già intrapreso un corso regolare di
rappresentazioni ) nelle suddette sere si tra-
sferì al teatro Municipale.
1863. — 4 Giugno — Un altro presti-
giatore si produsse in tal sera nel Comunale,
e fu Giuseppe Besedniach che per ultimo
giuoco deUa Accademia annunziò ed esegui
la propria sparizione !
.7 Giugno — In questo giorno destinato
a festeggiare lo Statuto della Nazione,, al
mattino ebbe luogo la rivista della truppa
e della Guardia Nazionale, al pomeriggio
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— 523 —
sulle mura vi fu la corsa dei sedioli, ed alla
sera nel maggior nostro teatro illuminato a
giorno a cura del Municipio la già nominata
compagnia drammatica Mazzola Milani rap-
presentò la commedia — Ercole III Duca
di Ferrara ossia una not^e di schiaffi — E
cosa invero deplorabile che sui teatri Ita-
liani vengano rappresentate commedie come
«questa contrarie alla verità storica. E tale
dichiariamo la sucitata produzione; ed infatti
uè Ercole I valoroso nelF armi, protettore
de’ buoni studii il più prudente e stimato
fra quanti principi avesse allora l’ Italia, nè
Ercole II splendido e dotto, nè Ercole III
accorto amministratore che seppe ristorare '
le esauste finanze dello stato nel tempo
stesso che istituiva scuole, erigeva ponti e
diminuiva le pubbliche imposte, nè alcun
altro degli Estensi di nome diverso che re-
gnarono in Ferrara ed in Modena fu vanitoso
ed imbecille come il protagonista della coni-
media rappresentata nel nostro teatro Mu-
nicipale li 7 giugno 1863.
1863. — 19 e 20 Settembre — Nel teatro
Alipmndi apertosi nell’antecedente anno si
rappresentava la Norma. Nelle due suddette
sere lo spetta'’olo fu trasportato al Comunale..
Ecco r elenco dei personaggi e degli ar-
tisti:
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- 524 —
Pollione — Pietro Chiesi.
Oroveso — Giambattista Righini.
Norma — Laura Ruggero.
Adalgisa — Adele Ruggero.
Clotilde — Teresa Benevetti.
Flavio — Annibaie Micheioni.
Le sorelle Ruggero riscossero meritati
c fragorosi applausi e si può dire che so-
stennero da sole lo spettacolo. In loro onore
fu pubblicato un sonetto.
Tali straordinarie rappresentazioni furono
date per festeggiare 1’ esposizione agraria,
apertasi in quel tempo in Modena.
Il guadagno rilevato dalla Agenzia del
teatro per le due recite suddette, fu di L.
3457, 77.
1863. — 21, 22, 24 Ottobre — Nella vi-
cina Mirandola in tempo di fiera fu dato il
Poliuto col ballo Un sogno di un bersagliere.
Nelle suddette tre sere tale spettacolo ebbe
luogo nel nostro teatro Comunale.
I principali artisti di canto e di ballo
che r eseguirono furono:
Prima donna — Ida Edelvira.
Tenore — Giulio Ugolini.
Baritono — IgnaMO Viganotti.
Basso — Enrico Rossi Galli.
Primi ballerini
Amalia Tisatti — Giambattista Garba-
.gnati.
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— K25 —
La prrma ballerina ancor giovinetta, e
non ancora perfezionata nell’ arte sua, non
so bene in quale delle tre indicate sere, al
terminare d’ un passo non calcolando lo
spazio che le restava a percorrere del palco
scenico venne da questo a cadere nella sot-
tostante orchestra; ma per fortuna non si
fece alcun male.
L’orchestra si componeva dei professori
della città che il Sig. R. Sgarbi era riuscito
ad unire dopo le peripezie dello scorso
anno.
28, 29. 30 Ottobre — Rappresentazioni
della compagnia Araba diretta da Kadi-Em-
harch-Benamour^ che si produsse in unione
alla famiglia drammatica di 0. Leigheh.
Il consiglio comunale di Modena, con sua
deliberazione 29 aprile 1863, fissò la dote
per gli spettacoli da darsi in questo teatro
nell’ anno teatrale 1863-64 in L. 30.000, ed
invitò con successivo avviso 27 maggio
chiunque intendesse concorrere a tale im-
presa. Nell’ antecedente anno, non presen-
tandosi alcuno ad assumere 1’ appalto del
teatro per una simile dote, la si portò a
L. 35,000. Non volendosi per 1’ anno 1863-
64 fare simile aumento si ebbe pure defi-
cienza di concorrenti all’ appalto.
Nell’ ottobre fu deciso di interpellare i
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— 526 —
palchettisti se volevano essi colle 3Q.OOO
lire assumere 1’ impresa del Carnevale, ed
in caso negativo d’ impiegare detta somma
in riattamenti al teatro, e nell’ introdurvi, la
illuminazione a gaz.
I palchettisti non solo rifiutarono di as-
sumere detti impegni, ma protestarono ;an-
cora di volere mantenere indenni i loro di-
ritti per gli spettacoli d’ uso. Finalmente
mossi dall’ idea di ovviare, almeno in parte,,
i danni di chi per l’ addietro rittraeva qual-
che lucro nella stagione di carnevale, i com-
ponenti l’orchestra, i scenografi, macchinisti,
ed altri impiegati addetti al teatro si for-
marono in società, per assumere l’ impresa
teatrale.
La rappresentanza di detta società com-
ponevasi dei Professori Sante Luigini^ Luigi
Gianelli. Ferdinando Manzini. Giuseppe Man-
zini e del Ragioniere Bernardo Sgarbi. La
impresa sociale addì 15 dicembre pubblicò*
il cartellone dello spettacolo per la stagione
di carnevale, promettendo 1’ opera La Fa-
vorita ed il ballo Masaniello.
1863. — 29 Dicembre — Prima rappre--
sentazione della Favorita eseguita dai se-
guenti artisti:
Prima donna — 7'osi Santina.
Tenore — Vicentelli Carlo,
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— 527 —
Baritono — Orlandi Vitn.
Basso — Foli Giacomo.
Il corpo di ballo che agi nel Masaniello
componevasi del coreografo Eduardo Vigano,
dei primi ballerini Fanny Vigano e Durand
Eugenio, di sette mimi e di 24 ballerine di
ambo i sessi.
È superfluo parlare del merito artistico
della Favorita spartito notissimo di Doni-
zeta. La sua esecuzione fu ottima. La Tosi
brava cantante ed attrice flnita, il Vicentelli
artista di buona scuola, l’ Or/a^di dotato di
bellissima voce, il Foli pure buon cantante,
corrisposero tutti degnamente aU’importanza
della loro parte.
Il Ballo del coreografo Cortesi riprodotto
dal Vigano, benché già veduto altre volte
su queste scene, fu accolto favorevolmente
dal pubblico.
La prima ballerina era un portento di
instancabilità, anche il Durand era ballerina
di forza. I mimi piacquero, le scene del
Manzini furono applaudite, e meritò elogi
anche 1’ orchestra, nell’ opera diretta dal
Sighicelli, e nel ballo dal Luigini.
L’ impresa Sociale non si rese soltanto
benemerita del paese per 1’ allestimento di
un decoroso spettacolo, ma ancora per avere
curato la riduzione a gaz della grande lu-
■™’'zod by Google
— 328 —
miera, nel che fu coadiuvata dalla giunta
municipale prima con un compenso di lire
500, e più tardi per acquisto del relativo
materiale d’ apparato con la somma di lire
1100.
1864. — 16 Gennaio — Serata a benefìaio'
del baritono Orlandi con variati pezzi mu>
sleali cantati dal beneficiato, ed una fantasia
per violino eseguita dal prof. Di-Carlo Vin-
cenzo.
23 Gennaio — Ebbe luogo con plauso il
nuovo ballo Irma del coreografo Edoardo
Vigan(i.
26 Gennaio — Finalmente andò in iscena
il Trovatore già destinato e promesso da
lungo tempo per seconda opera della sta-
gione. Per la rappresentazione di questo
notissimo ma sempre applaudito lavoro del
Verdi fu scritturata un’ altra prima donna
cioè la Carlotta Rapazzini. La Tosi inter-
pretò a meraviglia la parte à’Asucenay che
ordinariamente è afiìdata ad artista di poco
conto, ed il pubblico rimase sorpreso dello
effetto drammatico che ne seppe trarre quella
valente artista. Tutti gli altri come nella
prima opera meritarono lode.
30 Gennaio — Serata del tenore Vicen^
telli che cantò la romanza nell’opera Marta
del Maestro Flotow.
— 529 —
1864. — 6 Febbraio — Si produsse di
nuovo il violinista Di Carlo^ ed essendo la
rappresentazione a benefìzio della prima bal-
lerina Fanny Vtganò fu dato, oltre il ballo
in corso, un nuovo scherzo comico intitolato
Giglielta. Poesie ed applausi non mancarono
alla seratante.
11 Febbraio — Benefìciata della prima
donna Santina Tosiy che eseguì un’ aria nel-
r Opera Marco Visconti colla nuova caba-
letta scritta appositamente per lei dal Mae-
stro Petrella. Più del consueto la brava
artista fu festeggiata dal pubblico, e l’ im-
presa sociale le dedicò un sonetto.
14 Febbraio — - Con un variato tratteni-
mento istrumentale vocale e coreografìco a
benefìzio dei soci! componenti 1’ impresa
teatrale ebbe termine nella prima domenica
di quaresima lo spettacolo della stagione
invernale 1863-64.
L’ anima di detta impresa fu il prof di
violino Sinte Luigini (1) al quale per avere
(1) Altrove si è fatto menzione in questa Croni-
storia della famiglia Sighicelli nella quale il genio
musicale si trasmise di generazione in generazione, -
riputiamo quindi opportuno di accennare ora a con-
simile privilegio della famiglia Luigini di Modena.
Aprite il bel libro di Michele Lesaona — Volere e
Potere — a pag. 267 vi leggerete ;
« Il Signor Giuseppe Luigini nativo di Modena è
« dei più distinti professori di musica in Lione»
Oigitged by Google
— 530 —
saputo, ad onta della pochezza della dote
assegnata dal Municipio, in poco tempo ap-
prontare un commendevole spettacolo fu
dedicato un sonetto che n‘ esaltava lo zelo
e r abilità.
I membri della suddetta società, oltre la
compiacenza d’ aver impedito la chiusura
del teatro, ebbero ancora qualche lieve van-
taggio pecuniario.
Formarono parte della Direzione agli
spettacoli nella stagione invernale suddetta
r avv. Giuseppe Mattioli^ l' avv. Francesco
Zanetti ed il Conte Lodovico Calori.
1864. — 2 e 3 Marzo — La drammatica
compagnia Italiana fra gli artisti della quale
« se non il primo. Egli occupa il posto di direttore
« d’ orchestra al gran teatro imperiale di questa
« città.
« Due fratelli di lui, Alessandro e Francesco.
« r uno dimorante a Tarare e 1’ altro a Tolosa, hanno
« acquistato essi pure una bella fama; ed un figlio
«di Giuseppe l’acquisterà certo bentosto, dacché
« ancora adolescente, seppe al pubblico concorso del
* Conservatorio di Parigi, meritarsi un primo acces-
si sii per pezzi di musica da esso composti ed ese-
« guiti. »
Ai sunnominati aggiungeremo Geminiano Luigini
prima tromba, che abbiamo veduto registralo nel-
1' elenco degli individui componenti la musica o es-
pella di Corte nell' anno 1827, e Sante ( che ha dato
motivo a questa nota) il quale era abilissimo suona-
tore di violino, e direttore di balli, come per tale
ebbero u riconoscerlo Modena, e molta altre città di
Italia. N. d. C.
— 53i —
primeggiava la celebre Adelaide Ristori rap-
presentò nella prima delle due citate sere
il dramma del Cav. Giacometti — Luigia
Sanfelice — nell’altra la commedia nuovissima
del nostro concittadino Cav. Paolo Ferrari
— La Dorma e lo Scettico.
Entrambe le produzioni destarono gran-
dissimo interesse nel pubblico pel loro me-
rito intrinseco e per 1’ eccellente loro ese-
cuzione; ma noi spenderemo brevi parole
solamente intorno all’ ultima nominata.
11 teatro di Modena confermò coi suoi
applausi il giudizio dato da principali teatri
d’Italia del nuovo dramma dèi Ferrari am-
mirandone il vivace e spiritoso dialogo, e
commovendosi dove più domina 1’ affetto e
la passione. Quanto sia all’ esecuzione fu
superiore ad ogni elogio per rispetto alla
Ristori, buona par parte di Gustavo Bianchi
e di Luigi Pezzana^ mediocre riguardo alle
seconde parti.
12 e 13 Marzo — Straordinarie rappre-
sentazioni fantastico-prestigiose e di vera
destrezza date dal prof. Siciliano Macaiuso.
nelle quali prese anche parte la violinista
Caterina Lebouys.
28 Marzo — Veglione a bene£cio della
Società Artigiana-operaia di Modena. Il frutto
rioavsd^one sali a L. It. 1116, 42.
34
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— 532 —
1864. — 7 e 8 Maggio — La compagnia
drammatica Italiana colla Ristori si fece
sentire di nuovo nel nostro teatro Comunale
rappresentando il dramma del Oiacometti —
Bianca Maria Visconti — e replicando l’ap-
plaudita commedia del Ferrari — La Donna
e lo Scettico.
Negl’ intermezzi la banda del 40® Reggi-
mento di Fanteria eseguì alcuni pezzi con-
certati.
Il Consiglio Comunale di Modena nella
seduta del 23 aprile 1864 accordò all’ im-
presa sociale, che aveva dato lo spettacolo
nel carnevale di quell’ anno, italiane L. 2500
perchè allestisse per 12 sere un’ opera nel
Teatro Municipale nella circostanza della
festa dello Statuto.
L’ opera rappresentata nel giugno fu
r Ebreo del Maestro Apoltoni con questi
cantanti.
Prima donna — Bertucci- Ortolani An-
netta.
Tenore — Ortolani Giovanni.
Baritono — Coliva Filippo.
Basso — Zucchelli Carlo.
1864. — 19, 20 e 22 Novembre — I co-
njugi Enrico e Giuseppina Sisti diedero tre
accademie di prestidigitazione, nelle quali se
non superiori almeno eguali si mostrarono
— 533 —
in bravura 2ÌÌV Hermann ed al Velie, che non
molto prima eransi prodotti sul nostro Teatro.
Ai giuochi di destrezza e d’ illusione unirono
altri di preveggenza e di chiaroveggenza, i
quali, fossero o no effetti del magnetismo,
nullameno destarono meraviglia e sorpresa
negli spettatori.
Nelle tre suddetto accademie i in-
cassarono it. L. 570.
La dote per 1* anno teatrale 1864-65 era
stata fissata dal Comune in L. 40,000, col-
r obbligo in chi assumeva V impresa di dare
in carnevale un’ opera seria con soggetti
distinti e ballo grande, ed in luogo poi del
corso di commedie {obbligatorio in addiettro)
un’ opera buffa o seria per 15 recite almeno
sul cadere di maggio od ai primi di giugno,
in modo però che il teatro Coiriunale fosse
aperto per la festa dello Statuto.
L’ impresa fu assunta da Giuseppe Bru-
nello, e rappresentata da Luigi Vittonati.
I sopranominati Avv. G. Mattioli e Conte
Calori presiedettero poi agli spettacoli nella
stagione di cui intraprendiamo la storia.
1864. — 26 Dicembre — Prima rappre
sentazione dell’ Opera — Un Ballo in Ma,
schera — del Maestro Verdi, e del Ballo di
Rota — La Contessa d' Egmont — ripro.
dotto dal coreografo Lodovico Pedoni. Se-
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— 534= —
condo il solito diamo i nomi degli* artii^ti
che agirono in questo spettacolo/
Prima donna Soprano d’ obbligo -^ Co-'
ì^ani Elena.
Altra prima donna Soprano — Cuzzeri
Angiolina.
Prima donna Contralto — Bontxfi-Lucas
Giovannina.
Tenore — Ortolani Giovanni.
Baritono — Morelli Bartolani Vincenzo.
Bassi — Daneri Ernesto — • Formis
Achille.
Un tenore comprimario, e 30 fra coristi
e coriste completavano la compagnia di
canto.
Artisti di ballo.
Coppia Danzante — Mora Marina — Ma-
meri Byheyran.
Altra prima ballerina — Cornaggia A-
rnalia^ due mime e quattro mimi, 24 ballerine
e 6 ballerini.
Il pubblico serio e contegnoso - oltre lo
usato non fu prodigo d’ applausi ai sovracitati
artisti di canto e ballo, benché lo spettacolo
in complesso fosse tale da meritare fortuna
all’ impresario e lode alla Direzione. La
messa in iscena specialmente del ballo era
— .535 —
^sfarzosa, e quale da un pezzo più non usava
nel nostro teatro. e l’illuminazione più, vivace
del solito.
'In seguito la prima donna i Corani colla
sua. voce. fresca, canto facile,. e porgere in-
telligente guadagnossi il favore del pubblico.
.11 {tenore Ortolani aveva incontrato assai
' più nell’ opera V Ebreo 1’, estate scorsa, Il
I Morelli' non era più nella pienezza , de’ suoi
mezzi vocali. La Cuzzeri, il Daneri, ed il
. contralto i sostenevano sufficientemente j ben e
le parti loro affidate. L’ esecuzione is^tru-
■ mentale lasciava qualche cosa a desiderare.
Quanto poi tal ballo la; Marina Moro ,, inter-
pretò mirabilmente il personaggio la Con-
tessQitVi Egmont^>e<di frequente fu applaudita
.anche. .per da sua maniera leggera, ed ele-
5 gante di ballare, ed il ^Mamert Byheyran
•danzatore di forza. e mimo .di vaglia faceva
ridere il pubblico col mettergli innanzi agli
occhi il tipo 'del maestro di ballo dello scorso
secolo.
Diversi -artisti idi .canto . ammalarono, e
prolungandpsi .le loro ..malattie T. impresa
scritturò la ..prima donna M arietta Guai-
> tisrù
i'L865.. — ìj 17' Gennaio...— La, nuova prima
donna si produsse in tal sera nel Ballo .in
‘ Mazfihera.
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— 536 —
24 Gennaio — Fu rappresentato un altro
spartito (fuori d’ obbligo) la Norma, che non
piacque.
4 Febbraio — Andò in iscena Azemi
nuovo ballo grande del coreografo L. Pe-
doni.
1865. — 15 Febbraio — Prima rappre- i
sentazione della seconda opera d’ obbligo
Werther posta in iscena dal Maestro com-
positore Raffaele Gentili.
Il teatro in tal sera fu afFolato e bril-
lante ed il nuovo spartito ebbe fortuna. Il
giovine Maestro fu più volte chiamato in
iscena ed applaudito calorosamente pel suo
bel lavoro, che nel primo e terzo atto spe-
cialmente conteneva melodie affascinanti.
25 Febbraio — Serata della .prima bal-
lerina Marina Mora. Oltre l’applaudita opera
il Werther ed il ballo la Contessa d' Egmont
fu dato in tal sera un nuovo balletto — Il
Casino di Campagna — del coreografo Pe-
doni. La brava ed avvenente Mora fu fe-
steggiatissima ed onorata di poesie.
1865. — - 4 Marzo — La prima donna
Elena Corani per la sua beneficiata cantò
il Bolero dell’ opera — Giovanna di Ouzman
— Anche a lei furono prodigati applausi e
versi.
5 Marzo — Ultima recita della stagione.
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— 557 —
Alla mezzanotte veglione mascherato che
riuscì brillantissimo. Anche gli antecedenti
erano stati assai animati ; nè solo in teatro
ma nelle sale della Società del casino, in
alcune case dell’ aristocrazia, nei salotti
della borghesia e nelle feste degli operai
per tutto il carnevale 1865 si ballò allegra-
mente.
Dietro comunicazione dataci gentilmente
dall’agenzia del teatro Municipale possiamo
dare 1’ esito economico dell’ Impresa Bru-
nello per la stagione invernale 1864-65, e
siamo lieti di poterlo fare per uniformarci
cosi al sistema tenuto, nella parte più antica
della Cronistoria del nuovo teatro Comunale ,
dal diligente Maestro Gandini.
Introiti
Dote assegnata dal Comune L. 40000
Prodotto di N. 36 rappre-
sentazioni 31399, 89
Prodotto di N. 5 veglioni 3214, 20
Incassi diversi 275, 20
Totale prodotto del Teatro 74889, 29
Utile netto di due Tombole 2874, 13
Totale Introiti L. 77763, 42
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— m —
Spese
Compagnia di canto L.
Detta di balle
•Cori
Orchestra
Banda
Corifee, comparse e paggi
Nolo spartiti e spese 're‘
lative
« musica dei balli
• 'vestiario e spese re-
lative
• attrezzi
. « piano forti
• parucche e fiori, ac-
quisto di calze ^scarpe <e ma-
schere
Scenario e spese relative
Macchinismi 'e ‘movimenti
di scena '
Illuminazione e servizioi re-
lativo
Stampa
Nolo ^vetture ’ pegli aHiati
' Sarti e BoU^e in > servizio
degli Artisti e delle masse
Impiegati ed Inservienti
15278,-50
20495, 10
-8284,20-
■ 10470,46
1188
'814, 80
2036,80
680
6137,36
797,40
450
273, 15
2595
2697
6668, 25
565
492
340, 80-
11508
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— 539 —
Assegno a due rappresen-
tanti deir Impresa 1160
Spese di viaggi, telegrafi
e posta lettere .684,96
Totale spese 76615, 76
Utile netto !L. 1147, 66
1865. — <8. 4 e 5 Giugno — Queste tre'
sere sono memorabili pel nostro Teatro
Municipale riapertosi per le feste dello Sta-
tuto. Vi fu rappresentata >la ^Sonnawùbula
igeatile' ed appassionato lavoro del Bellini,
•cheiper volger 'd’i anni non perde la' classica
sua freschezza. La interpretarono la prima
donna Antonietta Pozzoni, il tenore Stecchi
^Bottardi Luigi ed 'il basso )Armando Maini..
La Pozioni . graziosa giovinetta > di fresco lU-
scita dal' conservatorio di ^Milano, ohe alla
' Scala edialla Canobhiana era , già stata i sa-
lutata come una delle più care ispenanze del
teatro italiano, anche in Modena colla vpo-
teuza delle isue ^note sicure, (intonate, ap-
passionatamente accentate galvanizzù il pub-
blico'che proruppe* all -udirla in caldi |e pro-
lungati^ applausi. Il tenore. edili basso ierano-
degni compagni della 'brava Poszcni.
Nell’ intermezzo degli >;atti .della Son-
nam&ula( fu « poi. dato ,un terzetto i danzante
beni composto' e ben^ese^uito.
1865. — 24 Novembre -* Il Signor Mar'
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— 540 —
chelli, uno dei mille di Marsala, distintissimo
allievo del prestigiatore Bosco, diede un
accademia colla quale meravigliò e divertì
assai il pubblico.
26 Novembre — Gran concerto vocale
ed istrumentale dato dal pianista Andreoli
Carlo col concorso dei fratelli Giuseppe e
Rosa, e degli artisti di canto Annetta Heller
e Lodovico Buti.
Gli Andreoli, già noti fra noi, conferma-
rono ed accrebbero in tal sera la loro fama
•colla perfetta esecuzione di difficilissimi pezzi
•di Fumagalli, De Mtyer, Hiller, Prudent,
Liszt e Talberg.
Ecco r elenco della Compagnia per gli
Spettacoli del- Carnevale e metà quaresima
1865-66 nel Teatro Municipale, scritturata
'dall’impresario Carlo Caracciolo di Piacenza.
Prima donna Soprano assoluta — Guil-
iemin Fanny.
Altra prima donna assoluta — Mànyik
Emestina.
Primo tenore — Palermi Ernesto.
Primo basso — Derivis Prospero.
Contralto — Aldini Amanda.
Primo basso — Mazzoni-Osii Lodovico.
Primo basso comico — Pini Gennaro.
Altro primo basso — Sartorie Defen-
'dente.
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— 541 —
Secondo tenore — Micheìùni Annibaie,
Comprimaria — Zambelli Carolina.
Con sessanta Coristi d’ ambo i sessi.
Compagnia di Ballo
Coreografo e primo mimo — Pratesi
Ferdinando.
Prima mima — Pratesi Filomena.
Altro mimo — Fossaluzza Carlo.
Prima ballerina assoluta di rango fran-
cese — Tisatti Amalia.
Prima ballerina di rango italiano —
Paletti Marietta.
Primo ballerino assoluto di rango fran-
cese — Rossi Greco.
N. 26 Seconde ballerine.
N. 4 Secondi ballerini.
N. 62 Professori d’orchestra diretti dal
sig. maestro hrancesco Dalla Ferrera.
I due direttori agli spettacoli nel pre-
cedente anno teatrale continuarono il loro
ufficio anche in questo; ma avendovi volon-
tariamente rinunziato 1’ avv. Mattioli tutto
il peso ne rimase affidato al Conte Calori.
Dall’ apertura del teatro nuovo Munici-
pale (ottobre 1841) sino all’ ultimo spettacolo
dato nel giugno 1865 aveva diretto l’ orche-
stra il primo violino prof. i4n/onto Sighicelli
Accademico filarmonico di Bologna; ma desso
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— 5AS —
.cessò da tal impegno nella rsuindic&ta sta-
gione teatrale, ed avendo anclie il Maestro
Jgnazio Mounni rifiutato >di sostituire il Si-
ghicel li, la, direzione dell’ orchestra fu quindi
affidata al sunominato Maestro Dalla- Ferrera.
Il viglietto serale d’ ingresso alla <platea
e palchi, che nel carnevale 1859-60 da unsi
lira era stato elevato a L. 1,-^, neLcarne-
vale 1865*66, ebbe un nuovo aumento, e fu
portato a L, 1, 50.
1865. — 24 Dicembre — Prima rappre-
sentazione della grandiosa opera-ballo Faust
del Maestro Gounod.
La musica di questo sp>£urtito specialmente
la strumentale è pregievolissima .per belle
armonie ben giuooate. De’ cantanti il tenore
ora buono ma debole, la. prima donna di-
screta, il basso ('Mefìstofeìe) buon attore
dotato di voce estesa e robusta; ima. artista
non finito.
Il scenario e le decorazioni magnifiche.
■ L’ inooutro .del \Faust fu mediocre, e.iciò •
fu attribuito alla serietà della musica ed
all’aumento di .prezzo del viglietto d’, in-
gresso.
30 1 Dicembre , — Alla quinta recita . della
stagione fu ammesso il primo, atto del Fausi,
e fu dato il nuovo baUo — i Un patto Inftr-
naie — del Pfatasi, .musica .del .Maestiso
Venzano,
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— m —
Questo ballo d’infelice composizione irò n
fece incontro, non ostante che la coppia
danzante facesse il suo meglio per cattivarsi
il favore del pubblico, e‘ la messa in iscena
ne fosse decorosa.
L’ impresa promise d’ allestire al più
presto possibile 1’ Esmeralda.
1866. — 10 Gennaio — Del già soppresso
ballo, fu dato soltanto qualche ballabile ed
il passo a due. La partenza poi per Miran-
dola della banda del 62® Reggimento di
Fanteria, che faceva il servizio sul palco-
scenico, impedì anche 1’ esecuzione dei bal-
labili del Faust.
Il pubblico indispettitone fischiò sonora-
mente, ed insultò T impresa e la direzione,
perlocchè il Prefetto ordinò la sospensione
dello spettacolo e la restituzione del prezzo
dei viglietti a chi li aveva acquistati.
13 Gennaio — Andò in iscena' il promesso
ballo Esfneralda,
1866. — 17 Gennaio — Prima rappre-
sehtazione dell’ Opera — Linda di Ckamo-
Unix — del Maestro Dmizeiti, colla com-
parsa deir altra prima donna Angiolina
Cordier. All’esecuzione di quest’ opera prese
parte anche Giovanni Marchisio, non citato
nell’ elenco della compagnia di canto.
Alla seconda rappresentazione della Linda
— 544 —
il pubblico manifestò il suo malcontento;
non ebbe quindi piti luogo la suddetta opera
e si tornò al Fau%t.
La morte di S. A. R. il Principe Oddone
di Savoja causò la chiusura del teatro per
qualche sera.
27 Gennaio — Si riproduce l’ opera Linda
di Chamounix in cui debutò la prima donna
Emma Presly.
1 continui insuccessi degli spettacoli al
nostro teatro Municipale avevano per cause
r insufScienza della dote di fronte all’ esi*
genza del pubblico, e le condizioni del con-
tratto d’appalto. Ciò, all’appoggio anche di
lettere della direzione degli spettacoli, l’av-
vocato Luigi Vaccari si propose di dimo-
strare in uno stampato datato il 1“ febbraio
1866.
1866. — 6 Febbraio — Prima rappre-
sentazione del ballo Nellg del Pratesi. Que-
sto ballo ebbe un pieno successo, e la for-
tuna di rendere allegro e brioso il teatro
da prima languido e spopolato. Il soggetto
del medesimo era grazioso e brillante, i bal-
labili ben scelti, i vestiarii magnifici, tutto
r insieme ed i dettagli ben curati.
Fra le scene del Manzini merita special-
menzione un’ incantevole galleria a fiori, li
coreografo Pratesi fu più volte chiamato al
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— 545 —
prosceDio, la prima ballerina Tisatti ebbd'
la sua parte d’ applausi.
11 Febbraio -- Andò in iscena la pro-
messa opera semi-seria Marta del Maestra-
F. De-Flotoic. Piacque alla prima rappre-
sentazione, ma più ancora nelle seguenti^
per merito specialmente del tenore Palermi,
a cui lo spartito era adattato meglio dei
precedenti.
15 Febbraio. — Questa sera fu destinata
a beneficio della prima ballerina A. Tisatti,
la quale fu festeggiata da un pubblico nu-
meroso. e regalata d’ un magnifico mazza
di fiori. Fu eseguita in tal sera dall’ orche-
stra la sinfonia del Guglielmo Teli. I suo-
natori ed il loro direttore furono applaudi-
tissimi.
L’ ultima recita della stagione ebbe luogo
li 19 febbraio, quantunque non fossero, com-
pite le 40 rappresentazioni che l’ Impresa
s’ era obbligata di dare nel corso del car-
nevale e della prima metà di quaresima. Dal
resoconto dell’ Agenzia teatrale si rilevò,
che gl’ introiti serali, le 40,000 lire di dote,,
ed il deposito fatto dall’ Impresa nelle mani
del Municipio a garanzia del contratto, e-
rano stati tutti erogati in ispese, e non re-
stava alcun fondo disponibile per far fronte
al pagamento del quarto quartale dovuto
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— 54i6 —
•dall’ Impresa alla compagnia di canto e di
ballo.
Cantanti e ballerini ammutinati, correvano
ora air Agenzia teatrale, ora al Municipio
per essere pagati, ma invano. La Giunta
Comunale nella seduta tenuta la sera del 20
febbraio, deliberò di regalare a titolo di
sussidio It. L. 50 ad ogni individuo facente
parte del personale dell’ opera e del ballo*
affinchè potessero far ritorno ai proprii paesi.
Al seguito di tale notizia, e Tintrommissione
della Pubblica Sicurezza, il tumultuoso as-
sembramento si sciolse. L’ orchestra, i co-
risti e gl’inservienti furono illesi dal danno
per esserne stati garantiti Un dal principio
dello spettacolo,
1866. — 8 Aprile — La poetessa Gian-
nina Milli diede un’ accademia di poesia
estemporanea.
Fra i temi estratti a sorte ricorderemo
soltanto — Il Mare — Ciro Menotti — L.
A. Muratori — nello svolgimento de’ quali
i versi irrompevano dall’ animo infuocato
della Milli colla celerità del lampo, affasci-
nando gli uditori colla sublimità dei concetti,
e colla magica forza del metro.
Il teatro numeroso ed elegante, applaudì
r illustre donna, che fu sul terminare del-
V accademia regalata d’ una corona d’alloro,
Di-
— 547 —
ed onorata di un bel sonetto del Conte
Paolo Abbati Marescotfi.
Alcuni dei canti improvvisati dalla Milli
furono poi stampati dalla Tipografia Zani-
chelli a profitto degli Ospizi Marini per gli
scrofolosi.
L’ Impresa degli spettacoli pel carnevale
1866-67 fu di nuovo assunta dalla Società
deir orchestra ed impiegati addetti al ser-
vizio del teatro Municipale.
Fu scritturata la seguente compagnia di
canto.
Prima donna — Majo Marietfa.
Tenore — Belardi Vincenzo.
Baritono — Boretti Oabriele.
Basso — Mazzarini Paolo.
Compagnia di ballo.
Coreografo — Rossi Raffaele.
Primi ballerini
Barbisan Luigia — Orassi Raffaele.
Sei mimi e 32 ballerini d’ ambo i sessi.
1866. — 25 Dicembre — Ebbe principio
in tal sera lo spettacolo carnevalesco colla
rappresentazione dell’ opera — Aroldo —
del Maestro Verdi, e del ballo — Il Conte
di Montecristo del celebre Rota., riprodotto
>dal Coreografo Rossi.
35
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— 548 —
L’ Araldo sì poteva dire nuovo per noi,
giacché nel 1859 gli avvenimenti politici
fecero sì che gli artisti lo cantassero alle
panche ed ai palchi vuoti. Perciò quest’ o-
pera nel 1866 fu ben accetta, tanto più che
gli esecutori della stessa per la massima
parte erano valenti artisti, e quindi furono
applauditi.
Il solo basso Boretti pel cattivo stato di
sua salute non potè eseguire come si con<
veniva la sua parte; ma l’ impresa pensò
subito a surrogarlo scritturando il bravissimo
Giovanni Guicciardi.
Anche il ballo Montecristo piacque, e pel
merito intrinseco di questo bel romanzo co-
reografico, e pel valore de’ principali artisti.
La prima ballerina Barbisan un vero folletto
fu applauditissima, ed il Rossi mimo perfetto
rappresentava a meraviglia il fantastico per-
sonaggio ideato da Dumas. Il maestro Sante
Luigini direttore dei balli regolava coll’ in-
faticabile suo archetto le vorticose danze
della prima ballerina, ed i ballabili delle in-
feriori sacerdotesse di Tersicore . Alcuni
amici, non molte sere dopo, con un sonetto
in istlle popolare fecero plauso al Luigini
non tanto per la sua bravura nel diriggero
i balli quanto per la buona scelta degli ar-
tisti di canto e di ballo in gran parte dovuta
alla sua attività.
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— 549 —
1867. — 23 Gennaio — Un triste acci-
dente commosse in tal sera il pubblico Mo-
denese affollato al teatro per assistere alla
prima rappresentazione del nuovo ballo la
Capricciosa del Rota. La Barbisan nel ri-
petere un applaudito rapidissimo passo venne
a fermarsi assai vicino alla batteria dei lum^
a gaz. Abbagliata dalla luce o mancatole un
piede non mantenne 1’ equilibrio del corpo,
e piegando sui lumi, che appicarono il fuoco
ai sottilissimi veli della sua veste, cadde dal
palco scenico nello spazio della sottostante
orchestra. Ciò mise un orribile raccapriccio
negli animi di tutti, aumentato anche dalle
lamentevoli strida della paziente. Tosto chi
le si trovò vicino s’ adoperò per spegner le
fiamme che rapidamente circondarono la
poveretta, e riuscitivi fu dessa tratta fuori
dell’ orchestra, e ricevute le prime cure dai
medici del teatro, fu trasportata a casa. Il
maestro concertatore dell’opera e direttore
deir orchestra Signor Ignazio Manni uno
dei primi a prestar soccorso alla Barhisan
riportava qualche grave scottatura. Il pub-
blico ansioso abbandonava il teatro chiedendo
notizie, e fu comune la gioia all’ udire che
i danni riportati dalla brava artista non erano
di grave conseguenza, e ohe indubbiamente
dessa sarebbe conservata alla famiglia ed
all’ arte.
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— 550 --
Lunghe ed assidue cure furono però
necessarie al pieno suo ristabilimento, nò
potè per tutta la stagione in corso ricom-
parire sulla scena.
Il doloroso avvenimento non permise il
proseguimento dello spettacolo.
Fu poi presa qualche misura preventiva
contro simili disgrazie.
29 Gennaio — Andò in iscena 1’ opera
— Maria di Rohan.
Questo bel lavoro musicale del Maestro
%
Donizetti a poco a poco vinse la freddezza
del pubblico ancora commosso dalla disgrazia
che aveva afflitto il nostro teatro. La Majo
ed il Guicciardi ebbero applausi e chiamate
al proscenio, e n' avrebbe avuto anche il
Belar di se non fosse stato indisposto; ma
non gli mancarono nelle seguenti rappre-
sentazioni.
1867. — 3 Febbraio — L’ Impresa in
sostituzione della Barbisan scritturò la prima
ballerina Fanny Viganò, la stessa che tre
anni addietro aveva ballato nel nostro teatro.
Lessa, dopo qualche sera in cui la Bozzoni
M arietta sostenne la parte di Hajdèe nel
Conte di Montecristo, incominciò con suc-
cesso le sue fatiche producendosi nel ballo
La Capricciosa che incontrò il favore del
pubblico.
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— 551 —
Nelle serate a benefizio del Coreografo
Hossi e del tenore Belardi che ebbero luogo
le sere 5 e 12 febbraio furono eseguiti,
oltre lo spettacolo in corso, 1’ atto secondo
del ballo il Oiuocatore, ed il duetto fra te-
nore e baritono nell’ opera la Vestale del
Mercadante.
20 Febbraio — Prima rappresentazione
deir opera d’ obbligo — / due Foscari —
del Maestro Verdi.
Variati trattenimenti musicali e coreo-
grafici furono apprestati per le beneficiate
del baritono Guicdardi e della prima balle-
rina Vigano nelle sere 23 e 26 febbraio.
Entrambi detti artisti colsero in tali sere
indubbie prove di simpatia dal pubblico, ed
alla Viganò inoltre fu dedicata una poesia.
1867. — 2 Marzo — Serata a beneficio
della prima donna Manetta Majo, che si
fece applaudire in uno scherzo a voce sola di
soprano, con accompagnamento d’orchestra.
5 Marzo — I socii componenti l’ impresa
destinarono a loro totale benefizio l’introito
di questa sera ultima del carnevale. Alla
Majo, al Ouicciardi ed al Belardi. che colla
loro maestria nel canto avevano mantenuto
irf onore il nostro teatro nel carnevale 1867
fu dedicato in tal sera da alcuni ammiratori
un sonetto.
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— 552 —
7 Marzo — A lenire la grave sciagura
toccata alla Barbisan, non ancora ristabilita
in salute, con pietoso pensiero la suddetta
impresa stabilì a di lei benefìzio questa se-
rata straordinaria.
10 Marzo — Ultima rappresentazione
della stagione.
11 resoconto amministrativo degl’ introiti
e spese relative agli spettacoli rappresentati
sul nostro teatro nel Carnevale 1866 1867
offrì un disavanzo di L. 6631, 82. Detto re-
soconto redatto dal Ragioniere Signor B.
Sgarbi fu messo a stampa e diramato ai
singoli socii dell’impresa dai rappresentanti
della medesima Signori prof. Ferdinando
Manzini, Maestro Antonio Ferrari e prof.
Luigi Gianelli.
Da quest’ anno in poi la Direzione agli
spettacoli non fu più regolata sulle antiche
norme ; ma le sue attribuzioni furono affidate
all’ Assessore Comunale delegato al teatro.
Nel triennio 1866-67, 1867-68, 1868-69 pre-
siedette ai pubblici divertimenti l’Assessore
Ingegnere Benedetto Boccolari.
1867. — 27 e 28 Aprile — Il professore
Paolo Hoffmann di Berlino dà due straordi-
narie rappresentazioni ottiche, nella priirfa
delle quali espone le meraviglie degli spazii
celesti e del mondo primitivo, nell’ altra le
— m —
spedizioni del polo artico, alcuni quadri dis-
solventi e r ingrandimento gigantesco d'og-
getti microscopici.
Monsieur Auboin Brunet dal 28 settem-
bre al 6 ottobre diede non meno di 5 rap-
presentazioni di fisica, ottica, meccanica,
magia, prestigio, illusioni ed apparizioni.
1867, — 14 Novembre — Serata stra-
ordinaria di prestigio sul sistema Americano
data da Eugenio Bosco.
16 Novembre — L’Americano professore
Goulard di New -York espose il grande
viaggio deir America Settentrionale copiato
fedelmente dalla natura, ossia un panorama
semovente di detta regione.
1867. — 29 Dicembre — Gli Ugonotti di
Meyerheer inaugurarono lo spettacolo inver-
nale 1867-68. Il pubblico vi prestò la più
viva attenzione, gustò quella' musica classica,
ed ammirò la ricca messa in iscena. Gli ap-
plausi ai cantanti non mancarono; ma creb-
bero poi nelle successive rappresentazioni
in cui 1’ esecuzione di quel capo lavoro fu
più perfetta, e gli uditori poterono meglio
apprezzarne le bellezze.
Daremo al solito 1’ elenco degli artisti
€he r interpretarono.
Prime donne Soprano •— Gianfredi Ra-
chele — Luppi Adelina.
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— 554 —
Prima donna mezzo Soprano — Cortesi
Augusta.
Primi tenori — Bertolini Remigio —
Bonzi Cesare.
Primo Baritono — Giori Gaetano.
Primi bassi — Segri-Segarra Giuseppe-'
— Bella-Torre Matteo — Meregalli Luigi,
E diversi comprimarii con 50 coristi d’ambo
i sessi.
L' orchestra diretta dal Maestro Concer-
tatore Giuseppe Strigelli era composta in
parte di professori forestieri.
Il prezzo d’ entrata alla platea e palchi
in questa stagione, non essendovi il ballo,
fu rimesso ad una lira. L’appalto del teatro
fu assunto da Rosani Antonio.
1868. — 13, 14 e 15 Gennaio — In queste
tre sere agi nel teatro Comunale una com-
pagnia di dodici 'rinomati artisti Giapponesi,
che fece un incontro veramente rimarche-
vole.
Nei differenti giuochi di forza, d’ agilità
e d’ equilibrio dessi oltrepassarono quanto
si suole vedere nei nostri paesi; ma la danza
eseguita dal giovinetto Kromanischi fu in
vero poco graziosa, come pure la musica
con cui veniva accompagnata. Il diligente
Maestro Gandini trascrisse i principali mo-
tivi di que’ ballabili eseguiti con due istru-
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— b55 —
menti all’ unissouo aventi forma di liuto an*
tico o mandòla a tre corde d’ egual gros-
sezza, dalle quali traevasi il suono col mezzo
d’ un pezzetto di legno.
I Giapponesi tra la prima e la seconda
parte dei trattenimenti discesero in platea»
ed entrarono in varii palchi distribuendo
una carta incisa nella quale erano figurati i
loro esercizii.
25 Gennaio — Ebbe luogo in tal sera,
oltre r opera gli Ugonotti, un terzetto dan-
zante eseguito dalle ballerine Emilia Sab-
haiini — Erminia Grillini — Erminia Mu-
r azzano.
Quest’ ultima fu trovata insufficiente, e
quindi al terzetto fu poi sostituito un passo
a due sostenuto dalle altre due danzatrici,
che ottennero qualche applauso.
1868. — 9 Febbraio — Prima rappre-
sentazione di Guglielmo Teli di Rossini. Il
teatro era afibllatissimo per udire quest’ o-
pera nuova per Modena, dove il Governo
Austro-Estense non aveva mai voluto si sen-
tisse un dramma, che in fin dei conti è l’a-
poteosi della libertà e dell’ amor di patria.
L’ orchestra specialmente per la perfetta
esecuzione della celebre Sinfonia guada-
gnossi molti applausi. Il baritono Giori si
mostrò egregio artista nella parte di Gu-
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— 556 —
glieimo. Il Bertolini tenore, ed il basso Se-
gri-Segarr a rappresentarono assai bene i
personaggi d’ Arnoldo e di Gualtiero^ e fu-
rono sovente applauditi. La prima donna
Gianfredi alquanto indisposta non potè fi-
gurare. I cori bene istruiti contribuirono al
buon successo dello spettacolo.
Fra le belle scene dipinte dal bravo prof.
Manzini fu maggiormente lodata quella che
rappresentava le montagne del Rùtli ed il
lago.
L’ ultima rappresentazione della stagione
del carnevale 1867-68, memorabile pei Mo-
denesi che udirono eseguiti a dovere due
grandiosi lavori musicali, 1’ uno di Meyerbeer
V altro di Rossini, ebbe luogo la sera del 1
marzo 1868.
1868. — 5 Aprile — Gran concerto vo-
cale ed istrumentale dato dalle sorelle e
fratello Ferni. Virginia colla sua bella voce
da soprano cantò un’ aria della Sonnambula
ed una melodia di Rothschildy Teresa con-
tralto un’aria oe\Y Italiana in Algeri di Ros-
sini: quest’ ultima ed Angelo eseguirono col
violino scelti pezzi musicali di Alard, Gou'
nod e Paganini. La musica del 8® Granatieri
prese parte al concerto.
Virginia e Carolina Femi che sul cadere
del 1857 e sul principio del 1858 furono
— 857 —
acclamate in Modena per valentissime suo*
natrici di violino, come a suo luogo si è
detto, erane cugine delle sopranominate.
Il cieco nato Giacomo Carlutti di Pal-
manova prof, di Piano forte. Organo ed Ar-
monium si era già fatto sentire nel Teatro
• Aliprandi; ma nella sera dell’ 11 maggio
1868 questo celebre concertista ed improv-
visatore, allievo deir Istituto di Padova,
diede una grande Accademia nel Teatro
Municipale. Tutti i pezzi da lui eseguiti fu-
rono indistintamente applauditi. La Contessa
Chiarina Pullè ed il Conte Paolo Abbati
Marescotti declamarono in tal sera varii
poetici componimenti, e la banda del 7° reg-
gimento Granatieri suonò stupendamente.
Il Carlutti incassò in tal serata Italiane
L. 693, e gli fu dedicata una bella poesia
di Silvio Campani ornata del ritratto a fo-
tografia del cieco nato.
Ci ricordiamo d’ aver sentito il Carlutti
anche a suonar l’ organo nella chiesa del
Carmine.
Ivi fece sentire una bellissima sua com-
posizione musicale intitolata il diluvio uni-
versale lodata dal canonico Pellegrino To-
satti in un sonetto messo a stampa.
1868 — 18 Maggio. •— Accademia vocale
ed istrumentale data da Michele Rayes Scotto
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— 358 —
pianista onorario del R. Conservatorio di
Napoli in unione agli artisti di canto che
al Teatro Aliprandi rappresentavano l'opera
del Maestro Verdi — 1 Masnadieri — e col
concorso della banda del 7® Reggimento Gra-
natieri diretta dal Maestro Vaninetti.
1868 — 31 Maggio. — Il detto pianista ^
Rayes Scotto si produsse di bel nuovo, e con
esso Matilde Bartolelti soprano, e Pietro
Mattioli Alessandrini buffo.
1868 -- 1 e 2 Giugno. — La compagnia
drammatica Ninfa-Priuli- Codognola ed un
discreto corpo di ballo che già avevano co-
minciato ad agire all’ Arena Goldoni, in dette
sere rappresentarono al Teatro Municipale
due commedie del Goldoni ed il ballo — La
pastorella Greca — ma con pochissimo suc-
cesso.
Per le feste poi dello statuto e precisa-
mente nelle sere del 7, 8 e 9 giugno nel
Comunale fu allestito uno spettacolo nel
quale figurarono artisti di canto e di ballo
che agivano al Teatro Aliprandi ed all’Arena
Goldoni.
Fu dato V Emani cogli artisti sottonotati;
Prima Donna — Elena Scheggi.
Tenore — Antonio Franchini (1).
(1) Questo artista Modenese che allora esordiva
(scrive il Panaro Num. Ili, 13 maggio 1868) può ben
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— S59 —
Baritono — A^ico^ò FaUif'n.
Basso — Angelo SavoldeUi.
Il ballo del compositore Filippo Senatori
intitolato — Jl Biricchxno di Parigi — fu
organizzato dal rappresentante la Società
dell’Arena Goldoni con incredibile celerità.
Opera e ballo furono applauditi. Due coppie
di primi ballerini si produssero la prima
domenica di giugno nel suddetto ballo. Adele
Boni e L. Rossi-Greco — Luigia Barbisan
e Francesco Orsini. La Barbisan che la sera
del 23 marzo 1868 nel teatro Aliprandi,
dopo la grave sciagura toccatagli nell’ in-
verno antecedente, si era presentata al pub-
blico lieto e plaudente di rivederla appieno
esser lieto dell’ accoglienza e degli applausi avuti da
suol concittadini. La sua voce temprata collo studio
e coir arte fa sperare molto da lui, e colla sua natu-
rale attitudine alla scena non può fallire nella car-
riera eh’ egli ha felicemente intrapresa. 11 Panaro
non andò errato nelle sue previsioni ; ed invero il
Muratori (Num. 133, 14 maggio 1873) riporta un arti-
colo del Liuto cosi concepito :
A Roma al teatro Apollo il tenore Franchini canta
da vero artista. « Il suo esteriore è molto favorevole
ed è plauditissimo specialmente nel duetto d' amore
e nelle scene finali dell* opera Ruy-Blas. Un’ altra
prerogativa abbiamo ammirata nel Franchini, quella
cioè di una disinvoltura e franchezza di palcoscenico,
non ché d’ una intuizione drammatica non comune.
Artista intelligente e modesto, dotato di potenti mezzi
vocali, può in verità levarsi a più alta meta, e noi
Itliolo auguriamo. »
N. d. C.
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— 560 —
risanata, anche nel teatro Municipale nella
sera del 7 giugno al suo comparire fu og-
getto di sincere ovazioni.
La dote teatrale pel Carnevale 1868-60
fu stanziata dal Municipio in L. 45,000. Fu
poi aperta una sottoscrizione per raccogliere
possibilmente altre 10,000 lire allo scopo dì
poter dare uno spettacolo anche pili deco-
roso.
Il Signor David Nacmani^ non spaventato
dalle traversie teatrali delle stagioni ante-
cedenti, dalle sempre crescenti esigenze
degli artisti e pretese del pubblico, ed an-
che dalle nuove tasse governative, corag-
giosamente assunse l’ impresa. Due erano le
sucitate tasse sui teatri, la prima del dieci
, per cento sul prodotto lordo quotidiano delle
rappresentazioni, a norma della legge 19
luglio 1868 N. 4489, 1’ altra, portata dalla
legge 28 luglio dell’ anno stesso, fissava la
tassa di L. 100 pei teatri di 1® ordine, di
50 e 20 pei teatri di 2® e 3® ordine, ogni-
qualvolta si aprissero ad un corso di rap-
presentazioni non minore di 20. Pei corsi
non maggiori di cinque reoite la tassa si
riduceva, secondo 1’ ordine dei teatri, a L.
20 — 10 — 5. Il teatro di Modena fu clas-
sificato fra quelli di 2® ordine.
Per r apertura del teatro nella stagione
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— 561 —
di carnevale 1868-69 la sala, la bocca d' o-
pera, le pareti dei palchi, i fregii e le do-
rature furono lavate e pulite: vennero ri-
staurati i dipinti della volta dell’ atrio: fu
tolto r assito che divideva 1’ orchestra dai
posti distinti e sostituitovi un parapetto in
ghisa assai più adatto e conveniente. Cosi
il teatro assunse un aspetto più gaio 'ed e-
legante in grazia pur anco di alcuni miglio-
ramenti introdotti nell’ illuminazione.
1868. — 26 Dicembre — S’ inaugurò lo
spettacolo coll’ opera — Lucia di Lammer-
moor — del Maestro Donizetti, ed il ballo
— La Giuocoliera — del coreografo Borri,
Air una e all’ altro presero parte gli ar*
tisti che qui presso nomineremo.
Compagnia di Canto.
Prima donna soprano — Angelica Pe-
ralla.
Prima donna contralto ~ Luigia fe-
rini.
Altra prima donna soprano — Gemma
Valeriani.
Tenore — Pietro Baccei.
Baritono — Girolamo Spallazzi.
Basso — Raimondo Buffagni.
Due comprimari e 34 coristi d’ ambo i
sessi.
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— 562 —
Compagnia di Ballo.
Celebrità danzante — Vittoì'ina Legrain.
Coreografi.
Cesare Ceccheiti — Ippolito Momplaisir.
, Primi ballerini.
Bassi Giovannina — Pini Enrico.
Primi mimi.
Terzaghi Pio — Montani Lodovico.
Con altri 5 mimi e 7 ballerine italiane e
UÀ fra ballerine e ballerini di mezzo carat-
tere.
La Lucia spartito ornai antico, non fu
accolto benignamente dal pubblico; ma glielo
rese accetto la bravura degli esecutori, e
specialmente della Perdita la quale colla
sua graziosissima voce, co’ suoi trilli e gor-
gheggi, si mostrò grande artista, e destò
entusiasmo negli spettatori. Lo Spallazzi fu
pure applaudito.
L’ orchestra, diretta dal Maestro Costan-
tino Dall* Argine., e rinforzata con professori
Parmigiani, suonò con unione e colorito.
Ed ora veniamo al ballo. Anche la Giuo.
celierà non avea per noi il pregio della no>
vità; nulla meno la sua buona riproduzione.
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— ses-
ia bravura della Legrain artista di primo
ordine, il corpo di ballo ben reclutato, e la
•decorosa mise en scène guadagnarono a quel
ballo il favore del pubblico.
1869. — 13 Gennaio — Dinorah o II
Pellegrinaggio a Pìoermel — di Meyerbeer^
tino dalla sua prima rappresentazione eccitò
r ammirazione del pubblico intelligente. Sul
merito troppo noto di questo capo-lavoro è
inutile che ci dilunghiamo: sui cantanti che
r eseguirono, e che precedentemente aveano
agito nella Lucia, nulla soggiungeremo; ma
dobbiamo ricordare il nuovo tenore, espres-
samente scritturato Antonio Minetti, il quale
nella parte di Corentino era tutto ciò che
si possa dire di grazioso, di comico, di vero.
Anche gli effetti tutti di una istrumentazione
prodigiosamente varia e ricca di sfolgoranti
bellezze, furono resi con precisione dall’or-
chestra, egregiamente condotta dal bravo
Dall’ Argine.
1869. — 27 Gennaio — Finalmente l’im-
presa sostituì al ballo la Oiuocoliera —
L' Isola degli Amori — del coreografo Mom-
plaisir. Più che all’ intrinseca sua bontà
dovette il successo alla sua esecuzione; la
Legrain piena di forza e di brio meritò
fragorosi applausi, l’ intero corpo di ballo
esegui con precisione le danze, lo sqeno-
36
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— 564 —
'grafo Manzini ed il Cecchetti riproduttore
del ballo furono chiamati al proscenio pìii
volte.
1869. — 1 Febbraio — Alla beneficiata
della prima donna Angelica Peralta concorse
un uditorio scelto e numeroso. Oltre la Di-
norah cantò dessa le variazioni del Carne-
vale di Venezia del Maestro Benedici con
somma maestria guadagnandosi applausi e
fiori.
4 Febbraio — La serata della prima
ballerina Legrain fu un vero trionfo artistico.
Al passo a due del ballo — U Isola degli
Amori — fu sostituito un Quintetto composto
ed eseguito dalla beneficiata in unione alle
ballerine Bassi, Salvatori, Bardelli e Pado^
vani. La Legrain fu applauditissima e re-
galata di sei superbi mazzi di fiori, e nel-
l’ultimo ballabile coperta da una vera pioggia
di piccoli bouquets.
14 Febbraio — In tal sera, ultima rap-
presentazione della stagione, fu data l’Opera
— Dinorah — ed il ballo — L’ Isola degli
Amori.
Vi assisteva un pubblico assai numeroso,,
che fu largo d’ applausi a tutti gli artisti, e
specialmente alla Peralta, alla Legrain ed
al tenore Minetti.
L’ impresa Nacmoni, che con tali artisti
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— 565 —
e scelti spettacoli seppe ravvivare il decoro
del nostro teatro, meritossi l’ universale ap.
provazione.
Dei veglioni dati nel corso della stagione
quello eh’ ebbe luogo 1’ 8 febbraio fu il piti
affollato ed allegro. Furono premiate le ma-
schere più spiritose, ed ebbe luogo una lot-
teria di beneficenza.
1869. — 14 e 15 Marzo — La fama di
Adelaide Ristori trasse nelle due indicate
sere i Modenesi al teatro Comunale, dove
la Compagnia Italiana recitò la Giuditta e
' la Maria Antonietta di Paolo Giacometti. La
Ristori in entrambe le produzioni da un u-
ditorio abbastanza numeroso riscosse ap-
plausi, e nella sera del 15 in cui la celebre
artista rappresentò la miseranda fine della
sunominata Regina di Francia fece spargere
lagrime non solo alle gentili signore, ma
ben anco al sesso forte.
La necessità d’ introdurre importanti e-
conomie nel bilancio passivo del Comune,
diede motivo alla diminuzione della dote pei
pubblici spettacoli dell’ inverno 1869-70, che
fu ridotta a sole L. 25,000.
Assunse 1’ appalto del Teatro Comunale
r impresario Arturo Morini, che s’ obbligò
a dare uno spettacolo d’ opera senza ballo.
. 1869. — 25 Dicembre -- S’aprì il Teatro
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— —
nel quale eransi condotti a termine poco
4)riina i lavori di distribuzione del gaz. Questa
innovazione riuscì felicemente: nell' atrio,
pei corritoi brillò più vivida la luce, ed i
piccoli candelabri, e i bracci delle fiamme
lungo le scale furono trovati d’ ottimo gusto.
La scena fu pure illuminata col nuovo sistema,
e la batteria del proscenio a becchi rove-
sciati rese impossibile che in avvenire si
appiccasse il fuoco alle vesti degli artisti.
L’ Astrolampo della fabbrica Brun di Pa-
rigi, che illumina la sala del teatro con 138
fiammelle, fu pure ammirato per la sua rie- '
chezza e leggiadria.
Altri ristauri furono poi praticati in tea-
tro : r interno de’ palchi alquanto sudicio fu
tinto in verdognolo, colore che ad alcuni
non piacque: la volta della sala fu rinnovata
dal prof. Manzini, ed il prof. Goldoni vi
dipinse otto figure, quattro delle quali rap-
presentano i quattro maggiori poeti italiani
Dante Petrarca Ariosto e Tasso, e le altre
quattro i celeberrimi maestri di musica
Bossini Bellini Donizetti e Verdi.
Questi lavori gravarono il bilimcio Co*
manale di Lire 36, 674. Le spese di ristauro
e dipintura ne assorbirono 7174; la Società
appaltatrice del gaz per l’ impianto del nuovo
sistema d’ illuminazione ebbe le rimanenti
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— 567 —
29,600, nella quale somma è compreso il
valore dell’ astrolampo, calcolato L. 7, 200.
Il Comune si è poi assunto di soddisfare
questo suo debito verso la detta Società in
20 annue rate.
Ma è ormai tempo che ci occupiamo
della prima rappresenta2Ìone dell’ opera —
Giovanna d' Arco — del Maestro Verdi nuova
per queste scene, nella quale agirono i sotto
nominati cantanti.
Prima donna — Ida Pelegatti Visconti.
Tenore — Augusti Paolo,
Baritono Enrico Fagotti.
Basso — Luigi Ruiz.
Il tenore fu applaudito ed anche la prima
donna sul principio del primo atto; ma un
improvviso abbassamento di voce della Pe-
legatti. l’ indole e la brevità dello spartito,
r incertezza dei pezzi concertati, la trascu-
ratezza del vestiario nei coristi e nelle com-
parse poco per volta indisposero il pubblico,
che alla fine dell’opera manifestò energica-
mente la sua disapprovazione.
1869. — 29 Dicembre — Benché la prima
donna si fosse ristabilita dalla sua indispo-
sizione la seconda rappresentazione non fu
più fortunata della prima. Gli applausi con-
tinuamente furono alternati dai fischii.
30 Dicembre — In detta sera i fischiatori
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— 568 —
la vinsero. Eseguita la sinfonia non si potè
più continuare lo spettacolo, fu sospesa la
rappresentazione, ed alla porta venne resti-
tuito il prezzo dei viglietti d’ ingresso ai
soli 42 individui che 1’ avevano acquistato.
Dopo tali disastri dietro abilitazione del
Consiglio Comunale la Giunta addivenne allo
scioglimento del contratto coll’ Impresario
Marini, e ne stipulò un altro coi virtuosi
di canto, assegnando loro il residuo dispo-
nibile della dote teatrale liquidato in Lire
17, 500 più il deposito del Marini a garanzia
del contratto, deposito devoluto a favore
del Municipio.
Si riaprirono le porte del Teatro la sera
del 16 gennaio 1870 coll’ opera un Balla in
maschera del Maestro Verdi eseguita dai
cantanti che agirono nella Giovanna d* Arco
e dalla prima donna Giuseppina Brusa e»
spressamente scritturata. Il Teatro era af-
follatissimo, e lo spettacolo incontrò favore
presso il pubblico, benché in causa della
gran fretta con cui era stato allestito, 1’ e-
secuzione non ne fosse perfetta. Migliorò
però assai nelle seguenti sere, in cui gli
artisti tutti furono vivamente applauditi.
Sul cader di gennaio all’ opera in corso
fu aggiunto un quartetto danzante.
1870. — 9 Febbraio — Ajidò in iscena
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— 569 —
— Irene — opera del Maestro Oiovannini
A Iberto.
Il Maestro Alessandro Gandini ne parlò
nell’ appendice del Panaro (N. 41,11 feb-
braio 1870) e noi brevemente ne esporremo
r autorevole giudizio. La musica dell’ Irene,
è di genere severo e grandioso. L’ intreccio .
accurato delle parti d’orchestra, e l'ele-
ganza dei concetti melodici rivelano nello
autore lo studio fatto sui classici tedeschi,
ed il suo genio educato alla pura fonte della
scuola italiana.
Fra i pezzi più salienti di questa produ-
zione ricorderemo soltanto il terzetto finale,
sublime concetto di musica drammatica, che
eccitò il pubblico ad entusiastici applausi
ripetutamente tributati al valente Maestro.
Meritarono lode per 1’ interpretazione di
quest’ opera gli artisti tutti di canto e spe-
cialmente la prima donna, il tenore ed il
baritono. ;
L’ orchestra diretta dal Maestro Giovanni
bavaglio contribuì al buon esito dello spet-
tacolo, come pure il scenografo professore
Manzini.
28 Febbraio — Al veglione mascherato)
ed alla fiera di beneficenza, eh’ ebbero luogo;
nel teatro Comunale nella notte dal 28 feb-
braio al 1 marzo, concorse numerosissimo)
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— &70 —
il pubblico, e resterà in memoria di chi fu-
presente a questa festa cittadina il brio e
la 'vivacità della medesima.
I palchi messi a botteghe erano undici^-
ed in ciascuno di essi una o due Signore
vendevano a più caro prezzo che potevano
oggetti diversi incassando dalle 200 alle 400
lire per ogni palco, ed in totale nette da
spese L. 1982,98.
L' impresa sociale degli artisti, che as-
sunse l’impresa teatrale nel carnevale 1869-70
dopo la rinunzia fattane dal Marini, ebbe
un utile di L. 1129,71 computando la metà
delle L. 1000, che il Maestro Gxovannini pagò-
per poter mettere in iscena l’ Irene: T altra
metà fu ceduta al suddetto Marini.
L’ assessore Comunale delegato al teatro
nella detta stagione fu il Conte Guglielmo'
Salimbeni.
1870. — 27, 28 e 29 Aprile — In queste
tre sere il Dott. C. Klug diede tre straor-
dinarie rappresentazioni nelle quali col suo-
microscopio gigante foto -elettrico, che in-
grandiva gli oggetti per quanto egli diceva
36 milioni di volte, sottopose all’ osservazione
del pubblico le meraviglie del regno vege-
tale ed animale.
1870. •— 20, 21 e 22 Maggio — Esercizi»
di flessibilità agilità destrezza forza ed e-
%
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— 571 —
quilibrio eseguiti in modo originale da una.
compagnia di 40 Arabi, con discreto con-
corso di persone e molti applausi.
1870. — 25 Settembre — Serata fanta-
stica di prestigio, fisica e ballo data dal-
r artista Spagnuolo Manuel Lopez Donato,
che terminò infelicemente con fischii.
Dalla quistione della dote teatrale, che
da qualche anno faceva capolino nella con-
vocazione di primaverii del Consiglio Co-
munale, ne nacque un’ altra sui diritti dei
palchettisti, alla quale accennammo già in
questa Cronistoria quandò si parlò della sta-
gione invernale 1863-64.
Il Maestro Alessandro Gandini pubblicò-
nel Panaro (N. 114 e 115 del 26 e 27 aprile
1870 ) alcune sue rifiessioni storico-critiche
sugli accennati diritti e sull’ assegno della
dote al nostro teatro Municipale, che furono
anche ristampate in forma di libro. In quel-
r assennato scritto validamente sostenne la
opinione che il Comune per antica obbliga-
zione verso i proprietarii de’ palchi, e per
decoro e vantaggio del paese debba man-
tenere la dote in uso, ed il solito numero e
qualità degli annuali spettacoli, sottostando
alle maggiori spese richieste dalla mutata
condizione dei tempi, oppure, come già ùx
proposto nel 1817, riacquistare la proprietà
dei palchi per rivenderla a nuovi patti.
— 572 —
Altri scritti comparsi noi Panaro (N. 117
«118 del 1870 ) in parte si opposero agli
argomenti del Gandini, e misero avanti il
progetto che i palchettisti concorressero
all’ aumento della dote teatrale, o costituiti
in società sussidiata dal Comune assumessero
la gestione del teatro.
Questo progetto piacque al Consiglio Co-
munale, che nella sua seduta del 4 maggio.
1870 offrì ai proprietarii di palco la cessione
di ogni ingerenza economica ne’ spettacoli,
ed un sussidio di 60,000 lire per un triennio.
L’ offerta non fu accettata, e con altra de-,
liberazione emessa dal detto Consiglio nella
seduta del 24 maggio stanziò L. 35,000 a fa-
vore di quella società, che si formasse fra i
palchettisti per dare uno spettacolo d’opera
e ballo nella stagione del Carnevale 1870
1871.
Allo scopo di attuare questa Consigliare
determinazione l’Ingegnere Benedetto flocco -
lari Assessore delegato del Comune ai pub-
blici spettacoli nella sua qualità di proprie-
tario di palco sottopose ai suoi colleghi
palchettisti un progetto di società, la quale
nei limiti della dote fissata dovesse assumere ,
r onere di dare lo spettacolo prestabilito .
affidandone l’ incarico ad una direzione re- ,
sponsabile scelta fra i palchettisti stessi, i:
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— 573 —
quali tutti poi fossero obbligati a costituire
un fondo di riserva, destinato a far fronte ad
ogni eventualità, mercè il versamento di lire
50 per ogni palco di prima e seconda fila,
lire 30 di terza e lire 15 di quarta fila. A*
derirono a tale progetto 33 palchettisti, 10
lo respinsero, altri rimasero dubbiosi, tutti
poi convocati dal Sindaco concordemente
rifiutarono ogni idea di responsabilità. Final-
mente fu questa accettata dai signori Mar-
chese Filippo Frosini, David Nacmani ed
Ingegner Boccolari suddetto. Questi con sua
circolare del 5 ottobre di nuovo si rivolse
ai palchettisti invitandoli, dopoché eransi
ritrovati gli amministratori responsabili, a
volersi definitivamente associare secondo le
progettate norme allo scopo indicato. Il
Boccolari trovò conniventi alle sue proposte
circa la metà dei palchettisti, e si potè
quindi costituire l’ ideata società, i tre sud-
detti rappresentanti della quale sì assogget-
tarono a sopperire del proprio alle eventuali
spese eccedenti gl’ introiti teatrali, e pro-
misero erogare gli utili che si verificassero
o in un fondo di cassa per gli anni avvenire,
od in opere di beneficenza nel caso di scio-
glimento della società.
Ma veniamo finalmente a parlare dello
spettacolo apprestato, e degli artisti scrit-
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— S74 —
turati dall’ impresa, della quale abbiamo trac-
ciato forse troppo prolissamente la storia.
1870 — 25 Dicembre. — Sulle nostre
scene si rappresentò l’opera — La Contessa
(T Amalfi — del Maestro Petrella, ed il ballo-
— Brahma — del Coreografo Momplaisir
riprodotto dal Coreografo Giovanni Garba-
gnau e musicato dal Maestro Costantina
Dall* Argine^
Compagnia di Canto.
Prima donna soprano — Angiolina d' Al-
berti.
Prima donna meazo soprano — Beatrice
Cosmeili.
Tenore — Augusto Rampini- Boncore.
Baritono — Ercole Storti-Gaggi.
Basso — Raimondo Buffagni.
Compagnia di Ballo.
Coppia danzante
Assunta Oamberini — Giacomo Razzetto..
Prima ballerina supplente — Giovannina
Bassi.
Due mime, sette mimi, 12 seconde bal-
lerine distinte, 20 ballerine di fila, 12 bai*
lerini di fila, 20 ragazzi. 24 corifei, 60 com-
parse.
Nella prima sera di spettacolo il teatro
era affollato, ma il pubblico freddo e quasi
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— 575 —
ostile non incoraggiò punto i cantanti. La
prima donna, il tenore ed il basso ebbero
qualche plauso, ma sempre accompagnato
dal zittire di parecchi, disposti meglio che
ad una tollerante indulgenza ad una eritica
impaziente.
Anche 1* accoglimento fatto al balio messo
in iscena con profusione di personale, e
ricchezza di meccanismi di scenarii e di
vestiario non fu molto favorevole. La prima
ballerina però si guadagnò a quemdo a quando
r approvazione della maggioranza degli spet-
tatori.
Il Maestro concertatore Venceslao Za-
werthal diresse egregiamente 1’ orchestra
facendo gustare lé bellezze della musica del
Petrella: e meritò lode anche il Maestro
Oreste Bernardini^ al quale era affidata la
-direzione dei balli.
1870. — 31 Dicembre — Nella seconda
rappresentazione della Contessa d' Amalfi al
baritono Storli- Gaggi malato fu sostituito
Filippo Proni, che alla sua prima comparsa
per indisposizione non potò far apprezzare
tutti i suoi mezzi artistici. Gli altri artisti
vennero guadagnando il favore del pubblico.
11 Brahma piacque assai più che nella prima
sera, ed in seguito fece furore. La Gambe-
rini poi nella scena della foresta in cui si
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— 376 —
opponeva ai Parsi che volevano uccidere
Brahma si rivelò perfetta mima.
1871. — 5 Gennaio — Fu scritturato un
terzo baritono Ignazio Vigamtti, il quale
più fortunato dei due suoi antecessori riuscì
a farsi applaudire.
12 e 14 Gennaio — Angelo Ceschina di-
stintissimo allievo del Conservatorio di Mi-
lano suonando fra gli atti dell’ opera quello
istrumento, che il Bottesini seppe rendere
rivale del violino, della viola e del violon-
cello, vogliam dire il Contrabasso, si fece
applaudire.
Nella seconda metà di gennaio una pic-
cola guerra si accese tra due partiti, uno
de’ quali calorosamente applaudiva, 1’ altro
accanitamente fischiava la prima ballerina.
Il campo di battaglia era il teatro, ed invano
per qualche tempo i giornali invocarono un
armistizio e la pace.
1871. — 25 Gennaio — Orfano e Diavolo
del Maestro Achille Peri^ dal medesimo posto
in iscena, fu il secondo spartito della sta-
gione. Ebbe un esito favorevolissimo, gli.
artisti furono vivamente applauditi e il Mae-
stro per ben venti volte fu chiamato al pro-
scenio.
11 Maestro Gandini nell’ appendice del
Panaro (27 gennaio 1871) loda lo stile di.
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— 577 —
quest’ Opera del Peri, e passandone in ras-
segna i pezzi più notevoli, li dice ben con-
dotti e di eccellente fattura.
Il Peri soddisfatto del favorevole voto
ottenuto daH’intelli gente pubblico, testimoniò
la sua gratitudine anche al Direttore Mae-
stro ZaxcerthaU al quale attribuì in gran
parte la felice riuscita del suo spartito.
28 e 29 Gennaio — La Violinista Elodia
Bedetti in queste due sere si produsse fra
gli atti deir opera, confermando la bella fama
che qui 1’ avea preceduta.
Sul principiare di febbraio andò in iscena
il secondo ballo — I due Sodi — del Co-
reografo Giovanni Mauri, al quale il pubblico
si mostrò sufficientemente favorevole. Ap-
plaudì alcuni ballabili, ammirò le scene del
Manzini^ e specialmente una cucina, trovò
elegante e ricco il vestiario, ma a ragione
giudicò la musica più severamente.
1871. — 11 Febbraio — L’ Orfano e il
Diavolo nonostante rincontro fatto chiamava
poca gente al teatro, e quindi 1’ Impresa
pensò ad allestire una terza opera, che fu
il Rigoletto. Interpretato da artisti di merito
ebbe un successo felicissimo,
18 Febbraio — Per la serata a beneficio
della prima ballerina Assunta Gamberini fu
data r opera il Rigoletto ed il ballo Brahma.
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— 578 —
Alla vezzosa ballerina e valente mima fu-
rono prodigati immensi applausi, e parecchie
poesie. Fra queste ricorderemo uno scherzo
di un bello spirito, il quale ad una pomposa
dedica fa seguire 14 righe di puntini invece
del 14 versi d’ un sonetto, notando che il
poeta non era uso concedere al pubblico il
giudizio de’ proprii lavori.
20 Febbraio — Dopo il veglione del 19,
che essendo il primo, giusta uno spiritoso
proverbio locale, non si dovrebbe mai fare,
la sera del 20 ebbe luogo il secondo, che
riuscì non straordinariamente affollato, ma
molto animato ed assai chiassoso. 11 Bazar
di beneficenza, che un’apposita commissione
aveva preparato con molta cura, raggiunse
un risultato tale, che da pochi si sperava
r uguale. Otto palchi del pian terreno erano
stati ridotti ad eleganti botteghe ove si
vendeva un po’ d’ ogni cosa dai fiori ai ven-
tagli della China e del Giappone per opera
di gentili Signore, che facevano le mercan-
tesse.
Le Signore incaricate della vendita a
prezzi fissi della multiforme mercanzia, in 4
ore vuotarono quasi totalmente i loro ne-
gozi!, realizzando un incasso lordo dì Oltre
3,000 lire.
21 Febbraio — L’ ultima recita della
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— 579 —
stagione ebbe luogo in tal sera, ultima di
carnevale: e ciò contro 1’ antica usanza di
dare lo spettacolo carnevalesco nel successivo
«abbato e domenica di Quaresima: usanza
con lamento generale in quest’ anno sop
pressa.
L’ assessore Comunale incaricato della
•direzione degli spettacoli durante l’ inverno
1870-71 fu il Conte Guglielmo Salimhcni.
Rinunziò questi al terminare del Carnevale
all’ incarico affidatogli, che fu poi sostenuto
dagli Assessori Pietro Soli Muratori, e Conte
Lodovico Calori.
Quest’ ultimo restò poi in carica anche
nei due seguenti anni teatrali.
Delle rappresentazioni date nel Carnevale
1870-71 26 furono in abbonamento al prezzo
di L. 20. L’ ingresso seralq alla platea e
palchi costava L. 1, 50, ed altrettanto il
posto riservato. Al principiare delio spetta-
colo invernale suddetto una fìla dei così detti
posti d’ orchestra venne soppressa, ed in
suo luogo furono collocate /comode ed ele-
ganti poltrone, 1’ uso delle quali fu tassato
di un prezzo doppio di quello dei semplici
posti riservati. Tale innovazione costò al
Comune L. 845.
Nella stagione di primavera la Compagnia
Drammatica condotta e diretta dall’ Artista
37
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— 580 —
Giovanni Aliprandi diede un corso di 15
rappresentazioni 12 delle quali in abbona-
mento.
L’ ingresso alla platea e palchi costava
Cent, 60, e V abbonamento L. 4,00.
1871 — 9 Aprile. — La prima recita ebbe
luogo la sera di Pasqua, V ultima la sera del
22 del mese suddetto. In questo breve corsa
di commedie, fra le altre, furono rappresen-
tate parecchie produzioni di Ettore Dominici
poeta della Compagnia — Marianna — dram-
ma del Cav. paolo Ferrari e la commedia
in un atto di Angelo Namias pure di Modena
intitolata — Il Debole delle Donne.
La compagnia Aliprandi cominciò, pro-
seguì e terminò le sue fatiche con fortuna;
e non poteva diversamente succedere, essen-
doché la prima donna Alfonsina Dominici-
Aliprandi, fosse un^ artista di merito vera-
mente superiore, 1’ attrice Dominici-Scalpel-
lini Guendalina una brava amorosa, Giovanni
Aliprandi, Giulio Casali, Teodoro Levato ed
Ettore Dondini attori accurati, simpatici e
valentissimi.
1871 — 28 Aprile — Si radunò in tal
giorno la società dei proprietarii di palco
nel teatro Comunale, e previi ringraziamenti
agli amministratori dello spettacolo del car-
nevale 1870-71, ne approvò il resoconto.
t
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— 581 —
Dichiarò quindi il suo scioglimento, forman-
dosi in comitato per raccogliere offerte in
denaro destinate ad aumentare la dote di
35,000 lire che si sperava veder stanziate
dal Comune pel carnevale 1871-72.
Il Consiglio Comunale nella sua seduta
del 23 ottobre 1871, accettò la proposta
fattagli dal signor David Nacmani di dare
la Reginella opera nuovissima del Maestro
Gaetano Braga di fronte ad alcuni compensi
della complessiva somma di 1500 lire.
Quest’ opera del Braga, rinomato suo-
natore di violoncello, aveva avuto uno splen-
dido successo a Lecco, dove nella state del
1871 per la prima volta era stata rappre-
sentata, e r impresa Nacmani intenta a far
sì che anche nel nostro maggior teatro
fosse degnamente interpretata scritturò i
seguenti artisti:
Prima donna — Nicolina Favi-Gallo.
Tenore — Giorgio d' Antoni.
Baritono — Ignazio Viganotti.
Basso — Raimondo Buffagni.
Lo stesso Maestro compositore la con-
certò, ed il Maestro Zatoerthal diresse l’or-
chestra.
1871. — 9 Novembre — Alla prima rap-
presentazione della Reginella il teatro era
abbastanza affollato, e v’ intervennero anche
— 582 —
yiarecchi maestri e dilettanti di musica fo-
icstieri.
La sinfonia, notevole per la forma e di-
versi altri pezzi eleganti, originali, grandiosi
furono lodati ed applauditi, e quindi ai can-
tanti ed al Maestro furono dirette ovazioni,
che nelle successive rappresentazioni si fe-
cero più calorose.
29 Novembre — Dopo qualche intervallo
di tempo andò in iscena la Truvicita con
successo completo.
La Favi Gallo, che interpretò stupenda-
mente la sua parte, riportò un vero trionfo.
1871. — 6 Dicembre — Nell’ ultima sera
di spettacolo fu data la Reginella ed un atto
del Ballo in Maschera.
Pèr lo spettacolo d’ autunno l’ impresa
I\acYnanì apri un abbonamento per 15 rap-
presentazioni a L. 8.
Il viglietto d’ ingresso alla platea e palchi
costava una lira.
17 Dicembre — L’ autore di questa Cro-
nistoria, che come meglio per noi si può ci
adoperiamo a continuare, mancò alla vita
nelle ore pomeridiane del detto giorno. Ar-
rivati a questa data nefasta per la famiglia
Gandinx e per l’ intera città di Modena ci
siamo sentiti spinti a ricordarla ai lettori
dell'interessante' opera da Lui ideata etquasi
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— 583 —
compiuta, ed a benedire alla memoria del
valente maestro di musica ed accurato scrit-
tore delle patrie memorie teatrali.
La dote teatrale, che presso il Consiglio
Comunale nei decorsi anni provocava una
intralciata discussione, sul cadere del maggio
1871 senza, alcun contrasto fu stabilita per
gli spettacoli del carnevale 1871-72 in lire
35,000.
La Giunta incaricata ad erogare tal somma
nel modo da essa creduto il migliore stipulò
nel luglio 1871 con Luigi Scalaberni di Bo-
logna il relativo contralto d’impresa; in
forza del quale nel carnevale avrebbe agito
al Comunale la compagnia drammatica Ita
liana Sadoioshi diretta dal Cav. Cesare Rossi,
od in primavera si sarebbe dato uno spet-
tacolo d’ opera con artisti di cartello.
Dall’ epoca della sua costruzione in poi
nel nuovo teatro Municipale durante la sta-
gione invernale era sempre stata rappre-
sentata r opera con ballo o senza; ma le
accresciute esigenze teatrali, e le diminuite
risorse Comunali consigliarono la suddetta
innovazione.
La Compagnia Sadotoski fra i suoi migliori
artisti annoverava i seguenti:
Enrichetta Zerri- Grassi — Annetta Campi
— Amalia Fumagalli — Silvia Fanteechi.
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— 584 —
Cesare Ro<iSÌ — Eugenio d* Ippolito —
Giovanili Ceresa — Claudio Leigheb — Pe-
saro Giustino.
Colle attrici ed attori di minor merito
la Compagnia ascendeva al numero di 33
individui.
Fu aperto un abbonamento per 40 recite
a L. 15. Il prezzo d’ ingresso fu fissato a
Cent. 80.
1871. — 25 Dicembre — Il corso delle
rappresentazioni comiche date dalla compa-
gnia Sadowski ebbe principio nella sera di
Natale, e si protrasse a tutto il 13 febbraio
1872, dando luogo a 48 recite.
Potremmo dare l’elenco di tutte le com-
medie rappresentate; ma per esser brevi
noi faremo.
Non trascureremo però di citare alcune
produzioni del rinomato nostro scrittore
drammatico prof. cav. Paolo Ferrari, che
per la prima volta furono rappresentate in
Modena.
1872. — 10 Gennaio — V Attrice Ca~
merlerà . ^
Questa commedia in versi martelliani è
di genere antico: non vi si fa sfoggio di
concetti filosofici politici e morali, nè di
posizioni drammatiche e passioni esagerate;
ma .si ispira- al fare semplice, modesto e
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— S85 —
scherzevole del Molière e del Goldoni. E
dessa una riproduzione di un’ altra commedia
scritta dal Ferrari anni addietro in dialetto
Modenese.
L’ Attrice Cameriera con molta accura-
tezza rappresentata dalla compagnia Sa-
dotoski fu ascoltata con attenzione dal pub-
blico, che fu spesso costretto a ridere, e
finì per divertirsi assai.
13 Gennaio — Convincere. Commuovere e
Persuadere
Questa specie di satira, che pone in ri-
dicolo i comici della vecchia scuola fece
sbellicare il pubblico dalle risa. La parte
sostenuta da Cenare Rossi in questo scherzo
•comico era in dialetto veneto.
22. 23 Gennaio, 3, 8 Febbraio — Cause
ed effetti.
Questa novità drammatica, che chiamò
a1 teatro un uditorio numerosissimo, ebbe
«n esito splendidissimo.
L’autore, il quale l’aveva posta in iscena,
fu chiamato dal pubblico al proscenio, e
salutato con vivissimi applausi almeno 20
volte.
1/ esecuzione ne fu perfetta per parte
di tutta la compagnia; ma la Campi in questo
hellissimo lavoro drammatico, per così dire,
superò se stessa, e meritò dagli spettatori
«ntusiastici segni d’ approvazione.
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— 586 —
Le repliche confermarono il succes8t>
della prima sera, e nell’ ultima rappresen-
tazione la Campi fu regalata di un magnifico
mazzo di fiori.
Spenderemo ancora qualche parola intor-
no ad alcune novità drammatiche d’ autori
Italiani e Francesi rappresentate dalla com-
pagnia Sadowski.
Il Brindisi di Leo Castelnuovo fu rappre-
sentato con aggradimento del pubblico li 27
Dicembre 1871. La Riabilitazione dramma di
Enrico Montecorboli dato nelle sere del 6
e 26 Gennaio 1872 presentò situazioni piene
d’effetto, e fu eseguito ottimamente. Le
commedie di Leopoldo Marenco — La Fiimi-
glia — e — Lo Spiritismo — vennero pro-
dotte nelle sere 17 Gennaio e 5 Febbraio
con assai diverso successo. La prima fu ac-
colta con favore, ed ammirata per le forti
passioni ben giuncate, ed i concetti espressi
sempre con frasi vivaci. L’ altra provocò
dapprima 1' impazienza negli spettatori, e
poscia fischii sonori, che costrinsero il capo-
comico a far calare la tela, ed a sostituire
un’altra produzione alla disapprovata e noa
terminata. La commedia di Napoleone Pa-
nerai — Non V ha peggior nemica cT inna-
morato antica — ebbe luogo il 6 Febbraio-
con un pubblico poco numeroso, ma con esito-
lusinghiero per r autore.
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— 587 —
V
La Visita di Nozze di Dumas figlio fu?
generalmente giudicata una produzione piena
di spirito ma incontestabilmente immorale.
Al calar della tela il pubblico numeroso che
r area ascoltata con molta attenzione, non
mancò di disapprovare nel lavoro drammatico •
del celebre scrittore francese, eccellente-
mente eseguito, la crudezza di alcune frasi,
e r anormalità di passioni messe in iscena
con cinismo e sfrontatezza. Le Amiche com-
media di Luigi Suner fu eseguita con minor '
diligenza del solito dalla compagnia comica,
ed e*bbe un esito infelice. Il pubblico al terzo
atto si impazientì, e fu un vero miracolo se
si potè vederne la fine.
1872 — 18, 19 e 21 Gennaio. — I Chinesi
Arr Hee, Yan Zing, Hee Tseu, As Hams nelle
tre citate sere si produssero eseguendo me-
ravigliosi giuochi nazionali, ed il pubblico-
che oltre il trattenimento della commedia
poteva godere anche quello di ginnastica con
un lieve aumento di spesa nel costo del bi-
glietto d’ingresso, accorse volentieri al tea-
tro, e fece buon viso ai figli del celeste
impero.
1872 — 29 Gennaio. — Questa serata fu
destinata a benefizio dello scaldatolo dei po-
veri Modenesi. Fu data la commedia diR. Ca-
stelvecchio — Le tre generazioni — e 1’ ar-
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— 588 —
tista Ceresa declamò l’ Inno dei Pezzenti di
Felice Cavalloni. Non vi intervenne numeroso
il pubblico specialmente in platea, nuUameno
tra i due terzi dell’ incasso reale ceduto
dall’ impresa, e le offerte sul piatto alla
porta, l’incasso di quella recita di benefi-
cenza salì a L. 497 18.
In tutto il lungo corso di rappresentazioni
date dalla Compagnia Sadottski nella stagione
invernale 1871-72 si ebbe sempre ad ammi-
rare, oltre la bravura de’ principali artisti,
r accordo perfetto che regnava fra questi e
le seconde parti, nonché la ricchezza e pro-
prietà della scena, del vestiario e di tutto-
ché si riferisce alla decorazione.
Meritò anche elogi l’orchestra diretta dal
Maestro Emilio Muratori, la quale negl’in-
tervalli degli atti esegui con accuratezza e
precisione nuovi e variati pezzi musicali.
1872 — 17 Marzo. — Accademia vocale
•ed istrumentale data dal tenore Antonio
Crespolani di Modena allo scopo di procu-
rarsi i mezzi necessari per riprendere la sua
carriera artistica interrotta da una grave
malattia sofferta.
Al Crespolani si associarono per la parte
vocale il soprano Zaira Tamburini, il bari-
tono Stanislao Losetti ed il corpo dei coristi,
-e per la parte strumentale Anseimo Calvi
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suonatore di cornetta, che venne accompa-
gnato col Piano-forte dal Maestro Alfonso
Ferrari e 1’ orchestra diretta dal Maestro
Amilcare MarmxroU.
13 aprile — Lo spettacolo della prima-
vera 1872 per cura dell’impresa Scalaberni
s’-inaugurò in tal sera coll'opera — Buy
Blas del Maestro F. Marchetti, eseguita da-
gli artisti sotto nominati.
Soprano — Giuseppina Borsi De Giuli.
Altro soprano — Ida Cristofani,
Tenore — Angelo Masini,
Baritono — Pietro Silenzi.
Basso — Paride Povoleri.
Quattro seconde parti, e 40 coristi d’ambo
ì sessi.
Il Maestro Concertatore e Direttore d’or-
chestra, composta di 54 professori, fu il Cav.
Gioacchino Colhrand.
Il pubblico specialmente alla seconda
rappresentazione del Ruy Blas mostrossi ad
unanimità favorevole al bel lavoro del Mar-
chetti, ed ai valenti artisti che l’ interpre-
tarono. La Borsi de Giuli, che da poco tem-
po calcava le scene, conservò tutto il suo
prestigio al nome della madre celebre in
arte. Il Masini cantò egregiamente. Il Si-
lenzi artista distintissimo non ismenti la sua
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— 590 —
fama. La Cristofani sostenne con grazia la
parte di Qasilda, ed il Povoleri benissimo^
quella di Gurxtano.
I coristi meritarono lode, le scene del
Manzini piacquero ; ma 1’ orchestra lasciò
qualche cosa da desiderare.
1872. — 4 Maggio — Prima rappresen-
tazione dell’ Olema opera inedita del Mae-
stro Cav. Pedrotti scritta espressamente per
la celebre prima donna Isabella Galletti^
Oianoli.
Le furono compagni nell’ esecuzione di
quest’ opera
Il contralto Gemma Tiozzo — il bassa
Viviani Lodovico ed il tenore, baritono e le
seconde parti, che avevano interpretato il
Ruy-Blas.
II concorso al teatro fu straordinario, e
v’intervennero parecchie notabilità del mon-
do artistico e musicale.
Furono applauditi i pezzi di miglior com-
posizione del primo, secondo e quarto atto,
ed applauditissima la Galletti.
Lo spartito fu giudicato da diversi gior-
nali più o meno benevolmente; ma tutti
concordarono nel trovarne insufficiente la
esecuzione nella parte istrumeutale.
Quattro volte soltanto fu rappresentata
r Olema, e ciò in causa dell’ indisposizione,.
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— 391 —
•che sul finire del corso dello recita so, ra-
venne alla Galletti.
1872. — 9 Maggio — La prima donna
Dorsi De-Giuli per la sua beneficiata fu vi-
Tamente applaudita nei pezzi più salienti
del Ruy fi/as, e nell’ aria dei Gioiellile suc-
cessivo duetto col tenore nel Faust. Le fu-
rono presentati sei magnifici ed enormi mazzi
di fiori, ed un bellissimo medaglione, e ven-
nero distribuite poesie di circostanza.
13 Maggio — Questa sera fu destinata
a beneficio del tenore Masini. Furono ese-
guiti tre atti del Ruy Blas, indi l’atto quarto
della Favorita, nel quale la Galletti destò
un vero entusiasmo nel numerosissimo udi-
torio. Si fece dessa applaudire di nuovo, in-
terpretando questo brano del classico lavoro
del Donizelti, nella sera del 16 maggio, se-
rata del baritono P. Silenzi. Questi cantò
egregiamente la romanza dell’ ultimo atto
della Dinorah, e gli fu presentata una co-
rona in segno di ben meritata stima e sim-
patia.
20 .Maggio — Ultima recita della sta-
.gione nella quale fu dato il Ruy Mlas.
Grandi feste si fecero agli artisti tutti
•che rappresentarono con sempre crescente
favore del pubblico la simpatica opera del
Maestro MarcheUi; ma specialmente alla
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- 592 —
Borsi ed al 3/asùn giovani artisti, che da
poco avevano cominciato con splendidi au-
spici! la loro carriera.
Nella stagione di primavera di cui ab-
biamo trattato furono date 20 recite, 16
delle quali in abbonamento fissato in L. 15;
r ingresso alla platea e palchi costava Lire
1,50; ma nelle rappresentazioni in cui prese
parte la Galletti fu elevato a L. 2,00.
La nuova compagnia drammatica Biagi,
Rosa, Casilini nelle sere 1, 2, 3 e 4 giugno
1872," nella seconda delle quali ricorreva la
festa dello Statuto, rappresentò le quattro
sottonotate produzioni.
Guido — Dramma dell’ Avv. Felice Ca-
valotti eseguito coll’ assistenza dell’ autore.
Questi fu più volte chiamato al proscenio ^
e salutato con vivi applausi.
Capitale e mano d' opera — Commedia
popolare di Valentino Carrera, assai ap-
plaudita insieme ai principali esecutori della
medesima Anna Casilini, Salvatore Rosa,
Luigi Biagi.
Nerone di Pietro Cassa — Questo bel
lavoro, che presenta i costumi della società
Romana quali erano verso la metà del primo
secolo dell’ era nostra, già applaudito a Roma
ed a Milano, piacque anche in Modena. Ne
sostenne la parte principale 1’ attore Biagi-
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Cause ed effetti di Paolo Ferrari — Com-
media che nel carnevale 1871-72 i Modenesi
avevano sentito ottimamente recitata dalla
Compagnia Sadowski.
Con Lire 2,00 s’ acquistarono viglietti
d’ ingresso al teatro per le 4 recito.
Il viglietto serale costava L. 0,80.
Questa compagnia drammatica ebbe dal
Comune un sussidio di L, 300.
1872 — 18 Ottobre. — 11 Professore Leo
Blanc fotografo ed ottico Francese diede al
Comunale una serata storica, scientifica ed
artistica esponendo, oltre diverse interessanti
vedute, alcune scene ed episodi! commoventi
deir epoca sanguinosa in cui a Parigi infuriò
la Comune.
Cantò pure diverse romanze ed arie
Monsieur Prilleux tenore francese.
Fino dall’ aprilo 1872 il Consiglio Comu-
nale aveva fissato la dote per lo spettacolo
invernale 1872-73 in Lire 35000 : senonchè
la Giunta si riservò di chiedere altri fondi
quando all’ atto pratico tal somma riuscisse
insufficiente.
Assunse l’impresa teatrale Libero Feralli
di Milano, il quale per la lunga stagione
cominciata colla sera del Natale del 1872 e
terminata li 3 marzo del 1873 allestì nel
nostro principale teatro le opere e balli qui
presso indicati.
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Giovantm di Napoli — del Maestro En-
rico Petrella.
La Duchessa di Guisa — del Maestro
Paolo Serì'ao.
Un Ballo in Maschera — del Maestr^
G. Verdi.
Shakespeare — Ballo grande del coreo-
grafo Gio. Casati.
Il Potere di Tersicore Balletto co-'
mico del coreografo Cesare Cecche (li.
Spiritina — Ballo grande del CeccheUi
medesimo.
Ora diremo quali fossero gli artisti, clje
-agirono in detti spettacoli musicali e coreo-
^grafici.
Compagnia di Canto.
Prima donna soprano — Lucia Mosconi.
Prima donna mezzo soprano — Ida
Augustoni.
Tenore — Lamponi Alessandro.
Baritono — Ciotti Gaetano.
Basso — Buffagni Raimondo.
Più 4 comprimarii, e 30 coristi.
L’ orchestra componevasi di 50 professori
'dbetti dal Maestro concertatore prof. Ales-
sandro Moreschi.
Compagnia di Ballo.
■Coreografo — Cecchetti Cesare.
•Coppia danzante — Ratti Celesttna —
Razzetto Giacomo.
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Pnma ballerina supplemento — Poletti
Maria.
Cinque erano i mimi, 24 le ballerine, e
12 i ballerini di mezzo carattere.
Il Maestro Direttore dei balli fu Lugli
Antonio.
1872 — 25 Dicembre. — In tal sera si
aprì il Municipale nostro teatro. Vi accorse
un pubblico numerosissimo, che accolse con
favore il nuovo lavoro del Petrella — La
Giovanna di Napoli — ammirando special-
mente il finale del secondo atto, pezzo no-
tevole ed eseguito a dovere, ed applaudendo
al Maestro, che colla sua presenza alle prove
ne aveva favorita la perfetta interpretazione.
Le due prime donne ed il tenore incontraro-
no nel genio degli spettatori, e V orchestra,
i cori e le scene meritarono pure la pubblica
approvazione.
Il Ballo Shakespeare ebbe un esito meno
fortunato dell’opera. Piacque sul principio;
ma nel procedere dell’ azione coreografica
la poco accurata esecuzione dei ballabili,
specialmente per parte d’ alcune bambine,
promosse energici segni di disapprovazione.
I due primi ballerini nullameno riscossero
applausi .
Nelle seguenti sere la Giovanna di Napoli
fu meglio compresa ed apprezzata. I can-
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— m -
tanti impossessandosi meglio della loro parte
poterono far valere maggiormente i loro
mezzi artii^tici ; e cosi vennero guadagnando
sempre più le simpatie del pubblico, che
prodigò applausi alla Mosconi fornita di voce
robusta ed estesa, alla Augustoni inappun-
tabile nell’ esecuzione della sua parte, al
Lamponi tenore di vaglia ed agli altri tutti,
che contribuirono al buon successo dello
spettacolo musicale.
Il ballo fu poi mutilato; ma non perciò il
pubblico ne rimase contento, e continuò a
dimostrarsegli avverso.
1873 — 5 Gennaio. — Al Shahespeare fu
sostituito r altro ballo — Jl Potere di Ter-
sicore — che piacque pe’suoi ballabili di buon
gusto, ed eseguiti con precisione, e per la
messa in iscena decorosa.
25 Gennaio. — L’opera del Maestro Ser-
rao — La Duchessa di Guisa — fu rappre-
sentata soltanto due volte.
1873 — 29 Gennaio. — Il pubblico da
qualche sera mostravasi stanco del balletto
— Il potere di Tersicore — e l’ impresario
mise in iscena in tal sera il nuovo ballo
grande — La Spiritina — Il successo ne
fu incontestabilmente fortunato. Furono ap-
plauditi con calore il coreografo pel suo bel
lavoro, il prof. Manzini per le sue scene, la
DhitL
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coppia danzante, che aveva una parte impor-
tantissima nel nuovo ballo e l’ eseguiva a
meraviglia, ed il mimo Milanesi Piazza.
1873 — 5 Febbraio. — Continuavasi sem-
pre a dare la Giovanna di Napoli. Inferma-
tosi il basso Buffagni il comprimario Orlan-
dini ne sostenne le veci. AU^ ultimo atto,
dopo lunga esitanza, venuto questi in iscena
pel duetto colla signora Augustoni, fu fatto
segno a disapprovazioni per parte di alcuni
spettatori, ed egli, dopo aver dirette alcune
parole per propria scusa al pubblico, lasciò
la scena e si ritirò fra le quinte. L’ Augustoni
rimasta sola sul palco scenico si mise a
piangere ; ma gli applausi, che le furono fatti
per consolarla, presto le asciugarono sul
ciglio le lagrime.
1873. — 8 Febbraio — Per terzo spar-
tito fu dato — Un Ballo in Maschera —
del Verdi, per Y esecuzione della quale opera
furono scritturati i seguenti nuovi artisti.
Soprano — Letizia Lambertini.
Contralto — Giulia Consolani Piazza.
Basso — Massimiliano Severi.
Il noto e bellissimo lavoro di 0. Verdi
sortì un esito fortunatissimo, e procacciò
applausi alla Mosconi, al Lamponi ed al
Gioiti.
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A beneficio del tenore, della prima bal-
lerina e della prima donna furono destinate
le sere 13, 20 e 22 febbraio, nelle quali ri-
spettivamente il Lamponi cantò assai bene
la romanza nell’ opera Marta del Maestro
Flotoic: la Celestina Ratti si produsse in un
nuovo applaudito divertimento danzante, e-
spressamente composto dal Milanesi- Piazza,
riscuotendo vivissimi applausi dal pubblico,
e da parecchi suoi ammiratori particolari
manifestazioni di simpatia mediante l’offerta
di mazzi di fiori e corone: la Mosconi infine
eseguì unitamente ad altri artisti 1’ aria e
Miscrere del Trovatore.
Nella sera della beneficiata a vantaggio
della prima donna ebbe luogo ancora per
parte dell’orchestra una sinfonia del Maestro
Moreschi.
Lo spettacolo non terminò col carnevale;
ma si prolungò per le tre sere di quaresima
giovedì 27 febbraio e sabato e domenica 1
e 2 marzo 1873. E ciò in forza dei relativi
accordi conclusi dalla Direzione de’ spettacoli
ed approvati dalla Giunta coll’ impresario e
gli artisti, guarentendo alle prime parti il
50 ed alle seconde il 75 per cento dell’ ul-
timo quartale, che 1’ impresa non avrebbe
loro potuto pagare in causa del conside-
revole deficit verificatosi neb bilancio di
questa.
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Pu quindi necessario erogare a prò dello
spettacolo tutta la cauzione dell’ impresa,
ed aggiungere alla dote già stanziata nel
1872 in L. 35,000 un sussidio straordinario,
che arrivò quasi ad altre 5000 lire.
In carnevale furono date 32 rappresen-
tazioni. 28 delle quali in abbonamento al
tasso di Lire 20, ed in quaresima tre recite,
alle quali gli abbonati poterono assistere
pagando soltanto due lire.
Il prezzo d’ingresso alla platea e palchi
fu sempre di L. 1, 50.
Il Municipio affinchè nella ricorrenza della
festa dello Statuto (1 giugno 1873) il teatro
principale di Modena non restasse chiuso,
sussidiò r impresa del teatro Goldoni^ la
quale potè trasportare da questo all’ altro
teatro uno spettacolo sufficientemente buono.
Gli artisti principali che vi presero parte
furono i seguenti; *
Prima donna — Clementina Flavis Cen-
Getti.
Tenore — Rocchi Terenzio.
Baritono — Medini Achille,
Contralto — Giussani Angiolina.
Basso — Marconi Raffaele.
La sera del 1® giugno 1873 coi sopra-
nominati soggetti fu dato il Trovatore di
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G. Verdi, e nella susseguente La Statua di
Carne del Maestro E. Marchiò di Novellara.
Li 2 giugno fu pure eseguita una gran
scena con coro del Maestro medesimo scritta
appositamente e dedicata al Municipio di
Modena. Questo pezzo musicale s’ intitolava
— Giovanni da Precida — Il Maestro Mar-
chiò fu chiamato al proscenio.
Dal 7 al 12 giugno per cinque sere fu
poi ripetuta 1’ accennata opera di Verdi.
col tenore Maurizio Loparno sostituito al
Rocchi.
La sera dell’ 11 fu destinata a totale
benefizio della prima donna Flavis Cencetti,
la quale esegui la romanza — Eternamente
— scritta e dedicata alla medesima dal
Maestro Cav. Amilcare Ponchielli autore
dell’ Opera — I Promessi Sposi — Questa
romanza a giudizio degl’ intelligenti è un
vero gioiello, e fu eseguita dalla distinta
seratante con rara maestria, sicché ebbe a
meritarsi reiterati applausi e chiamate al
proscenio, ed il regalo di un bellissimo mazzo
di fiori.
Il concorso al Comunale nelle ricordate
7 sere fu assai scarso, e perciò l’impresario
non credette di suo interesse il compiere
ivi il corso di recite promesso in abbona-
mento, e ricondusse la compagnia al teatro
Goldoni.
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Al momento che scriviamo (21 settembre •
1873) lo spettacolo suaccennato è stato l’ul-
timo rappresentato nel teatro Municipale di
Modena.
Sulle sorti future di questo non possiamo
poi a meno di non rattristarci, pensando che
per la prossima ventura stagione invernale
1873-74 il nostro Consiglio Comunale, nella
seduta del 15 maggio decorso, stanziò pre-
ventivamente la meschinissima dote di lire
10,000.
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INDICE DELLA PARTE II.
UEIX\
CRONISTORIA DEI TEATRI DI MODENA
Capo VI. Teatro di Corte detto
anche Teatro Ducale . Pag. 3
Capo VII. Teatro di S. Rocco ♦ . « 137
Capo Vili. Teatro del Collegio di
S. Carlo ! Ifid
Capo IX. Nuovo Teatro Comunale • 253
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